Con un birdie alla terza buca del play-off, Brooks Koepka (62 67 69) fa suo il derby americano con Peter Uihlein (65 63 70) e vince l'Invitational Jeddah con uno score di 198 (-12). Prima vittoria in Superlega Araba per il quattro volte campione Major che a King Abdullah Economic City fa fatto bottino pieno. Non solo l'exploit nella gara individuale, per Koepka anche l'affermazione nella competizione a squadre (con lui c'era oltre al fratello Chase pure Uihlein e Jason Kokrak) dove ha guidato il suo team, lo "Smash GC", all'impresa con un totale di "-33" colpi. Un'affermazione doppia, che gli ha fruttato 4.750.000 dollari.Ha ricevuto 4.00.000 di dollari per il titolo individuale, su un mon tepremi di 20 milioni di dollari, e gli altri 750.000 per il bottino di tre milioni, primo premdio dell’evento a squadre da dividere tra i quattro componenti.
Sul percorso del Royal Greens Golf & Country Club (par 70), il cileno Joaquin Niemann con 199 (-11) ha realizzato invece lo stesso punteggio dello spagnolo Sergio Garcia.
Vittoria speciale per Koepka, tornato al successo 20 mesi dopo l'ultima volta (febbraio 2021 sul PGA Tour
Nell'Andalucía Masters Paratore si è classificato 32° e Laporta 55°
Vince la Spagna che sorpassa nel giro finale la Svezia
Disputato sul percorso del Golf Club Colli Berici a Brendola
Il circuito si è concluso. Assegnate le cinque 'carte' per il LET 2023
Giulia Molinaro, unica italiana in gara, si è classificata 59ª
Il trofeo più ambito del golf nella capitale spagnola. Prima un evento nella Scuola Statale Italiana che ha visto la partecipazione di 200 bambini tra sorrisi, disegni e divertimento. Poi, un convegno, con mostra fotografica, a Palazzo de Amboage nella sede dell’Ambasciata italiana ospiti dell’Ambasciatore Riccardo Guariglia
Alla piemontese l’Internationaux de France Dames/De Rothschild
Lo scozzese si è imposto nel British Challenge suo primo titolo
Era il grande favorito e lo spagnolo non si smentisce nell'Open Nazionale
Dai successi alle difficoltà e ritorno. Dopo anni di purgatorio Renato Paratore ha ritrovato la vittoria. Negli Emirati Arabi Uniti ha dominato l’UAE Challenge, evento dell’HotelPlanner Tour, tornando a festeggiare una impresa a distanza di 1.723 giorni dall’ultima volta (British Masters sul DP World Tour nel luglio 2020). “Sono davvero felice. È stato un exploit importante perché non riuscivo ad affermarmi da molto tempo. Ho avuto dei dubbi e mi sono chiesto: ‘Ma riuscirò a tornare a vincere’? Non è stato facile, ma ce l’ho fatta. E adesso, l’obiettivo del 2025, è quello di riconquistare la ‘carta’ per il massimo circuito continentale”, spiega Paratore in una intervista a cuore aperto sui canali federali. È la storia di un predestinato, quella di Paratore. Nato il 14 dicembre del 1996 a Roma, da dilettante ha conquistato prima lo Junior Orange Bowl nel 2013 a Miami (Usa), poi, nel 2014, il Portuguese International Amateur Championship a Palmela.
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Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925 che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano.
Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open. La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta
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