Dustin Johnson, dopo l’US Open, ha fatto suo anche il WGC-Bridgestone Invitational, concludendo la sua rincorsa, iniziata dal quinto posto, con 274 colpi (69 73 66 66, -6) al South Course (par 70) del Firestone CC, ad Akron nell’Ohio. Il titolo lo ha condotto dal terzo al secondo posto nel World Ranking, avendo sorpassato Jordan Spieth. Probabilmente Johnson non sarebbe riuscito nell’impresa senza il crollo di Jason Day
L’australiano Greg Chalmers ha colto il primo titolo nel PGA Tour imponendosi con 43 punti (14 8 11 4) nel Barracuda Championship sul percorso del Montreux G&CC, a Reno in Nevada. L’evento si è svolto con una formula stableford modificata in cui si assegnavano otto punti per l’albatross, cinque per l’eagle, due per il birdie, nessuno per il par e se ne perdevano uno per il bogey e due per il doppio bogey o peggio.
Grande prestazione di Francesco Molinari nel 100° Open de France (European Tour), secondo con 277 colpi (68 71 72 66, -7) dopo una rimonta dal decimo posto effettuata con un 66 (-5) miglior score di giornata. Sul percorso de Le Golf National (par 71), a Guyancourt in Francia, dove nel 2018 si disputerà la Ryder Cup, ha firmato l’ottavo titolo nel circuito il thailandese Thongchai Jaidee con 273 colpi
Il tedesco Bernd Ritthammer ha ottenuto il primo titolo nel Challenge Tour imponendosi con 272 colpi (67 68 70 67, -12) nel Made in Denmark Challenge (Challenge Tour ) all’Aalborg GK (par 71) di Aalborg in Danimarca. Il giro finale non ha premiato la buona prova complessiva di Andrea Rota, sceso dal settimo al 26° posto con 282 (71 68 67 76, -2), penalizzato da un 76 (+5). Michele Cea, 73° con 295 (72 71 76 76, +11)
Ha conquistato il primo titolo nel circuito Billy Hurley III
Tredicesimo titolo nel circuito per la neozelandese Lydia Ko
Nel BMW International Open Matteo Manassero termina 13°
Aron Zemmer terzo nell’Open International de la Mirabelle d'Or
Nello Scottish Challenge gli italiani terminano a metà classifica
Matteo Manassero a Oakmont si classifica al 46° posto
Fu la stampa a dare il nome al torneo che Bobby Jones allestì nel 1934, appena ebbe finito di costruire l’Augusta National, invitando i suoi vecchi avversari e i campioni più celebrati dell’epoca.
“Herbert H. Ramsey, ex presidente dell’Associazione Golfistica statunitense, ha dichiarato di aver presenziato ad uno spettacolo mai visto fino ad ora. E dire che egli ha assistito a tante vibranti battaglie nel golf”. Così scriveva nel 1934, all’indomani del primo Masters svoltosi ad Augusta, il giornalista Grantland Rice, uno dei più famosi dell’epoca, che poi concludeva il suo servizio con queste parole: “L’opinione generale è che Bobby Jones e Augusta abbiano dato inizio a un evento che si tramuterà in uno tra i più grandi della storia del golf. Sicuramente la prossima edizione sarà superiore per interesse generale e per sensazioni emotive”.
Rice fu l’inviato ad Augusta di “The American Golfer”, una rivista specializzata purtroppo inghiottita dalla “grande recessione “ nel 1936. Ospitò articoli considerati autentica letteratura del golf
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Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925 che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano.
Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open. La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta
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