Il Rolex Trophy vinto a Ginevra dallo spagnolo Pedro Oriol
Aron Zemmer ha ottenuto un bel decimo posto con 212 (72 67 73, -4) colpi nel Viking Challenge, torneo del Challenge Tour tormentato dal maltempo e ridotto da 72 a 54 buche sul percorso del Miklagard Golf Club (par 72), a Klofta in Norvegia. Si è imposto con 203 (70 66 67, -13) il francese Clément Sordet, che ha lasciato a cinque colpi lo scozzese Jack Doherty, l’olandese Daan Huizing e l’inglese Charley Ford
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Nel Northern Ireland Open terminato con un math play a 24 giocatori
Virginia Elena Carta è stata superata per 2/1 dalla giapponese Karen Miyamoto ed è uscita nel secondo turno di match play all’US Womens Amateur, major femminile per dilettanti che si sta disputando sul tracciato del San Diego Golf Club (par 72), a Chula Vista in California. Virginia Elena Carta, seguita in campo dall’allenatore Roberto Zappa, era giunta 20ª (145 - 76 69, +1) nella qualificazione su 36 buche medal
Travolti nel giro finale gli avversari nel WGC-Bridgestone Invitational
Nello Scottish Open al Renaissance di North Berwick in Scozia.
Si è imposta nel Ricoh Womens British Open, il quarto major femminile
Dai successi alle difficoltà e ritorno. Dopo anni di purgatorio Renato Paratore ha ritrovato la vittoria. Negli Emirati Arabi Uniti ha dominato l’UAE Challenge, evento dell’HotelPlanner Tour, tornando a festeggiare una impresa a distanza di 1.723 giorni dall’ultima volta (British Masters sul DP World Tour nel luglio 2020). “Sono davvero felice. È stato un exploit importante perché non riuscivo ad affermarmi da molto tempo. Ho avuto dei dubbi e mi sono chiesto: ‘Ma riuscirò a tornare a vincere’? Non è stato facile, ma ce l’ho fatta. E adesso, l’obiettivo del 2025, è quello di riconquistare la ‘carta’ per il massimo circuito continentale”, spiega Paratore in una intervista a cuore aperto sui canali federali. È la storia di un predestinato, quella di Paratore. Nato il 14 dicembre del 1996 a Roma, da dilettante ha conquistato prima lo Junior Orange Bowl nel 2013 a Miami (Usa), poi, nel 2014, il Portuguese International Amateur Championship a Palmela.
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Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925 che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano.
Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open. La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta
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