17 Novembre 2024

DP Tour: vince McIlroy, Manassero in USA

Rory McIlroy (Getty Images) Rory McIlroy (Getty Images)

Rory McIlroy protagonista assoluto, vincitore con 273 (-15) colpi del DP World Tour Championship e per la terza volta consecutiva sul trono d’Europa, la sesta in carriera, e Matteo Manassero, che ha conquistato la ‘carta’ per il PGA Tour, nel torneo che ha chiuso la stagione agonistica del circuito 2024 sull’Earth Course (par 72), disegnato da Greg Norman, al Jumeirah Golf Estates di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.

In un finale molto combattuto e spettacolare il nordirlandese, che si era già imposto in questo evento nel 2012 e nel 2015, ha superato di due colpi il danese Rasmus Hojgaard, secondo con 275 (-13) e anche lui autore di ottime giocate. Al terzo posto con 277 (-11) il francese Antoine Rozner, l’australiano Adam Scott e l’irlandese Shane Lowry e al sesto con 278 (-10) l’inglese Tyrrell Hatton, membro della LIV Golf. Solo 30° con 287 (-1) Thriston Lawrence, l’unico che poteva contendere a McIlroy il successo nella Race to Dubai (ordine di merito).

Matteo Manassero (70 77 69 71) ha chiuso alla pari con Lawrence e con il 12° posto nel ranking ha ottenuto, come detto, una delle “carte” per il PGA Tour riservate ai primi dieci non altrimenti esenti. Guido Migliozzi è terminato 19° con 284 (72 70 71 71, -4) e, 21° nella money list, ha sfiorato l’impresa di varcare anche lui l’Oceano. Più indietro Francesco Laporta 45° con 295 (72 75 70 78, +7).

Rory McIlroy (67 69 68 69), 35enne di Holywood, ha nel palmarès 26 titoli sul PGA Tour, comprensivi di quattro Major e tre WGC e, al netto di questi, undici sul DP World Tour, oltre a tre FedEx Cup. Nella quinta e ultima gara delle Rolex Series ha condotto il round finale in 69 (-3) colpi con sei birdie, decisivi quelli alla 16 e alla 18, e tre bogey. Per il successo ha ricevuto un assegno di 3.000.000 di dollari su un montepremi di 10.000.000 milioni di dollari, oltre a un bonus di 2.000.000 su un totale di sei milioni da dividere tra i primi dieci dell’ordine di merito. Con il sesto titolo nella Race to Dubai ha raggiunto Severiano Ballesteros al secondo posto nella classifica dei plurivincitori avvicinando il leader, lo scozzese Colin Montgomerie con otto. Ha il tempo per raggiungerlo o superarlo, ma non potrà mai togliergli un primato destinato probabilmente a rimanere imbattuto: i sette successi di fila dal 1993 al 1999.

Manassero e Migliozzi hanno fatto corsa parallela con un 71 (-1) iniziato per entrambi con due bogey e poi proseguito con quattro birdie e un altro bogey. Per il secondo il rammarico di aver perso la ‘carta’ americana, ma tutti e due hanno condotto una bella stagione con una vittoria ciascuno.

“E’ stata una stagione incredibile, penso che il golf - ha detto Manassero - mi abbia dato molto di più di quanto mi potessi aspettare. Ho vissuto momenti bellissimi e credo di essere migliorato tantissimo. Per il prossimo anno cambieranno gli scenari, ma non gli obiettivi. Non mi interessa dove e con chi giocherò, ma essere costruttivo nel percorso che sto facendo”.

 Laporta forse è arrivato un po' scarico all’appuntamento finale, però nei due precedenti tornei ha effettuato un gran recupero dall’84° posto nella money list, salendo prima al 60° per entrare nel primo dei due PlayOffs conclusivi (Abu Dhabi HSBC Championship, 13°) e poi al 52° per partecipare al secondo.

Nella Race to Dubai McIlroy ha preceduto Hojgaard che, grazie alla sua bella prova, ha superato sul filo di lana Lawrence, sceso in terza posizione. In 52ª Laporta e in 79ª Pavan.

Il DP World Tour non si concede soste. La prossima settimana inizia la nuova stagione, in anticipo sull’anno solare, con la disputa del BMW Australian PGA Championship al Royal Queensland GC di Brisbane (21-24 novembre) al quale parteciperanno Renato Paratore e Filippo Celli.

 

TERZO GIRO - A Dubai, dopo il "moving day" del DP World Tour Championship, ultimo atto dei play-off del massimo circuito continentale, con uno score di 204 (-12) colpi, il nordirlandese Rory McIlroy (67 69 68) e il danese Rasmus Hojgaard (71 67 66) hanno agganciato in vetta alla classifica il francese Antoine Rozner (70 65 69).

Sul percorso del Jumeriah Golf Estates (par 72) i tre leader hanno due colpi di vantaggio nei confronti del cileno Joaquin Niemann, tra i big della Superlega araba, quarto con 206 (-10) affiancato dallo svedese Jesper Svensson.

Tra gli azzurri, Guido Migliozzi ha rimontato una posizione e ora è 20° con 213 (72 70 71, -3). Il vicentino, nel quarto e decisivo round, sarà chiamato all'impresa per provare a conquistare una "carta" per giocare, nel 2025, sul PGA Tour. Al termine della competizione, infatti, i migliori dieci (non altrimenti esenti) dell'ordine di merito staccheranno il pass per il più importante circuito al mondo. E' quasi certo di riuscirci, Matteo Manassero, che a Dubai è 35° con 216 (70 77 69, par) davanti a Francesco Laporta, 38° con 217 (72 75 70, +1). Ma domani a far festa sarà anche e soprattutto McIlroy. Il numero 3 al mondo, per la sesta volta in carriera (proprio come Severiano Ballesteros), la terza consecutiva, sarà incoronato come miglior giocatore del massimo circuito continentale. Il montepremi è di dieci milioni di dollari con prima moneta di tre milioni.

 

SECONDO GIRO - A Dubai parla francese il secondo round del DP World Tour Championship, ultimo atto dei play-off del massimo circuito continentale maschile di golf. Sul percorso del Jumeriah Golf Estates (par 72), grazie a un giro in 65 (-7) colpi su un totale di 135 (70 65, -9), Antoine Rozner è volato in testa alla classifica. Il 31enne di Parigi, a metà gara, ha un colpo di vantaggio sul nordirlandese Rory McIlroy (numero 3 mondiale, si prepara per la sesta volta in carriera, la terza consecutiva, a essere incoronato quale miglior giocatore d'Europa) e sull'inglese Tyrrell Hatton, entrambi secondi con 136 (-8) dopo aver chiuso in vetta le 18 buche di apertura della competizione.

Dietro di loro, in quarta posizione con 137 (-7), il cileno Joaquin Niemann, anche lui come Hatton tra i big della Superlega araba. Per quel che riguarda gli azzurri, ha recuperato terreno Guido Migliozzi, da 31° a 21° con 142 (72 70, -2) dopo una prova bogey free con due birdie. Il vicentino, per sperare di conquistare una "carta" per giocare, sul PGA Tour, nel 2025 (verranno assegnate ai migliori dieci giocatori, non altrimenti esenti, nell'ordine di merito), è chiamato alla rimonta. Prova complicata per Francesco Laporta (72 75) e Matteo Manassero (70 77), entrambi 41.i con 147 (+3).

In particolar modo Manassero, che è quasi certo di confrontarsi il prossimo anno negli Stati Uniti sul più importante circuito al mondo, con un 77 (+5, due birdie, tre bogey, due doppi bogey) di giornata, ha perso 30 posizioni. E ora il "moving day" prima del gran finale. A Dubai la posta in palio, per i big del green europeo, è altissima.

 

PRIMO GIRO - Per la sesta volta in carriera, la terza consecutiva, Rory McIlroy è pronto a salire sul trono del golf europeo. A Dubai, nell'ultimo atto dei play-off del massimo circuito continentale, il nordirlandese ha chiuso il primo round del DP World Tour Championship al comando della classifica con uno score di 67 (-5) colpi, lo stesso fatto registrare dall'inglese Tyrrell Hatton, suo compagno di squadra in Ryder Cup e asso della Superlega araba. Dietro i due leader, in terza posizione con 68 (-4), c'è invece il britannico Paul Waring che è reduce dall'exploit nell'Abu Dhabi HSBC Championship.

Sul percorso del Jumeriah Golf Estates (par 72) è cominciata bene la gara di Matteo Manassero. Undicesimo con 70 (-2), ha realizzato quattro birdie, con due bogey, avvicinando sempre di più la "carta" per giocare, nel 2025, sul PGA Tour. Al termine della competizione i migliori 10 classificati (non altrimenti esenti) dell'ordine di merito staccheranno il pass per l'America. Più indietro Guido Migliozzi, 31° con 72 (par) come Francesco Laporta, e anche lui a caccia del biglietto per confrontarsi, il prossimo anno, con i migliori al mondo.

McIlroy, che questa gara peraltro l'ha fatta sua sia nel 2012 che nel 2015, ha siglato sei birdie, con un bogey, mentre Hatton di birdie ne ha fatti registrare sette, con due bogey.
Partenza da dimenticare, invece, per Thriston Lawrence. Il sudafricano, l'unico che può spodestare dal trono McIlroy (deve vincere e sperare che il nordirlandese finisca oltre l'11/a posizione), è solo 37° con 73 (+1).

 

LA VIGILIA - Il DP World Tour è alla volata finale con l’ultima gara stagionale e la seconda dei PlayOffs, il DP World Tour Championship (14-17 novembre), quinto evento delle Rolex Series, dove Rory McIlroy punta a divenire il “re” del circuito per la terza volta consecutiva e la sesta in carriera e in cui Matteo Manassero e Guido Migliozzi mirano a una “carta” per giocare sul PGA Tour nel 2025.

Allo Jumeirah Golf Estates di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, sull’Earth Course disegnato da Greg Norman, saranno tre gli azzurri al via in questo torneo, cosa che non si verificava dal 2019. Infatti, con Manassero e Migliozzi, scenderà in campo anche Francesco Laporta, che è entrato tra i 50 ammessi con la bella prestazione della scorsa settimana ad Abu Dhabi e che attraversa un buon momento di forma.

Per il primato nella Race to Dubai (ordine di merito) sarà un duello tra McIlroy, in vetta con 4.997 punti, e il sudafricano Thriston Lawrence, secondo con 3.212, che però, per avere chance, deve soltanto vincere. Infatti è distaccato di 1.785 punti e la sua unica possibilità di sorpassarlo consiste nell’assicurarsi i 2.000 che spetteranno al primo classificato. Ma non basta, poiché deve anche sperare che il nordirlandese raccolga meno di 215 punti, ossia termini poco oltre la top ten. Per coloro che seguono ci sono, comunque due obiettivi: entrare o rimanere tra i primi dieci ai quali verrà elargito un bonus complessivo di 6.000.000 di dollari (2.000.000 al vincitore) e cercare di ottenere una delle citate ‘carte’ per il PGA Tour 2025 che spettano ai migliori dieci non altrimenti esenti. E’ praticamente al sicuro Manassero, quinto in questa lista, Migliozzi, al momento dodicesimo, dovrà dare il meglio per recuperare, mentre Laporta con un successo o un secondo posto potrebbe conquistare il pass per l’America. Un ulteriore incentivo è il montepremi di dieci milioni di dollari con prima moneta di tre milioni.

Tra i tanti possibili protagonisti, in un field di gran qualità, ricordiamo lo statunitense Billy Horschel, otto titoli sul PGA Tour, due sul DP World Tour, una FedEx Cup (2014) e una Rolex Series quest’anno (BMW PGA Championship), i danesi Rasmun Hojgaard e Niklas Norgaard, due inglesi già a segno nella Race to Dubai, Tommy Fleetwood (2017) e Justin Rose (2007), i loro connazionali Tyrrell Hatton, tra le star della LIV Golf, e Matt Wallace, l’australiano Adam Scott, lo svedese Jesper Svensson e l’irlandese Shane Lowry. E ancora, oltre a McIlroy (suo il Dubai Desert Classic), gli altri due vincitori di Rolex Series, lo scozzese Robert MacIntyre (Genesis Scottish Open) e l’inglese Paul Waring, che si è imposto nel precedente Abu Dhabi Championship. Una gara nella gara la disputeranno il danese Thorbjorn Olesen, il giapponese Rikuya Hoshino, lo svedese Sebastian Soderberg e l’altro inglese Jordan Smith, ossia gli ultimi quattro in graduatoria nella corsa verso il PGA Tour, e il nordirlandese Tom McKibbin e Migliozzi, i primi due inseguitori tesi al sorpasso.

Past winner e record - McIlroy sarà l’unico past winner al via (2012, 2015) con obiettivi un nuovo alloro e il triplete sul trono d’Europa per agganciare il secondo nella classifica dei plurivincitori, lo spagnolo Severiano Ballesteros, sei volte “re” tra il 1976 e il 1991. In nordirlandese, che ha vinto anche nel 2012, 2014 e 2015, avvicinerebbe pure il leader, lo scozzese Colin Montgomerie, con otto successi. Ha il tempo per raggiungerlo o superarlo, ma non potrà mai toglierli un primato destinato probabilmente a rimanere imbattuto: i sette titoli di fila dal 1993 al 1999. Un grande campione, sicuramente, che però non ha saputo fregiarsi di un Major. Unico azzurro a imporsi nella Race to Dubai Francesco Molinari nel 2018.

Il torneo su Sky e in streaming su NOW - Il DP World Tour Championship sarà trasmesso da Sky, canale Sky Sport Golf, e in streaming su NOW ai seguenti orari: giovedì 14, venerdì 15 e sabato 16 novembre, dalle ore 8 alle ore 14; domenica 17, dalle ore 7,30 alle ore 13,30. Commento di Silvio Grappasonni, Marco Cogliati, Giovanni Dassù e Alessandro Lupi.

Primo piano

  • Sergio Melpignano Senior Italian Open: vince Thomas Gögele. Emanuele Canonica, miglior italiano del torneo, chiude in ottava posizione
    Sergio Melpignano Senior Italian Open: vince Thomas Gögele. Emanuele Canonica, miglior italiano del torneo, chiude in ottava posizione 26/10/2024

    Il tedesco Thomas Gögele, con 197 (64 66 67, -19) colpi, ha vinto il Sergio Melpignano Senior Italian Open, torneo del Legends Tour disputato al San Domenico Golf (par 72) di Savelletri di Fasano (Brindisi). Primo successo sul circuito over 50 per Gögele, che ha saputo tenere salda la leadership sin dal primo dei tre round. Il gallese Bradley Dredge non è riuscito nel sorpasso, confermandosi in seconda posizione con 200 (-16). Terzo posto tutto inglese con 202 (-14) per Simon Griffiths e Andrew Marshall. Il trofeo di miglior italiano è andato ad Emanuele Canonica, che ha chiuso la gara ottavo con 206 (-10) davanti ad Alessandro Tadini, decimo con 207 (-9). Michele Reale si è posizionato 32° con 213 (-3), Mauro Bianco, 52° con 218 (+2), Gianluca Pietrobono, 60° con 231 (+15). Il campione uscente, James Kingston, ha concluso al 18° posto con 209 (-7)

    (Per continuare a leggere cliccare sul titolo)

Golf Story

  • I "tre moschettieri"
    e il super maestro
    del golf italiano
    I "tre moschettieri" e il super maestro del golf italiano 15/04/2021

    Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925  che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano. 

    Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open.  La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta

    (Cliccare sul titolo per continuare a leggere)

Viaggi

Attualità

Cerca