Lo scozzese Euan Walker, con un giro finale in 66 (-6) colpi, miglior score del round, ha recuperato sei posizioni e ha vinto con 135 (69 66, -9) lo Swiss Challenge, disputato sul percorso del Golf Saint Apollinaire (par 72) di Folgensbourg, città francese ai confini con la Svizzera. Il torneo del Challenge Tour, a causa del maltempo, è stato ridotto da 72 a 36 buche con allagamento del campo e relative interruzioni.
Walker, 29 anni, ha ottenuto il secondo successo sul circuito, dopo quello nel British Challenge (2022), in una stagione in cui come miglior risultato ha ottenuto una sola top ten (4° nell’Abu Dhabi Challenge). Ha concluso la sua corsa con sei birdie, senza bogey, e ha superato di tre colpi il norvegese Kristoffer Reitan e l’inglese Bradley Bawden, secondi con 138 (-6). In quarta posizione con 139 (-5) il francese Benjamin Hebert e in quinta con 140 (-4) lo svizzero Luca Galliano, il transalpino Robin Sciot-Siegrist, l’australiano Hayden Hopewell e Joshua Grenville-Wood degli Emirati Arabi Uniti.
Media classifica per Filippo Bergamaschi, 31° con 144 (73 71, par), e poco dietro Aron Zemmer, 44° con 146 (70 76, +2). Non hanno superato il taglio, caduto a 146 (+2), Pietro Bovari, 63° con 147 (+3), Gregorio De Leo, 71° con 148 (+4), Lorenzo Gagli, 81° con 149 (+5) ed Enrico Di Nitto, 93° con 151 (+7). Evento ridotto e prima moneta ridotta: al vincitore sono andati 32.400 euro e anziché i 43.200 previsti.
LA VIGILIA - Il Challenge Tour si trasferisce dal Monte Argentario alla Francia, dove è in programma dal 26 al 29 settembre lo Swiss Challenge, che di disputa al Golf Saint Apollinaire di Folgensbourg, città ai confini con la Svizzera. Sul tee di partenza sei giocatori italiani: Pietro Bovari, Gregorio De Leo, Aron Zemmer, Filippo Bergamaschi, Enrico Di Nitto e Lorenzo Gagli, tra i protagonisti del precedente Italian Challenge Open dove si è classificato settimo.
Nel field solo sei tra i primi 14 della Road To Mallorca (money list): il danese Hamish Brown (n. 4), lo spagnolo Angel Ayora (n. 6), i francesi Alexander Levy (n. 9) e Benjamin Hebert (n. 12), l’irlandese Conor Purcell (n. 10) e l’inglese Jack Senior (n. 13). A cinque eventi dalla conclusione, a parte l’inglese John Parry (n. 1) e il danese Rasmus Neergaard-Petersen (n. 2), che hanno chiuso la pratica perché con la terza vittoria stagionale sono giù sul DP World Tour, gli altri assenti evidentemente si sentono al sicuro essendo ben lontani dalla 21ª posizione, la prima dell’ordine di merito che esclude dal passaggio nel circuito maggiore 2025. E non hanno tutti i torti. Però non manca nessuno tra la 15ª e la 20ª piazza, ossia i finlandesi Tapio Pulkkanen e Oliver Lindell (n. 15 e 17), i transalpini Pierre Pineau e Martin Couvra (n. 16 e 18), il tedesco Nicolai Dellingshausen (n. 19), e lo svedese Bjorn Akesson (n. 20). Tutti braccati dall’altro svedese Christofer Blomstrand (n. 21), dal danese Lucas Bjerregaard (n. 23), dall’inglese Jamie Rutherford (n. 24) e dal norvegese Andreas Halvorsen (n. 25), uscito dai 20 come Blomstrand, pur con un titolo nell’anno. Sorprende l’assenza del sudafricano Wilco Nienaber (n. 22), che comunque ha le potenzialità per rimettersi in corsa anche in una sola gara. Due i past winner nel field, il citato Hebert (2011) e il portoghese Ricardo Santos (2019). Il montepremi è di 270.000 euro con prima moneta di 43.200 euro.
La prodezza di Del Rey nel 2021 - Il torneo si è giocato per la prima volta come Credit Suisse Private Banking Open nel 2000. Sostituì l’Interlaken Open, annullato per motivi finanziari, che si svolse per nove volte tra il 1989 e il 1998 con la prima edizione appannaggio di Pietro Molteni. Tra gli altri vincitori Thomas Bjorn (1995).
Anche l’inizio dell’attuale evento non fu molto fortunato. Infatti fu interrotto tra il 2002 e il 2005, poi riprese nel 2006 come Credit Suisse Challenge, per avere la dizione attuale dal 2013. Dopo l’unico stop per la pandemia nel 2020, la gara, giunta alla 20ª edizione, si disputa dal 2021 sul campo attuale in Francia. In quella occasione lo spagnolo Alejandro Del Rey ha realizzato nel primo round un 58 (-14), che è lo score più basso sul giro sia sul DP World Tour che sul Challenge Tour. Unico azzurro a segno Alessandro Tadini, nel 2010.