20 Novembre 2016

Henrik Stenson re dell'Eurotour

Francesco Molinari Francesco Molinari

Francesco Molinari ha offerto una nuova grande prova terminando quarto con 275 colpi (68 67 70 70, -13) nel DP World Tour Championship, dove sono stati ammessi i primi 60 classificati della money list. Il torneo ha concluso la stagione dell’European Tour, allo Jumeirah Golf Estates (par 72) di Dubai, e ha laureato lo svedese Henrik Stenson, vincitore della Race to Dubai, miglior giocatore nel circuito europeo 2016. Ha condotto una bella gara anche Renato Paratore, 30° con 282 (70 73 70 69, -6).

In un finale ricco di colpi di scena si è assicurato il terzo titolo in carriera il 22enne inglese Matthew Fitzpatrick  (271 - 69 69 66 67, -17) ), che ha approfittato di un grave errore del connazionale Tyrrell Hatton (272 - 71 66 67 68, -16) ) il quale alla buca 18 ha favorito il sorpasso in extremis con una palla in acqua. Al terzo posto con 274 (-14) il sudafricano Charl Schwartzel e, affiancati a Molinari, l'austriaco Bernd Wiesberger, il belga Nicolas Colsaerts, il danese Soren Kjeldsen e il francese Victor Dubuisson, leader dopo tre turni.

Hanno dato spettacolo, salendo entrambi  dal 22° al nono posto con 276 (-12) grazie il miglior parziale di giornata (65, -7), Henrik Stenson (otto birdie, un bogey), che ha voluto dare un tono alla sua vittoria nella Race to Dubai, dopo tre giri d'attesa, e Rory McIlroy (un eagle, sette birdie, due bogey), il quale alla vigilia aveva quale obiettivo il successo per tornare numero uno al mondo e che lo ha mancato soprattutto per una falsa partenza (55° con 75, +3).I due avversari più temibili per Stenson, il connazionale Alex Noren, 23° con 280 (-8), e l'inglese Danny Willett, 50° con 287 (-1) non si sono neanche dati una minima possibilità di effettuare il sorpasso, e hanno finito in calando.

Nella graduatoria finale Stenson ha prevalso con E 4.148.402 guadagnati in stagione seguito da Willett (E 3.734.528), Noren (E 3.447.323), Hatton (e 3.233.586) e da McIlroy (E 2.971.988). Molinari è salito dal 24° al 19° posto con E 1.494.934 e Paratore dal 59° al 57° con E 637.032. Negli ultimi cinque anni la Race to Dubai è stata dominata dallo stesso Stenson, vincitore anche nel 2013, e da McIlroy, a segno nel 2012-2014 e 2015.Francesco Molinari, in vetta dopo due turni, ha perso un po' di ritmo nella seconda parte del torneo con due 70 (-2), ma questo non ha tolto nulla alla sua ottima performance. Ha confermato la quarta piazza ottenuta anche nella scorsa stagione e ha veramente concluso alla grande un anno da incorniciare con quattro prestazioni di elevatissimo livello tecnico e di gioco: in sequenza, il successo nell'Open d'Italia, il sesto posto nell WGC HSBC Champions e il quarto nello Shriners Hospital (PGA Tour), comprensivo di un giro in 61, e a Dubai. Nel suo score quattro birdie e due bogey come nel turno precedente.

Renato Paratore, il più giovane in campo con i suoi 19 anni, è stato un po' alterno, ma ha avuto momenti di gioco in cui sono emersi sia la bravura che la saldezza di nervi, specie quando ha dovuto rimettere in piedi score che rischiavano di divenire pesanti. In chiusura 69 (-3) colpi, suo miglior punteggio nell'evento, con cinque birdie e due bogey.

Matthew Fitzpatrick (sei birdie e un bogey nel suo 67, -5 vincente)  ha ricevuto un assegno di 1.217.175 euro su un montepremi di 7.450.000 euro.

TERZO GIRO - Francesco Molinari è sceso dal primo al quinto posto con 205 colpi (68 67 70, -11), ma sarà in piena corsa per il titolo nel giro finale del DP World Tour Championship, torneo al quale sono stati ammessi i primi 60 classificati della money list e che conclude la stagione dell’European Tour allo Jumeirah Golf Estates (par 72) di Dubai. E' rimasto a metà graduatoria Renato Paratore, 32° con 213 (70 73 70, -3).

Con un ottimo parziale di 64 (-8) e lo score di 203 colpi (70 69 64, -13) è salito in vetta il francese Victor Dubuisson e, in un classifica rivoluzionata, si sono portati in seconda posizione con 204 (-12) il belga Nicolas Colsaerts e gli inglesi Matthew Fitzpatrick e Tyrrell Hatton, mentre Molinari è affiancato dallo spagnolo Rafael Cabrera Bello e dall'inglese Lee Westwood. Ha ceduto nettamente l'iberico Sergio Garcia, leader insieme al torinese e ora 13° con 209 (-7) dopo un 74 (+2).

La volata verso il primo posto della Race to Dubai, che indica il miglior giocatore europeo, sembra praticamente decisa in favore dello svedese Henrik Stenson, attuale leader, 22° con 211 (-5). Infatti il connazionale Alex Noren, terzo nell'ordine di merito, è alla pari con Sergio Garcia e per operare il sorpasso dovrebbe arrivare almeno secondo, dipendendo comunque dal piazzamento di Stenson, mentre sono fuori gioco il nordirlandese Rory McIlroy (4° OM), anch'egli 22°, che aveva solo l'opzione del successo, e l'inglese Danny Willett (2° OM), che si è autoeliminato con un 76 (+4) precipitando al 51° posto con 217 (+1).Per quanto riguarda la gara possono dire la loro per il titolo anche lo spagnolo Nacho Elvira, il danese Soren Kjelden,il sudafricano Charl Schwartzel e l'austriaco Bernd Wiesberger, ottavi con 207 (-9). Non potranno trarre note positive dalla loro prestazione il tedesco Martin Kaymer e l'inglese Andy Sullivan, 28.i con 212 (-4), il belga Thomas Pieters, il thailandese Thongchai Jaidee e l'irlandese Padraig Harrington, 39.i con 214 (-2), e l'altro thailandese Kiradech Aphibarnrat, 48° con 216 (par).

Victor Dubuisson, 26enne di Cannes con due titoli nel circuito, ha recuperato dalla decima piazza con un eagle, sette birdie e un bogey.Francesco Molinari è partito male con due bogey sulle prime quattro buche, ma si è trattato più un incidente di percorso che di un improvviso appannamento di forma e lo ha dimostrato tornando rapidamente al suo notevole standard di gioco. In sei buche, dalla nona alla 14ª, ha rimesso in piedi lo score con quattro birdie (70, -2) mantenendo intatte le due possibilità di vittoria.

Renato Paratore, il più giovane giocatore in gara con i suoi 19 anni, è stato piuttosto alterno, come già era accaduto nella seconda frazione. Ha marciato in par sulle prime nove buche (tre birdie e altrettanti bogey), poi ha fissato il 70 nella seconda metà del campo con tre birdie di fila e un bogey.

Il torneo ha un montepremi di otto milioni di dollari (E 7.450.000 con prima moneta di 1.244.010 euro) e un bonus di altri cinque milioni di dollari da assegnare ai primi dell’ordine di merito.

SECONDO GIRO - Francesco Molinari, con una nuova brillante prestazione, ha preso il comando con 135 colpi (68 67, -9), alla pari con lo spagnolo Sergio Garcia (68 67), nel DP World Tour Championship, torneo al quale sono stati ammessi i primi 60 classificati della money list e che conclude la stagione dell’European Tour. Sul tracciato dello Jumeirah Golf Estates (par 72) di Dubai è al 29° posto con 143 (70 73, -1) Renato Paratore, l’altro azzurro in gara.

In terza posizione con 136 (-8)  l’inglese Lee Westwood e in quarta con 137 (-7) l’inglese Tyrrell Hatton, l’austriaco Bernd Wiesberger, il sudafricano Charl Schwartzel e l’olandese Joost Luiten.

Nella corsa al primo posto della Race to Dubai, che indica il miglior giocatore europeo, ancora una giornata favorevole all’attuale leader, lo svedese Henrik Stenson, sebbene sia solo 17° con 141 (-3) colpi. Infatti il suo avversario più pericoloso, l’inglese Danny Willett, secondo nell’ordine di merito, ha il medesimo score, mentre l’altro svedese Alex Noren (terzo OM), 14° con 140 (-4), lo precede di un colpo, ma per operare il sorpasso ha necessità di vincere. Fuori gioco il nordirlandese Rory McIlroy, 29° come Paratore, che ha fallito, salvo miracoli, entrambi gli obiettivi che si era prefisso: puntare al primato continentale (anche se aveva meno chances degli altri tre) e tornare numero uno al mondo imponendosi nel torneo.

Pur con metà torneo ancora da giocare sono fuori scena, oltre a McIlroy, anche altri giocatori dai quali si attendeva di più come gli spagnoli Rafael Cabrera Bello e Pablo Larrazabal, 23.i con 142 (-2), il thailandese Kiradech Aphibarnrat, l’irlandese Padraig Harrington e il sudafricano Louis Oosthuizen, anche loro 29.i, il belga Thomas Pieters, quarto alle Olimpiadi, e il thailandese Thongchai Jaidee, 43.i con 144 (par), e il tedesco Martin Kaymer, 47° con 145 (+1).

Francesco Molinari sta attraversando un momento di grande forma sintetizzato dai risultati delle ultime tre uscite: il successo nell’Open d’Italia, il sesto posto nel WGC HSBC Champions e il quarto nello Shriners Hospital (PGA Tour). Ha offerto un gioco di alto livello tecnico, solido e redditizio in ogni parte del campo, che si è tradotto in un 67 (-5). Quarto al via, con tre birdie sulle prime sette buche il torinese si è portato nel gruppo di testa e, dopo una frenata con un bogey alla 10ª, ha reagito con tre birdie di fila a iniziare dalla 14ª recuperando su Garcia e su Westwood, poi sganciatosi per una palla in acqua alla 18ª.

Sergio Garcia ha fatto percorso parallelo con Molinari: stesso 67 e anche per lui nato da sei birdie e da un bogey. Per Lee Westwood 70 (-2) colpi con tre birdie e un bogey.

Renato Paratore, il più giovane concorrente in campo, è stato piuttosto discontinuo perdendo 16 posizioni. Partito bene con due birdie, ha avuto il merito di non disunirsi dopo quattro bogey tra la 7ª e la 14ª buca evitando la bassa classifica con due birdie e un bogey a chiudere (73, +1). Ancora una volta ha mostrato una saldezza di nervi insolita per un 19enne.

Il torneo ha un montepremi di otto milioni di dollari (E 7.450.000 con prima moneta di 1.244.010 euro) e un bonus di altri cinque milioni di dollari da assegnare ai primi dell’ordine di merito.

PRIMO GIRO - Francesco Molinari, quarto con 68 (-4) colpi, e Renato Paratore, 13° con 70 (-2), hanno effettuato un’ottima partenza nel DP World Tour Championship, dove si stanno confrontando con l’élite continentale nel torneo conclusivo dell’European Tour riservato ai primi 60 classificati nell’ordine di merito. Allo Jumeirah Golf Estates (par 72) di Dubai guida la graduatoria con 66 (-6) l’inglese Lee Westwood davanti al francese Julien Quesne e al belga Nicolas Colsaerts (67, -5). Molinari è affiancato dallo spagnolo Sergio Garcia, che ha perso la leadership nel finale per un doppio bogey (16ª), e dall’olandese Joost Luiten.

Non hanno emesso l’acuto i quattro più attesi protagonisti, che si stanno contendendo il titolo di miglior giocatore del circuito 2014 e la situazione, a conti fatti, favorisce lo svedese Henrik Stenson, 33° con 72 (par), perché con la classifica attuale nessuno degli altri tre mette a rischio la sua leadership. L’inglese Danny Willett, secondo nell’ordine di merito, e lo svedese Alex Noren, terzo, 24.i con 71 (-1), hanno fatto un po’ meglio, ma per il sorpasso hanno bisogno di un successo per andare sul sicuro  o anche di un secondo o un terzo posto, ma in tal caso Stenson dovrebbe letteralmente franare.

Ha "steccato" il nordirlandese Rory McIlroy (4° OM), 55° con 75 (+3), che ha quale obiettivo primario di conquistare il titolo per tornare numero uno mondiale (chances ridottissime di prevalere nella money list), ma dopo le disavventure odierne (quattro bogey e un doppio bogey contro tre birdie) dovrebbe fare tre giri inimmaginabili per prendersi la vetta. Tra l’altro è stato costretto anche a togliersi scarpa e calzino e a mettere un piede nudo in acqua per eseguire un colpo con palla a bagno, scelta discutibile (più logico il droppaggio) che si è risolta con un doppio bogey.

Sono in buona posizione, e hanno le qualità per imporsi, il thailandese Kiradech Aphibarnrat e i sudafricani Louis Oosthuizen e Jaco Van Zyl, settimi con 69 (-3) e l’altro sudafricano Charl Schwartzel, 13° come Paratore, che però da qualche tempo è fuori dalla scena. Hanno tenuto lo stesso passo di Willett e Noren anche gli iberici Rafael Cabrera Bello e Pablo Larrazabal e il tedesco Martin Kaymer e sono insieme a Stenson il belga Thomas Pieters e l’irlandese Padraig Harrington. In panne il cinese Haotong Li e il thailandese Thongchai  Jaidee, 50.i con 74 (+2), e l’inglese Andy Sullivan, 58° con 76 (+4).

Lee Westwood, che dopo la deludente prova in Ryder Cup ha cambiato marcia nelle ultime esibizioni, ha realizzato sette birdie e un bogey.

Francesco Molinari, 24° nella money list, punta a entrare tra i primi 15, impresa che gli riuscirebbe con una piazzamento entro i cinque. Ha confermato il suo ottimo stato di forma, di cui il 61 (-10) nel giro finale dello Shriners Hospitals (PGA Tour), con relativo quarto posto, e il sesto nel WGC HSBC Champions ne sono la testimonianza più eloquente. E’ andato subito all’attacco scendendo di tre colpi sotto par sulle prime nove buche (quattro birdie, un bogey) e ne ha guadagnato un altro nel finale (due birdie, un bogey).

Renato Paratore, il più giovane tra i partecipanti, ha staccato il biglietto per Dubai con due toniche prestazioni nel Turkish Open e nel Nedbank Golf Challenge (25° in entrambi gli eventi). Allo Jumeirah ha mostrato una certa tranquillità, liberato dalla necessità di raggiungere traguardi impellenti. E’ partito con un birdie, ha proseguito con dodici par di fila, poi ha completato il 70 con due birdie e un bogey.

Il torneo ha un montepremi di otto milioni di dollari (E 7.450.000 con prima moneta di 1.244.010 euro) e un bonus di altri cinque milioni di dollari da assegnare ai primi dell’ordine di merito.

LA VIGILIA - Francesco Molinari e Renato Paratore chiudono la loro ottima stagione partecipando al DP World Tour Championship (17-20 novembre), torneo conclusivo dell’European Tour riservato ai primi 60 classificati nell’ordine di merito, che avrà luogo allo Jumeirah Golf Estates di Dubai. La loro presenza alla gara più ambita della stagione, in cui si confronta l’élite europea fatta anche di campioni di livello mondiale, è un segnale forte che da il golf italiano attraverso il suo giocatore attuale più rappresentativo e il più giovane, che possiede mezzi tecnici e agonistici notevoli. Peraltro Paratore, vent’anni a dicembre, sarà anche il più giovane in campo, avendo un anno in meno di altri due emergenti, il coreano Jeunghun Wang e il cinese Haotong Li.

Francesco Molinari, 24° nella money list, proverà a entrare tra i primi quindici e per riuscire nell’impresa avrà bisogno di classificarsi entro i primi cinque. Nelle ultime settimane ha dimostrato di essere in gran forma e il 61 (-10) nel giro finale dello Shriners Hospitals (PGA Tour) con relativo quarto posto e il sesto nel WGC HSBC ne sono la testimonianza più eloquente. Renato Paratore, che si è guadagnato il biglietto per Dubai con due toniche prestazioni nel Turkish Open e nel Nedbank Golf Challenge (25° in entrambi gli eventi), avrà l’obiettivo di ben figurare e potrà farlo anche dall’alto di una certa serenità d’animo, liberato da traguardi impellenti.

Tanti i motivi del torneo, in primis l’assegnazione del primato nella money list, con una lotta a quattro tra lo svedese Henrik Stenson, l’inglese Danny Willett, l’altro svedese Alex Noren e il nordirlandese Rory McIlroy. Poi il montepremi di otto milioni di dollari (E 7.450.000 con prima moneta di 1.244.010 euro) e il bonus di altri cinque milioni di dollari da assegnare ai primi dell’ordine di merito. Infine il tentativo di Rory McIlroy di riprendersi con un successo la leadership mondiale, lasciata nel settembre del 2015 dopo 95 settimane di regno.

Negli ultimi quattro anni il nordirlandese e Stenson sono stati i mattatori dell’evento e della money list. Nelle vittorie a Dubai sono in parità con lo svedese a segno nel 2013 e nel 2014 e con McIlroy nel 2012 e nel 2015, però quest’ultimo si è imposto tre volte nell’ordine di merito (2012-2014-2015) contro una di Stenson (2013).

Questa volta sembra preclusa a McIlroy la conferma al vertice continentale, poiché il ritardo è notevole da Stenson (E 4.000.563 contro E 2.824.149), ma il numero due mondiale ha davanti, come detto, anche Danny Willett (E 3.700.888) e Alex Noren (E 3.367.136). In sostanza per confermare la supremazia in Europa dovrebbe vincere con Stenson classificato oltre il 12° posto, Noren oltre il secondo e Willett oltre il terzo.

"Sono conscio di due cose - ha detto McIlroy - che se vinco il torneo ritorno leader mondiale e che, pure se matematicamente sono ancora in corsa, anche con il titolo non sarò numero uno in Europa. Infatti i tre che ho davanti stanno andando molto forte e dubito che possa verificarsi la serie di difficili combinazioni che mi favorirebbe. Per cui sono molto concentrato solo sul primo obiettivo".

Quanto a Stenson, a parte McIlroy, può perdere la leadership se s’impone Willett, contro cui non avrebbe difesa, mentre gli basterebbe giungere secondo con un successo di Noren.

Quanto ad Alex Noren, forse il più in forma del lotto, non si crea problemi: "Dubai propone una nuova ed eccitante sfida e vi arrivo nelle condizioni ideali, perché una vittoria nella settimana che precede un grande impegno ti permette di giocare più rilassato. Presentarmi qui come terzo nell’ordine di merito e nono nel world ranking è motivo di soddisfazione, ma anche una spinta per guardare a tornei e a traguardi sempre più importanti. In questa sede non mi pongo particolari problemi e nemmeno ho fatto tanti conti pensando al ranking: magari, se li fai, trovi qualcuno che gioca per una settimana il golf della vita e manda tutto all’aria. Con il mio allenatore sono d’accordo che è prioritario giocare bene e ci concentriamo innanzi tutto su quello".

Nel field tra i primi 60 della money list mancheranno solo lo scozzese Russell Knox (35°) e il nordirlandese Graeme McDowell (60), che hanno lasciato spazio al francese Raphael Jacquelin e al cileno Felipe Aguilar. Oltre al quartetto citato e a Molinari, la lista dei favoriti è lunga e comprende, per citarne alcuni, anche i sudafricani Branden Grace e Louis Oosthuizen, lo spagnolo Sergio Garcia, il coreano Jeunghun Wang, il thailandese Thongchai Jaidee e inglese Andy Sullivan.

Il torneo su Sky - Il DP World Tour Championship sarà teletrasmesso in diretta, in esclusiva e in alta definizione da Sky con collegamenti ai seguenti orari: giovedì 17 novembre, dalle ore  9 alle ore 14 (Sky Sport 3 HD e Sky Sport Mix HD); venerdì 18, dalle ore  9 alle ore 14 (Sky Sport 3 HD); sabato 19, dalle ore 9 alle ore 13  (Sky Sport 3 HD e Sky Sport Mix HD); domenica 20, dalle ore 8,30 alle ore 13,30 (Sky Sport 3 HD). Commento di Silvio Grappasonni, Nicola Pomponi e di Roberto Zappa.

La classifica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Primo piano

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Golf Story

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    Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925  che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano. 

    Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open.  La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta

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