L’Asian Tour si è concluso con il PIF Saudi International powered by SoftBank Investment vinto da Joaquin Niemann (263 - 65 66 65 67, -21), membro della LIV Golf, al quale è andata la prima moneta di un milione di dollari su un montepremi di cinque milioni di dollari.
Il cileno ha finito la gara, disputata sul percorso del Riyadh Golf Club (par 71), nella capitale saudita, alla pari con l’australiano Cameron Smith (67 64 70 62) e con lo statunitense Caleb Surratt (68 68 61 66), anche loro nella Superlega araba, e poi li ha superati con un birdie alla seconda buca di spareggio.
Al torneo ha preso parte Stefano Mazzoli che, sebbene sia uscito al taglio per due colpi di troppo (79° con 141 - 73 68, -1), ha raggiunto due importanti obiettivi: ha conservato la ‘carta’ per l’Asian Tour 2025 (25° nell’ordine di merito appannaggio dell’americano John Catlin) e potrà partecipare alla LIV Golf Promotions (Riyadh, 12-14 dicembre) dove il vincitore sarà ammesso alla LIV Golf 2025. Tutto grazie a un primo anno di circuito in cui ha offerto numerose buone prestazioni, comprensive di tre top ten in sedici presenze.
Protagonista della giornata Cameron Smith che con un gran 62 (-9, nove birdie), miglior parziale del turno, ha raggiunto Niemann, leader dopo tre turni, e Surratt. All’australiano la prodezza non sarebbe bastata se sull’ultima buca i suoi due avversari non avessero segnato un bogey che ha prodotto il playoff. Palla praticamente in bandiera per il birdie di Niemann, ma perso il titolo, a entrambi gli sconfitti comunque non è andata poi così male, perché hanno ricevuto un assegno di 412.500 dollari ciascuno.
Niemann ha coronato un’ottima annata con il primo successo sull’Asian Tour e con la vittoria anche nell’International Series Ranking (dieci eventi nell’ambito del circuito), classifica in cui Mazzoli ha occupato la 19ª piazza. Il 26enne di Santiago del Cile ha ottenuto inoltre due titoli nella LIV Golf che nel palmarès si sono uniti a due sul PGA Tour, uno sul DP World Tour e a nove sul Chilean Tour.
LIV Golf Promotions - La gara si svolgerà sulla distanza di 72 buche, di cui 36 nell’ultima giornata, con una formula particolare. Dopo il primo round i punteggi saranno azzerati e disputeranno il secondo i primi 20 classificati e i pari merito al 20° posto, insieme ad altri ammessi di diritto. Al termine, nuovamente score azzerati e tutto in gioco tra i migliori 20 nel rush finale. Il vincitore, come detto, andrà sulla LIV Golf e intascherà un assegno di 200.000 dollari (su un montepremi di 1.500.000 dollari) e i primi dieci potranno disputare gli eventi dell’International Series 2025 che hanno un montepremi di almeno 2.000.000 di dollari.
LA VIGILIA - Gran finale dell’Asian Tour con il PIF Saudi International powered by SoftBank Investment Advisers che si disputa dal 4 al 7 dicembre a Riyadh, in Arabia Saudita, con un montepremi di cinque milioni di dollari e con al via quasi tutti i giocatori della LIV Golf. In un field di qualità ci sarà anche Stefano Mazzoli, che nel primo anno sul circuito ha fornito buone prestazioni, con tre top ten, conservando la ‘carta’ per la prossima stagione.
Già designato il miglior giocatore del 2024 che sarà lo statunitense John Catlin, uno dei membri della Superlega araba, che non potrà essere raggiunto in vetta alla money list. Ci sarà invece volata per il secondo posto con il neozelandese Ben Campbell, anche lui della LIV Golf, e il canadese Richard T. Lee, nell’ordine in classifica divisi da pochi punti, e con buone possibilità di inserirsi anche per il taiwanese Chieh-po Lee, quarto. In campo, ad arricchire lo spettacolo, gli altri sei trai primi dieci dell’ordine di merito tra i quali sono in buona forma il thailandese Suteepat Prateeptienchai (n. 5) e il filippino Miguel Tabuena (n. 7).
Attesa, comunque, tutta per le stelle della LIV Golf e in particolare per tre statunitensi: Dustin Johnson e i vincitori dei due precedenti tornei, Peter Uihlein (International Series Qatar) e Patrick Reed (Link Hong Kong Open). Senza dimenticare l’australiano Cameron Smith, l’inglese Tyrrell Hatton, i sudafricani Dean Burmester, Louis Oosthuizen e Charl Schwartzel, il cileno Joaquin Niemann, il tedesco Martin Kaymer, lo spagnolo David Puig, il nordirlandese Graeme McDowell e il messicano Abraham Ancer, per citarne alcuni.