06 Ottobre 2024

Asian Tour: il maltempo non ferma Jbe Kruger

Jbe Kruger (Credit Asian Tour) Jbe Kruger (Credit Asian Tour)

Il sudafricano Jbe Kruger ha firmato il terzo titolo sull’Asian Tour. Ha vinto con 208 (68 71 69, -8) il Mercuries Taiwan Masters, disputato a Taiwan, dove l’autentico protagonista è stato il maltempo che ha impedito il regolare svolgimento del torneo, programmato su 72 buche e ridotto a 36.

Sul percorso del Taiwan Golf & Country Club (par 72) a Tamsui, Kruger, 38enne di Kimberley che oltre ai successi sull’Asian Tour ne vanta anche uno sul DP World Tour, due sul Japan Tour e cinque sul Sunshine Tour, ha lasciato a due colpi il coreano Jeunghun Wang e il thailandese Pavit Tangkamolprasert, secondi con 210 (-6), e a tre altri due thailandesi, Rattanon Wannasrichan e Chonlatit Chuenboonngam, e l’indiano Yuvraj Singh Sandhu, quarti con 211 (-5). In settima posizione con 212 (-4) lo statunitense Michael Maguire, l’australiano Maverick Antcliff e il thailandese Sarit Suwannarut.

Ha preso parte alla gara Stefano Mazzoli, 99° con 153 (80 73, +9), che non ha superato il taglio. Kruger ha ricevuto un assegno di 200.000 dollari su un montepremi di un milione di dollari.

 

LA VIGILIA - L’Asian Tour rimane a Taiwan dove è in programma il Mercuries Taiwan Masters che impegnerà dal 3 al 6 ottobre i 124 concorrenti nel field sul percorso del Taiwan Golf & Country Club a Tamsui. Unico azzurro in gara Stefano Mazzoli, reduce del 28° posto nel precedente Yeangder TPC e che sta disputando una buona prima stagione sul circuito.

Difende il suo unico titolo sull’Asian Tour, in un evento in cui molti big si sono concessi un turno di riposo, il sudafricano Jaco Ahlers, 41enne di Centurion, nel cui palmarès figurano anche 12 successi sul Sunshine Tour. Assenze a parte, comunque vi sono numerosi concorrenti in grado di garantire lo spettacolo tra i quali ricordiamo i thailandesi Suteepat Prateeptienchai, a segno proprio nel Yeangder TPC, Sarit Suwannarut, Poom Saksansin, Jazz Janewattananond e Phachara Khongwatmai, il filippino Miguel Tabuena, terzo la scorsa settimana, lo svedese Kristoffer Broberg, due successi sul DP World Tour e quattro sul Challenge Tour prima di abbracciare la causa asiatica, lo spagnolo Carlos Pigem, una carriera con una vittoria su questo tour, l’australiano Scott Hend, l’indiano Gaganjeet Bhullar e il malese Nicholas Fung. Oltre al Ahlers vi saranno altri quattro past winner, il thailandese Suradit Yongcharoenchai e tre giocatori di casa, Shih-chang Chan, Wei-Hsuan Wang e Wei-chih Lu. Il montepremi è di un milione di dollari con prima moneta di 180.000 dollari.

Primo piano

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    “Herbert H. Ramsey, ex presidente dell’Associazione Golfistica statunitense, ha dichiarato di aver presenziato ad uno spettacolo mai visto fino ad ora. E dire che egli ha assistito a tante vibranti battaglie nel golf”. Così scriveva nel 1934, all’indomani del primo Masters svoltosi ad Augusta, il giornalista Grantland Rice, uno dei più famosi dell’epoca, che poi concludeva il suo servizio con queste parole: “L’opinione generale è che Bobby Jones e Augusta abbiano dato inizio a un evento che si tramuterà in uno tra i più grandi della storia del golf. Sicuramente la prossima edizione sarà superiore per interesse generale e per sensazioni emotive”.

    Rice fu l’inviato ad Augusta di “The American Golfer”, una rivista specializzata purtroppo inghiottita dalla “grande recessione “ nel 1936. Ospitò articoli considerati autentica letteratura del golf

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Golf Story

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    Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open.  La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta

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