06 Ottobre 2024

Challenge: prevale Follett-Smith, Zemmer 32°

Benjamin Follett-Smity (Getty Images) Benjamin Follett-Smity (Getty Images)

Lo zimbabwese Benjamin Follett-Smith ha dominato nel D+D Real Czech Challenge, torneo del Challenge Tour che ha vinto con 252 (63 62 63 64, -28) colpi sul percorso del Royal Beroun Golf Club (par 70), nella città da cui il circolo prende il nome nella Repubblica Ceca.

Il 30enne di Harare, al secondo titolo sul circuito per un palmares in cui figurano anche un successo sul Sunshine Tour (escluso un evento in combinata con il Challenge), uno sul Big Easy Tour e uno su Clutch Pro Tour, ha lasciato a cinque colpi il francese Maxence Giboudot e il finlandese Oliver Lindell, secondi con 257 (-23), e a sei l’inglese Sam Hutsby, quarto con 258 (-22). In quinta posizione con 259 (-21) il danese Jonathan Goth-Rasmussen e l’inglese James Allan e in settima con 261 (-19) lo spagnolo Albert Boneta, passato da poco professionista dopo aver vinto da amateur una gara sull’Alps Tour (Alps de Las Castillas).

Degli italiani Aron Zemmer si è classificato al 32° posto con 266 (67 65 68 66, -14), e Davide Buchi al 47° con 269 (67 65 71 66, -11). Sono usciti al taglio Federico Livio, 89° con 137 (69 68, -3), Filippo Bergamaschi, 110° con 140 (68 72, par), e Pietro Bovari, 119° con 141 (72 69, +1). Benjamin Follett-Smith ha percepito un assegno di 43.200 euro si un montepremi di 270.000 euro.

Il torneo, nato nel 2012 e giunto alla 12ª edizione (non si è giocato nel 2020 per la pandemia), è stato vinto lo scorso anno da Andrea Pavan, unico azzurro nell’albo d’oro e unico ad essersi imposto anche nel D+D Real Czech Masters, il fratello maggiore in calendario sul DP World Tour.

 

LA VIGILIA - Il Challenge Tour si trasferisce dalla Svizzera alla Repubblica Ceca per la quart’ultima tappa stagionale. Al Royal Beroun Golf Club, nella città da cui il circolo prende il nome, è in programma dal 2 al 5 ottobre il D+D Real Czech Challenge al quale partecipano cinque giocatori italiani: Piero Bovari, Aron Zemmer, Filippo Bergamaschi, Federico Livio e Davide Buchi.

E’ un evento in cui quasi tutti i migliori hanno dato forfait in vista degli ultimi tre impegni determinanti ai fini dell’assegnazione delle 20 “carte” per il DP World Tour 2025 che spetteranno ai migliori della Road To Mallorca (ordine di merito), ossia l’Hainan Open (10-13 ottobre), l’Hangzhou Open (17-20 ottobre), entrambi in Cina, e il Rolex Challenge Tour Grand Final dove il circuito si concluderà e al quale saranno ammessi i primi 45 della money list.

In gara, quindi, solamente sette giocatori tra i primi 30 della Road To Mallorca: nessuno tra i primi dieci, quattro entro i 20 (il sudafricano Deon Germishuys, l’inglese Jack Senior, il francese Pierre Pineau e il finlandese Oliver Lindell) e tre fra i 21 e i 30 (il danese Lucas Bjerregaard, l’inglese Sam Hutsby e lo scozzese Daniel Young). Due i vincitori stagionali in campo, l’inglese Frank Kennedy (n. 33) e il danese Jonathan Goth-Rasmussen (n. 34), che hanno una buona occasione per rilanciarsi, dopo che non hanno sfruttato al meglio il titolo.

Da seguire, oltre ai citati, due past winner, l’inglese Ross McGowan (2019), anche runner up nel 2015 e vincitore di un Open d’Italia (2020), e Damien Perrier (2016), oltre al norvegese Kristian Krogh Johannessen e al portoghese Ricardo Santos, secondi rispettivamente nel 2021 e nel 2019.

Il torneo, nato nel 2012 e giunto alla 12ª edizione (non si è giocato nel 2020 per la pandemia), è stato vinto lo scorso anno da Andrea Pavan, unico azzurro nell’albo d’oro e unico ad essersi imposto anche nel D+D Real Czech Masters, il fratello maggiore in calendario sul DP World Tour. Il montepremi è di 270.000 euro dei quali 43.200 destinati al primo in graduatoria.

Primo piano

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    Fu la stampa a dare il nome al torneo che Bobby Jones allestì nel 1934, appena ebbe finito di costruire l’Augusta National, invitando i suoi vecchi avversari e i campioni più celebrati dell’epoca.

    “Herbert H. Ramsey, ex presidente dell’Associazione Golfistica statunitense, ha dichiarato di aver presenziato ad uno spettacolo mai visto fino ad ora. E dire che egli ha assistito a tante vibranti battaglie nel golf”. Così scriveva nel 1934, all’indomani del primo Masters svoltosi ad Augusta, il giornalista Grantland Rice, uno dei più famosi dell’epoca, che poi concludeva il suo servizio con queste parole: “L’opinione generale è che Bobby Jones e Augusta abbiano dato inizio a un evento che si tramuterà in uno tra i più grandi della storia del golf. Sicuramente la prossima edizione sarà superiore per interesse generale e per sensazioni emotive”.

    Rice fu l’inviato ad Augusta di “The American Golfer”, una rivista specializzata purtroppo inghiottita dalla “grande recessione “ nel 1936. Ospitò articoli considerati autentica letteratura del golf

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