14 Agosto 2016

RIO 2016: Justin Rose medaglia d'oro

Justin Rose, medaglia d'oro Justin Rose, medaglia d'oro

 

L’inglese  Justin Rose ha conquistato con 268 colpi (67 69 65 67, -16) la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici superando solo sull’ultima buca lo svedese Henrik Stenson, argento con 270 colpi (-14) dopo un giro finale di golf stellare con la partecipazione dello statunitense Matt Kuchar, bronzo con 271 (-13), autore di un 63 (-8) record del percorso eguagliato. All’Olympic Golf Course (par 71), nella Reserva de Marapendi in Barra da Tijuca a Rio de Janeiro, hanno recuperato alcune posizioni nel turno conclusivo Matteo Manassero, 27° con 282 (69 73 71 69, -2), e Nino Bertasio, 30° con 283 (72 72 71 68, -1).

Il trio a medaglia era nella lista dei favoriti alla vigilia e quindi non c’è stata sorpresa, anche se c’erano tanti altri concorrenti che potevano assicurarsi uno dei metalli. Pensiamo a Bubba Watson, penalizzato da una partenza lenta e poi, dopo essersi dato delle ottime speranze, è scivolato anche sulle 18 buche finali. Ottavo posto soltanto (277, -7), peraltro deludente come lo è stato per lo spagnolo Sergio Garcia, stesso score, mentre probabilmente ha dato, se non soddisfazione, quanto meno buone prospettive al 24enne argentino Emiliano Grillo, che li ha affiancati.

Stesso discorso per il belga Thomas Pieters, anch’egli 24enne, quarto con 275 (-9) dopo una vigorosa rimonta seguita a un terzo giro fallimentare. Per lui la quarta piazza olimpica, quella su cui nessuno vorrebbe finire, in effetti potrebbe essere l’inizio della consacrazione che qualcuno attende da tempo. Altri delusi, invece, sono certamente lo spagnolo Rafael Cabrera Bello, il thailandese Kiradech Aphibarnrat e, soprattutto, l’australiano Marcus Fraser, quinti con 276 (-8). Quest’ultimo ha stabilito il primato sul giro nella prima tornata (63), poi è stato in testa anche nel secondo turno e alla fine non è riuscito neanche a conservare la terza posizione che occupava dopo 54 buche. Altalenanti e mai in partita Patrick Reed, 11° con 278 (-6), il tedesco Martin Kaymer e il thailandese Thongchai Jaidee, 15.i con 279 (-5), l’irlandese Padraig Harrington, 21° con 281 (-3), l’inglese Danny Willett e l’americano Rickie Fowler, 37.i con 284 (par).

Dicevano golf stellare con Rose e Stenson che hanno dato spettacolo rincorrendosi a suon di birdie e di giocate di altissimo livello. Tre birdie ciascuno sulle prime cinque buche e un passaggio in 32 (-3) alla nona con l’inglese che nello score ha messo anche un bogey per farsi agganciare dal rivale alla 7ª e un birdie all’8ª per ritornare avanti. Alla 10ª Stenson con il quarto birdie ha raggiunto Rose, poi alla 13ª è passato avanti per un errore dell’inglese, ma alla 14ª  gli ha restituito il favore. Non è finita: altri fuochi d’artificio alla 15ª con birdie e leadership di Rose e ancora birdie di Stenson alla 16ª per il nuovo pareggio. Tregua alla 17ª e tutto demandato alla 18ª. Entrambi hanno eseguito un drive un po’ sbilenco, poi hanno guadagnato la pista e a quel punto Rose ha messo la palla a un metro dalla bandiera con il terzo colpo. Per Stenson, lontano dall’asta, è arrivata la notte e la delusione ha fatto anche bogey. Con il birdie Rose ha avuto la medaglia più pregiata succedendo idealmente al canadese George Lyon, oro a St. Louis 112 anni prima, nel lontano 1904. Grande prestazione di Kuchar con un eagle e sei birdie nel suo exploit e con una palla che gli ha negato il birdie alla 18ª fermandosi a un centimetro dal bersaglio. Fosse entrata avrebbe conteso l’argento a Stenson.

Matteo Manassero e Nino Bertasio si sono battuti con coraggio, senza mai mollare anche nei momenti più difficili. Il veronese ha pagato a caro prezzo due passaggi a vuoto sulle buche più difficili del campo, dalla 11 alla 15, dove ha lasciato quattro colpi nel secondo giro e altrettanti nel terzo. E’ stato abbastanza tonico nel turno di chiusura con un parziale di 69 (-2) con quattro birdie e due bogey. Abbastanza regolare il cammino di Nino Bertasio, i cui score sono andati a scendere dal 72 (+1) di partenza al 68 (-3) finale con cinque birdie e due bogey. Entrambi hanno descritto come incredibile l’esperienza dei dieci giorni vissuti a Rio e si sono augurati di poter esserci di nuovo tra quattro anni.

Da mercoledì 17 agosto torneo femminile - Da mercoledì 17 agosto a sabato 20 si disputerà il torneo femminile. Rappresenteranno l’Italia Giulia Molinaro e Giulia Sergas, che hanno seguito gli ultimi due giri della gara maschile studiando attentamente il campo, che inizieranno a provare da domani.

TERZO GIRO - Volata finale verso le medaglia ai Giochi Olimpici di golf, che si stanno svolgendo all’Olympic Golf Course (par 71), nella Reserva de Marapendi in Barra da Tijuca a Rio de Janeiro. La classifica è cambiata per l’attacco deciso dell’inglese Justin Rose, nuovo leader con 201 colpi (67 69 65, -12), e dello svedese Henrik Stenson, secondo con 202 (-11), che hanno sorpassato l’australiano Marcus Fraser, in vetta per due giri, e terzo con 204 (-9). Sono rimasti sostanzialmente nella stessa posizione Matteo Manassero, 33° con 213 (69 73 71, par), e Nino Bertasio, 39° con 215 (72 72 71, +2), entrambi autori di un 71 (par).

Tra i protagonisti della giornata gli statunitensi Bubba Watson e Rickie Fowler. Il primo ha rimontato dal 18° fino al quarto posto e con il parziale di 67 (-4) e il totale di 207 (-6) si è messo in corsa per una medaglia. Fowler ha segnato il miglior score del turno con un 64 (-7): dalla 50ª piazza era difficile poter pensare di proporsi per il podio, ma la 14ª con 210 (-3) è sicuramente più confacente alla sua caratura, ma non cancella due giri sotto tono. Hanno la stessa prospettiva di Watson anche lo svedese David Lingmerth e l’argentino Emiliano Grillo, che lo affiancano.

Possono puntare quanto meno al bronzo l’irlandese Padraig Harrington, Matt Kuchar, il francese Gregory Bourdy, lo spagnolo Rafael Cabrera Bello e il finlandese Mikko Ilonen, ottavi con 208 (-5), ma dovranno in primo luogo confidare su un cedimento di Fraser, in realtà è apparso un po’ provato dalla tensione.

Ha mollato di schianto il belga Thomas Pieters, da secondo a 14° insieme a Fowler e a Danny Willett, mentre da questa Olimpiade potranno solo trarre il piacere di avervi partecipato l’iberico Sergio Garcia, 22° con 211 (-2), il thailandese Thongchai Jaidee, 26° con 212 (-1), il venezuelano Jhonattan Vegas, 51° con 219 (+6), e l’indiano Anibarn Lahiri, 57° con 222 (+9).

Matteo Manassero ha condotto molto bene le prime dieci buche, puttando quasi sempre per il birdie e mettendone a segno due. Alla 11ª ha preso tre putt e, forse, nel desiderio di recuperare rapidamente, non ha avuto la lucidità giusta per superare almeno indenne le altre tre buche, insieme alla 11, più difficili del campo e sono arrivati tre bogey. Nel finale si è riportato in par con due birdie. Nino Bertasio alla 16ª era due colpi sotto par (tre birdie, un bogey), però li ha persi con due bogey a chiudere.

Le partenze - Ore 13,11 italiane: Nino Bertasio, il cinese Ashun Wu e il finlandese Roope Kakko; ore 13,44 Matteo Manassero, il danese Thorbjorn Olesen e il tedesco Alex Cejka; ore 15,28: Bubba Watson, David Lingmerth ed Emiliano Grillo; ore 15,39: Justin Rose, Henrik Stenson e Marcus Fraser.

SECONDO GIRO - Matteo Manassero, da 11° a 30° con 142 (69 73, par) colpi, e Nino Bertasio, da 34° a 44° con 144 (72 72, +2). hanno perso terreno nel secondo giro dei Giochi Olimpici di golf, che si stanno svolgendo all’Olympic Golf Course (par 71), nella Reserva de Marapendi in Barra da Tijuca a Rio de Janeiro.

Ha mantenuto il comando con 132 colpi (63 69, -10) l’australiano Marcus Fraser, ma ha rallentato ed è stato avvicinato dal belga Thomas Pieters (133, -9) e dallo svedese Henrik Stenson (134, -8). Hanno tenuto il ritmo dei primi anche il francese Gregory Bourdy e l’inglese Justin Rose, quarti con 136 (-6), lo spagnolo Rafael Cabrera Bello, il canadese Graham DeLaet, l’argentino Fabian Gomez e il neozelandese Danny Lee, sesti con 137 (-5). Ha fatto appello al suo orgoglio e ha rimontato 24 posizioni Bubba Watson, 18° con 140 (73 67, -2), che si è concesso qualche speranza di poter arrivare in zona medaglia con 36 buche avanti. Più difficile il compito per l’inglese Danny Willett e per il tedesco Martin Kaymer, 22.i con 141 (-1) e fuori gioco, invece, Rickie Fowler, 50° con 146 (+4).

Marcus Fraser, 38enne di Corowa con tre titoli sull’European Tour, ha iniziato bene con due birdie, ha portato il suo vantaggio fino a quattro colpi, ma nelle buche finali ha rallentato con due birdie e due bogey (69, -2) riaprendo le porte agli avversari. Particolare il giro di Thomas Pieters, iniziato e terminato con tre birdie di fila. In mezzo un altro birdie e due bogey per il 66 (-5). E’ partito forte Henrik Stenson con due birdie, poi però ha avuto qualche incertezza e sono arrivati altri quattro birdie, ma con tre bogey (68, -3).

Nove buche positive per Matteo Manassero (due birdie, un bogey), poi il black out improvviso tra la 11ª e 13ª dove ha perso quattro colpi (bogey-doppio bogey-bogey) determinanti per il 73 (+2) e un birdie a chiudere. E’ rimasto contrariato dal risultato, ma deciso a riscattarsi nel terzo turno, convinto di aver espresso un buon gioco e con lo score rovinato da un paio di disattenzioni.

Nino Bertasio ha avuto difficoltà in uscita a causa della pioggia, ma nel rientro ha recuperato uno dei due colpi lasciati al campo (72, +1 con tre birdie, due bogey e un doppio bogey).

La formula - Si gioca sulla distanza di 72 buche (18 al giorno) senza taglio, stroke play. In caso di conclusione con più giocatori al primo posto, per l’assegnazione delle medaglie si effettuerà un playoff su tre buche, con classifica per somma di colpi. Il vincitore della medaglia d’oro potrà partecipare a tutti i major del 2017.

 

PRIMO GIRO - Matteo Manassero è all’11° posto con 69 (-2) colpi dopo il primo giro dei Giochi Olimpici di golf, disputato all’Olympic Golf Course (par 71), nella Reserva de Marapendi in Barra da Tijuca a Rio de Janeiro. E’ a metà graduatoria Nino Bertasio, 34° con 72 (+1)

 

Ha tenuto un gran ritmo l’australiano Marcus Fraser, leader con 63 (-8) colpi, tre di vantaggio sullo svedese Henrik Stenson e sul canadese Graham DeLaet (66, -5). In quarta posizione con 67 (-4) il belga Thomas Pieters, il francese Gregory Bourdy, il tedesco Alex Cejka, l’inglese Justin Rose, autore di una "buca in uno", e lo spagnolo Rafael Cabrera Bello, in nona con 68 (-3) il coreano Byeong Hun An e il belga Nicolas Colsaerts. Sono alla pari con Manassero anche Matt Kuchar, l’berico Sergio Garcia, il tedesco Martin Kaymer e lo svedese David Lingmerth.

Hanno tenuto l’irlandese Padraig Harrington e il thailandese Thongchai Jaidee, 17° con 70 (-1), è andato a sprazzi l’inglese Danny Willett, 27° con 71 (par), e giornata di grande sofferenza, e forse Giochi già compromessi, per Bubba Watson, 42° con 73 (+2), e per Rickie Fowler, 56° con 75 (+4) sui sessanta concorrenti in gara.

Marcus Fraser, 38enne di Corowa con tre titoli sull’European Tour, è andato spedito con nove birdie contro un bogey.

Matteo Manassero ha perso subito un colpo per un bogey (2ª), ha rimediato rapidamente con un coppia di birdie (4ª e 5ª), ma è tornato in par con il secondo bogey (7ª). Nel rientro il suo rendimento è migliorato: ha guadagnato due colpi al par con birdie alla 10ª e alla 17ª e ha anche mancato un paio di occasioni da birdie. Ha messo in mostra un bel gioco in tutte le parti del campo, ha tirato sempre dalla parte giusta e il gioco corto è stato efficace. Ha avuto qualche difficoltà sui green a causa della loro velocità, ha preso un paio di volte tre putt, ma al termine il veronese è apparso piuttosto soddisfatto della prestazione e del risultato.

Nino Bertasio, dopo aver tenuto il par per dieci buche (un birdie e un bogey), ha avuto un improvviso black out con tre bogey (11ª, 13ª, 15ª), ma ha fatto appello alla sua grinta e nelle ultime due buche ha recuperato una quindicina di posizioni con due birdie. Ha pagato più due dovuto due colpi sbagliati, ma succede, tuttavia anche lui ha espresso un gioco di buona levatura.

La "buca in uno" di Justin Rose - Justin Rose ha richiamato l’attenzione del pubblico nelle prime cinque buche. Dopo due par, infatti, ha guadagnato quattro colpi nelle successive tre buche con due birdie e una "hole in one". La prodezza alla buca 4, par 3 di 191 yards, che ha centrato direttamente dal tee. Poi ha rallentato rimanendo sullo stesso "meno 4".

Partenze secondo giro - Nella seconda giornata le terne del primo rimarranno invariate, ma inizieranno a orari differenti rispetto alla prima. Ore 13,03 italiane: Nino Bertasio, Ashun Wu e Scott Hend; ore 14,36: Matteo Manassero, Padraig Harrington, Danny Lee; ore 13,25: Sergio Garcia, Patrick Reed, Emiliano Grillo; ore 14,03; Rickie Fowler, Justin Rose e Jhonattan Vegas; ore 14,14: Henrik Stenson, Thongchai Jaidee, Rafael Cabrera Bello; ore 16,09: Bubba Watson, Martin Kaymer e Anirban Lahiri

La formula - Si gioca sulla distanza di 72 buche (18 al giorno) senza taglio, stroke play. In caso di conclusione con più giocatori al primo posto, per l’assegnazione delle medaglie si effettuerà un playoff su tre buche, con classifica per somma di colpi. Il vincitore della medaglia d’oro potrà partecipare a tutti i major del 2017.

 

LA VIGILIA - Tutto pronto a Rio de Janeiro per la partenza degli atleti italiani ai Giochi Olimpici di golf. Da giovedì 11 agosto a domenica 14 si svolgerà all’Olympic Golf Course, nella Reserva de Marapendi in Barra da Tijuca il torneo maschile, con l’Italia rappresentata da Nino Bertasio e da Matteo Manassero. La settimana dopo, dal 17 al 20 agosto, si disputerà la gara femminile con le azzurre Giulia Molinaro e Giulia Sergas. Sessanta i concorrenti in entrambe le prove

 

Di fatto si è già in clima gara maschile, con i protagonisti che stanno provando il percorso e con la diramazione del tee time. Matteo Manassero nei primi due giri giocherà insieme all’irlandese Padraig Harrington, tre major nel palmares, e al neozelandese Danny Lee (ore 12,41 italiane l’avvio del primo turno). Nino Bertasio sarà in terna con il cinese Ashun Wu e con l’australiano Scott Hend (ore 15,03).

Il field - Il field, sebbene ci siano state defezioni, è di qualità e promette alta tecnica e spettacolo agonistico. Tre vincitori di major, Bubba Watson (due Masters), lo svedese Henrik Stenson (Open Championship) e l’inglese Danny Willett (Masters) insieme a Rickie Fowler, ossia i primi quattro dell’Olympic Ranking, sono anche i nomi più ricorrenti nell’accostamento alle medaglie, ma in realtà il torneo si presenta ricco di incognite per tutti a cominciare dal campo che "non favorisce un giocatore a scapito di un altro e in questo è molto olimpico" secondo il pensiero di Manassero. 

Elementi di primo piano anche altri due Major Champion, l’inglese Justin Rose e il tedesco Martin Kaymer, con lo spagnolo Sergio Garcia, Patrick Reed e Matt Kuchar, gli ultimi due completano il quartetto americano, ma nessuno dei nove citati ha le caratteristiche dell’uomo da battere. Inoltre l’universalità dell’Olimpiade ha mescolato notevolmente le carte in tavola, perché ha tolto altri concorrenti molto quotati, essendo terminata la capienza concessa alla nazione, favorendo l’ingresso di atleti che hanno tutte le caratteristiche per mandare all’aria ogni pronostico. Ci riferiamo al coreano Byeong Hun An, allo stesso Danny Lee, all’olandese Joost Luiten, allo spagnolo Rafael Cabrera Bello, allo svedese David Lingmerth, all’argentino Emiliano Grillo, ai thailandesi Thongchai Jaidee e Kiradech Aphibarnrat, all’indiano Anirban Lahiri, al cinese Ashun Wu e al venezuelano Jhonattan Vegas, tutti vincitori di tornei nei circuiti di competenza. Mine vaganti che magari i big, impegnati a controllarsi tra di loro, possono dimenticare o non prendere nella dovuta considerazione. O peggio, capaci di trovare quattro giorni di grazia, anche se la loro arma migliore non è la continuità in circostanze normali. Ma nell’Olimpiade nulla è normale.

A voler indicare un favorito si va di più su Bubba Watson che su Henrik Stenson, ma due fattori sono in parte contro lo statunitense: è arrivato in Brasile lunedì, dopo aver difeso il titolo, con poca convinzione e con la testa già a Rio, nel Travelers Championship (25°). Potrebbe pagare la stanchezza e il poco tempo a disposizione per fare conoscenza con il tracciato. L’altro elemento di rischio è proprio Stenson in forma straripante e con il morale alle stelle dopo il successo nel major britannico.

Fiducia azzurra - In casa azzurra c’è grande fiducia. Matteo Manassero, in notevole ripresa dopo un anno e mezzo in grigio, ha avuto un’ulteriore scossa dalla qualificazione a Rio 2016. Inoltre, da appassionato di tutte le discipline, sta vivendo intensamente questa sua partecipazione convinto che "l’Olimpiade sia la massima espressione dello sport". Ama il Villaggio dove si diverte molto, ma con la giusta attenzione a non perdere la concentrazione, perché il golf è sport e applicazione mentale insieme. Obiettivi? E’ lì "per giocarsi una medaglia", ma lo dice con assoluta convinzione e non come scontata dichiarazione della vigilia. E per uno che a vent’anni era 25° nella classifica mondiale e con quattro titoli del circuito continentale nel palmares, conquistati a suon di record, c’è poco da chiedersi se sia capace di farlo. Ha un bel gioco lungo, controllo della distanza, secondi colpi precisi e un ottimo gioco corto, ma soprattutto gli è tornata la fiducia e la capacità di divertirsi in campo.

Nino Bertasio si è guadagnato l’ingresso nell’Olympic Ranking con una serie di prodezze e con una progressione che sembrava impossibile per uno che quando nel 2014 è partito l’Olympic Ranking era nell’Alps Tour. In due anni è arrivato sull’European Tour, salto che pochissimi possono vantare, presentandosi in Brasile in grande condizione di forma, che peraltro l’ha sostenuto per quasi tutto l’anno, e con il morale altissimo. E’ molto tranquillo, non ha timori e ha un atteggiamento positivo lungo il percorso. Non ha un particolare punto di forza, ma gioca bene in ogni settore del campo: è potente da tee, preciso, usa attentamente i ferri e si difende bene nel gioco corto. L’Olympic Course gli piace, anche se lo giudica molto impegnativo perché le condizioni in alcuni momenti sono al limite.

Le altre partenze - Scelte con una certa attenzione le terne per favorire anche lo spettacolo televisivo. Giocheranno insieme Danny Willett, Matt Kuchar e il cinese Haotong Li (ore 14,03 italiane), Bubba Watson, Martin Kaymer e Anirban Lahiri (ore 14,14), Sergio Garcia, Patrick Reed ed Emiliano Grillo (ore 15,25), Rickie Fowler, Justin Rose e Jhonattan Vegas (ore 15,58), Henrik Stenson, Thongchai Jaidee e  Rafael Cabrera Bello (ore 16,09).

Il percorso  - Inaugurato lo scorso novembre, il tracciato olimpico è stato disegnato dall’architetto americano Gil Hanse seguendo gli attuali standard adeguati a un gioco di alto livello, ma anche concedendo possibilità di recupero. Piuttosto lungo (yards 7.128, par 71) è un percorso molto tecnico e vario, con fairway di media grandezza, green ondulati e alcuni dei quali piccoli, numerosi e insidiosi bunker e due laghi. Ha le prerogative dei links, essendo vicino al mare, dove sarà determinante il vento, spesso molto forte e instabile nella direzione. Comprende un lungo par 3 (14ª buca) , un par 4 di ben 514 yards (12ª), qualche par 4 raggiungibile con il primo colpo, due par 5 sulle 600 yards (1ª e 10ª) e altri due (5ª e 18ª) in cui, rischiando un po’, si può tentare di giungere in green con il secondo colpo.

La parte più difficile è nelle quattro buche dalla 11 alla 14, con il denominatore comune di un colpo al green molto complicato. In un tracciato dove gli alberi sono pochissimi, ce n’è uno alla buca 13 che entra in gioco nel tirare alla bandiera. Su tutte e quattro, per la loro posizione, si farà sentire in modo sensibile il vento. Le ultime tre buche sono considerate in teoria di recupero, ma puniscono al minimo errore. In sostanza sarà comunque premiata la precisione.

Il campo può ospitare 15.000 spettatori e dopo le Olimpiadi diventerà pubblico, il primo in Brasile, con l’obiettivo di favorire la diffusione del golf.

La formula - Stessa formula per entrambi i tornei: 72 buche (18 al giorno) senza taglio, stroke play. In caso di conclusione con più giocatori al primo posto, per l’assegnazione delle medaglie si effettuerà un playoff su tre buche, con classifica per somma di colpi.

I vincitori ammessi ai major 2017 -  - I vincitori delle Olimpiadi di golf saranno ammessi per un anno a tutti i major. Chi conquisterà la medaglia doro maschile avrà diritto a partecipare a Masters, Us Open, Open Championship e PGA Championship del 2017.

L'esenzione nei cinque major femminili per la campionessa olimpica comincerà dallEvian Championship del prossimo settembre e proseguirà nei quattro major successivi in programma nel 2017: ANA Inspiration,  Womens PGA Championship, US Womens Open e Womens British Open.

Il torneo sulla RAI - L'host broadcaster dei Giochi coprirà interamente le due gare golfistiche. Nelle prime tre giornate dalle ore 12,30 italiane alle ore 21,30 e nella quarta dalle ore 12 alle ore 21. Sul sito di Raisport ci sarà streaming integrale con la telecronaca di Maurizio Losa, mentre sui canali RAI (Rai 2, Raisport 1, Raisport 2) la trasmissione avverrà in alternativa con gli altri avvenimenti della giornata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Primo piano

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    Il Sergio Melpignano Senior Italian Open torna al San Domenico Golf 20/05/2024

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    Dopo le edizioni del 2021 e del 2023, entrambe vinte dal sudafricano James Kingston, il San Domenico è pronto a calare il tris. L’evento, che si chiuderà domenica 27 ottobre con la tradizionale Pro-Am, organizzato con il supporto di Infront, official advisor della FIG, arrivato alla 13esima edizione (la prima si giocò nel 2004 al Circolo Golf Venezia), metterà in palio 300.000 euro con prima moneta di 45.000. Gli azzurri saranno guidati in campo da Costantino Rocca, pioniere del golf italiano, ed Emanuele Canonica, che ha chiuso il 2023 al 18/o posto nell’ordine di merito del Legends Tour.

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Golf Story

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    I "tre moschettieri" e il super maestro del golf italiano 15/04/2021

    Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925  che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano. 

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