I milioni, tanti, dell'Arabia, fanno capitolare anche Jon Rahm. Il numero 3 del golf mondiale mette a rischio la partecipazione alle Olimpiadi di Parigi, alla Ryder Cup 2025 di New York, ma non ha saputo rifiutare l'offerta monstre superiore ai 550 milioni di dollari, tra le più alte nella storia dello sport, e passa alla Superlega araba. "Perché i soldi contano" ammette il golfista basco, due volte campione Major, dopo aver firmato un contratto faraonico con la LIV Golf, finanziata dal Public investment fund (Pif) e i cui tornei ancora non sono riconosciuti dall'official world ranking. Una scekta che lo taglia fuori dal PGA Tour e il DP World Tour. "Non nascondo che il denaro sia stato uno dei grandi motivi che mi ha spinto a prendere questa decisione. Ma non ho alcuna intenzione di rivelare l'entità del mio ingaggio". Cifre da record paragonabili o superiori a quelle di star del calcio come Kylian Mbappè (630 milioni lordi per tre anni) e Messi (dal 2017 al 2021 ha percepito 550 milioni dal Barcellona), forse secondo solo a quello di Cristiano Ronaldo che, dall'Al-Nasrr, percepisce 217 milioni a stagione tra stipendio, bonus, benefit e diritti d'immagine. La cifra incassata da Rahm (si parla di 300 milioni solo alla firma del contratto siglato a New York) non comprende però sponsor, guadagni derivanti da ogni torneo vinto (una media di 4 milioni a successo nella LIV Golf, a cui se ne devono aggiungere oltre 18 in caso di primo posto, alla fine dell'anno, nella classifica individuale). Per tutti questi motivi, Rahm potrebbe diventare lo sportivo più pagato al mondo.
Del resto l'Arabia Saudita è diventata, anche per i giocatori di golf, la nuova Eldorado. Anche le strapagate stelle Nba, da Stephen Curry (51,9 milioni a stagione) a LeBron James (47,6 milioni), o quelle della Formula 1, da Max Verstappen (70 milioni) a Lewis Hamilton (55 milioni), restano distanti dai top player del golf. Secondo Forbes, nel 2023 tra i 50 sportivi più pagati c'erano 12 protagonisti (quattro volte tanto quelli del 2022) del green. L'impatto dei petrodollari ha scatenato non solo un acceso scontro tra gli addetti ai lavori ma incrementato il guadagno totale dei giocatori che nell'ultimo anno ammonta a 1,1 miliardi di dollari.
Il caso Rahm rischia di cambiare gli equilibri già precari del golf. Entro il 31 dicembre, PGA Tour e DP World Tour dovranno provare a raggiungere una intesa con la LIV Golf con l'obiettivo di creare quel circuito globale che in tanti ora reclamano. Tr questi anche Tiger Woods, che in passato avrebbe rifiutato un'offerta araba vicina al miliardo di dollari. Così come Rory McIlroy, numero 2 del golf mondiale, da sempre tra i principali oppositori della LIV. "La mia paura è che, procedendo su questa strada, il golf continuerà a dividersi e a litigare. Per quel che mi riguarda, voglio Rahm nel team Europe alla Ryder Cup 2025 di New York", le parole del nordirlandese. Ad oggi, chi gioca nella LIV Golf può partecipare solamente ai 4 tradizionali Major (Masters, Us Open, PGA Championship, The Open), gli unici tornei in cui possono conquistare punti per la classifica mondiale. Ma la vicenda Rahm, il cui contratto è superiore perfino ai premi totali stanziati dal PGA Tour nel 2023 per i suoi tornei (460 milioni di dollari), è destinata a cambiare le carte in tavola.
"Adoro la Ryder Cup e spero di giocarne altre in futuro. Tutto questo non dipenderà da me, sono a conoscenza dei rischi che ho dovuto e voluto correre. Gioco a golf per l'amore che provo per questo sport, ma come marito, padre, ho il dovere nei confronti della mia famiglia di offrire loro le migliori opportunità", ha motivato la scelta Rahm, che però nel febbraio 2022 criticava fortemente il format della LIV Golf (54 buche senza taglio, con 48 giocatori in campo). "Non sono tornei di golf, quello che voglio è giocare con i migliori al mondo. Rido quando la gente dice che passerò in Superlega araba". A distanza di 20 mesi, lo spagnolo, in barba alla coerenza, è la nuova superpagata stella della LIv, milionaria lega araba sostenuta anche da Donald Trump che costringerà a cambiare anche le regole, quasi centenarie, della Ryder Cup.