07 Marzo 2022

PGA Tour: Ryan Brehm volata vincente

Ryan Brehm Ryan Brehm

Un sogno che diventa realtà. Ryan Brehm, alla 68ª apparizione sul circuito, ha festeggiato a Rio Grande il primo successo in carriera sul PGA Tour conquistando, con un totale di 268 (66 67 68 67, -20) colpi, il Puerto Rico Open. Tra i golfisti più alti (193 centimetri) del PGA Tour, il 35enne di Mount Pleasant (Michigan) s'è reso protagonista di una vera impresa, addolcita dalla presenza al suo fianco e in campo, della moglie Chelsey. Era infatti dal 2013 (Patrick e Justin Reed al Wyndham Championship) che un golfista non riusciva a imporsi, con la moglie caddie, sul massimo circuito americano maschile.

In vetta fin dalla fine del secondo round, in Porto Rico e sul percorso del Grande Reserve GC (par 72), Brehm ha dominato la scena. Max McGreevy s'è infatti classificato secondo con 274 (-14), distante sei colpi dal suo connazionale. Il leaderboard, nelle primissime posizioni, ha parlato americano, con Brandon Wu e Tommy Gainey terzi con 275 (-13).

Con questa affermazione, Brehm è passato dalla 773ª alla 282ª posizione (0,64 punti) del ranking mondiale conquistando l'esenzione per giocare sul PGA Tour fino alla conclusione della stagione 2023-2024. Non solo: Brehm dal 10 al 13 marzo sarà tra i protagonisti del The Players Championship, torneo del PGA Tour in programma a Ponte Vedra Beach con un montepremi stellare di 20.000.000 di dollari.

All'ultimo respiro. In gara grazie a una "Minor medical extension", Brehm sapeva di essere con le spalle al muro. Con un risultato peggiore del terzo posto, sarebbe stato costretto a tornare a giocare sul Korn Ferry Tour, secondo circuito americano maschile. E invece eccolo qui, a celebrare il suo primo exploit sul PGA Tour (finora non aveva ottenuto neanche una Top 10), dopo un torneo da assoluto protagonista (è stato l'unico, insieme a Wu, ad aver fatto registrare tutti e quattro i round sotto i 70 colpi). Che gli ha permesso anche di incassare un assegno di 666.000 dollari a fronte di un montepremi complessivo di 3.700.000.

 

TERZO GIRO - Ryan Brehm, leader con 201 (66 67 68, -15) colpi, ha allungato il passo nel “moving day” del Puerto Rico Open, il torneo del PGA Tour che si sta svolgendo in concomitanza con l’Arnold Palmer Invitational e nel quale sono impegnati i giocatori di seconda fascia esclusi dalla grande ribalta.  

Sul percorso del Grand Reserve Golf Club (par 72), a Rio Grande in Portorico, Brehm 35enne di Mount Plaisant (Michigan), 773° nel World ranking, alla 67ª presenza sul circuito dove non ha ottenuto titoli e piazzamenti tra i top ten, ha girato in 68 (-4) colpi con cinque birdie e un bogey e ha portato a tre i colpi di vantaggio su Michael Kim (204, -12).

Hanno possibilità di correre per il titolo, anche se in ritardo di quattro colpi, Max McGreevy, Tommy Gainey, Andrew Novak e Chad Ramey, terzi con 205 (-11), e ne hanno meno, ma non sono matematicamente tagliati fuori Brandon Wu, il dilettante Christopher Gotterup, l’inglese Callum Tarren e il thailandese Kiradech Aphibarnrat, settimi con 206 (-10). Il montepremi è di 3.700.000 euro (666.000 dollari al vincitore), notevolmente più basso rispetto alla media del circuito.

 

SECONDO GIRO - Nel festival degli sconosciuti in atto al Puerto Rico Open, il torneo del PGA Tour che si sta svolgendo in concomitanza con l’Arnold Palmer Invitational e nel quale sono impegnati i giocatori di seconda fascia e oltre esclusi da questo secondo evento, è emerso nel secondo round Ryan Brehm, leader con 133 (66 67, -11) colpi.

Sul percorso del Grand Reserve Golf Club (par 72), a Rio Grande in Portorico, il 35enne di Mount Plaisant (Michigan), 773° nel World ranking, alla 67ª presenza sul circuito dove non ha ottenuto titoli e piazzamenti tra i top ten, con due successi sul Korn Ferry Tour e tre nel Michigan Open, inserito in un tour minore, ha girato in 67 (-5) colpi con un eagle e tre birdie e ne ha preso uno di vantaggio su Max McGreevy, Michael Kim e sul giapponese Satoshi Kodaira (134, -10).

In quinta posizione con 135 (-9) l’inglese Callum Tarren e tra gli otto concorrenti in sesta con 136 (-8) il thailandese Kiradech Aphibarnrat e l’austriaco Matthias Schwab. Il montepremi è di 3.700.000 euro (666.000 dollari al vincitore), notevolmente più basso rispetto alla media del circuito che sta divenendo sempre più esagerata.

 

PRIMO GIRO - Festival degli sconosciuti o quasi nel Puerto Rico Open, il torneo del PGA Tour che si sta svolgendo in concomitanza con l’Arnold Palmer Invitational e nel quale sono impegnati i giocatori esclusi da questo secondo evento.

Sul percorso del Grand Reserve Golf Club (par 72), a Rio Grande in Portorico, sono al vertice con 65 (-7) colpi gli statunitensi Michael Kim (sette birdie senza bogey), 28enne nato a Seoul in Corea, 162 presenze sul tour e con un titolo nella stagione 2017/2018, e Chase Seiffert (otto birdie, un bogey), 30enne di Panama City (Florida), alla 58ª gara e senza successi. Seguono con 66 (-6) Ryan Brehm e con 67 (-5) il thailandese Kiradech Aphibarnrat e l’australiano Aaron Baddeley, uno che a inizio carriera dichiarò che avrebbe oscurato Tiger Woods e finito nel mucchio degli anonimi.

Tra gli otto concorrenti in sesta posizione con 68 (-4) l’australiano Greg Chalmers, l giapponese Satoshi Kodaira e Vaughn Taylor, uno che in questi tornei di secondo piano si fa quasi sempre vedere. Il montepremi è di 3.700.000 euro, notevolmente più basso rispetto alla media del circuito che sta divenendo sempre più esagerata.

 

LA VIGILIA - In concomitanza con l’Arnold Palmer Invitational il PGA Tour propone anche il Puerto Rico Open (3-6 marzo), un torneo minore con montepremi molto basso rispetto alla media esagerata del circuito (3.700.000 dollari) e con una partecipazione quanto meno di secondo livello, ma non potrebbe essere altrimenti.

Sul percorso del Grand Reserve Golf Club, a Rio Grande in Portorico, saranno in gara giocatori che a volte si mettono in evidenza in queste occasioni quali D.A Points, John Rollins, Vaughn Taylor, l’austriaco Matthias Schwab e lo spagnolo Rafa Cabrera Bello in un field che comprende anche giocatori di peso, ma ormai in disarmo, quali Bill Haas o l’inglese Luke Donald e promesse mai divenute poi realtà comel’australiano Aaron Baddeley, che nelle dichiarazioni a inizio carriera voleva oscurare Tiger Woods, o il colombiano Camilo Villegas, ormai 40enne, quattro titoli sul PGA Tour spalmati tra il 2008 e il 2014.

Primo piano

  • Il ritorno al successo
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    Il ritorno al successo di Paratore: “Bisogna crederci, sempre” 14/04/2025

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Golf Story

  • I "tre moschettieri"
    e il super maestro
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    I "tre moschettieri" e il super maestro del golf italiano 15/04/2021

    Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925  che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano. 

    Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open.  La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta

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