24 Maggio 2021

PGA Championship: Phil Mickelson primo a vincere un major oltre i 50 anni d’età

Phil Mickelson Phil Mickelson

Phil Mickelson da impazzire nel PGA Championship vinto alla canonica età di 50 anni, undici mesi e 7 giorni, il primo a fregiarsi di un major oltre i 50 anni. Non si può dire che sia entrato nella storia del golf, perché vi era già dentro fino al collo con 44 titoli sul PGA Tour e con cinque major prima di questa impresa, per la quale sarà ricordato di più che per tutte le altre poiché ci vorrà del tempo, probabilmente tanto tanto tempo, perché qualcuno faccia meglio.

Sul percorso dell’Ocean Course (par 72) di Kiawah Island (South Carolina), che ha dato filo da torcere a tutti e dove solo quattro concorrenti sono riusciti a fare un giro senza bogey, Mickelson, alla 644ª gara sul circuito, ha concluso con 282 (70 69 70 73, -6) colpi la sua splendida corsa, iniziata con la leadership nel secondo round, lasciandosi alle spalle Brooks Koepka e il sudafricano Louis Oosthuizen, anche loro vincitori di major, secondi con 284 (-4). E’ stato un giro finale giocato sul filo dei nervi, in cui tutti e tre sono andati sopra par, e dove hanno avuto dei momenti difficili, che però il mancino di San Diego ha saputo gestire meglio. Koepka ha subito accusato un doppio bogey e poi è svanito con quattro bogey tra la settima e la 13ª buca, che gli hanno tolto fiducia (74, +2, quattro birdie, quattro bogey, un doppio bogey). Oosthuizen ci ha provato con convinzione, ma una palla in acqua alla buca 13 è stata devastante, anche se poi non ha mai mollato sebbene le sue frecce si fossero spuntate (73, +1, tre birdie, due bogey, un doppio bogey).

Mickelson è stato soprattutto molto lucido. Ha alternato per tre volte tre volte bogey e birdie sulle prime sette buche e il quarto birdie alla dieci (combinato con bogey dei due avversari) è stato decisivo, perché con quattro colpi di vantaggio sugli altri in quel momento ha potuto affrontare il resto del cammino in difesa. Ha avuto la sua palla in acqua alla 13, ma è stato fortunato perché ha potuto droppare in green e pagare solo con un bogey, poi ha chiuso il conto con il quinto birdie alla 16ª. Tre colpi di margine gli hanno consentito di concedersi anche il lusso del sesto bogey ininfluente alla 17ª (73, +1). Tra le tante prodezze di Mickleson l’unica forse assolutamente inattesa è il fatto che più di una volta ha effettuato drive più lunghi di Koepka, con il quale giocava insieme.

I numeri di Mickelson - Ed ora altri numeri di Mickelson. Ha superato Julius Boros, il precedente giocatore piu anziano a far suo un major (PGA Championship, 1968, 48 anni, 4 mesi, 18 giorni), è divenuto il sesto più anziano a far centro sul PGA Tour (primo Sam Snead, 52 anni, dieci mesi, 8 giorni). Nono a raggiungere 45 vittorie in carriera sul circuito (agganciato all’ottavo posto Walter Hagen), ha portato a sei i major conquistati (secondo PGA Championship, tre Masters, un Open Championship), come Nick Faldo e Lee Trevino, con 11 che hanno fatto meglio di loro. Tra il suo primo titolo (Northern Telecom Open, 1991, ancora dilettante) e l’attuale sono trascorsi 30 anni, quattro mesi e dieci giorni, il tempo più lungo sul PGA Tour (battuto Raymond Floyd, 28 anni, 11 mesi, 20 giorni), ed è divenuto il quarto giocatore a conquistare titoli in quattro decenni diverse, dopo Sam Snead, Raymond Floyd e Davis Love III. E’ volato dal 115° posto al 32° nella classifica mondiale, dal 168° al 45° in quella della FedEx Cup e ha intascato un assegno di 2.160.000 dollari su un montepremi di 12.000.000 di dollari. Prossimo appuntamento per lui con un major dal 17 al 20 giugno per l’US Open (Torrey Pines GC, La Jolla, California) il torneo dove è giunto per ben sei volte secondo. Che sia la volta buona per completare il “grande slam” e stupire ancora?

Il major degli altri - Dopo i tre protagonisti gli altri, che sono sembrati aver giocato un torneo per conto loro con obiettivo il quarto posto raggiunto con 286 (-2) da Harry Higgs, al suo primo major e autore di uno dei due giri del turno senza bogey (70, -2, due birdie), dagli irlandesi Shane Lowry e Padraig Harrington, capitano del Team Europe alla prossima Ryder Cup (Whistling Straits GC, Sheboyan, Wisconsin, USA, 24-26 settembre) e dall’inglese Paul Casey, gli ultimi due esponenti anche loro della generazione Mickelson, che esce trionfante nell’occasione. All’ottavo posto con 287 (-1), Collin Morikawa, che difendeva il titolo, il redivivo Rickie Fowler, Tony Finau, che quando ci sono buoni soldi in palio non manca quasi mai tra i top ten, l’emergente Will Zalatoris, Kevin Streelman, Scottie Scheffler, l’inglese Justin Rose, lo spagnolo Jon Rahm, numero tre mondiale ancora a secco di major, e il messicano Abraham Ancer, l’altro che non ha segnato bogey e che ha realizzato con 65 (-7, sette birdie) il miglior score di giornata.                                                                                                     

Senza guizzi e da bocciare le prestazioni di Patrick Reed, 17° con 288 (par), del giapponese Hideki Matsuyama, 23° con 289 (+1), il quale probabilmente è rimasto troppo tempo a riposo dopo il Masters vittorioso, Jordan Spieth, 30° con 290 (+2), che ha dovuto rimandare al prossimo anno il tentativo di completare il “grande slam” con l’unico major assente nel suo palmarès, Bryson DeChambeau, 38° con 291 (+3), che ha chiuso con un 77 (+5), e il nordirlandese Rory McIlroy, 49° con 293 (+5). Hanno fatto di peggio Dustin Johnson, numero uno mondiale, e Justin Thomas, numero due, usciti al taglio.

Molinari superato da Migliozzi nel World Ranking - Francesco Molinari ha dato forfait in vista della partenza del major avendo accusato dolori alla schiena durante i riscaldamento. Un’assenza che, unita alle deludenti prestazioni precedenti, lo hanno portato al 153° posto (p. 1,04) nel World Ranking. E’ stato sorpassato da Guido Migliozzi, divenuto il più in alto tra gli italiani, 142° con p. 1,09. E’ 176° con p. 0,91 Renato Paratore. Invariate le prime tre posizioni con nell’ordine Dustin Johnson (p. 10,16), Justin Thomas (p. 8,61) e Jon Rahm (p. 8,36). Passi avanti di Bryson DeChambeau, quarto con p. 6,94, e di Collin Morikawa, quinto con p. 6,93.

 

TERZO GIRO - Phil Mickelson è rimasto al vertice del PGA Championship con 209 (-7) colpi, dopo dieci buche da manuale con cinque birdie e un vantaggio di cinque colpi e con la successiva ora da incubo in cui ha rimesso tutti in corsa. Sul percorso dell’Ocean Course (par 72) di Kiawah Island (South Carolina), molto difficile dove fallire il fairway è sinonimo di guai, anche grossi, si preannuncia un finale in cui non mancheranno emozioni e colpi di scena, con Brooks Koepka, secondo con 210 (-6) e teso alla conquista del terzo successo in quattro anni (l’ultimo a riuscirci è stato Tom Watson nell’Open Championship 1980, 1982 e 1983), con Louis Oosthuizen, terzo con 211 (-5), esperto in major come chi lo precede e primo dei tre sudafricano tra i top sei. Gli altri due sono Branden Grace, e Christiaan Bezuindehout, quinti con 213 (-3), con quest’ultimo che ha bisogno di classificarsi entro i primi nove che acquisire gli 86 punti FedEx Cup che gli sono necessari per avere la Special Temporary Membership per il circuito. E non sarà meno agguerrito Kevin Streelman, quarto con 212 (-4).

Naturalmente fari puntati soprattutto su Phil Mickelson (70 69 70), che potrebbe aggiungere un altro brano di storia alla sua splendida carriera. E’ stato esemplare sulle prime dieci buche con un gioco costante fatto di palla in fairway e poi quasi sempre con colpo all’asta promettente per un birdie. Ne sono venuti fuori cinque, quindi l’incubo durato circa un’ora. Il tempo per realizzare un bogey alla buca 12, per vedere la palla affogare miseramente in acqua alla 13, antefatto di un doppio bogey, e infine per mancare un birdie abbordabile 14. A quel punto ha optato per la prudenza, tutti par e un regalo inatteso di Koepka che con un bogey sulla 18 gli ha lasciato la leadership solitaria per il secondo giro di fila.

Il mancino di San Diego, 44 titoli con cinque major, domani avrà 50 anni, 11 mesi e 7 giorni. Vincendo diventerebbe l’unico ad imporsi in un major oltre i 50 anni, superando il più anziano, Julius Boros, che fece suo il PGA Championship nel 1968 a 48 anni, 4 mesi e 18 giorni. Mickelson è il quarto giocatore ad essere in vetta in un major sopra i 50 anni dal 1934 ad oggi. Questa statistica, visti i precedenti, non gli è favorevole, ma depongono a suo carico i tre major su cinque vinti partendo dal giro finale in tale posizione e i 21 titoli acquisti in 36 volte in cui era leader dopo 54 buche. Inoltre in questo torneo 13 vincitori dal 2000 sono stati favoriti dal terzo round in vetta. A sfavore il fatto il suo ultimo titolo major è datato 2013 (Open Championship) e che l’ultima top ten risale al 2016 (ancora Open Championship).

Proverà sicuramente a dire la sua Bryson DeChambeau, settimo con 214 (-2), che però marcia tra errori e prodezze e il canadese Corey Conners, 10° con 215 (-1), cercherà una nuova top ten dopo quelle negli ultimi due Masters (10° e 8°). Rinviato al prossimo anno il sogno di Jordan Spieth, 13° con 216 (par), di completare il “grande slam” con l’unico major assente nel suo palmarès, mentre il giapponese Hideki Matsuyama, 23° con 217 (+1), ha forse festeggiato più del dovuto il successo al Masters.

Nessuna gloria prevista a fine gara per altri che erano tra i più attesi: Patrick Reed, 33° con 218 (+2), lo spagnolo Jon Rahm, ancora a secco di major, e Collin Morikawa, campione uscente, 38.i con 219 (+3), e il nordirlandese Rory McIlroy, 51° con 221 (+5), che i bookmakers hanno dato alla vigilia come grande favorito prendendo una toppa straordinaria. Da segnalare Patrick Cantlay, 13° come Spieth, e lo svedese Alexander Noren, 38°, capaci con un 70 (-2) a testa di realizzare gli unici due score senza bogey fino a questo momento. In qualche modo, nel loro anonimato, hanno fatto notizia.

Il torneo si svolge alla presenza di pubblico. Ammessi solo 10.000 spettatori al giorno tra i quali, a giudicare dalle immagini che arrivano dall’Ocean Course, in parecchi non sono propensi a rispettare le norme dettate dalla pandemia.

 

SECONDO GIRO - Quattro vincitori di major tra i primi sei classificati, Phil Mickelson che a 50 anni ha dato spettacolo, e uscite al taglio eccellenti come quelle di Dustin Johnson, numero uno mondiale, e di Justin Thomas, numero due, nella seconda giornata del 103° PGA Championship che si sta disputando sull’ostico percorso dell’Ocean Course (par 72) di Kiawah Island (South Carolina) dove nessun concorrente, dopo 36 buche, è uscito indenne da bogey.

Phil Mickelson ha preso il comando con 139 (-5) colpi insieme al sudafricano Louis Oosthuizen e i due precedono di un colpo Brooks Koepka (140, -4), che si è imposto in questo major nel 2018 e nel 2019, e il giapponese Hideki Matsuyama (141, -3), a segno nel Masters, risalito di 37 posizioni e affiancato da altri due sudafricani, Christiaan Bezuindehout e Branden Grace.

Mickelson (70 69), nativo di San Diego (California), 44 titoli con cinque major e alla 644ª gara sul circuito, ha realizzato un parziale di 69 (-3) con un birdie in avvio (partito dalla buca 10), tre bogey prima del giro di boa e con una bella volata fatta di cinque birdie nel rientro. Louis Oosthuizen (71 68), 38enne di Mossel Bay, alla 197ª partecipazione, nove titoli sull’European Tour con un major (l’Open Championship del 2010, vinto il quale per prima cosa acquistò un trattore) e cinque sul Sunshine Tour al netto dei tornei in combinata con il circuito continentale, ha girato in 68 (-4) con cinque birdie e un bogey sull’ultima buca che gli ha negato la leadership solitaria.

Ha ceduto il canadese Corey Conners, eroe del primo round e ora settimo con 142 (-2) dopo un 75 (+3), diciannove passi avanti di Bryson DeChambeau, 12° con 143 (-1), e diciassette indietro di Collin Morikawa, campione in carica, 25° con 145 (+1). Major molto probabilmente già segnato, salvo miracoli, per Patrick Cantlay, 32° con 146 (+2), per lo spagnolo Jon Rahm, numero tre mondiale, per l’inglese Justin Rose e per il nordirlandese Rory McIlroy, 39.i con 147 (+3). Dovrà rinviare alla prossima stagione il sogno di completare il “grande slam” con l’unico major che manca nel suo palmarès Jordan Spieth, 50° con 148 (+4), ed è riuscito a rimanere tra gli 81 concorrenti che hanno superato il taglio Patrick Reed, 63° con 149 (+5), ultimo punteggio utile per giocare nel week end.

Fuori, tutti 82.i con 150 (+6), lo spagnolo Sergio Garcia, Xander Schauffele e, come detto, Justin Thomas e Dustin Johnson. Quest’ultimo è uscito a metà gara nel secondo major consecutivo dopo il Masters: a un numero uno mondiale una disavventura simile non accadeva dal 1997, quando successe all’australiano Greg Norman, che in carriera ha avuto alti e bassi sorprendenti e al quale appartiene uno strano “grande slam”: ha perso tutti e quattro i major al playoff. Non ha preso parte al torneo Francesco Molinari, costretto al ritiro da problemi alla schiena accusati nel riscaldamento.

Il torneo si svolge alla presenza di pubblico, ma possono entrare solo 10.000 spettatori. In uso telemetri laser e GPS utilizzati con lo scopo di velocizzare il gioco e poco graditi da gran parte dei giocatori.

 

PRIMO GIRO - Il canadese Corey Conners, con un ottimo giro in 67 (-5) colpi, è al vertice del PGA Championship, il secondo major stagionale giunto alla 103ª edizione, che si sta svolgendo per la seconda volta nella storia all’Ocean Course (par 72) di Kiawah Island (South Carolina) e al quale non partecipa Francesco Molinari, costretto al ritiro alla viglia per problemi alla schiena accusati nel corso del riscaldamento.

Sul percorso più lungo (7.876 yards) che abbia mai ospitato un major e che si è dimostrato molto ostico, tanto che nessun giocatore è stato esente da bogey, e dove non cogliere il fairway trasforma tutto in una avventura, Conners, 29enne di Listowel, nell’Ontario, alla 109ª gara sul circuito con un titolo (Valero Texas Open, 2019), ha messo insieme sei bidie e un bogey e ha lasciato a due colpi Brooks Koepka, vincitore nel 2018 e 2019, Keegan Bradley, in ripresa negli ultimi tempi, Aaron Wise, l’inglese Sam Horsfield, due successi nel 2020 sull’European Tour, l’australiano Cameron Davis e il norvegese Viktor Hovland (69. -3). La leadership di Conners non è una sorpresa in una stagione in cui ha ottenuto sette top ten in venti tornei e con un decimo e un ottavo posto negli ultimi due Masters.

Tra i concorrenti in ottava posizione con 70 (-2) Collin Morikawa, campione in carica, e Phil Mickelson, tanti errori (quattro bogey), ma anche molti birdie (sei). Giornata difficile per parecchi big, con lo spagnolo Jon Rahm, numero tre mondiale, Bryson DeChambeau, numero cinque, e l’inglese Justin Rose, che hanno salvato il salvabile con il 72 del par (31,i), e con Jordan Spieth, che punta al titolo per completare il “grande slam” con l’ultimo major che gli manca, Xander Schauffele (n. 4), Patrick Cantaly e il giapponese Hideki Matsuyama, Masters Champions, che sono riusciti a non naufragare aggrappandosi a un 73 (+1) per il 41° posto.

Dense nubi, invece si sono addensate su Patrick Reed (n. 8), 62° con 74 (+2), su Justin Thomas (n. 2) e sul nordirlandese Rory McIlroy (n. 7), 77.i con 75 (+3), nubi che sono ancora più nere e che rischiano di far affogare sotto un autentico diluvio le speranze di Dustin Johnson, numero uno del World Ranking, 97° con 76 (+4), e dell’iberico Sergio Garcia, 110° con 77 (+5). Ammessi al torneo gli spettatori nel numero di 10.000 al giorno e tecnologia in campo con l’uso di telemetri laser e GPS, con l’obiettivo di velocizzare il gioco, strumenti che non tutti i protagonisti stanno apprezzando.

 

LA VIGILIA - Francesco Molinari non potrà scendere in campo nel PGA Championship. Ha accusato un problema alla schiena durante il riscaldamento. L’annuncio lo ha dato l’azzurro stesso su Instagram: “Spero di risolvere il problema al più presto e tornare presto in campo. Grazie a tutti del tifo comunque".

ollin Morikawa che difende il titolo, Rory McIlroy a caccia del tris, Jordan Spieth che punta a completare il “grande slam” e Francesco Molinari atteso ancora una volta al riscatto, ritornello che salvo poche eccezioni si ripete ormai dal 2019 e che, comunque, nel 2017 fu secondo in questa gara. Sono alcuni dei motivi che caratterizzano il PGA Championship (20-23 maggio), secondo major stagionale giunto alla 103ª edizione, che si disputa per la seconda volta nella storia all’Ocean Course di Kiawah Island (South Carolina), con le sue 7.876 yards il più lungo campo che abbia ospitato un major.

Collin Morikawa, 24enne di Los Angeles, numero sei mondiale, quattro titoli sul circuito comprensivi del major e di un WGC, il Workday Championship conquistato a febbraio, e considerato dai tecnici un predestinato, prova a concedere il bis della splendida prova di agosto 2020 quando lasciò a due colpi Dustin Johnson. In un torneo in cui vi sono 49 tra i primi 50 del World Ranking compresi i primi dieci, non sarà impresa facile, specie poi se Johnson, numero uno, avrà voglia di ribaltare quel verdetto (problemi al ginocchio permettendo) potendo contare su un certo feeling con un evento dove ha colto sei top ten in undici presenze.

Ci sono altri ben motivati quali Justin Thomas, numero due, e Jon Rahm, numero tre, che non vede l’ora di inserire un major nel suo palmarès, e Rory McIlroy, reduce dal successo nel recente Wells Fargo Championship, rientrato tra i primi dieci del ranking (7°), e che i bookmakers danno per grande favorito. Tanta fiducia ci pare eccessiva, anche se tra i possibili protagonisti va sicuramente incluso, ma sapranno il fatto loro. Certo è che su questo tracciato McIlroy nel 2012 ha fatto scintille, vincendo con il vantaggio record di otto colpi sull’inglese David Lynn, poi ha replicato nel 2014 al Valhalla GC di Louisville nel Kentucky (un colpo di margine su Phil Mickelson), ma erano altri tempi e un altro McIlroy.

E’ invece un altro Jordan Spieth, ma in positivo, quello che proverà, e ha le carte in regola per farlo, a completare il “grande slam” con il major che gli manca per affiancarsi ai cinque che hanno compiuto l’impresa: Gene Sarazen, Ben Hogan, Gary Player, Jack Nicklaus e Tiger Woods. E’ tornato al successo dopo oltre tre anni e appare in continua crescita tanto che dall’82° posto della classifica mondiale, dove era a fine 2020, ora è al 26°, ma soprattutto negli ultimi nove tornei ha vinto il Texas Open, ha ottenuto altre “quattro top 4” e due “top ten” e con due piazzamenti (15° e 48°). Da seguire, infine, Hideki Matsuyama (suo il Masters) primo giapponese a imporsi in un major, ma che la scorsa settimana, al rientro dopo quell’exploit, non ha entusiasmato.

A questo punto non ci dilunghiamo su un elenco di possibili altri candidati al titolo, che con un field stellare rischia di divenire la lista della spesa, ma aggiungiamo solo che ci saranno Brooks Koepka, alle prese con i problemi al ginocchio operato di recente, e Paul Casey, che sebbene già vincitore quest’anno (Dubai Desert Classic, gennaio, European Tour), ha veramente scarse probabilità di ripetere la prova del 2020.

Concludiamo con un po’ di numeri. Vi saranno, oltre a Morikawa, altri 13 past winner, per un totale di 16 vittorie con campioni in auge quali lo stesso Morikawa, Rory McIlroy (2012-2014) e Justin Thomas (2017), altri in momentanea difficoltà come Brooks Koepka (2018-2019 e Jason Day (2015), alcuni che hanno già dato il loro meglio e ci riferiamo a Martin Kaymer (2010), Padraig Harrington (2008) e a Phil Mickelson (2005) e vincitori che non sono mai decollati come Jimmy Walker (2016) Jason Dufner (2013), Keegan Bradley (2011), Y.E. Yang (2009), Shaun Mitchell (2003) e Rick Beem (2002).

In campo 33 major champions, 91 a segno sul circuito (con Mickelson al vertice con 44 titoli), cinque vincitori della FedEc Cup (D. Johnson il più recente, 2020) e i primi 30 della graduatoria FedEx Cup, con Bryson DeChambeau che si trova al vertice. Da battere i seguenti primati: 63 colpi sulle 18 buche (ottenuto da 16 giocatori, l’ultimo Koepka, 2018), 128 su 36 (Koepka, 2019), 196 su 54 (David Toms, 2001), e 264 su 72 (Koepka, 2018). Porte aperte per l’occasione con ammessi diecimila spettatori per ciascuna giornata e largo alla tecnologia con l’uso di telemetri laser e GPS, sperando di velocizzare il gioco.

IL TORNEO SU SKY - Il PGA Championship sarà teletrasmesso da Sky in diretta e in alta definizione con collegamenti ai seguenti orari: giovedì 20 maggio, dalle 19 alle ore 1 (Sky Sport Arena e Sky Sport Uno); venerdì 21, dalle ore 19 alle ore 1 (Sky Sport Arena); sabato 22, dalle ore 19 alle ore 1 (Sky Sport Arena e dalle ore 19,45 anche su Sky Sport Uno); domenica 23, dalle ore 19 alle ore 1 (Sky Sport Arena). Commento di Alessandro Lupi, Roberto Zappa, Michele Gallerani e Massimo Scarpa.

Inoltre andrà in onda Studio Golf, durata 15 minuti condotto da Francesca Piantanida, con due finestre giornaliere. Su Sky Sport 24: giovedì 20 alle ore 17,45; venerdì 21, alle ore 14,45; sabato 22 e domenica 23 alle ore 18,15. Su Sky Soprt Arena, da giovedì 20 a domenica 23, alle ore 18,45.

 

Primo piano

  • Sergio Melpignano Senior Italian Open: vince Thomas Gögele. Emanuele Canonica, miglior italiano del torneo, chiude in ottava posizione
    Sergio Melpignano Senior Italian Open: vince Thomas Gögele. Emanuele Canonica, miglior italiano del torneo, chiude in ottava posizione 26/10/2024

    Il tedesco Thomas Gögele, con 197 (64 66 67, -19) colpi, ha vinto il Sergio Melpignano Senior Italian Open, torneo del Legends Tour disputato al San Domenico Golf (par 72) di Savelletri di Fasano (Brindisi). Primo successo sul circuito over 50 per Gögele, che ha saputo tenere salda la leadership sin dal primo dei tre round. Il gallese Bradley Dredge non è riuscito nel sorpasso, confermandosi in seconda posizione con 200 (-16). Terzo posto tutto inglese con 202 (-14) per Simon Griffiths e Andrew Marshall. Il trofeo di miglior italiano è andato ad Emanuele Canonica, che ha chiuso la gara ottavo con 206 (-10) davanti ad Alessandro Tadini, decimo con 207 (-9). Michele Reale si è posizionato 32° con 213 (-3), Mauro Bianco, 52° con 218 (+2), Gianluca Pietrobono, 60° con 231 (+15). Il campione uscente, James Kingston, ha concluso al 18° posto con 209 (-7)

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Golf Story

  • I "tre moschettieri"
    e il super maestro
    del golf italiano
    I "tre moschettieri" e il super maestro del golf italiano 15/04/2021

    Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925  che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano. 

    Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open.  La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta

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