Jacopo Vecchi Fossa con un eccellente giro finale in 63 (-8) colpi, miglior score assoluto del torneo, e il totale di 268 (72 67 66 63, -16) ha vinto per la seconda volta il Campionato Nazionale Open, già suo nel 2018, evento d’apertura dell’Italian Pro Tour, il circuito organizzato dalla FIG, e quello con più edizioni (81), anche se nato (1935) dopo l’Open d’Italia (1925).
Manassero ancora runner-up - Sul percorso del Miglianico Golf & Country Club (par 71), a Miglianico in provincia di Chieti, è stato costretto alla resa Matteo Manassero, leader dopo tre turni con un colpo di margine su Vecchi Fossa al quale ha poi dovuto rendere cinque colpi. Il veneto ha concluso con 273 (-11) dopo un parziale di 69 (-3) e per la terza volta consecutiva in stagione è terminato secondo dopo aver iniziato al comando il giro finale. Era accaduto anche nei due impegni sull’Alps Tour all’Acaya Golf Club (Acaya Open e Mira Soul Open), ma in quel caso la leadership era maturata dopo 36 buche, poiché si giocava sulla distanza di 54. Gli resta sicuramente l’amarezza di non aver dato seguito al successo siglato a settembre scorso nel Toscana Golf Open (Alps Tour), dopo sette anni di attesa, ma non si può essere sempre protagonisti se non si è assistiti da un gioco di buona levatura. E’ in crescita e probabilmente ha solo bisogno di un po’ più di fortuna, anche perché non si incontrano tutti i giorni avversari che tirano fuori dal cilindro un 63. In ogni caso Vecchi Fossa, 27 anni il prossimo 14 luglio, nativo di Reggio Emilia, il successo se lo è costruito con pazienza rimontando da un 32° posto in avvio e passando per il quinto e poi per il secondo.
E’ il suo quarto titolo in carriera, poiché nel 2019 ha vinto il Campionato della PGA Italiana. e nel 2020 l’Italy Alps Open (Alps Tour).
L’intervista - “Quello finale - ha detto Vecchi Fossa, gratificato con un assegno di 7.250 euro su un montepremi di 50.000 euro - è stato un giro incredibile dove ha funzionato tutto bene, specialmente il putter. Ho imbucato tanti putt da lontano, realizzando molti birdie. Questo mi ha permesso di arrivare con maggiore tranquillità alle ultime buche. Giocare contro Manassero, che ha vinto tornei incredibili, è sempre stimolante. Ci tengo a fargli i complimenti, sta andando bene e sono sicuro che presto arriverà il suo momento. Un plauso va anche a Campigli che a mio avviso potrebbe già stare tra i professionisti”.
Dilettanti protagonisti - Protagonisti anche i dilettanti, con 23 che hanno superato il taglio e con sette che si sono classificati tra i primi tredici. Note di merito particolari per Massimiliano Campigli, terzo con 275 (-9) dopo essere stato in vetta nel secondo turno, ma non è stato da meno Andrea Romano, quarto con 277 (-7). In quinta posizione con 278 (-6) Giacomo Fortini che ha preceduto altri due amateur, Flavio Michetti e Davide Buchi, sesti con 279 (-5). All’ottava con 281 (-3), Neri Checcucci, Niccolò Agugiaro e Lucas Nicolas Fallotico - che recentemente ha vinto i Campionati Internazionali di Spagna “Copa S.M El Rey” - insieme ai pro Aron Zemmer, Alessandro Tadini e a Rocco Sanjust. Ha chiuso in 31ª posizione con 287 (+3) Giulia Castagnara, che difendeva il titolo.
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TERZO GIRO - Matteo Manassero è tornato in vetta con 204 (66 71 67, -9) colpi, a un giro dal termine del Campionato Nazionale Open, evento d’apertura dell’Italian Pro Tour, il circuito organizzato dalla FIG.
Nel torneo italiano con più edizioni (81), anche se nato (1935) dopo l’Open d’Italia (1925), che si sta svolgendo sul percorso del Miglianico Golf & Country Club (par 71), a Miglianico in provincia di Chieti, Manassero, con un parziale di 67 (-4) colpi, ha preso un colpo di vantaggio su Jacopo Vecchi Fossa (205, -8), autore con 66 (-5) del miglior score di giornata,, e tre sul dilettante Massimiliano Campigli (207, -6), che era al vertice dopo due turni.
Manassero al terzo tentativo - Manassero, tornato al successo lo scorso settembre nel Toscana Golf Open (Alps Tour), dopo un’attesa di sette anni, è al terzo torneo stagionale e si trova per la terza volta di fila al comando a un giro dalla fine. Era accaduto lo stesso nei due impegni sull’Alps Tour all’Acaya Golf Club (Acaya Open e Mira Soul Open), ma in quel caso la leadership era maturata dopo 36 buche, poiché si giocava sulla distanza di 54, e in entrambe le occasioni il veneto si è classificato secondo, sorpassato in extremis, la prima volta dallo scozzese Ryan Lumsden e la seconda dal dilettante francese Paul Margolis.
Terzo tentativo che in ogni caso indica come le cose per Manassero stiano comunque cambiando indipendentemente da come finirà il duello con Vecchi Fossa, che ha operato una vigorosa rimonta iniziata al 32° posto e passata per il quinto. Si pensa ad un testa a testa sia per la qualità del gioco espresso da entrambi, sia per il buon vantaggio che hanno sul resto del gruppo, anche se i numeri non escludono sorprese
Amateur al proscenio - Da sottolineare la bella prova degli amateur, in primis per aver superato in 23 il taglio, e poi perché ben sei sono tra i top ten. Ha un ritardo di quattro colpi Manfredi Manica, quarto con 208 (-5), e si trova a cinque Andrea Romano, quinto con 209 (-4), alla pari con Aron Zemmer e con Stefano Pitoni, che nel 2016 conquistò il successo nell’Abruzzo Open (Alps Tour) spiazzando la concorrenza con un eagle sull’ultima buca. E ancora in ottima classifica altri tre dilettanti, Flavio Michetti, ottavo con 210 (-3), Jacopo Albertoni e Francesco Abbà, noni con 211 (-2).
Past winner fuori gioco - Sono fuori gioco i past winner Alessandro Tadini (tre titoli, 2009, 2012 e 2015), 11° con 212 (-1), Filippo Bergamaschi (2016), 15° con 213 (par), Enrico Di Nitto (2017), 23° con 215 (+2), e Giulio Castagnara, campione uin carica, 47° con 220 (+7). Non riuscirà molto probabilmente a terminare tra i top ten, come gli era accaduto nei due eventi dell’Alps Tour all’Acaya GC, il dilettante Gregorio Di Leo, 34° con 217 (+4), che sullo stesso campo a metà marzo si era imposto nei Campionati Internazionali d’Italia. Dopo il taglio sono rimasti in gara 64 concorrenti dei quali 41 professionisti che si divideranno il montepremi di 50.000 euro, con prima moneta di 7.250 euro.
Le interviste - Matteo Manassero pensa positivo, anche se non è stato impeccabile: “Non è stata una giornata memorabile da tee a green però sono molto soddisfatto del risultato. Nel secondo giro non mi ero creato tante opportunità da birdie, perché non riuscivo a porre la palla vicina alla bandiera, mentre oggi è stato il contrario. Nel turno conclusivo devo trovare le giuste sensazioni. Comunque con Vecchi Fossa, con cui ho giocato spesso insieme lo scorso anno, sarà una bella sfida”
Fiducioso Jacopo Vecchi Fossa, che punta al bis dopo il successo del 2018 - “Nel primo giorno di gara ho un po' perso la calma nelle seconde nove buche. Nel secondo ho giocato un bel round e nel terzo è andata davvero bene con un giro perfetto, pulito e bogey free. Il campo rispetto ai primi giorni è cambiato, i green stanno migliorando e diventando veloci e duri. Alcune aste le ho trovate difficili così come alcuni par 3, complicati da giocare specialmente col vento. Sarà bello sfidare Manassero, spero possa andar bene. Ho già vinto questo torneo e sarebbe bello ripetermi, vedremo come andrà a finire”.
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SECONDO GIRO - Un dilettante, Massimiliano Campigli, leader con 134 (69 65, -8) colpi, si è preso la scena nella seconda giornata del Campionato Nazionale Open, prima gara stagionale della quindicesima edizione dell’Italian Pro Tour, il circuito di gare nazionali e internazionali della FIG. Ha rilevato al vertice Matteo Manassero, il favorito assoluto della vigilia, sceso dal primo al secondo posto e che gli rende tre colpi (137, -5).
Sul percorso del Miglianico Golf & Country Club (par 71), a Miglianico in provincia di Chieti, dove il torneo italiano con più edizioni (81), anche se nato (1935) dopo l’Open d’Italia (1925), è approdato per la prima volta, sono saliti al terzo posto con 138 (-4) Stefano Pitoni, che su questo tracciato si è imposto nell’Abruzzo Open del 2016, ed Emmanuele Lattanzi, che vinse nel 2003. Seguono con 139 (-3) Aron Zemmer, Jacopo Vecchi Fossa, suo il titolo nel 2018, e Luca Cianchetti, che conquistò l’Abruzzo Open da dilettante nel 2015.
Non solo Campigli, ma gli amateur stanno offrendo una prova significativa con ben 23 che hanno superato il taglio e con altri tre tra i “top ten”, Andrea Romano, Manfredi Manica e Francesco Abbà, ottavi con 140 (-2), insieme a Nicola Maestroni. Subito dietro, 12.i con 141 (-1), vi sono ancora Flavio Michetti, Riccardo Bregoli e Niccolò Agugiaro alla pari con Paolo Cuomo.
Hanno un distacco significativo alcuni candidati al titolo quali Filippo Bergamaschi (vincitore nel 2016) e Alessandro Tadini (tre titoli, 2009, 2012 e 2015), 16.i con 142 (par), Edoardo Raffaele Lipparelli, 27° con 144 (+2), ed Enrico Di Nitto, a segno nel 2017, 37° con 146 (+4). E’ rimasto in gara, dopo un buon recupero, Giulio Castagnara, 41° con 147 (+5), le cui possibilità di difendere il titolo sono ridotte al lumicino, e i due dilettanti azzurri che hanno firmato le prime vittorie stagionali all’estero, Lucas Nicolas Fallotico, stesso score di Castagnara, dominatore degli Internazionali di Spagna “Copa S.M. El Rey”, e Gregorio De Leo, 45° con 148 (+6), che all’Acaya GC si è imposto prima negli Internazionali d’Italia e poi ha ottenuto due piazzamenti nei primi dieci sulle due gare che hanno aperto la stagione dell’Alps Tour.
Le interviste - Massimiliano Campigli, 21 anni, tesserato per il Circolo Golf Torino, spiega il suo exploit: “Non sono stato impeccabile nel gioco lungo però quello corto e il putting hanno fatto la differenza. Sono contento dell’atteggiamento in campo e in particolare della reazione molto positiva che ho avuto in tutti i momenti di difficoltà, soprattutto sulle ultime nove buche. Lo score parla da solo e sono felice. Il passaggio di categoria? Vedremo i risultati, ma sicuramente ci sto pensando”.
Matteo Manassero ha girato nel 71 del par, perdendo la leadership, ma ha colto anche aspetti positivi: “Non mi sono espresso bene come ieri, però non la definisco una giornata storta anche se il risultato non è stato fantastico. Ho avuto delle occasioni per il birdie, ma non sono mai riuscito a porre la palla vicino alla bandiera e questo mi ha penalizzato. Ho fatto un paio di errori da appena fuori green abbastanza gravi, ma occorre prendere atto di quello che arriva e guardare avanti”.
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Il montepremi - il taglio, dopo 36 buche, ha lasciato in gara 64. concorrenti, dei quali come detto 23 dilettanti. I professionisti si contenderanno nei due turni conclusivi il montepremi di 50.000 euro dei quali 7.250 euro destinati al vincitore.
PRIMO GIRO - Matteo Manassero, leader con 66 (-5) colpi, subito protagonista nel Campionato Nazionale Open, prima gara stagionale della quindicesima edizione dell’Italian Pro Tour, il circuito di gare nazionali e internazionali della FIG. Sul percorso del Miglianico Golf & Country Club (par 71), a Miglianico in provincia di Chieti, che ospita per la prima volta l’evento italiano più longevo.
Manassero, per la terza gara consecutiva si trova al vertice della classifica. Era accaduto nei due tornei dell’Alps Tour disputati recentemente all’Acaya GC di Vernole (LE) in cui era giunto in entrambe secondo, a conferma di un cammino di crescita seguito al ritorno al successo lo scorso settembre, dopo sette anni di attesa, nel Toscana Golf Open (Alps Tour).
Amateur al proscenio - Classifica sicuramente a sorpresa, perché vi sono ben quattro dilettanti tra i primi sei e altri tre seguono al settimo posto. Manassero ha un colpo di margine su Riccardo Bregoli (67, -4) e occupano la terza piazza con 68 (-3) Francesco Abbà, Andrea Romano e Lucas Nicolas Fallotico, recente vincitore degli Internazionali di Spagna “Copa S.M El Rey”, affiancato dal pro Luca Cianchetti, che su questo tracciato nel 2015 da dilettante battè i professionisti nell’Abruzzo Open.
Altri tre amateur, come detto, al settimo posto con 69 (-2): Massimiliano Campigli, Manfredi Manica e Flavio Michetti insieme a Filippo Bergamaschi, a segno nel 2016, Aron Zemmer, Ludovico Addabbo, Nicola Maestroni e a Riccardo Baldissoni. Ritardo già di rilievo, anche se recuperabile, per alcuni partecipanti che hanno obiettivi ambiziosi: Alessandro Tadini, tre titoli per lui (2009, 2012, 2015), 24° con 71 (par), Edoardo Raffaele Lipparelli, Jacopo Vecchi Fossa, a segno nel 2018 e secondo nella passata stagione, Federico Maccario e Stefano Mazzoli, 32.i con 72 (+1). Note negative per Enrico Di Nitto, vincitore nel 2017, 59° con 75 (+4), e per Giulio Castagnara, campione in carica, 70° con 76 (+5) e sicuramente inatteso il 77 (+6) di Gregorio De Leo (79°), dopo le due top ten conseguite all’Acaya Golf Ckub seguite al suo successo negli Internazionali d’Italia, sempre sullo stesso tracciato.
Gli sponsor – L’Italian Pro Tour ha il supporto di DS Automobiles (Main Sponsor); Fideuram (Official Bank); Kappa, Eureco (Official Supplier); Corriere dello Sport, Tuttosport, Il Giornale (Media Partner). Official advisor: Infront.
Formula e montepremi - Il torneo si disputa sulla distanza di 72 buche, con taglio dopo 36 che promuoverà ai due giri finali i primi 40 classificati, i pari merito al 40° posto e i dilettanti entro il punteggio di qualifica. Il montepremi è di 50.000 euro con prima moneta di 7.250 euro.
LA VIGILIA - Torna il Campionato Nazionale Open, la più longeva gara italiana nata nel 1935 e attualmente inserita nel calendario dell’Italian Pro Tour, di cui apre la stagione. Si gioca da giovedì 8 a domenica 11 aprile sul percorso del Miglianico Golf & Country Club, a Miglianico in provincia di Chieti, dove difenderà il titolo e proverà a concedere il bis Giulio Castagnara, che lo scorso anno ebbe la meglio per tre colpi su Andrea Saracino e su Jacopo Vecchi Fossa, a cui non riuscì di replicare il successo conseguito nel 2018, ed entrambi pronti a ritentare.
Nel field ci sarà Matteo Manassero, ritornato alla vittoria nel settembre scorso (Toscana Golf Open, Alps Tour) dopo sette anni di digiuno, il quale è stato protagonista nei due eventi che hanno aperto l’Alps Tour all’Acaya Resort di Vernole, in cui si è classificato due volte secondo, cedendo in entrambe le occasioni nelle ultime battute.
In gara altri past winner recenti, pronti a ripetersi, quali Enrico Di Nitto (2017), Filippo Bergamaschi (2016) e Alessandro Tadini, che però ha fatto tripletta nel 2015 dopo i titoli nel 2009 e nel 2012. Da ricordare anche tre che si sono imposti in tempi più lontani come Emmanuele Lattanzi (2003), Gregory Molteni (2005) e Massimo Florioli (1997) in campo insieme al figlio Marco, dilettante.
Al via anche Aron Zemmer, Stefano Mazzoli, Edoardo Raffaele Lipparelli, Federico Maccario, Philip Geerts, Luca Chianchetti e numerosi dilettanti tra i quali sarà osservato speciale Gregorio De Leo, protagonista anch’egli nelle due gare dell’Alps Tour (settimo Acaya Open e terzo Mira Soul Open) e vincitore dei recenti Campionati Internazionali d’Italia. Con lui Lucas Nicolas Fallotico, a segno negli Internazionali di Spagna “Copa S.M. El Rey”, Andrea Romano, Riccardo Bregoli, Matteo Cristoni e Massimiliano Campigli, per citarne alcuni.
Il torneo si disputa sulla distanza di 72 buche, con taglio dopo 36 che promuoverà ai due giri finali i primi 40 classificati, i pari merito al 40° posto e i dilettanti entro il punteggio di qualifica. Il montepremi è di 50.000 euro con prima moneta di 7.250 euro.
Un po' di storia - In albo d’oro firmato praticamente da tutti i giocatori che hanno scritto brani importanti nella storia del golf italiano, quasi sempre in date corrispondenti al loro periodo di maggior fulgore, spicca il nome di Alfonso Angelini, uno dei mitici “tre moschettieri” con Ugo Grappasonni e con Aldo Casera, che ha stabilito un record destinato a rimanere imbattuto nel tempo con undici vittorie. Gli altri plurivincitori sono arrivati al massimo di quattro titoli.
Vi sono stati alcuni casi di “figli d’arte” che hanno replicato i successi paterni. Il primo a riuscirci è stato Andrea Canessa, il quale nel 1988 fulminò sull’ultima buca Baldovino Dassù con un approccio da cineteca e palla in bandiera, affiancando così il trofeo a quelli del padre Emanuele (1970-1971). Poi fu la volta di Emanuele Bolognesi (1990-1995) a segno come fece papà Ovilio nel 1963 e quindi Silvio Grappasonni, la cui doppietta (1991-1992) lo affiancò al padre Ugo (quattro vittorie). L’ultimo della serie è stato Marco Bernardini (2008) figlio di Roberto, che arrivò a quattro allori.
Infine, anche se il torneo per definizione (inizialmente si chiamava Omnium) è aperto agli amateur nessuno dilettante lo ha mai vinto. Tuttavia non si può neanche dire il contrario. Infatti nel 1960 Angelo Croce fece suo il titolo in un momento in cui non era più professionista, ma ancora non aveva acquisito lo status di dilettante, poiché, dopo aver fatto domanda per tornare amateur, si trovava nel periodo di quarantena.