02 Aprile 2016

Luca D'Andreamatteo e quella grande voglia di tour

Luca D'Andreamatteo Luca D'Andreamatteo

Luca D’Andreamatteo è l’unico professionista del golf che l’Abruzzo abbia mai avuto. Ha soltanto 24 anni ed è "pro" da quando ne aveva 18, un talento per certi versi prematuro che, giunto nel 2016, ha deciso di dare una svolta alla sua carriera molto chiara, netta: dedicarsi a tempo pieno all’attività agonistica, quella da giocatore per intenderci, lasciando per un po’ in stand by quella di maestro del circolo.

Il perché è spiegato chiaramente dal giocatore: "Dedicarmi all’insegnamento negli ultimi anni mi ha dato grandissime soddisfazioni dal punto di vista umano, però è innegabile che sotto l’aspetto tecnico non mi ha consentito di rendere al meglio nelle gare. E’ normale che sia così, non rinnego nulla anzi è una porta che resta sempre aperta, ma adesso è giunto il momento di accelerare perché, essendo un professionista, voglio ottenere risultati importanti nell’età della maturità sportiva".

La stagione 2016, secondo i suoi programmi: "Cercherò di gareggiare molto, così da togliermi un po’ di... ruggine. Mi vedrete in tutte le tappe dell’Italian Pro Tour e, comunque, dove potrò, giocare. Insomma, ho tanta voglia di mettermi in discussione".

Sempre con base a Miglianico: "Certo, è il mio circolo. Io sono pescarese, da sempre Miglianico è la mia seconda casa e continuerò ogni giorno ad allenarmi sui campi e nelle strutture che meglio conosco".

Luca D’Andreamatteo era presente anche in occasione dell’apertura stagionale della Golf Academy, quando è stato più volte citato dal presidente Mario Dragonetti, che ha dichiarato di voler dare tutto il supporto possibile a questo ragazzo talentuoso. In fondo, un po’ tutto l’Abruzzo fa il tifo per D’Andreamatteo, nell’attesa e nella speranza che presto possa essere affiancato da altri professionisti abruzzesi. "Ragazzi bravi - ha detto il presidente - ce ne sono in giro, in particolar modo a Miglianico. Alcuni hanno senza dubbio le carte in regola per passare tra i professionisti, ma non devono avvertire troppa pressione, devono continuare su questa strada e mettercela tutta, dopodiché qualcosa accadrà perché le qualità le hanno". Lui non fa i nomi, ma è chiaro che il riferimento è ai vari Antonio Martino, Niccolò Capacchietti e a Enrico Marchesini. Insomma, se sono rose fioriranno...

Primo piano

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    Fu la stampa a dare il nome al torneo che Bobby Jones allestì nel 1934, appena ebbe finito di costruire l’Augusta National, invitando i suoi vecchi avversari e i campioni più celebrati dell’epoca.

    “Herbert H. Ramsey, ex presidente dell’Associazione Golfistica statunitense, ha dichiarato di aver presenziato ad uno spettacolo mai visto fino ad ora. E dire che egli ha assistito a tante vibranti battaglie nel golf”. Così scriveva nel 1934, all’indomani del primo Masters svoltosi ad Augusta, il giornalista Grantland Rice, uno dei più famosi dell’epoca, che poi concludeva il suo servizio con queste parole: “L’opinione generale è che Bobby Jones e Augusta abbiano dato inizio a un evento che si tramuterà in uno tra i più grandi della storia del golf. Sicuramente la prossima edizione sarà superiore per interesse generale e per sensazioni emotive”.

    Rice fu l’inviato ad Augusta di “The American Golfer”, una rivista specializzata purtroppo inghiottita dalla “grande recessione “ nel 1936. Ospitò articoli considerati autentica letteratura del golf

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Golf Story

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    Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open.  La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta

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