13 Dicembre 2020

E' Lee Westwood il "re" dell'European Tour

Lee Westwood Lee Westwood

Trionfo inglese a Dubai con Matthew Fitzpatrick, che ha vinto con 273 (68 68 69 68, -15) colpi il DP World Tour Championship e con Lee Westwood, il quale con il secondo posto (274, -14) si è imposto nella Race To Dubai, ossia l’ordine di merito che designa il miglior giocatore dell’European Tour.

Sul percorso del Jumeirah Golf Estates (par 72), nell’evento delle Rolex Series, giunto alla 12ª edizione, che ha chiuso la stagione 2020, Renato Paratore, unico italiano in gara, si è classificato 60° con 293 (75 73 70 75, +5).

Fitzpatrick, 26enne di Sheffield. ha ottenuto il sesto titolo nel circuito e il secondo nel torneo dopo quello nel 2016, prendendo il comando con una partenza velocissima (cinque birdie in sette buche) e poi gestendo il vantaggio e chiudendo in 68 (-4) con un bogey nel rientro. Per il cedimento dello statunitense Patrick Reed, leader della Race prima della gara, terminato terzo con 275 (-13) alla pari con il norvegese Viktor Hovland, a due buche dalla fine Fitzpatrick sembrava poter divenire il numero uno d’Europa, poiché a Westwood, secondo alla pari con il connazionale Laurie Canter, i punti non bastavano per superarlo, Canter, però, alla buca 17 ha segnato un doppio bogey, che lo ha relegato in quinta posizione con 276 (-12) insieme al finlandese Sami Valimaki, e ha permesso a Westwood, secondo in solitudine, di raccogliere il necessario per avere la meglio.

Il 47enne di Worksop ha concluso con 3.128 punti contro il 3.110 di Fitzpatrick e i 3.103 di Reed che ha mancato l’occasione di divenire il primo statunitense a far sua la Race. Invece è stata la terza volta di Westwood, numero uno anche nel 2000 e nel 2009, a testimonianza di una notevole longevità agonistica per un campione che ha collezionato 25 titoli sull’European Tour, due sul PGA Tour e uno dei pochissimi capace di imporsi anche sugli altri più importanti circuiti mondiali, Japan Tour, Asian Tour, PGA of Australasia e Sunshine Tour. Unico neo nel suo palmarés la mancanza di un major.

Nella gara hanno concluso al decimo posto con 281 (-7) l’inglese Tommy Fleetwood, quarto nella Race (p. 2.182), e lo statunitense Collin Morikawa, numero sette mondiale e un major quest’anno (PGA Championship), quinto nella Race (p. 2.096). Non ha reso come forse ci si attendeva il sudafricano Christiaan Bezuidenhout, 14° con 282 (-6), reduce da due vittorie di fila (Alfred Dunhill Championship e South African Open). Stesso score per il tedesco Martin Kaymer e 32ª piazza con 285 (-3) per l’inglese Danny Willett.

Renato Paratore ha girato in 75 (+3) colpi con tre birdie, tre bogey e un doppio bogey, che nulla toglie a un’ottima stagione in cui ha ottenuto un titolo (British Masters), un secondo posto (Mauritius Open, dopo playoff), un settimo, numerosi buoni piazzamenti e la 21ª posizione nella Race To Dubai (p. 1.081). A Matthew Fitzpatrick è andato un assegno di tre milioni di dollari su un montepremi di otto milioni di dollari.

TERZO GIRO - Una volata finale tutta da vivere nel DP World Tour Championship, ultimo atto dell’European Tour 2020 che domani a Dubai incoronerà il nuovo re del massimo circuito continentale. Negli Emirati Arabi Uniti Patrick Reed (leader della money list), con un parziale di 71 (-1) su un totale di 205 (-11) colpi, è stato agganciato in vetta alla classifica dai britannici Matthew Fitzpatrick e Laurie Canter. Mentre Renato Paratore, unico azzurro in gara, è risalito dalla 53/a alla 48/a posizione con 218 (75 73 70, +2) colpi. Buona prova per il player capitolino, che lunedì festeggerà il 24° compleanno, protagonista di un giro sotto par (parziale di 70, -2) caratterizzato da cinque birdie e tre bogey.

Equilibrio e spettacolo sul percorso del Jumeirah Golf Estates (par 72) dove la sfida per il titolo e per la Race to Dubai è apertissima. A tallonare i tre leader un quartetto d’inseguitori composto dall’inglese Lee Westwood (vincitore dell’ordine di merito nel 2000 e nel 2009), dallo spagnolo Adri Arnaus, dal norvegese Viktor Hovland (reduce dal successo in Messico nel Mayakoba Classic, torneo del PGA Tour) e dallo scozzese Robert MacIntyre, tutti 4/i con 206 (-10).

Buona prova pure per il finlandese Sami Valimaki, 8/o con 207 (-9), e l’inglese Danny Willett, 9/o con 208 (-8). Chiudono la Top 10 con 209 (-7) altri due giocatori britannici, Tyrrell Hatton (decimo nel world ranking) e Andy Sullivan. E’ invece 15/o (211, -5), tra gli altri, lo statunitense Collin Morikawa (settimo nel ranking mondiale).

Domani il gran finale con Reed - 30enne di San Antonio (Texas) con otto titoli sul PGA Tour compresivi di un major (Masters 2018) e di due WGC - che punta a diventare il primo giocatore americano a imporsi nella Race to Dubai. In una gara, il DP World Tour Championship, che mette in palio 8 milioni di dollari (di cui 3.000.000 andranno al vincitore).

SECONDO GIRO - Patrick Reed ha decisamente attaccato e con un parziale di 64 (-8) colpi per un totale di 134 (70 64, -10) si è portato al vertice del DP World Tour Championship, giunto alla 12ª edizione, evento delle Rolex Series che chiude sia la stagione dell’European Tour che la Race To Dubai (ordine di merito) con il vincitore di questa speciale classifica che sarà incoronato quale miglior giocatore del circuito 2020. E’ praticamente rimasto stabile Renato Paratore, unico azzurro in gara, 53° con 148 (75 73, +4).

Patrick Reed, 30enne di San Antonio (Texas), otto titoli sul PGA Tour compresivi di un major (Masters 2018) e di due WGC, tre presenze in Ryder Cup e detto “Capitan America” per le sue imprese nell’unica vittoriosa del 2016, ha realizzato il miglior giro del turno con nove birdie contro l’unico bogey su 36 buche. Ha il chiaro obiettivo di divenire il primo statunitense a imporsi nella Race To Dubai, di cui è leader, ma non dovrà abbassare la guardia perché i 2.000 punti che andranno al vincitore tengono in corsa almeno una ventina di concorrenti, sia pure con differenti opzioni.

Lo inseguono quattro inglesi nelle prime cinque posizioni: Matthew Fitzpatrick, secondo con 136 (-8), Laurie Canter e Tyrrell Hatton, terzi con 137 (-7), Tommy Fleetwood, secondo nella money list con 460 punti di ritardo da Reed, e Lee Westwood, numero quattro, che di punti gliene rende 634, quinti con 138 (-6) alla pari con il sudafricano Branden Grace e con il finlandese Sami Valimaki. Subito dietro ancora un inglese Danny Willett, nono con 139 (-5), insieme allo spagnolo Adri Arnaus e al tedesco Martin Kaymer. Ha perso terreno il francese Victor Perez, in vetta dopo un turno e ora 14° con 141 (-3) insieme allo svedese Henrik Stenson, mentre non sembrano avere nell’occasione il passo giusto Collin Morikawa, numero tre nella Race, e il sudafricano Christiaan Bezuidenhout, numero cinque, 21.i con 142 (-2), il primo reduce dal successo nel Mayakoba Classic  (PGA Tour) e il secondo da due vittorie consecutive sull’European Tour (Alfred Dunhill Championship e South African Open).

Renato Paratore ha girato in 73 (+1) colpi con quattro birdie e cinque bogey. Il montepremi è di otto milioni di dollari con prima moneta di tre milioni di dollari.

PRIMO GIRO - Il francese Victor Perez, leader con 67 (-5) colpi, si è preso la scena nella prima giornata del DP World Tour Championship, giunto alla 12ª edizione, evento delle Rolex Series che chiude sia la stagione dell’European Tour che la Race To Dubai (ordine di merito) con il vincitore di questa speciale classifica che sarà incoronato quale miglior giocatore del circuito 2020.

Sul percorso del Jumeirah Golf Estates di Dubai (par 72), negli Emirati Arabi Uniti, inizio in salita per Renato Paratore, 50° con 75 (+3), unico italiano in campo tra i 65 contendenti, 61 ammessi di diritto (i primi della Race To Dubai, a scalare per le defezioni) e quattro membri scelti tra i primi 75 del World Ranking al 16 novembre.

Victor Perez, 28enne di Torbes con un titolo nel circuito e due sul Challenge Tour, sesto nella money list e che con l’attuale graduatoria diventerrebbe il numero uno continentale, ha realizzato sei birdie e un bogey lasciando a un colpo l’inglese Matthew Fitzpatrick, il sudafricano Erik Van Rooyen e lo scozzese Robert MacIntyre (68, -4), quest’ultimo in bella evidenza nell’ultimo periodo (suo il Cyprus Showdown), tanto da essere stato nominato “giocatore del mese di novembre” del tour. Al quinto posto con 69 (-3) il tedesco Martin Kaymer, il finlandese Sami Valimaki e gli inglesi Tyrrell Hatton e Tommy Fleetwood, numero due dell’ordine di merito, mentre Patrick Reed, numero uno con l’obiettivo di divenire il primo statunitense a imporsi nella Race To Dubai, è nel gruppo al nono posto con 70 (-2) affiancato, tra gli altri, dall’inglese Lee Westwood, numero 4, dallo svedese Henrik Stenson e dal thailandese Jazz Janewattananond.

Sono al 18° con 71 (-1) il sudafricano Christiaan Bezuidenhout, numero cinque e vincitore dei precedenti due tornei in Sudafrica (Alfred Dunhill Championship e South African Open), e il 23enne norvegese Viktor Hovland, che domenica scorsa si è imposto nel Mayakoba Classic divenendo il quinto giocatore europeo a conseguire due vittorie sul PGA Tour prima dei 24 anni, impresa riuscita solo a quattro grandi campioni: Seve Ballesteros, Rory McIlroy, Sergio Garcia e Jon Rahm. Hovland è uno dei quattro invitati insieme a Janewattananond, Stenson e all’inglese Danny Willett, 26° con 72 (par) in compagnia di Collin Morikawa, 23enne di Los Angeles (California), quest’anno a segno in un major (PGA Championship), e dal quale ci attendeva un inizio più incisivo.

La giornata difficile di Renato Paratore, 21° nella Race, è stata annunciata da un doppio bogey in avvio, che il romano ha compensato parzialmente con un birdie alla seconda buca, ma nel resto del tracciato ha concesso altri due colpi al campo con tre bogey contro un altro birdie. Il montepremi è di otto milioni di dollari con prima moneta di tre milioni di dollari. Il vincitore avrà a disposizione anche 2.000 punti per la Race To Dubai e, in pratica, sia pure con differenti opzioni sono in corsa per il titolo di “re d’Europa” almeno una ventina di concorrenti.

LA VIGILIA - Al Jumeirah Golf Estates di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, si conclude la difficile stagione 2020 dell’European Tour con la 12ª edizione del DP World Tour Championship (10-13 dicembre), torneo delle Rolex Series con un montepremi di otto milioni di dollari (prima moneta tre milioni di dollari), al quale sono stati ammessi i primi 60 classificati della Race To Dubai (ordine di merito) a scalare, oltre a quattro membri non altrimenti esenti scelti tra i primi 75 del World Ranking al 16 novembre. In un ottimo field vi sarà Renato Paratore, 21° nella money list, vincitore a luglio del British Masters e autore di una bella prova la scorsa settimana sullo stesso percorso nel Golf in Dubai Championship (13°).

Proverà a divenire il primo statunitense a conquistare la Race To Dubai, che definirà il miglior giocatore del tour 2020, Patrick Reed, 30enne di San Antonio (Texas), otto successi sul PGA Tour comprensivi di un major (Masters 2018) e due WGC. “Capitan America”, come è stato chiamato per le sue prestazioni e la sua grinta in Ryder Cup, è il leader dell’ordine di merito con un vantaggio di 460 punti su Tommy Fleetwood e pochi di più sui tre che seguono: Collin Morikawa, 23enne di Los Angeles (California), quest’anno a segno in un major (PGA Championship), Lee Westwood, che ha vinto nel 2009 la gara inaugurale e la Race To Dubai, e Christiaan Bezuidenhout, annunciato in grande condizione dopo il successo nei precedenti due tornei in Sudafrica (Alfred Dunhill Championship e South African Open). Comunque i 2.000 punti che saranno assegnati al vincitore lasciano speranze di divenire il numero uno del tour 2020 almeno a una ventina di concorrenti, sia pure con varie opzioni in base alla loro posizione in classifica.

Nel field altri tre past winner, Matthew Fitzpatrick (2016), Danny Willett (2018) ed Henrik Stenson (2013-2014), gli ultimi due tra i quattro concorrenti presi dalla graduatoria mondiale. Gli altri sono Jazz Janewattananond e Victor Hovland, 23enne norvegese che domenica scorsa ha fatto suo il Mayakoba Classic divenendo il quinto giocatore europeo a conseguire due vittorie sul PGA Tour prima dei 24 anni, impresa riuscita solo a quattro grandi campioni: Seve Ballesteros, Rory McIlroy, Sergio Garcia e Jon Rahm. Hovland sarà tra i giocatori più interessanti da seguire fra i tanti che possono aspirare al gradino più alto del podio, oltre ai primi cinque nell’ordine di merito, tra i quali ricordiamo Tyrrell Hatton, Sungjae Im, Antoine Rozner, primo nel Golf in Dubai, Matt Wallace, Ian Poulter, Branden Grace, gli stessi Fitzpatrick e Willett, e può dire sicuramente la sua anche Renato Paratore. Tra gli undici aventi diritto che hanno dato forfait Jon Rahm, campione in carica, vincitore anche nel 2017 e “re d’Europa” 2019, Rory McIlroy (titoli nel 2012 e 2015 e Race To Dubai compresa in entrambe le occasioni), Paul Casey, Shane Lowry, Louis Oosthuizen, Adam Scott e Tony Finau.

Diretta su GOLFTV – Il DP World Tour Championship sarà trasmesso in diretta da GOLFTV, piattaforma streaming di Discovery (info www.golf.tv/it), con collegamenti ai seguenti orari: giovedì 10 dicembre, venerdì 11 e sabato 12, dalle ore 8 alle ore 14; domenica 13, dalle ore 7,30 alle ore 13,30. In diretta su Eurosport2 ed Eurosport Player: giovedì 10 dicembre e venerdì 11, dalle ore 10 alle ore 14; sabato 12, dalle ore 11,45 alle ore 14; domenica 13, dalle ore 11,45 alle ore 13,30. Commento di Nicola Pomponi e di Alessandro Bellicini.

 

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    Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open.  La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta

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