Bryson DeChambeau con un autentico show nel giro finale, ha vinto con 274 (69 68 70 67, -6) colpi il 120° US Open, il secondo major disputato in un 2020 dai calendari rivoluzionati per la pandemia e il primo dei sei, un fatto unico, che caratterizzeranno il PGA Tour 2020-2021 con raddoppio di questo torneo e del Masters. Si è ben comportato Renato Paratore, al secondo major in carriera (due partecipazioni all’US Open), terminato al 31° posto con 292 (71 72 73 76, +12), dopo una gara tutta condotta a metà graduatoria.
Sul difficile percorso del Winged Foot GC (par 70), a Mamaroneck nello stato di New York, dove il vento ha spirato tra le 16 e le 20 miglia orarie, DeChambeau, nativo di Modesto (California), ha festeggiato nel modo migliore il suo 27 compleanno caduto il 16 settembre,
Ha avuto ragione di Matthew Wolff (secondo con 280, par) con un parziale di 67 (-3), miglior score di giornata frutto di un eagle, due birdie e un bogey, conquistando il suo primo major al 16° torneo del Grande Slam disputato e al 111° sul circuito, e impreziosendo un palmarès dove figuravano sei titoli sul PGA Tour e uno sull’European Tour. E’ il terzo atleta ad essersi imposto in questo major, nell’US Amateur e nel NCAA Individual Championship dopo Jack Nicklaus e Tiger Woods. E’ salito dal nono al quinto posto nel World Ranking e ha ricevuto un assegno di 2.250.000 dollari su un montepremi di 12.500.000 dollari. “Questo successo mi infonde una gioia unica – ha detto – e voglio godermela al massimo. Ho giocato in maniera impeccabile”.
Il sogno di Matthew Wolff, 21enne di Simi Valley alla 30ª gara sul tour dove ha conseguito un titolo, di emulare Francis Ouimet, che nel 1913 vinse al suo debutto nel torneo e mai più imitato, si è infranto dopo appena otto buche con tre bogey, che hanno annullato i due colpi di margine che aveva su DeChambeau dopo 54 buche, ma resta comunque la sua grande prestazione a dispetto del finale in 75 (+5) e va ricordato anche che nell’altro solo major a cui ha preso parte era giunto quarto (PGA Championship)..
Buone prestazioni del sudafricano Louis Oosthuizen, terzo con 282 (+2), di Harris English, quarto con 283 (+3), e di Xander Schauffele, quinto con 284 (+4), mentre è risalito dal 21° al sesto posto con 285 (+5) Dustin Johnson, numero uno mondiale, affiancato dalla sorpresa Will Zalatoris, leader della money list del Korn Ferry Tour, il secondo circuito americano, e autore di una “hole in one” nel primo giro (buca 7, par 3 di 165 yards). Sono risaliti tra i top ten anche Justin Thomas, Webb Simpson e Tony Finau, ottavi con 286 (+6), alla pari con il nordirlandese Rory McIlroy, sceso dalla settima, e a Zach Johnson. Ha concluso al 13° posto con 287 (+7) Patrick Reed, l’altro autore di un ace, anch’egli nel primo giro e alla stessa buca di Zalatoris, e ha ceduto il giapponese Hideki Matsuyama, da quarto 17° con 288 (+8) dopo un 78 (+8). Mai in partita lo spagnolo Jon Rahm, numero due mondiale, 23° con 290 (+10).
Renato Paratore, come detto, è rimasto praticamente stabile in media graduatoria iniziando al 33° posto e poi passando per il 22° e per il 27°. Ha girato in 76 (+6) colpi con un birdie e un bogey sulle prime nove buche passate in par e poi trovando parecchie difficoltà nel rientro (due bogey e due doppi bogey).
TERZO GIRO - Un giovane che prova a entrare nella storia, Matthew Wolff leader con 205 (-5), quasi tutti i big fuori gioco e Renato Paratore che tiene a metà classifica (27° con 216, +6) dopo il terzo turno dell’US Open, il major che si sta svolgendo sul penalizzante percorso del Winged Foot GC (par 70), a Mamaroneck nello stato di New York, dove solo tre concorrenti hanno punteggi sotto par e in cui nessuno nei tre giri è stato indenne da bogey.
In una giornata soleggiata e fresca e con vento che ha spirato tra le sei e le 12 miglia orarie Wolff, 21enne di Simi Valley alla 30ª gara sul circuito dove ha ottenuto un titolo (3M Open, 2019), ha realizzato un 65 (-5, sei birdie, un bogey), miglior score di giornata che ha unito ai precedenti parziali di 66 (-4) e 74 (+4), e risalendo dalla settima piazza si è propiziato l’occasione per replicare, dopo oltre un secolo, l’impresa di Francis Ouimet che nel 1913 si impose, unico nella storia dell’US Open, al suo debutto nel torneo.
Dovrà gestire due colpi di vantaggio su Bryson DeChambeau, secondo con 207 (-3), e quattro sul sudafricano Louis Oosthuizen, terzo con 209 (-1), che su un tracciato come il Winged Foot GC sono un piccolo patrimonio, Dalla sua il crollo di quasi tutti i big con l’eccezione di Xander Schauffele e del giapponese Hideki Matsuyama, quarti con 210 (par) insieme ad Harris English, e del nordirlandese Rory McIlroy, settimo con 211 (+1), che però continua ad andare su e giù per la classifica con un gioco poco affidabile, che non lascia tanto spazio a clamorosi recuperi.
Ha mollato Patrick Reed, da primo a 11° con 213 (+3), dopo un devastante 77 (+7), non è stato da meno Justin Thomas, da terzo a 17° con 214 (+4) per il peso di un 76 (+6). Mancato decollo di Dustin Johnson, numero uno mondiale, 21° con 215 (+5), rimasto praticamente stabile, e fine dei sogni anche per Jon Rahm, numero due, in netto contrasto con il putter, 31° con 217 (+7), penalizzato da un 76 (+6) e tornato indietro di 19 passi.
Renato Paratore (parziali di 71 72 73), al secondo US Open e a un major in carriera, sta difendendo con grande grinta la sua posizione in media classifica, dove è praticamente rimasto dall’inizio (prima 33°, poi 22°). Ha segnato un birdie e due bogey in uscita e poi ha chiuso con altri due bogey per il 73 (+3). Il montepremi è di ben 12.500.000 dollari.
SECONDO GIRO - Renato Paratore, in una giornata difficile per tutti dove tre soli giocatori hanno realizzato uno score sotto par, con una tonica prova ha recuperato undici posizioni salendo dal 33° al 22° posto con 143 (71 72, +3) colpi, dove ha la compagnia di Dustin Johnson, numero uno mondiale, e di Rory McIlroy, numero quattro, nel secondo giro dell’US Open, il major che si sta svolgendo sul penalizzante percorso del Winged Foot GC (par 70), a Mamaroneck nello stato di New York.
Il vento, che soffiava tra le 10 e le 15 miglia orarie, ha avuto la sua parte nel rallentamento generale ed è bastato un giro nel 70 del par per permettere a Patrick Reed di prendersi la leadership con 136 (66 70, -4) colpi. Ha capitalizzato un parziale di 68 (-2), miglior score del turno, Bryson DeChambeau, da 14° a secondo con 137 (-3) e uno dei tre concorrenti che hanno sconfitto il par. Gli altri due con 69 (-1) sono stati Hideki Matsuyama, da 33° a settimo con 140 (par), e Bubba Watson, da 57° a 12° con 141 (+1).
Ha perso la prima piazza Justin Thomas, numero tre del World Ranking, ora terzo con 138 (-2) insieme a Rafa Cabrera Bello e ad Harris English, ma ha tutto il tempo per riprendersi quanto ha lasciato, mentre è stata bocciatura pesante per Tiger Woods (150, +10 dopo un 77, +7), che non ha superato il taglio caduto a 146 (+6) per la terza volta negli ultimi quattro US Open a cui ha preso parte. Stessa sorte per Tommy Fleetwood e Gary Woodland, che difendeva il titolo (148, +8), Justin Rose (150), Phil Mickelson (153, +13), per il quale ancora una volta il torneo si è rivelato stregato e dove è terminato sei volte secondo, Jordan Spieth (154, +14) e per Sergio Garcia (155, +15).
In alta classifica Jason Kokrak, sesto con 139 (-1), Xander Schauffele, Matthew Wolff, Brendon Todd e Thomas Pieters, che affiancano Matsuyama, e Jon Rahm, numero due mondiale, che è alla pari con Watson. Confermando l’andatura altalenante dell’ultimo periodo McIlroy ha disceso la classifica di 17 gradini, mentre ne ha risaliti 49 Dustin Johnson dopo una falsa partenza.
Patrick Reed, che ha colto appena dieci fairway in due round evento che non si verificava per un leader o coleader dell’US Open dal 1983, ha segnato cinque birdie e cinque bogey. Renato Paratore, al secondo US Open e a un major in carriera, ha iniziato con due bogey, ma ha subito reagito con tre birdie nelle successive cinque buche e ha chiuso in par la prima parte del tracciato con il terzo bogey alla nona. Nel rientro ha ceduto due colpi al campo (un birdie, tre bogey) per un 72 (+2) che ha comunque dato una buona resa in un torneo dove nessun giocatore in 36 buche è riuscito a evitare bogey. Il montepremi è di ben 12.500.000 dollari.
PRIMO GIRO - Renato Paratore, al secondo major della sua carriera, ha offerto una buona prova e ha concluso al 33° posto con 71 (+1) colpi il primo turno del 120° US Open il secondo major disputato in un 2020 con i calendari stravolti dall’emergenza sanitaria e il primo dei sei, un fatto unico, che caratterizzeranno il PGA Tour 2020-2021 con raddoppio di questo torneo e del Masters.
Conferme, sorprese e “buche in uno” in una giornata sicuramente frizzante sul difficile percorso del Winged Foot GC (par 70), di Mamaroneck, nello stato di New York Grande partenza di Justin Thomas, leader con 65 (-5) colpi, punteggio più basso per il torneo su questo tracciato e suo personale nel giro d’apertura in un major, ma non sono stati da meno Patrick Reed, secondo con 66 (-4) e uno dei due autori dell’ace (l’altro è Will Zalatoris, 22° con 70, par) e Rory McIlory, quinto con 67 (-3), tutti e tre nella top ten del Worl ranking. Fortemente deludenti Tiger Woods, Justin Rose, Dustin Johnson, leader mondiale, e Jordan Spieth, 71.i con 73 (+3) e già costretti al miracolo per rimettersi in carreggiata, così come Gary Woodland, 92° con 74 (+4), campione in carica. Subito in fumo il sogno di Phil Mickelson di vincere finalmente il torneo stregato (sei volte secondo) e completare il Grand Slam, essendosi imposto negli altri tre major: infatti è 142° e penultimo con 79 (+9) e molto probabilmente non supererà il taglio.
Reed è affiancato da Thomas Pieters e da Matthew Wolff e Rory McIlory ha la compagnia di Louis Oosthuizen e di Lee Westwood, grande campione ma senza titoli major nel palmarès. Hanno tenuto Jon Rahm, numero due al mondo, Bryson DeChambeau, Rickie Fowler e Tony Finau, 14.i con 69 (-1), e Sungjae In, 22° con Zalatoris.
Thomas ha realizzato sei birdie e un bogey e Tiger Woods è andato in altalena con cinque birdie, sei bogey e un doppio bogey, perdendo ben quattro colpi sulle ultime sei buche. “Un brutto finale – ha detto – che non mi aspettavo. Devo rivedere parecchie cose e nel secondo giro dovrò dare il massimo”.
Renato Paratore, per la seconda volta ai nastri dell’US Open dove lo scorso anno uscì dopo 36 buche, partito dalla buca 10 ha iniziato con un birdie, ma ha trovato poco dopo due bogey perdendo un colpo che poi non è riuscito a recuperare nel rientro (due birdie, due bogey). Il montepremi è di ben 12.500.000 dollari
Due “buche in uno”. – Due “hole in one” nel primo giro che portano a 47 quelle segnate complessivamente nella gara. Entrambe le prodezze alla buca 7, par 3 di 165 yards. Patrick Reed, che ha usato un ferro 9, ha poi aggiunto all’ace quattro birdie e un doppio bogey. Will Zalatoris, invece, ha chiuso in par, completando lo score con tre birdie e cinque bogey.
LA VIGILIA - Un titolo prestigioso, la contesa per la leadership mondiale, Tiger Woods e Phil Mickelson alla ricerca di obiettivi ambiziosi e tanti altri temi nella 120ª edizione dell’US Open (17-20 settembre), il secondo major disputato in un 2020 dai calendari imprevedibili per la pandemia e il primo dei sei, un fatto unico, che caratterizzeranno il calendario del PGA Tour 2020-2021 con raddoppio di questo torneo e del Masters.
Al Winged Foot GC, di Mamaroneck, nello stato di New York, che ospita il major per la sesta volta, l’ultima nel 2006, saliranno sul tee di partenza 144 concorrenti, tra i quali 48 dei primi 50 del World Ranking, 25 vincitori di major e nove di FedEx Cup e tra tanti campioni vi sarà anche Renato Paratore, al secondo major della sua carriera dopo aver partecipato lo scorso anno allo stesso evento, che si è conquistato un posto nel field vincendo il British Masters, la prima delle sei gare “UK Swing” dell’European Tour, che poi hanno concesso il viaggio negli Stati Uniti ai primi dieci di una speciale classifica a punti, dove l’azzurro è entrato senza problemi (quinto).
Grande favorito Dustin Johnson, numero uno mondiale, dominatore della recente FedEx Cup, due successi e due secondi posti nelle ultime quattro uscite, a segno nel 2016, e appena nominato “Player of the Year” del PGA Tour per l’annata appena conclusa. Tutto questo non lo renderà immune dagli attacchi al suo trono mondiale e che arriveranno da Jon Rahm, numero due, il quale peraltro ancora non si è imposto in un torneo del Grande Slam, e da Justin Thomas, numero tre. Due avversari che sono in condizione e con il primo che lo ha battuto nel BMW Championship. L’altro che ha relegato al secondo posto Johnson è stato Collin Morikawa, numero cinque, nel PGA Championship. Ha l’occasione per imporsi nel secondo major di fila, impresa riuscita l’ultima volta a Jordan Spieth nel 2015, che all’epoca aveva un super rendimento svanito poi nel nulla.
Difficile da valutare Rory McIlroy, numero quattro, primatista per gli score più bassi della gara sulle 54 buche (199 colpi) e sulle 72 (268), maturati nel 2011 quando salì sul gradino più alto del podio. Si è attestato su un andamento piuttosto irregolare, con alti e bassi tra un giro e l’altro, che hanno prodotto una sola top ten (8° Tour Championship) nelle ultime nove prestazioni sul circuito.
Tiger Woods, anch’egli non brillante, gioca notoriamente sempre per vincere e, nell’occasione l’obiettivo è triplo: cogliere l’83° successo sul circuito e rimanere recordman assoluto sul tour lasciando a 82 Sam Snead, ottenere il quarto titolo nella gara, prerogativa per ora di soli quattro giocatori (Willie Anderson, Bobby Jones, Ben Hogan e Jack Nicklaus) e portare a 16 i major nel palmarès per avvicinarsi ai 18 di Nicklaus. Occorrerà vedere se la sua ferrea volontà prevarrà su una forma rivedibile.
Phil Mickelson prova a sfatare il tabù di un torneo stregato dove ha raccolto sei secondi posti, ma mai quella vittoria che lo farebbe divenire il sesto giocatore nella storia capace di completare il Grande Slam, avendo conquistato gli altri tre major. Riuscisse nell’impresa diverrebbe, a poco più di 50 anni, l’atleta più anziano a sollevare il trofeo, superando Hale Irwin (45 anni e 15 giorni nel suo exploit del 1990).
Difende il titolo Gary Woodland, 36enne di Topeka (Kansas), tre titoli prima del colpo a sorpresa dello scorso anno e poi rimasto all’asciutto, cosa che non depone a favore di un suo bis. Oltre ai citati sono tanti i concorrenti in grado di dire la loro, tra i quali ricordiamo Webb Simpson, Bryson DeChambeau, Patrick Reed, Patrick Cantlay, Justin Rose, Tommy Fleetwood, uno dei sei che detiene il primato del punteggio più basso sul giro (63), Hideki Matsuyama e Adam Scott per citarne alcuni. Tra i giovani, oltre a Morikawa, da seguire Matthew Wolff, Joaquin Niemann e Victor Hovland. Ci sarà anche Martin Kaymer, che recentemente ha perso due occasioni di fila sull’European Tour per tornare al successo a sei anni dall’US Open del 2014, suo ultimo alloro. Detiene il record sulle 36 buche (130 colpi) stabilito in quella circostanza. Quanto a Paratore, che lo scorso anno uscì al taglio, sicuramente avrà fatto tesoro della precedente esperienza, ma comunque vada a 23 anni ha ancora tanto tempo e tanti major avanti.
Assenti Francesco Molinari, che aveva annunciato da tempo il suo forfait, e Brooks Koepka, bicampione nel 2016 e 2017, fermo per infortunio. Alla vigilia hanno dovuto rinunciare Scottie Scheffler (“Rookie of the Year” 2019-2020) e Sam Horsfield, che si era guadagnato anch’egli il posto attraverso lo “UK Swing” vincendo due gare, positivi al Covid-19. Sono stati sostituiti da Branden Grace e da Rory Sabbatini.
Il torneo su Sky – L’US Open verrà teletrasmesso da Sky con collegamenti ai seguenti orari: giovedì 17 settembre, dalle ore 15 alle ore 1 (Sky Sport Collection); venerdì 18, dalle ore 13,30 alle ore 16,30 (Sky Sport canale 252) e dalle ore 16,30 alle ore 1 (Sky Sport Collection); sabato 19, dalle ore 18,15 alle ore 2 (Sky Sport Collection); domenica 20, dalle ore 15,50 alle ore 24 (Sky Sport Collection). Commento di Silvio Grappasonni, Massimo Scarpa, Roberto Zappa, Alessandro Lupi e di Michele Gallerani.