10 Agosto 2020

US PGA: una perla di Collin Morikawa

Collin Morikawa con il trofeo Collin Morikawa con il trofeo

La vittoria a sorpresa, ma meritata di Collin Morikawa, giovane in grande ascesa, il ritorno sul trono mondiale di Jon Rahm, il cedimento finale di Brooks Koepka e il flop di Justin Thomas in un 102° US PGA Championship che ha riservato tante emozioni. Sul percorso del TPC Harding Park (par 70) a San Francisco in California, nel primo major di una stagione resa anomala dall’emergenza sanitaria, Morikawa è emerso dal gruppo di sette concorrenti che si sono ritrovati a un certo punto tutti in vetta e ha concluso con 267 (69 69 65 64, -13) colpi distaccando di due lunghezze Paul Casey e Dustin Johnson (269, -11). Quest’ultimo per la quarta volta su quattro ha mancato la vittoria in un major dopo essere partito da leader nel giro conclusivo e per il secondo anno di fila è stato runner up con precedente di Jack Nicklaus (1964-1965). Al quarto posto con 270 (-10) Bryson DeChambeau, alla nona top ten stagionale, Jason Day, alla quarta di fila, Tony Finau, gran regolarista sempre piazzato quasi mai vincente, Scottie Scheffler e Matthew Wolff, che si è guadagnato un posto nel field del prossimo US Open (17-20 settembre) insieme a Cameron Champ, decimo con 272 (-8).

Nono posto per Justin Rose (271, -9) e impennata finale, dopo una gara difficile, di Jon Rahm, da 21° a 13° con 273 (-7), che in tal modo si è riportato al vertice mondiale operando il controsorpasso su Justin Thomas, solo 37° con 279 (-1), posizione che gli ha fatto perdere la corona per un solo centesimo di punto.

Inatteso il crollo di Brooks Koepka, campione in carica che puntava al terzo alloro consecutivo per emulare dopo 94 anni Walter Hagen, sceso dalla quarta alla 29ª piazza con 277 (-3) affondato da un 74 (+4). Mai in corsa Rory McIlroy, 33° con 278 (-2), Webb Simpson e Tiger Woods, stesso score di Thomas. Tiger con un 67 (-3) si è tolto dalla bassa classifica risalendo dal 59° posto, unico guizzo di una prestazione sotto tono. Ancora un delusione per Jordan Spieth, 71° con 284 (+4), al quale manca l’US PGA Championship per completare il Grande Slam.

Collin Morikawa, nativo di Los Angeles (California, ha ottenuto il titolo all’età di 23 anni, sei mesi e tre giorni, quarto giocatore dalla seconda guerra mondiale a conquistare un major dopo Rory McIlroy, Jack Nicklaus e Tiger Woods prima dei 24 anni. Con 129 (-11) colpi ha stabilito il nuovo record del torneo sulle ultime 36 buche e con 64 (-6) ha eguagliato il punteggio più basso nell’ultimo round per un vincitore. Lo score è maturato con quattro birdie e poi con l’eagle alla buca 16 (par 4), decisivo per mettere fuori gioco gli avversari. E’ il terzo successo (dopo Barracuda Championship 2019 e Workday Charity Open nello scorso luglio) in un inizio di carriera straordinario con soli 30 tornei disputati. Nei primi 22, in cui ha sempre superato il taglio, ha realizzato la seconda striscia migliore in materia dopo quella di Tiger Woods (25). E’ il nono giocatore a imporsi nell’US PGA Championship al debutto nel torneo e il successo gli ha permesso di salire dal 12° al quinto posto nella classifica mondiale e di ricevere un consistente assegno di 1.980.000 dollari su un montepremi di 11.000.000 milioni di dollari. Ora è al secondo posto nella money list e nella FedEx Cup, in entrambe le classifiche alle spalle di Thomas,

“L’emozione è forte – ha detto Morikawa al termine – e non riesco a esprimere con parole adeguate quanto sto provando. Sono momenti che rimarranno indelebili nella mia mente. Mi spiace solo di non aver potuto contare sugli applausi del pubblico”. Si è giocato a porte chiuse e rispettando norme di prevenzione molto restrittive per giocatori e addetti ai lavori.

WORLD RANKING: RAHM TORNA LEADER, MORIKAWA QUINTO – La classifica del World Ranking ha subito significative variazioni dopo il major. Jon Rahm è ritornato al vertice (p. 8,78), ma con un solo centesimo di margine su Justin Thomas (8,77) a significare che già dalla prossima settimana può accadere di tutto, anche con una possibile impennata di Rory McIlroy (8,16), che è poco dietro. Ha guadagnato una posizione Dustin Johnson (7,75) e Collin Morikawa è saltato dal 12° al quinto posto con 7,51. Due passi indietro di Webb Simpson, sesto con 6,83, e uno per gli altri quattro che lo seguono: Brooks Koepka (6,49), Bryson DeChambeau (6,29), Patrick Reed (5,97) e Adam Scott (5,61). Continua a scendere Francesco Molinari, 42° con 2,64, che non gioca da marzo.

TERZO GIRO - L’attacco di Dustin Johnson, salito al vertice con 201 (69 67 65, -9), la risalita tardiva di Justin Thomas e di altri big e il cedimento del cinese Haotong Li, in vetta dopo due turni, hanno caratterizzato il terzo giro dell’US PGA Championship, il primo major di una stagione resa anomala dall’emergenza sanitaria, che si sta svolgendo sul percorso del TPC Harding Park (par 70) a San Francisco in California.

Dustin Hunter Johnson, 36enne di Columbia (South Carolina), numero cinque mondiale con 21 titoli sul circuito comprensivi di un major (US Open, 2016) e di sei WGC, ha tenuto un’andatura sottolineata da qualche sbavatura (un bogey e un doppio bogey), ma resa efficace da otto birdie per 65 (-5) con cui ha lasciato a un colpo Scottie Scheffler, debuttante nel torneo, e Cameron Champ (202, -8). E’ la terza volta che Johnson si trova al vertice di un major dopo 54 buche e nelle precedenti tre occasioni, tutte nell’US Open, ha sempre mancato il bersaglio, però in altri eventi ha fatto centro otto volte su 17. Se sfata il tabù ha la possibilità di divenire nuovo leader mondiale, ma dipenderà da una serie di combinazioni favorevoli con i piazzamenti degli altri che lo precedono nel ranking e, in primis, di Justin Thomas, tornato sul torno la scorsa settimana dopo oltre due anni e che è risalito dal 60° al 34° posto con 209 (-1).

Nella corsa al titolo ha perso due posizioni Brooks Koepka, quarto con 203 (-7) alla pari con Collin Morikawa e con Paul Casey, ma sono rimaste intatte le sue possibilità di assicurarsi il torneo per la terza volta consecutiva ed emulare Walter Hagen a cui l’impresa nell’US PGA Championship è riuscita 94 anni addietro. Hanno ampie possibilità anche Bryson DeChambeau, Tony Finau, Justin Rose, Jason Day, Daniel Berger e Tommy Fleetwood, settimi con 204 (-6), mentre è probabilmente svanito il sogno di Haotong Li, da leader a 13° con 205 (-5) dopo un 73 (+3), di divenire il primo cinese a conquistare un major.

Hanno risalito la classifica con una rimonta tardiva, ma sono ormai fuori gioco Jon Rahm, numero due del World Ranking, Webb Simpson, numero 4, Patrick Cantlay e Patrick Reed, 21.i con 207 (-3), mentre continua la deludente prestazione di Rory McIlroy, numero 3, 43° con 210 (par), e di Tiger Woods, da 44° da 59° con 212 (+2), che ha messo insieme due birdie e quattro bogey per il parziale di 72 (+2). In caduta libera Jordan Spieth, 78° con 217 (+7). Il montepremi è di undici milioni di dollari con prima moneta di 1.980.000 dollari.

Si gioca a porte chiuse e rispettando norme di prevenzione molto restrittive per giocatori e addetti ai lavori.

SECONDO GIRO - Sorpresa nell’US PGA Championship dove per la prima volta nella storia è a comando di un major un cinese, Haotong Li, autore di un 65 (-5) per uno score di 132 (67 65, -8) colpi. Nel primo evento del Grande Slam in una stagione condizionata dall’emergenza sanitaria, che si sta svolgendo sul percorso del TPC Harding Park (par 70) a San Francisco in California, Li, 25enne di Hanan, due titoli nell’European Tour e alla 38ª gara sul circuito statunitense, ha preso due colpi di vantaggio su Brooks Koepka, campione in carica alla caccia del terzo successo consecutivo nel torneo per emulare Walter Hagen dopo 94 anni, Daniel Berger, Justin Rose, Mike Lorenzo-Vera, Tommy Fleetwood (suo miglior punteggio in carriera a metà gara in un major) e su Jason Day (134, -6), leader dopo un turno insieme a Brendon Todd, scivolato in ottava posizione con 135 (-5).

Li, che ha segnato cinque birdie senza bogey risalendo dalla 12ª piazza e realizzando il suo score personale più basso su 36 buche sul PGA Tour, come detto, è il primo cinese a trovarsi in testa in un major e ha buone prospettive di essere il primo della sua nazione a vincerlo, poiché dal 2000 ben 12 giocatori leader o coleader a metà corsa ci sono riusciti.

Note poco lusinghiere per Tiger Woods, da 20° a 44° con 140 (68 72, par),dopo un 72 (+2, due birdie, quattro bogey) e per Justin Thomas, 60° con 141 (+1), che ha evitato di misura il taglio insieme a Jordan Spieth e a Patrick Cantlay. Thomas, tornato numero uno mondiale la scorsa settimana con il successo nel WGC FedEx St. Jude Invitational, deve ora avere qualche timore per la sua fresca corona, perché i quattro giocatori che possono detronizzarlo con una vittoria (sia pure legata a una serie di combinazioni favorevoli con i piazzamenti degli altri) hanno tutti guadagnato posizioni. Si è avvicinato alla vetta Dustin Johnson (n. 5), da 33° a 11° con 136 (-4), e si sono portati al 31° posto con 139 (-1) Jon Rahm (n. 2), Rory McIlroy (n. 3) e Webb Simpson (n. 4), tutti in grado di poter recuperare sette colpi di ritardo con 36 buche a disposizione. Un colpo in meno per Patrick Reed, Bryson DeChambeau e Adam Scott, quest’ultimo  al rientro dopo il lungo stop, 25.i con 138 (-2). E’ uscito per un colpo Rickie Fowler (142, +2) e la sua serie di tagli superati in un major si è fermata a 14, mentre la più lunga, attualmente in corso, è di Koepka con 23. Stessa sorte per Martin Kaymer (148, +8), che era terzo dopo un turno e travolto da un 82 (+12), e per Sergio Garcia (146, +6). Il montepremi è di undici milioni di dollari con prima moneta di 1.980.000 dollari.

Si gioca a porte chiuse e rispettando norme di prevenzione molto restrittive per giocatori e addetti ai lavori.

PRIMO GIRO - Sorprese e qualche big in affanno nel giro iniziale dell’US PGA Championship, il primo major di una stagione pesantemente segnata dall’emergenza sanitaria. Sul percorso del TPC Harding Park (par 70) a San Francisco in California, che ospita per la prima volta il major alla 102ª edizione, ritorno ai vertici di Jason Day, leader con 65 (-5) colpi insieme a un Brendon Todd in ottima forma, in una classifica un po’ anomala in cui si trovano al terzo posto con 66 (-4) ben nove concorrenti tra i quali Brooks Koepka, campione in carica teso alla ricerca del terzo titolo consecutivo, Xander Schauffele, Justin Rose e Martin Kaymer, a segno nel 2010, ex numero uno mondiale e che non realizzava uno score così basso dal 2017 (Honda Classic).

Buon inizio di Tiger Woods, 20° con 68 (.2) insieme a Bryson DeChambeau, Patrick Reed e ad Adam Scott, il quale ha ripreso l’attività dopo una sorta di lockdown più lungo che si è auto imposto. In panne Justin Thomas, 68° con 71 (+1), tornato leader del world ranking la scorsa settimana dopo oltre due anni grazie alla vittoria nel WGC FedEx St. Jude Invitational. In una giornata poco felice si è preso anche un colpo di penalità alla buca 7 per una palla persa. Non hanno, comunque, brillato neanche i quattro giocatori che possono detronizzarlo con un successo (purché legato a una serie di combinazioni favorevoli con i piazzamenti degli altri): Dustin Johnson (n. 5) è al 33° posto con 69 (-1), Jon Rahm (n. 2) e Rory McIlroy (n. 3) sono al 48° con 70 (par), e Webb Simpson (n. 4) affianca Thomas.

Jason Day, 32enne di Beaudesert, 12 titoli comprensivi di un US PGA Championship datato 2015 e di due WGC, alla 267ª presenza sul PGA Tour, anche lui ex numero uno mondiale e condizionato nel tempo da problemi alla schiena, ha segnato cinque birdie senza bogey, realizzando lil punteggio personale più basso in un major nel turno d’apertura. Per la nona volta è un vetta dopo 18 buche e nelle otto precedenti ha fatto centro in quattro occasioni. Brendon Todd, 35enne di Pittsbourgh (Pennsylvania), tre successi, due stagionali. nel circuito dove gioca la 192ª gara, ha tenuto il passo dell’avversario con sette birdie e due bogey. Dal 2000 solo quattro atleti hanno tradotto in titolo la leadership di partenza (Woods, Phil Mickelson, Jimmy Walker e Koepka). Tiger Woods si è espresso con cinque birdie e tre bogey ed è apparso abbastanza soddisfatto: “Ho commesso qualche errore evitabile – ha detto – ma nel complesso è stato un avvio positivo”.

Il torneo, al quale prendono parte 48 dei primi 50 giocatori al mondo, con l’eccezione di Francesco Molinari e di Lee Westwood, si gioca a porte chiuse e rispettando norme di prevenzione molto restrittive per giocatori e addetti ai lavori. Il montepremi è di undici milioni di dollari con prima moneta di 1.980.000 dollari.

LA VIGILIA - Torna un major dopo tredici mesi e si riparte con la 102ª edizione dell’US PGA Championship. Doveva essere il secondo della serie, ma nel calendario stravolto dall’emergenza sanitaria è divenuto il primo, cosa che non accadeva dal 1971. Sarà seguito dall’US Open (17-20 settembre) e dal Masters (12-15 novembre), mentre è saltato per la prima volta dal 1945 l’Open Championship, che era stato l’ultimo a essere disputato nel luglio dello scorso anno con titolo a Shane Lowry.

Praticamente in campo al TPC Harding Park di San Francisco in California (6-9 agosto), dove si gioca a porte chiuse, tutti i migliori giocatori del mondo con le sole defezioni, tra i top 50 del World ranking, di Francesco Molinari (n. 37) e di Lee Westwood (n. 39). Tanti i motivi di interesse a iniziare dalla difesa del trono mondiale di Justin Thomas, dove è risalito dopo poco più di due anni grazie al successo di domenica scorsa nel WGC FedEc St. Jude Invitational, e teso a conseguire il quarto alloro stagionale e il secondo in un major (il primo proprio in questo evento nel 2017), anche se sa che “vincere una volta è già difficile, figuriamoci due”, ma che “è molto stimolante competere con tanti grandi campioni”.

Alle sue spalle nel ranking nell’ordine Jon Rahm, appena spodestato dopo sole due settimane in cima al mondo golfistico, Rory McIlroy, Webb Simpson e Dustin Johnson, tutti in grado con un successo di divenire numero uno (sia pure legandosi a una serie di combinazioni con i piazzamenti degli altri). Grande attesa anche per Tiger Woods e Brooks Koepka. Il primo, che ha vinto il torneo per quattro volte, l’ultima nel 2007, ha un triplo obiettivo: conquistare il quinto titolo per agganciare Walter Hagen e Jack Nicklaus, recordman di successi, arrivare a quota 16 nei major sul palmarés e avvicinarsi sempre più allo stesso Nicklaus (18) e cogliere l’83ª vittoria sul PGA Tour, per staccarsi da Sam Snead con il quale condivide il primato di 82 titoli.

Brooks Koepka, campione uscente, che ha perso il WGC nelle ultime battute, ma piuttosto tonico come non si vedeva di tempo, punta a traguardi prestigiosi: imporsi per la terza volta consecutiva nell’US PGA Championship, impresa che non riesce da 94 anni, da quanto Walter Hagen siglò il terzo titolo nel 1926 della quaterna tra il 1924 e il 1927, mentre in tempi più recenti l’ultimo a conseguire tre major di fila è stato Peter Thomson (The Open, 1954-1956). Inoltre può firmare un major per il quarto anno di fila come fece Woods (2005-2008). Un pensiero al gradino più alto del podio lo farà sicuramente anche Jordan Spieth, che il tal modo completerebbe il Grande Slam emulando Gene Sarazen, Ben Hogan, Gary Player, Jack Nicklaus e Tiger Woods. Il problema è che il 27enne texano di Dallas non vince dal 2017 e non attraversa certo un periodo felice.

Tanti altri, comunque, i pretendenti al successo, anche se non tutti sono al top. E’ in un buon momento Bryson DeChambeau, mentre soffrono di alti e bassi Justin Rose, Patrick Reed, Sergio Garcia, Rickie Fowler, Patrick Cantlay, Xander Schauffele e Shane Lowry. Indecifrabili Phil Mickelson, che pure si è fatto vedere in questo scorcio di stagione, Tommy Fleetwood, che ha appena ripreso, e Adam Scott, che ritorna alle gare dopo una sorta di lockdown più lungo che si è auto imposto. Il montepremi è di ben undici milioni di dollari con prima moneta di 1.980.000 dollari.

Diretta su Sky – SKY teletrasmetterà l’US PGA Championship in diretta, in alta definizione e in esclusiva sul canale Sky Sport Arena ai seguenti orari: da giovedì 6 agosto a sabato 8, dalle ore 22 alle ore 4; domenica 9, dalle ore 21 alle ore 3. La diretta sarà anticipata da Studio Golf  su Sky Sport 24: giovedì 6 agosto, dalle 20,15 alle 20,30; venerdì 7, sabato 8 e domenica 9, dalle ore 18,15 alle ore 18,30 (Nei quattro giorni differita dalle 21,45 alle 22 su Sky Sport Arena). Commento del torneo di Silvio Grappasonni, Massimo Scarpa, Roberto Zappa, Alessandro Lupi e di Michele Gallerani. Studio Golf condotto da Francesca Piantanida.

Primo piano

  • Sergio Melpignano Senior Italian Open: vince Thomas Gögele. Emanuele Canonica, miglior italiano del torneo, chiude in ottava posizione
    Sergio Melpignano Senior Italian Open: vince Thomas Gögele. Emanuele Canonica, miglior italiano del torneo, chiude in ottava posizione 26/10/2024

    Il tedesco Thomas Gögele, con 197 (64 66 67, -19) colpi, ha vinto il Sergio Melpignano Senior Italian Open, torneo del Legends Tour disputato al San Domenico Golf (par 72) di Savelletri di Fasano (Brindisi). Primo successo sul circuito over 50 per Gögele, che ha saputo tenere salda la leadership sin dal primo dei tre round. Il gallese Bradley Dredge non è riuscito nel sorpasso, confermandosi in seconda posizione con 200 (-16). Terzo posto tutto inglese con 202 (-14) per Simon Griffiths e Andrew Marshall. Il trofeo di miglior italiano è andato ad Emanuele Canonica, che ha chiuso la gara ottavo con 206 (-10) davanti ad Alessandro Tadini, decimo con 207 (-9). Michele Reale si è posizionato 32° con 213 (-3), Mauro Bianco, 52° con 218 (+2), Gianluca Pietrobono, 60° con 231 (+15). Il campione uscente, James Kingston, ha concluso al 18° posto con 209 (-7)

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Golf Story

  • I "tre moschettieri"
    e il super maestro
    del golf italiano
    I "tre moschettieri" e il super maestro del golf italiano 15/04/2021

    Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925  che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano. 

    Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open.  La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta

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