Phil Mickelson, uno dei miti del golf mondiale, ha compiuto 50 anni. Nato il 16 giugno 1970 a San Diego in California ha collezionato fino ad ora 44 titoli sul PGA Tour, il primo nel 1991 (Northern Open) quando era ancora dilettante, l’ultimo nel 2019 (AT&T Pebble Beach Pro Am). In mezzo cinque major, tre Masters Tournament (2004, 2006 e 2010), un PGA Championship (2005) e un Open Championship (2013), e due WGC (CA Championship, 2009, Mexico Championship, 2013). Con il rammarico di non aver mai chiuso il Grande Slam, perché l’US Open si è trasformato in un vero e proprio incubo con bei sei secondi posti (1999, 2002, 2004, 2006, 2009, 2013) a volte con vittorie quasi in tasca buttate letteralmente al vento.
E’ stato per 700 settimane tra i primi dieci giocatori del World Ranking, arrivando fino al secondo posto, ma mai al primo probabilmente anche per aver dovuto competere con un mostro quale Tiger Woods. Grande rivalità in passato e poi tra i due amicizia negli ultimi anni in cui si sono affrontati per due volte nel “The Match” con risvolti benefici.
Con 12 presenze è l’uomo record della Ryder Cup, avendo superato nel 2018 a Parigi, l’inglese Nick Faldo che si è fermato a undici. Tante presenze, ma solo tre volte ha potuto alzare il trofeo insieme ai compagni.
In 26 anni di circuito a fine 2019 aveva guadagnato di premi 90.613 345 dollari, senza naturalmente contare le sponsorizzazioni.. Non ha alcuna intenzione di ritirarsi, anche perché è ancora pienamente competitivo e fermamente intenzionato a togliere lo zero dalla casella nelle vittorie dell’US Open. Nuova occasione per riprovarci dal 17 al 20 settembre sul percorso del Winged Foot GC a Mamaroneck (New York): non sarà facile fra tanta concorrenza, ma a un campione de suo calibro nulla è vietato.