Quinto al mondo come miglior posizione, 96 Top 10, dal 16 novembre 2008 mai fuori dai primi 100 del ranking. Inizia così l’intervista di Edoardo Molinari, tra numeri e statistiche snocciolate, a un incredulo Francesco Molinari. I fratelli d’oro del Golf made in Italy su Instagram - con lo sport e il golf mondiale fermi a causa dell’emergenza coronavirus - hanno intrattenuto followers e appassionati. “Chicco” Molinari è stato il primo ospite di “Tour Talks”, la rubrica settimanale ideata dalla Edoardo Molinari Golf Academy.
Dal trionfo Major di Carnoustie (Scozia) a quello alla Ryder Cup 2018. Dalla battuta d’arresto al Masters Tournament 2019 ai consigli ai ragazzi più giovani. “Divertitevi sempre, senza mai perdere la passione”.
Un face to face tutto da raccontare quello tra “Dodo” e “Chicco”. Le domande arrivano da Torino, le risposte da Londra, dove il re della Ryder Cup di Parigi ormai vive da anni. “Laser Frankie” parla del primo trionfo in un torneo del Grande Slam al “The Open” e di quell’ultimo giro giocato al fianco di Tiger Woods. “Anche quando balzò al comando continuai a mantenere sensazioni positive”. Alla buca 13, la svolta. “Lì ho realizzato forse il colpo più importante della mia carriera, quel putt per il par prima di un birdie alla 14”.
Dalla Scozia alla Francia, dall’Open Championship a Parigi. “Dodo” domanda, “Chicco” risponde e regala aneddoti mai raccontati prima. Il tandem Molinari-Fleetwood, quattro successi in altrettanti incontri (record europeo), nasce proprio dalla volontà dell’azzurro e del britannico che, ancor prima che cominciasse la sfida Europa-Usa, chiesero al danese Thomas Bjorn, all’epoca dei fatti capitano del Vecchio Continente, di farli giocare uno al fianco dell’altro nei match di doppio. “Ma la conferma ci arrivò - svela Molinari - solo a poche ore dal primo match”.
Poi un altro scoop. “Qualcuno ci disse che fu Lee Westwood (ex numero 1 al mondo, ndr) a convincere Bjorn a farci giocare insieme anche gli incontri fourball”.
Dopo i trionfi del 2018 e il successo all’Arnold Palmer (PGA Tour) nel marzo 2019, lo stop è arrivato al Masters, a un passo dalla gloria. “Credo ci sia stato un calo tecnico ed emotivo. E’ stato un colpo duro che però è servito da lezione”.
Una domanda dopo l’altra e nella “direct”, tra apprezzamenti dei tanti followers, ecco il saluto di Andrea Ranocchia, difensore dell’Inter, e una domanda sull’allenamento di Francesco Laporta, campione della Road to Mallorca 2019 (ordine di merito del Challenge Tour) e che, col collega Francesco Molinari, condivide la fede nerazzurra.
Quindi l’importanza dello staff, con il guru Dave Alred, mental coach di fama mondiale, garanzia assoluta dello sport britannico e del mondo del rugby, tra gli artefici dei suoi exploit. “Mi ha dato molto, aggiungendomi dimensioni che non credevo di avere”. Dunque il cambio di passo negli allenamenti, “con un lavoro fisico durato anni e che mi ha portato a fare più esercizi di forza e velocità che hanno contribuito a farmi guadagnare metri da tee a green”.
Il finale è riservato per i consigli. Dai dilettanti, “dedicate tempo ad aspetti importanti dell’allenamento come anche lo stretching”, ai giovani. “Divertitevi sempre”, la premessa, “senza mai perdere la passione”.
Insieme sono entrati nell’élite della disciplina regalando all’Italia, nel 2009, la prima Coppa del Mondo della storia del golf grazie al trionfo arrivato in Cina sul percorso del Mission Hills GC. Poi hanno vinto, l’uno al fianco dell’altro, la Ryder 2010 in Galles. E ora i fratelli Molinari, per la prima volta, “distanti ma uniti” - così come la campagna social lanciata dal Ministro per lo Sport e le Politiche Giovanili, Vincenzo Spadafora - si sono ritrovati in una intervista speciale, in attesa di riabbracciarsi sul green.