Con la vittoria nei Campionati Nazionali Match Play Ragazzi e Ragazze, Andrea Romano e Caterina Don si sono messi in luce come due tra i giovani più promettenti del golf italiano.
Il torneo disputato al Golf Club Padova ha anche evidenziato come nel giro azzurro ci siano altri under 18 di sicuro affidamento. Merito della bravura degli atleti stessi, dei loro maestri e del lavoro svolto dallo staff tecnico della Federazione Italiana Golf coordinato da Gian Paolo Montali, Direttore Generale del Progetto Ryder Cup 2022, nella sua nuova veste di Direttore Tecnico delle Squadre Nazionali.
Andrea Romano, nato a Roma, 17 anni nel prossimo giugno, tesserato per il Golf Club Castelgandolfo, è emerso sin da giovanissimo conquistando i titoli italiani Baby (2012) e Pulcini (2013-2014). Il recente secondo posto in Francia ai Campionati Internazionali Under 18 ha dato conferma della sua competitività.
Caterina Don, sedicenne torinese, tesserata per il Golf Club La Margherita, è salita sulla scena nelle ultime due stagioni con una crescita continua e sicura, culminata con la presenza nella squadra Girls azzurra vincitrice del Campionato Europeo della categoria nel 2016. Dalla nascita della passione per il golf ai sogni nel cassetto, i due azzurri si sono raccontati in un’intervista doppia esclusiva.
Che emozione hai provato a vincere un torneo così importante?
Romano – La vittoria mi ha trasmesso grande soddisfazione. Finalmente ho raggiunto l’obiettivo che mi ero prefissato dopo aver sfiorato il titolo negli Internazionali di Francia. Per arrivare fino in fondo ho dovuto superare avversari molto forti, acquisendo così sempre più consapevolezza nei miei mezzi. In finale contro Pietro Bovari ho avuto il giusto mix di serenità e determinazione.
Don – Vincere mi ha ripagato dei tanti sforzi compiuti. Ero andata molto vicino al successo nei precedenti tornei e a Padova sentivo di aver raggiunto la maturazione psico-fisica per provarci. Superare un’amica come Benedetta Moresco in finale ha reso tutto ancora più bello.
Quali sono i tuoi obiettivi per il 2017 e i tuoi progetti da grande?
Romano – La prossima settimana giocherò il Rocco Forte Open, Verdura – Sicily e mi piacerebbe passare il taglio nel mio primo torneo sull’European Tour. Poi punto a far parte della squadra nazionale che affronterà gli Europei e i Mondiali. Conclusa la scuola, potrei trasferirmi negli Stati Uniti per unire studio e golf oppure restare in Italia per cercare la scalata da professionista e magari riuscire a giocare un Major.
Don – Nel 2017 vorrei far parte nuovamente della squadra nazionale che difenderà il titolo europeo e poi togliermi soddisfazioni nelle gare individuali all’estero. Finita la scuola, ho in programma di affrontare un’esperienza negli Stati Uniti con una borsa di studio che mi permetta di studiare e continuare a giocare.
In seguito, se sarò all’altezza, mi piacerebbe fare il salto da proette per gareggiare nei massimi circuiti internazionali.
Il calendario delle gare ti porta a viaggiare nel mondo con grande frequenza. Come riesci a conciliare studio e sport?
Romano – Riesco a ottimizzare le ore che passo in aula così da compensare le assenze causate dai miei impegni golfistici. Sono molto fortunato a poter viaggiare così tanto e l’emozione di rappresentare l’Italia mi dà la forza per sacrificarmi. Il supporto della FIG ci consente di affrontare ogni torneo con uno staff di tecnici che ci aiuta sia in campo che fuori.
Don – Dividermi tutti i giorni fra scuola e campo di golf non è facile, ma con la giusta organizzazione ci si riesce. Le tante trasferte per i tornei sono comunque un arricchimento personale e la presenza degli allenatori federali ci dà sempre conforto per non farci trovare impreparate quando scendiamo in campo.
Come nasce la tua passione per il golf?
Romano – A differenza di altri golfisti, non ho avuto parenti che mi hanno avvicinato a questo sport. Quando avevo 3 anni mi è bastato seguire un mio amico per innamorarmi del golf. Poi sono cresciuto con il mito di Tiger Woods e anche oggi in campo cerco di ispirarmi al suo gioco e allo stile di Rory McIlroy.
Don – Da bambina praticavo molto sci, poi quando i miei zii hanno iniziato a portarmi con loro sul percorso di golf ho capito che era quello lo sport dove mi sarei potuta togliere maggiori soddisfazioni. Si tratta di una disciplina veramente completa e stimolante.
Come convinceresti un tuo compagno di scuola che il golf è uno sport vero e impegnativo?
Romano – Contro lo scetticismo dei miei amici c’è un metodo infallibile: li porto con me in campo per fargli vivere da vicino un percorso di gioco. Dopo poche buche con la sacca in spalla si convincono tutti che il golf è uno sport davvero faticoso!
Don – Indubbiamente ci sono tanti pregiudizi che portano a considerare il golf come un semplice gioco. In realtà serve una grande preparazione fisica perché una gara può durare anche 5 ore con condizioni meteorologiche spesso ostili. È uno sport che ti porta a sfidare te stesso, il campo e l’avversario e ogni buca ti fa scoprire qualcosa di te che non conoscevi.