27 Novembre 2016

World Cup: dominio danese, Italia 6ª

Soren Kjekldsen e Thorbjorn Olesen (Getty Images) Soren Kjekldsen e Thorbjorn Olesen (Getty Images)

La Danimarca (Soren Kjeldsen/Thorbjorn Olesen) ha dominato nella ISPS Handa World Cup of Golf, disputata sul percorso del Kingston Heath GC (par 72), a Melbourne in Australia. Si è imposta con 268 (72 60 70 66, -20) colpi conquistando per la prima volta il titolo in 58 edizioni dell'evento. L'Italia (Francesco Molinari/Matteo Manassero) ha ottenuto un bel sesto posto con 274 (71 66 73 64, -14) al termine di una tonica prova e tutta in alta classifica.

Hanno provato invano a contrastare i danesi gli Stati Uniti (Rickie Fowler/Jimmy Walker), la Francia (Victor Dubuisson/Romain Langasque) e la Cina (Ashun Wu/Haotong Li), seconde con 272 (-16), e la stessa Italia, affiancata dal Giappone di Hideki Matsuyama/Ryo Iskikawa, protagonisti di una bella rimonta. Non è stata mai in corsa la Svezia (Alex Noren/David Lingmerth), che però con un 62 (-10), miglior score del fourball finale, e il totale di 273 (-15) è salita in quinta posizione, un premio probabilmente superiore ai meriti.

In ottava con 275 (-13)  la Spagna (Rafael Cabrera Bello/Jon Rahm), leader dopo un giro e che ha pagato care le disattenzioni nella terza frazione, mentre è riuscita a entrare quanto meno tra le top ten l'Australia (Adam Scott/Marc Leishman), campione uscente, nona con 277 (-11) alla pari con l'Irlanda (Shane Lowry/Graeme McDowell). I padroni di casa, che hanno mancato il bis dopo il successo nel 2013, hanno accusato l'assenza di Jason Day, numero uno mondiale e attualmente ai box per infortunio, pur riconoscendo a Marc Leishman, che l'ha sostituto, generosità e grande impegno.

La lista delle deluse comprende la Nuova Zelanda (Danny Lee/Ryan Fox), 11ª con 278 (-10),  l'Inghilterra (Chris Wood/Andy Sullivan) e il Belgio (Thomas Pieters/Nicolas Colsaerts), 13.e con 279 (-9), la Thailandia (Thongchai Jaidee/Kiradech Aphibarnrat), 19ª con 282 (-6), e la Corea (Byeong Hun An/K.T. Kim), 22ª con 283 (-5) su 28 formazioni in campo.

Francesco Molinari, alla settima World Cup consecutiva e con un titolo firmato nel 2009 insieme al fratello Edoardo, e Matteo Manassero, alla seconda presenza, hanno offerto una prestazione molto positiva. Sono stati sempre in corsa per il titolo e hanno mancato un piazzamento migliore per una buca sbagliata nel primo turno foursome (un "8" alla buca 12, par 5) e per un avvio molto difficile nel terzo in cui hanno perso tre colpi sulle prime 11 buche. Molto bello il giro finale condotto in 64 (-8) colpi, terzo punteggio giornaliero, con otto birdie e senza sbavature.

Soren Kjeldsen e Thorbjorn Olesen, per i quali è stato fondamentale il 60 (-12) nel fourball del secondo giro,  hanno iniziato  lentamente la frazione conclusiva (un birdie e un bogey in nove buche) permettendo agli avversari di avvicinarsi pericolosamente, poi si sono scatenati nel rientro con sei birdie per il 66 (-6) vincente con cui hanno portato in patria il trofeo. In precedenza la Danimarca era giunta una volta seconda nel 2001 con Thomas Bjorn e Soren Hansen.

"E’ stata una settimana assolutamente incredibile - ha detto Kjeldsen -  e mi sono veramente divertito. Ho apprezzato il cameratismo con Thorbjorn e sono stato compito dal suo gioco e dal suo atteggiamento che hanno avuto peso sul risultato. Con lui ho compreso, forse per la prima volta, cosa voglia dire essere una squadra". Ha aggiunto Olesen: "E’ stata dura, ma io e Soren siamo stati grandi sia per forza mentale, sia per aver saputo mantenere la calma che ci ha permesso di esprimere il nostro gioco al top. Non abbiamo mai pensato agli altri, ma solo a quello che stavamo facendo e ciò è stato fondamentale". I vincitori hanno ricevuto un assegno di 1.200.000 dollari su un montepremi di 8.000.000 di dollari.

Nell’albo d’oro della World Cup of Golf figurano 24 successi degli Stati Uniti, cinque di Australia e Sudafrica e quattro della Spagna. L’Italia, oltre al titolo del 2009, ha ottenuto anche un secondo posto con Costantino Rocca e Massimo Florioli in Nuova Zelanda (1998).

 

TERZO GIRO - L’Italia (Francesco Molinari/Matteo Manassero) è al settimo posto con 210 colpi (71 66 73, -6) a un giro del termine della ISPS Handa World Cup of Golf, che si sta svolgendo sul percorso del Kingston Heath GC (par 72), a Melbourne in Australia.

Nel terzo turno, disputato con formula foursomes, la Danimarca (Soren Kjeldsen/Thorbjorn Olesen) ha realizzato un 70 (-2), secondo score di giornata, e con un totale di 202 (72 60 70, -14) ha portato a quattro colpi il vantaggio sugli Stati Uniti di Rickie Fowler/Jimmy Walker (206, -10), procurandosi l’occasione di cogliere il primo titolo in 58 edizioni dell’evento.

La classifica si è allungata e, nell’ultimo giro con formula fouballs, potrà contrastare i leader anche la Cina (Ashun Wu/Haotong Li), terza con 207 (-9), mentre sembrano un po’ troppi i sette colpi che debbono recuperare, anche se quarti con 209 (-7), il Giappone (Hideki Matsuyama/Ryo Iskikawa), in risalita dopo una falsa partenza, la Francia (Victor Dubuisson/Romain Langasque) e la Spagna (Rafael Cabrera Bello/Jon Rahm). La formula, però, facilita le grandi rimonte e, sotto questo aspetto, anche l’Italia potrà giocarsi le sue carte.

Hanno guadagnato sette posizioni, 11.i con 212 (-4), l’Australia (Adam Scott/Marc Leishman), campione uscente che ha accusato più del dovuto l’assenza di Jason Day, numero uno mondiale e fermo per infortunio, e il Belgio (Thomas Pieters/Nicolas Colsaerts). Un risveglio tardivo che però lascia aperta la porta verso un ingresso tra i top ten. Sono scivolate in bassa classifica, deludendo di molto le attese, la Thailandia (Thongchai Jaidee/Kiradech Aphibarnrat), 23ª con 216 (par), e la Corea (Byeong Hun An/K.T. Kim), 26ª con 219 (+3) su 28 team in gara.

Il gioco di Francesco Molinari e di Matteo Manassero non è stato fluido come nei primi due turni e i due azzurri hanno incontrato parecchie difficoltà nelle prime undici buche in cui sono andati di tre colpi sopra par con quattro bogey a fronte di un solo birdie. E’ seguita però una bella reazione con birdie alle buche 13 e 14 per un 73 (+1), che comunque ha lasciato loro qualche chance.

I danesi sono partiti con un bogey, poi hanno espresso il meglio tra la quarta e la 13ª buca con quattro birdie e un bogey e hanno concluso con un errore alla 17ª. E’ stato comunque un bel 70 (-2) che ha consolidato la loro leadership.

"Quattro colpi sono una bella dote - ha detto Thorbjorn Olesen - ma non sarà facile domani, perché nel fourball il nostro 60 ha dimostrato che si possono realizzare score molto bassi e il campo, pur se difficile specie con il vento, offre l’opportunità di tanti birdie. Quattro colpi sono tanti e anche pochi: quando ho vinto in Turchia  ero avanti di sette che sono svaniti quasi tutti in un lampo". Ha aggiunto Soren Kjeldsen: "Dobbiamo continuare con la nostra condotta aggressiva, ma anche stare molto accorti. Non dovremo pensare a difendere il vantaggio, ma mantenere la stessa mentalità dei primi tre giri e andare a caccia di birdie. Sono certo che domani qualcuno potrà ripetere il nostro 60 o andarci vicino".

Il miglior punteggio del turno è stato il parziale di 69 (-3) degli Stati Uniti (cinque birdie e due bogey) e dei canadesi David Hearn/Adam Hadwin (11.i) con quattro birdie e un bogey.

Nell’albo d’oro della World Cup of Golf figurano 24 successi degli Stati Uniti, cinque di Australia e Sudafrica e quattro della Spagna. Uno per l’Italia, siglato da Francesco ed Edoardo Molinari nel 2009, che ha ottenuto anche un secondo posto con Costantino Rocca e Massimo Florioli in Nuova Zelanda (1998). Il montepremi è di 8.000.000 di dollari.

SECONDO GIRO - L’Italia (Francesco Molinari/Matteo Manassero) è salita dal quinto al quarto posto con 137 colpi (71 66, -7) nel secondo turno, disputato con formula fourballs, della 58ª ISPS Handa World Cup of Golf, sul percorso del Kingston Heath GC (par 72), a Melbourne in Australia.

Con un gran giro in 60 (-12) e lo score di 132 (72 60, -12), la Danimarca (Soren Kjeldsen/Thorbjorn Olesen) è volata dalla settima alla prima posizione staccando la Cina (Ashun Wu/Haotong Li), seconda con 135 (-9), e la Spagna (Rafael Cabrera Bello/Jon Rahm), leader dopo 18 buche e ora  terza con 136 (-8). L’Italia è affiancata dall’Inghilterra (Chris Wood/Andy Sullivan), dalla Francia (Victor Dubuisson/Romain Langasque) e dagli Stati Uniti (Rickie Fowler/Jimmy Walker), team che stenta a decollare.Sostanzialmente si sono un po’ mescolate le carte, ma sono rimaste in alta classifica le squadre favorite, compresa la Svezia (Alex Noren/David Lingmerth), ottava con 138 (-6), agganciata dal Giappone (Hideki Matsuyama/Ryo Iskikawa), che ha fatto tre importanti passi avanti. Sono ancora in corsa, ma non hanno il ritmo che si attendeva, la Nuova Zelanda (Danny Lee/Ryan Fox) e la Thailandia (Thongchai Jaidee/Kiradech Aphibarnrat), decime con 139 (-5).

Probabilmente già emesso il verdetto per i campioni uscenti dell’Australia (Adam Scott/Marc Leishman) che hanno perso ancora terreno e dal 18° posto (142, -2) ben difficilmente potranno recuperare e concedere il bis dopo il titolo nel 2013. I numeri dicono che sono fuori anche il Belgio (Thomas Pieters/Nicolas Colsaerts), stessa posizione, e la Corea (Byeong Hun An/K.T. Kim), 23ª con 143 (-1) su 28 compagini in gara, tuttavia nei doppi non c’è mai niente di stabilito, poiché sono possibili dei punteggi a volte straordinari.

Francesco Molinari e Matteo Manassero hanno condotto in par le prime sette buche con un birdie e un bogey in sequenza (3ª e 4ª). A dare la scossa un eagle all’8ª e da quel momento non ci sono state più sbavature. Quattro birdie nel rientro hanno fatto 66 (-6). Francesco Molinari,  che ha vinto il torneo nel 2009 insieme al fratello Edoardo, è alla settima presenza consecutiva. Ha giocato con Emanuele Canonica (2006, Italia 8ª) poi quattro volte di fila con Edoardo Molinari (2007, 17ª - 2008. 19ª - 2009, 1ª, - 2011, 17ª) e con Manassero (2013, 20ª).

In casa danese Soren Kjeldsen ha aperto la strada verso il 60 con un eagle centrando la terza buca dal fairway. Dopo due birdie, Thorbjorn Olesen ha realizzato il secondo eagle per la squadra mettendo a segno la palla da fuori green. Sono seguiti cinque birdie di fila e poi l’ottavo della serie a chiudere.

Il record su un giro fourballs alla World Cup è di 57 colpi, tuttavia anche il 59 è sempre nei sogni dei giocatori. "A essere onesti - ha detto Olesen - ho pensato nelle ultime buche di poter sforare il 60, ma è un dettaglio nel contesto di un ottimo score ottenuto su un percorso molto difficile e reso ancor più ostico dal vento". Ha aggiunto Kjeldsen: "Siamo una buona coppia e ci compensiamo. Thorbjorn ha un gioco piuttosto vario ed è molto lungo. Io sono come un treno, arrivo sempre in orario, ma senza fare nulla di appariscente".

Nella terza giornata si tornerà alla formula foursome, quindi la conclusione ancora con il fourball. Il montepremi è di 8.000.000 di dollari.

 

 

PRIMO GIRO - L’Italia (Francesco Molinari/Matteo Manassero) quinta con 71 (-1) colpi, è stata tra le compagini protagoniste nel giro iniziale della 58ª ISPS Handa World Cup of Golf, sul percorso del Kingston Heath GC (par 72), a Melbourne in Australia.

Nella prima delle due sessioni foursomes a cui si alterneranno altre due fourballs, in una giornata dove il vento ha reso ancora più ostico il tracciato e solo sei team sono scesi sotto par, si sono portate subito al proscenio quasi tutte le formazioni più forti, tra le 28 in gara. Ha preso il comando con 69 (-3) colpi la Spagna di Rafael Cabrera Bello/Jon Rahm, tallonata con 70 (-2) da Stati Uniti (Rickie Fowler/Jimmy Walker), Cina (Ashun Wu/Haotong Li) e Francia (Victor Dubuisson/Romain Langasque), mentre l’Italia è affiancata dall’Inghilterra (Chris Wood/Andy Sullivan), che ha avuto come compagna di gioco.

Al settimo posto con il 72 del par l’Irlanda (Graeme McDowell/Shane Lowry), la Svezia (Alex Noren/David Lingmerth) e la Danimarca (Soren Kjeldsen/Thorbjorn Olesen).

Ha avuto qualche problema l’Australia (Adam Scott/Marc Leishman), solo 14ª con 74 (+2), ma i campioni uscenti, che hanno dovuto rinunciare all’apporto di Jason Day, numero uno mondiale, fermo per infortunio e sostituito da Leishman, hanno spazio per recuperare i cinque colpi di ritardo, così come la Corea (Byeong Hun An/K.T. Kim), stesso punteggio. Tra le favorite sono le squadre più attardate, ma nel vento non si sono trovate a loro agio nemmeno il Belgio (Thomas Pieters/Nicolas Colsaerts), il Giappone (Hideki Matsuyama/Ryo Iskikawa) e la Thailandia (Thongchai Jaidee/Kiradech Aphibarnrat), decime con 73 (+1).

Francesco Molinari, alla settima presenza consecutiva nel torneo che ha vinto nel 2009 insieme al fratello Edoardo, ha mostrato un buon affiatamento con Matteo Manassero. Gli azzurri hanno tenuto un bel ritmo in 17 delle 18 buche con quattro birdie, ma hanno pagato a caro prezzo una sola sbavatura sotto forma di un "8" alla buca 12, par cinque, perdendo tutti insieme tre colpi. In quel momento l’Italia, con "meno 3", era in vetta alla pari con i francesi. Molinari ha commentato su Twitter: "Un buon inizio nel foursome. Il campo è molto delicato, ma altrettanto divertente".

L’esperienza di Rafael Cabrera Bello e la freschezza di Jon Rahm, che per le sue ottime prove nell’anno d’esordio ha avuto una membership onorararia sul PGA Tour, hanno prodotto un giro di ottima fattura. A un bogey in partenza hanno fatto riscontro un eagle e due birdie che propongono la candidatura al titolo degli iberici, i quali non lo riportano dal lontano 1984.

Era stato criticato il transalpino Victor Dubuisson per aver voluto come compagno il neopro Romain Langasque, ma almeno per ora ha ragione lui con la seconda piazza e una tonica prestazione (quattro birdie e due bogey per lo score).

Nell’albo d’oro della World Cup of Golf figurano 24 successi degli Stati Uniti, cinque di Australia e Sudafrica e quattro della Spagna. L’Italia, oltre alla vittoria del 2009, ha ottenuto il secondo posto con Costantino Rocca e Massimo Florioli in Nuova Zelanda (1998). Il montepremi è di 8.000.000 di dollari.

LA VIGILIA - Al Kingston Heath GC di Melbourne, in Australia, inizia la 58ª ISPS Handa World Cup of Golf (24-27 novembre) dove l’Italia è rappresentata da Francesco Molinari e da Matteo Manassero.

Le 28 formazioni nazionali in gara si contenderanno il titolo su 72 buche con la formula adottata dagli anni 2000, ossia due sessioni foursomes, nella prima e terza giornata, e due fourballs, nella seconda e nella quarta, mentre nel 2013 era stata rispolverata la Canada Cup (somma degli score medal della coppia) e riproposta la classifica individuale.

Si torna a distanza di tre anni dalla precedente edizione nella stessa città, ma su campo diverso dal Royal Melbourne dove trionfarono gli australiani Adam Scott e Jason Day. Sarebbero stati gli indiscussi favoriti, ma Day, numero uno mondiale, è fermo da qualche mese per un infortunio e sarà sostituto da Marc Leishman, giocatore solido, ma che non potrà dare la qualità dell’assente. Ciò non significa che gli australiani siano fuori gioco, ma soltanto che ci sarà probabilmente maggiore incertezza a tutto vantaggio dello spettacolo, garantito anche da un field di ottima qualità, malgrado qualche defezione importante.

Insieme ai padroni di casa, che avranno la spinta del pubblico e il vantaggio di conoscere meglio di tutti il percorso, hanno ampia considerazione nelle previsioni gli statunitensi Rickie Fowler e Jimmy Walker, gli svedesi Alex Noren e David Lingmerth, l’irlandese Shane Lowry e il nordirlandese Graeme McDowell, che giocheranno sotto unica bandiera tentando di riportare in patria il trofeo che manca dal 1997. Molto agguerriti gli orientali e in particolare i team di Corea (Byeong Hun An-K.T. Kim), Thailandia (Thongchai Jaidee-Kiradech Aphibarnrat), ) e Giappone (Hideki Matsuyama-Ryo Ishikawa) e non vanno sottovalutati quelli di Spagna (Rafael Cabrera Bello-Jon Rahm), Canada (David Hearn/Adam Hadwin), Belgio (Thomas Pieters-Nicola Colsaertas) e di Inghilterra con Chris Wood e Andy Sullivan, presenti nell’ultima Ryder Cup, che giocheranno nel primo giro insieme all’Italia.

C’è molta fiducia nella squadra azzurra, che va inserita tra le possibili protagoniste per la grande condizione di Francesco Molinari e perché Matteo Manassero appare come il compagno giusto per il torinese, dettaglio fondamentale in una gara a coppie.

Francesco Molinari, alla settima presenza consecutiva nell’evento e che ha dato all’Italia il titolo nel 2009 insieme al fratello Edoardo, ha detto: "La World Cup è un grande torneo, completamente diverso da quelli che disputiamo abitualmente e per questo ancora più stimolante. Il successo del 2009 con mio fratello Edoardo fu fantastico e al tempo stesso un po' inaspettato. Sarebbe stupendo tornare a vincere con un nuovo compagno. Matteo sta attraversando un buon momento di forma e sono sicuro che in campo ci completeremo bene, soprattutto nei foursomes. La sua abilità nel gioco corto sarà una risorsa preziosa".

Matteo Manassero ha aggiunto: "Sin da quando ero bambino ho sempre sperato di poter giocare per i colori italiani. Ho già disputato nel 2013 la World Cup con Francesco e credo sia il partner ideale per i foursomes e i fourballs. Sai di poter contare su di lui in ogni situazione. Vincere il mondiale sarebbe un risultato strepitoso per tutta la nazione e per me varrebbe quasi quanto un major".

Nell’albo d’oro figurano 24 successi degli Stati Uniti, cinque di Australia e Sudafrica e quattro della Spagna. L’Italia, oltre alla vittoria del 2009, ha ottenuto il secondo posto con Costantino Rocca e Massimo Florioli in Nuova Zelanda (1998). Il montepremi è di 8.000.000 di dollari.

PROLOGO - Francesco Molinari e Matteo Manassero difendono i colori azzurri nella 58ª edizione della ISPS Handa World Cup of Golf (24-27 novembre) in programma al Kingston Heath GC di Melbourne in Australia dove la manifestazione approda per la quinta volta. Nelle precedenti quattro occasioni si è giocato sempre al Royal Melbourne, l’ultima nella scorsa edizione del 2013 in cui si sono imposti i rappresentanti di casa Adam Scott e Jason Day. A difendere il titolo ci sarà ancora Scott, ma avrà per compagno Marc Leishman, perché Jason Day numero uno mondiale, è fermo da qualche mese per un infortunio.

Francesco Molinari, che nel 2009 ha vinto la World Cup of Golf insieme al fratello Edoardo, è alla settima presenza consecutiva e per la seconda volta di fila avrà per compagno Matteo Manassero. Nel 2013 l’Italia si è classificata 20ª  e il primo è terminato ottavo nella classifica individuale. Si giocò con la vecchia formula Canada Cup (somma degli score medal) e fu riproposta la gara l’individuale, abbandonata dal 2000, ma è stata fatta immediata marcia indietro e si ritornerà alle formule foursomes, nella prima e terza giornata, e fourballs, nella seconda e nella quarta.

Sebbene ci sia stata qualche defezione, sono parecchi i giocatori di livello tra le 28 selezioni nazionali in campo. Numerose le formazioni in grado di vincere e l’assenza di Jason Day concede un bel margine di incertezza, perché è indubbio che l’Australia non potrà essere, con tutto il rispetto per Marc Leishman, la macchina da guerra di tre anni addietro. Oltre ai campioni uscenti, hanno qualcosa più degli altri gli Stati Uniti con Rickie Fowler e Jimmy Walker, anche se gli americani avrebbero potuto schierare almeno cinque/sei coppie migliori, la Svezia (Alex Noren-David Lingmerth), il Giappone (Hideki Matsuyama-Ryo Ishikawa), la Thailandia (Thongchai Jaidee-Kiradech Aphibarnrat), la Corea (Byeong Hun An-K.T. Kim) e l’Irlanda (Graeme McDowell-Shane Lowry). Outsider il Belgio con la rivelazione Thomas Pieters e l’esperto Nicolas Colsaerts, la Spagna, con la certezza Rafael Cabrera Bello e con Jon Rahm, giovane di grandi prospettive, l’Inghilterra, con Chris Wood e Andy Sullivan, presenti nell’ultima Ryder Cup, e la Francia dove Victor Dubuisson ha voluto per compagno il neo pro Romain Langasque lasciando una bel po’ di perplessità in patria.

In questo contesto l’Italia ha ottime possibilità di recitare un ruolo importante. Francesco Molinari ha confermato a Dubai di essere in splendida condizione e Matteo Manassero, in crescita anche a dispetto di qualche sbavatura, si integra perfettamente con lui, dettaglio essenziale specie nelle due frazioni foursomes.

Nell’albo d’oro 24 successi degli Stati Uniti, cinque di Australia e Sudafrica e quattro della Spagna. L’Italia, oltre alla vittoria del 2009, ha ottenuto il secondo posto con Costantino Rocca e Massimo Florioli in Nuova Zelanda (1998). Nella prima giornata gli azzurri giocheranno insieme all’Inghilterra. Il montepremi è di 8.000.000 di dollari.

La classifica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Primo piano

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    Sergio Melpignano Senior Italian Open: vince Thomas Gögele. Emanuele Canonica, miglior italiano del torneo, chiude in ottava posizione 26/10/2024

    Il tedesco Thomas Gögele, con 197 (64 66 67, -19) colpi, ha vinto il Sergio Melpignano Senior Italian Open, torneo del Legends Tour disputato al San Domenico Golf (par 72) di Savelletri di Fasano (Brindisi). Primo successo sul circuito over 50 per Gögele, che ha saputo tenere salda la leadership sin dal primo dei tre round. Il gallese Bradley Dredge non è riuscito nel sorpasso, confermandosi in seconda posizione con 200 (-16). Terzo posto tutto inglese con 202 (-14) per Simon Griffiths e Andrew Marshall. Il trofeo di miglior italiano è andato ad Emanuele Canonica, che ha chiuso la gara ottavo con 206 (-10) davanti ad Alessandro Tadini, decimo con 207 (-9). Michele Reale si è posizionato 32° con 213 (-3), Mauro Bianco, 52° con 218 (+2), Gianluca Pietrobono, 60° con 231 (+15). Il campione uscente, James Kingston, ha concluso al 18° posto con 209 (-7)

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Golf Story

  • I "tre moschettieri"
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    I "tre moschettieri" e il super maestro del golf italiano 15/04/2021

    Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925  che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano. 

    Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open.  La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta

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