30 Settembre 2023

Ryder Cup: l’Europa resta avanti e avvicina l’impresa, ma gli Stati Uniti non mollano

Il Team Europe ha mantenuto il vantaggio di cinque punti sul Team Usa (10,5 a 5,5) e nella giornata finale dovrà conquistare quattro punti sui dodici in palio per aggiudicarsi il trofeo nella 44ª edizione della Ryder Cup, che per la prima volta nella sua storia quasi centenaria si disputa in Italia, sul percorso del Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio (Roma).

Ancora grande spettacolo sul campo e fuori, con giocate che solo i tanti campioni in gara (tra i quali i primi 13 del ranking mondiale) sono capaci di offrire, e con la corografia di un pubblico straripante, sintetizzata da personaggi con un abbigliamento  stravagante e da cori sulle tribune nei momenti di attesa. Senza dimenticare un elemento che caratterizza la Ryder Cup: il  tifo da stadio per i propri beniamini, che peraltro non solo sono compiaciuti da questa insolita cornice di entusiasmo molto sonoro, ma che lo sollecitano e se ne compiacciono. Tutto esaurito a Roma per il terzo evento sportivo del pianeta, per uno show indimenticabile.

Dopo una prima giornata trionfale per i colori continentali (6,5-1,5), condotti dall’inglese Luke Donald, reazione non troppo efficace degli statunitensi, diretti da Zach Johnson, che hanno ottenuto un parziale di 3 a 1 nei fourball pomeridiani, mentre hanno ancora ceduto nei foursome mattutini (1 a 3)  dove sono riusciti a firmare il primo successo in un match. Un altro record negativo perché non era mai accaduto dal 1979 che una compagine si aggiudicasse un solo punto pieno dopo tre sessioni di gioco, così come non era mai avvenuto, sempre da quella data, che una squadra non conquistasse neanche un match nella prima giornata.

Per gli americani la situazione è molto difficile, anche se avranno il vantaggio di potersi assicurare il trofeo pure con un pareggio essendo i detentori (19 a 9 nel 2021 in Wisconsin), perché per ottenerlo avranno bisogno di vincere otto singoli e di pareggiarne uno.

Nel Team Europe hanno brillato nei foursome del mattino Viktor Hovland e il debuttante Ludvig Aberg, i quali hanno travolto Scottie Scheffler, leader del World Ranking, e Brooks Koepka, ex numero 1, con un incredibile 9&7, maggior divario in un doppio nella storia della Ryder Cup. Rory McIlroy, dopo aver vinto i primi tre match, ha avuto l’occasione dell’en plein che, se fosse andato a buon fine, gli avrebbe permesso, nel singolo, di emulare il record di cinque vittorie in altrettanti incontri realizzato da Francesco Molinari a Parigi nel 2018. Non potrà farlo perché ha ceduto insieme a Matt Fitzpatrick contro Patrick Cantlay/Wyndham Clark (1 up) nel fourball.

Tra gli europei, al momento sono imbattuti dopo tre match Jon Rahm e Tyrrell Hatton (due vittorie, un pari), tenuti a riposo nella quarta sessione di gioco in vista del gran finale. Senza sconfitte anche Justin Rose e Robert MacIntyre, scesi due volte in campo (1 successo e un pari).

Tra gli statunitensi da salvare praticamente soltanto Max Homa (2,5 punti per lui) e Brian Harman (2 punti), che nella seconda giornata hanno dato la scossa con la doppietta, e Cantlay per la prodezza finale, mentre l’unico imbattuto in casa Usa è Wyndham Clark (un pari e una vittoria). Assolutamente deludenti Scottie Scheffler (in lacrime), Brooks Koepka, Jordan Spieth e Justin Thomas, che hanno giocato tre doppi insieme raccogliendo solo mezzo punto per un pareggio.

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I foursome del mattino

Hovland/Aberg-Scheffler/Koepka 9&7 -  Risultato record, perché nella storia della Ryder Cup non si era mai verificato un divario così ampio in un incontro di doppio. Difficile delineare un confine tra i grandi meriti di Hovland/Aberg e la prestazione incredibilmente negativa di Scheffler/Koepka. Tre buche iniziali da incubo per gli americani con doppio bogey-bogey-doppio bogey ed europei sul 3 up con due par e un bogey. Poi i due nordici cambiano marcia realizzando sette birdie sulle rimanenti otto buche giocate e per gli americani è notte fonda. Ha detto Hovland: “E’ bello far coppia con Ludvig, stessa lingua, medesimo umorismo e cultura. Gioca benissimo e ci intendiamo alla perfezione. Il risultato? E’ nato anche dal fatto che Scheffler e Koepka non si sono espressi sui loro standard abituali”.

Homa/Harman-Lowry/Straka 4&2 - Dopo il record negativo di una giornata inaugurale senza successi, la prima vittoria statunitense arriva all’11° match giocato e porta la firma di Homa/Harman che costringono Lowry/Straka a un continuo inseguimento. I continentali per tre volte annullano l’1 down sulle prime nove buche, ma dalla 10ª alla 12ª con due birdie e un eagle gli Usa chiudono il conto e definiscono in punteggio con un altro eagle alla 16ª. Ha spiegato Homa: “Avevamo bisogno di qualcosa che andasse per il verso giusto. Io e Brian siamo partiti molto convinti del nostro gioco e il risultato ci ha premiati. Qualcuno doveva far scoccare una scintilla e sono felice che siamo stati noi”.

McIlroy/Fleetwood-Thomas/Spieth 2&1 - Due bogey di Thomas/Spieth e un birdie di McIlroy/Fleetwood permettono agli europei di portarsi 3 up dopo tre buche. Il match è molto bello, con grandi colpi e con americani che alla buca 16 lo rimettono in discussione riducendo lo svantaggio a 1 down. Alla 17, però, con un bogey aprono le porte a McIlroy il quale con un putt piuttosto difficile da circa tre metri sigla il par del successo. “Sono molto felice - ha dichiarato Fleetwood - di aver potuto far coppia ancora con Rory. Abbiamo giocato molto bene, in sintonia, imbucando i putt giusti quando era necessario e, per fortuna, lui ha rimediato al mio errore sull’ultima buca”

Rahm/Hatton-Cantlay/Schauffele 2&1 - Errori statunitensi, tre birdie dei continentali e Rahm/Hatton sono 3 up dopo otto buche, margine che mantengono fino alla 11ª. Sembra un incontro a senso unico, ma Cantlay/Schauffele impiegano tre buche (eagle e due birdie) a rimettere in equilibrio la gara. Nel finale Hatton imbuca il putt per il birdie del vantaggio (16ª), poi alla 17ª (par 3) entra in scena Rahm che manca la “hole in one” per questione di centimetri. La palla di Schauffele, che potrebbe allungare l’incontro, gira sull’orlo della buca e il punto va all’Europa.

I fourball del pomeriggio

Burns/Morikawa-Hovland/Aberg 4&3 - Burns/Morikawa ottengono il secondo punto pieno americano alternandosi nella gestione del match contro Hovland/Aberg, reduci da due successi nei fourball. Burns mette insieme tre birdie e un par, con birdie di Hovland in mezzo, e gli Usa sono sul 3 up dopo sei buche, poi dalla nona si accende Morikawa e con due birdie e un eagle fa 6 up alla 12ª. Due birdie di Aberg rendono solo il punteggio meno pesante. Fiducioso Burns: “Rimonta finale? Questa squadra, questi ragazzi, sono pronti. Siamo tutti positivi. Sappiamo di cosa siamo capaci, ma sappiamo che sarà dura. Insomma, domani sarà una grande sfida’’.

Homa/Harman-Fleetwood/Hojgaard 2&1 - La coppia Homa/Harman fissa la doppietta giornaliera superando Fleetwood/Hojgaard. E’ soprattutto Homa a spingere la coppia Usa con un eagle e sei birdie. Alimenta da solo il 3 up alla sesta buca, poi Harman dà il suo unico apporto con un birdie per il 4 up, mentre Homa prima lo conserva e poi annulla nel finale il tentativo di rimonta continentale, peraltro tardivo. ‘’Abbiamo soltanto cercato di mantenere la concentrazione alta - ha detto Homa - per portare a casa il match. Sapevamo di essere in difficoltà, ma si può recuperare soltanto un punto alla volta. Io e Brian in fondo ci somigliamo molto e giocando insieme ne ho avuto l’ennesima dimostrazione’’.

Rose/MacIntyre-Thomas/Spieth 3&2 - Thomas/Spieth sulle prime otto buche per due volte si portano 1 up, ma emerge la loro scarsa condizione sotto la pressione di Rose, in particolare, e di MacIntyre. L’inglese segna due birdie e opera il sorpasso alla 10ª, poi MacIntyre raddoppia il margine alla 13ª. Gli americani danno una mano perdendo con un bogey la 14ª e non c’è più storia.

Cantlay/Clark-McIlroy/Fitzpatrick 1 up - Si decide sull’ultima buca il match più incerto del pomeriggio. Un birdie di McIlroy fissa l’1 up alla quarta buca, Cantlay pareggia, sempre con un birdie alla 13ª, ma il nordirlandese si riprende allo stesso modo il vantaggio alla 14ª. Sulle ultime due buche il capovolgimento. E’ sempre Cantlay a menare la danza: due birdie e lascia qualche speranza al proprio team.

Ha dichiarato Cantlay: ‘’Il finale è stato fantastico, mi sono sentito al settimo cielo. Stiamo cercando di prendere tutto lo slancio possibile in vista di domani. Quando siamo saliti sul tee di partenza ho detto a Wyndham che dovevamo usare tutta l'energia che c'era là fuori come carburante, e così è stato’’.

Primo piano

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    Sergio Melpignano Senior Italian Open: vince Thomas Gögele. Emanuele Canonica, miglior italiano del torneo, chiude in ottava posizione 26/10/2024

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Golf Story

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    I "tre moschettieri" e il super maestro del golf italiano 15/04/2021

    Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925  che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano. 

    Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open.  La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta

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