Una vittoria a sorpresa, ma di quelle che cambiano la vita. Brian Harman ha trionfato nel 151° The Open, il quarto e ultimo Major stagionale, concluso con 271 (67 65 69 70, -13) colpi, dopo essere stato al comando a iniziare dal secondo round, tenendo sempre a debita distanza gli avversari e addirittura aumentando il vantaggio nell’ultimo.
Sul percorso del Royal Liverpool GC (par 71), a Hoylake in Inghilterra, Harman ha lasciato a sei colpi Sepp Straka, Tom Kim, Jason Day e Jon Rahm, secondi con 277 (-7), con quest’ultimo che dopo la rimonta imperiosa nel terzo giro sperava in un esito migliore, magari aggiungendo nel palmarès un altro Major dopo il The Masters di quest’anno. Ha ceduto, dopo tre buoni giri, Guido Migliozzi, 64° con 282 (+8).
Harman, 36enne di Savannah (Georgia), due titoli in precedenza sul PGA Tour, l’ultimo nel 2017, e altri due successi in eventi minori, un secondo posto nell’US Open del 2017 (nell’altra occasione in cui aveva iniziato da leader un Major dopo 54 buche) e sesto lo scorso anno in questo evento, nella sua corsa di testa è stato in difficoltà solo all’inizio del turno conclusivo quando, dopo due bogey in cinque buche, si è visto arrivare alle spalle Rahm con soli tre colpi di ritardo. Appena un brivido perché nelle due buche successive ha rimesso le cose a posto con due birdie e poi, sotto la pioggia, non ha più avuto problemi sino al traguardo che forse neanche lui si aspettava di tagliare per primo. Ha chiuso in 70 (-1) con quattro birdie e tre bogey. “Essere campione del The Open è veramente incredibile, era il sogno che cullavo da sempre” ha detto Harman che per il titolo ha ricevuto un assegno di tre milioni di dollari su un montepremi, record per il torneo, di 16.500.000 dollari. E ora per la sua carriera sarà tutta un’altra storia.
Grandi i suoi meriti, come i demeriti degli avversari a iniziare dallo stesso Rahm, che non è stato capace di ritrovare il ritmo del giorno precedente (63, -8), ma anche di tutti gli altri big che si sono persi lungo la classifica, senza mai incidere. Ha provato a reagire Rory McIlroy, che spinto dall’orgoglio è salito al sesto posto (278, -6), però è rimasto un fatto dimostrativo più che sostanziale.
Merita un discorso a parte Sepp Straka, che essendo austriaco potrebbe ispirare lo staff del Team Europe per la prossima Ryder Cup (29 settembre-1° ottobre, Marco Simone Golf & Country Club, Guidonia Montecelio -Roma). Giocatore peraltro già sotto osservazione avendo preso parte alla Hero Cup di inizio gennaio nella squadra dell’Europa Continentale, un test effettuato nell’ottica della sfida con gli USA.
Ha ceduto Viktor Hovland, da quarto a 13° con 281 (-3), ha segnato un colpo in più Xander Schauffele, 17° con 282 (-2), e ha risalito la classifica di 40 gradini Scottie Scheffler, numero uno mondiale, 23° con 284 (par), grazie a un 67 (-4) che comunque non cancella la sua prova negativa. Stesso score per Jordan Spieth, 33ª piazza con 285 (+1) per Wyndham Clark, Patrick Cantlay e Cameron Smith, che difendeva il titolo, e 41ª con 286 (+2) per Matt Fitzpatrick (meglio il fratello minore Alex, 17°). Insieme a Migliozzi anche Brooks Koepka e 74° posto per Christo Lamprecht con 295 (+11). E’ finito quasi in coda dopo la leadership del primo giro, ma il sudafricano è stato l’unico dilettante, dei sei alla partenza, ad arrivare fino in fondo.
Guido Migliozzi (69 72 71 80) ha giocato con molta accortezza per tre round, iniziando al 13° posto, poi salendo all’11° e scendendo al 24°, quindi il black out nell’ultimo turno veramente inatteso. Non ha superato il taglio Francesco Molinari, 92° con 148 (73 75, +6).
TERZO GIRO - La marcia imperiosa e sicura di Brian Harman, rimasto leader con 201 (67 65 69, -12) colpi, e la decisa rimonta di Jon Rahm, terzo con 207 (-6) e uno dei due tra i top ten della classifica mondiale che abbia ancora la chance di competere per il titolo insieme a Viktor Hovland, quarto con 208 (-5), nel “moving day” del 151° The Open, quarto e ultimo Major stagionale, dove si è mantenuto in una buona posizione di classifica Guido Migliozzi, 24° con 212 (-1), molto attento nel gioco e piuttosto regolare nel rendimento.
Sul percorso del Royal Liverpool GC (par 71), a Hoylake in Inghilterra, che ospita il torneo per la 13ª volta, Harman, 36enne di Savannah (Georgia), due titoli sul PGA Tour, l’ultimo nel 2017, e altri due successi in eventi minori, un secondo posto nell’US Open del 2017 e sesto lo scorso anno in questo evento, ha rallentato con un parziale di 69 (-2) dopo una pessima partenza con due bogey e il recupero con quattro birdie. Ha comunque mantenuto i cinque colpi di vantaggio sul primo inseguitore che ora è Cameron Young, secondo con 206 (-7). Rahm, numero tre mondiale e vincitore del The Masters, ha recuperato 36 posizioni in graduatoria e sei colpi al leader con un 63 (-8, otto birdie), miglior score di giornata, mentre Hovland, numero 5, è affiancato da Tommy Fleetwood, Jason Day, Antoine Rozner e Sepp Straka.
E’ rimasto in undicesima posizione con 210 (-3), e fuori dai giochi, Rory McIlroy, numero due del World Ranking, ed è scivolato dalla settima alla 17ª Jordan Spieth con 211 (-2), stesso punteggio di Max Homa e di Matt Fitzpatrick (meglio il fratello minore Alex, nono con 209, -4).
Tra i 14 giocatori alla pari con Migliozzi si trovano Patrick Cantlay, Xander Schauffele, Cameron Smith, che non ha più possibilità di difendere il titolo, e Wyndham Clark, a segno nell’US Open. Torneo da dimenticare in fretta per Scottie Scheffler, leader mondiale, e per Brooks Koepka, il terzo vincitore di Major in stagione (PGA Championship), 63.i con 217 (+4). Non è andata meglio a Bryson DeChambeau, 69° con 218 (+5), mentre Christo Lamprecht da leader nel giro iniziale è ora 76° e ultimo con 221 (+8), ma il sudafricano sarà l’unico dilettante in gara, dei sei al via, a tagliare il traguardo.
Guido Migliozzi sta conducendo sin dall’inizio la sua gara in modo accorto e regolare, come testimoniano le 45 buche, su 54, giocate in par. Ha girato in 71 (par) con due birdie e un bogey nella prima metà del tracciato e con un bogey nel rientro. E’ uscito al taglio Francesco Molinari, 92° con 148 (73 75, +6).
Il montepremi - Sono in palio 16.500.000 dollari, il più alto montepremi in assoluto nella storia del torneo, superiore di 2.500.000 dollari a quello dello scorso anno. Il vincitore riceverà 3.000.000 di dollari e potrà giocare il Major fino a 60 anni.
SECONDO GIRO - Brian Harman è stato il protagonista assoluto della seconda giornata del The Open, quarto e ultimo Major stagionale, che conduce con 132 (67 65, -10) colpi, dopo aver fatto il vuoto con una volata in 65 (-6), in una seconda giornata che ha già emesso qualche verdetto inatteso o creato grosse difficoltà ad alcuni big.
Sul percorso del Royal Liverpool GC (par 71), a Hoylake in Inghilterra, che ospita il torneo per la 13ª volta, si è mantenuto in alta classifica guadagnando due posizioni Guido Migliozzi, 11° con 141 (69 72, -1), mentre è uscito al taglio Francesco Molinari, 92° con 148 (73 75, +6).
Harman, 36enne di Savannah (Georgia), due titoli sul PGA Tour, l’ultimo nel 2017, e altri due successi in eventi minori, quarto dopo un round, ha iniziato con un par, poi con un’improvvisa accelerazione dalla seconda buca ha messo a segno quattro birdie di fila. Ha proseguito per altre 12 in par e ha concluso con un eagle alla 18ª con cui ha perfezionato il 65 che gli ha dato cinque colpi di vantaggio su Tommy Fleetwood, secondo con 137 (-5), sei su Sepp Straka, terzo con 138 (-4), e sette su Min Woo Lee, Shubhankar Sharma e su Jason Day, quarti con 139 (-3). Tra i big hanno tenuto Jordan Spieth, settimo con 140 (-2), Rory McIlroy, numero due mondiale, Max Homa e Wyndham Clark, vincitore dell’US Open, stesso score di Migliozzi. Poco dietro Viktor Hovland, 25° con 142 (par), mentre dodici colpi di ritardo sembrano veramente troppi da recuperare anche per campioni quali Jon Rahm, numero tre del World Ranking e vincitore del Masters, Matt Fitzpatrick, Xander Schauffele e Cameron Smith, che difende il titolo, 39.i con 144 (+2). Per non parlare di Scottie Scheffler, leader mondiale, salvatosi con una prodezza in extremis, Brooks Koepka, a segno nel PGA Championship, e Patrick Cantlay che hanno evitato il taglio con l’ultimo punteggio utile, 62.i con 145 (+3). Con loro anche il sudafricano Christo Lamprecht, da leader con Fleetwood e Grillo dopo 18 buche a 62° causa un rovinoso 79 (+8). E’ in ogni caso l’unico dilettante rimasto in gara.
Tra i concorrenti, oltre a Molinari, usciti al taglio, caduto a 145 (+3), Collin Morikawa (146, +4), Tony Finau, Justin Rose e Sam Burns, tutti con lo stesso punteggio dell’azzurro, Phil Mickelson (151, +9), Justin Thomas (153, +11) e Dustin Johnson (155, +13). Fuori anche Travis Smyth (150, +8), che comunque ha avuto il suo momento di gloria perché ha realizzato una “hole in one” alla buca 17 (par 3 di 132 yards, ferro 9), prodezza che non gli ha evitato l’eliminazione.
Guido Migliozzi sta disputando una gara molto accorta, che si è tradotta in un primo giro in 69 colpi (-2) con due birdie senza bogey e in un secondo in 72 (+1) con due bogey e un birdie maturati nel finale dopo le prime 14 buche in par. Francesco Molinari ha condotto in par la prima metà del percorso (un bogey in apertura e un birdie), poi le cose sono precipitate a iniziare dalla 12ª con tre bogey e un doppio bogey, prima di un birdie a chiudere per il 75 (+4) e l’uscita anticipata dalla gara.
Il montepremi - Sono in palio 16.500.000 dollari, il più alto montepremi in assoluto, superiore di 2.500.000 dollari a quello dello scorso anno. Il vincitore riceverà 3.000.000 di dollari e potrà giocare il Major fino a 60 anni.
PRIMO GIRO - L’inglese Tommy Fleetwood, l’argentino Emiliano Grillo e il dilettante sudafricano Christo Lamprecht sono stati i protagonisti della prima giornata del 151° The Open e guidano la classifica con 66 (-5) colpi. Sul percorso del Royal Liverpool GC (par 71), a Hoylake in Inghilterra, nel quarto e ultimo Major stagionale, ottima prova di Guido Migliozzi, 13° con 69 (-2). Francesco Molinari, l’altro azzurro in campo, è 66° con 73 (+2).
Sono in quarta posizione con 67 (-4) Antoine Rozner, Adrian Otaegui e Brian Harman e in settima con 68 (-3) Stewart Cink, Max Homa, Wyndham Clark, a segno in uno degli altri tre Major (US Open), Michael Stewart, Shubhankar Sharma e Alex Noren. Stesso score di Migliozzi per Jordan Spieth e appaiati al 19° posto con 70 (-1) Scottie Scheffler, numero 1 mondiale, e altri quattro accreditati pretendenti al titolo, Patrick Cantlay (n. 4), Viktor Hovland (n. 5), Xander Schauffele (n. 6) e Brooks Koepka, vincitore del PGA Championship. Inizio sotto le attese, ma situazione ancora recuperabile, per Rory McIlroy (n. 2), 32° con 71 (par), per Cameron Smith (n. 7), che difende il titolo, 47° con 72 (+1), e per Jon Rahm (n. 3), suo il The Masters, 90° con 74 (+3). Giornataccia di Justin Thomas, 154° con 82 (+11).
Fleetwood ha realizzato sei birdie e un bogey e sono andati di pari passo Grillo e Lamprecht con sette birdie e due bogey. Arrivato in club house abbastanza presto, il 22enne Lamprecht, inatteso leader (e il primo dilettante al vertice dopo Paul Dunne dal 2015, terzo round) è stato tutto il giorno sotto i riflettori. E’ entrato nel field grazie al successo nel recente The Amateur, un Major per dilettanti vinto nel 2009 da Matteo Manassero, che lo porterà a disputare anche il The Masters e l’US Open nel 2024.
"Sono estremamente soddisfatto - ha detto - e orgoglioso di me stesso. Ho guardato la classifica e ho visto il mio nome in cima. Una situazione abbastanza surreale, ma è bello constatare che tanto lavoro dietro le quinte viene ripagato”. E subito è stato fatto rilevare, più che altro a fini statistici, che l’unico a imporsi nel The Amateur e nel The Open è stato Bobby Jones nel 1930, l’anno del suo Grande Slam.
Guido Migliozzi ha segnato due birdie di fila in apertura (4ª e 5ª buca) e poi ha proseguito in par fino al traguardo. Francesco Molinari è stato piuttosto altalenante e ha ceduto un colpo al par in entrambe le metà del percorso: due birdie e tre bogey sulle prime nove buche e un birdie e due bogey sulle rimanenti.
Il montepremi - Sono in palio 16.500.000 dollari, il più alto montepremi in assoluto, superiore di 2.500.000 dollari a quello dello scorso anno. Il vincitore riceverà 3.000.000 di dollari e potrà giocare il Major fino a 60 anni.
LA VIGILIA - È il Major più antico al mondo, nato nel 1860, tanta tradizione e storia attraverso tre secoli. Il The Open celebra la 151ª edizione sul percorso del Royal Liverpool GC, a Hoylake in Inghilterra (20-23 luglio), con la presenza di tutti i migliori giocatori del mondo tesi a conquistare la Claret Jug, un autentico simbolo del golf. Nel field due azzurri, Francesco Molinari, che ha vinto la gara nel 2018, e Guido Migliozzi.
Nel quarto e ultimo torneo stagionale del Grande Slam, a difendere il titolo sarà l’australiano Cameron Smith, numero 7 del World Ranking, uno dei dodici giocatori della Superlega Araba in campo che lancerà nuovamente la sfida per divenire il primo a firmare una doppietta consecutiva dopo Padraig Harrington (2007, 2008) e per targare un altro Major LIV Golf, dopo il PGA Championship appannaggio di Brooks Koepka.
Si gioca per la 52ª volta in Inghilterra, contro le 97 in Scozia e le due in Irlanda del Nord, e per la 13ª al Royal Liverpool GC, la prima nel 1897 e la precedente nel 2014 quando a imporsi fu Rory McIlroy, settimo e ultimo a concludere la gara, al momento, wire-to-wire. Reduce dal successo nel Genesis Scottish Open, il nordirlandese, numero due mondiale, trova ampio spazio tra i favoriti insieme a Scottie Scheffler, numero uno, e a Jon Rahm, numero tre, che tuttavia dopo aver conquistato il Masters ha avuto un calo di forma. Non significa comunque che non possa divenire il primo spagnolo a salire sul gradino più alto del podio dopo Severiano Ballesteros (1988).
Con tanti campioni la lista dei possibili protagonisti è ovviamente lunga. Da Xander Schauffele a Patrick Cantlay, da Matt Fitzpatrick a Max Homa per proseguire con il citato Koepka, Jordan Spieth (a segno nel 2017), Collin Morikawa (suo il titolo nel 2021), Viktor Hovland, Justin Thomas per passare ad outsider come Wyndham Clark, il terzo vincitore di Major in stagione (US Open), Tony Finau, Sam Burns, Tom Kim e Tyrrell Hatton, per citare alcuni in grado di scombinare i piani dei più attesi. Assente Tiger Woods, non è una novità, ma fa sempre notizia anche quando è costretto a dare forfait.
Gli azzurri - Francesco Molinari disputa il 53° Major in carriera con 15ª presenza al The Open che ha vinto nel 2018, unico successo azzurro nella storia dei tornei del Grande Slam. Ha anche partecipato a 12 Masters, 13 US Open e ad altrettanti PGA Championship. Guido Migliozzi è al sesto Major, il terzo in Gran Bretagna. Ha disputato anche un Masters e due US Open, dove ha ottenuto un 4° e un 14° posto. Si gioca, naturalmente, anche in ottica Ryder Cup, quando manca poco alla chiusura dei giochi per completare i team della sfida al Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio-Roma (29 settembre-1 ottobre). C’è però ancora spazio per entrare in squadra anche per i due azzurri, o con una grande impresa, che è sempre possibile, o magari con una delle sei wild card a disposizione del capitano europeo Luke Donald, assente nell’occasione, mentre ci sarà il capitano USA Zach Johnson, che ha portato a casa la Claret Jug nel 2015.
Record - Saranno in gara 156 giocatori dei quali 41 debuttanti e sei amateur, che si contenderanno la Silver Medal, lo scorso anno appannaggio di Filippo Celli, ora professionista, secondo italiano a conquistarla dopo Matteo Manassero (2009). Quindici i past winner: oltre a Smith, McIlroy, Spieth, Molinari, Johnson, Harrington e a Morikawa vi saranno Shane Lowry, Phil Mickelson, Henrik Stenson, Darren Clarke, Ernie Els, Louis Oosthuizen, Stewart Cink e John Daly. Il successo di Cink è legato alla disavventura di Tom Watson (cinque titoli) che nel 2009 sbagliò un putt di poco più di un metro con cui sarebbe divenuto a 60 anni il più vecchio vincitore dell’evento (record ancora di Old Tom Morris, 46 anni, 102 giorni, 1867) e che lo avrebbe affiancato ad Harry Wardon (sei titoli). Fallito il colpo, lo statunitense poi perse nello spareggio. Daly, invece, nel 1995 superò nel playoff Costantino Rocca, secondo, rimasto miglior risultato azzurro sino all’exploit di Molinari.
Quanto a primati Cameron Smith lo scorso anno con “meno 20” (268 colpi su par 72) ha eguagliato lo score più basso in relazione al par di Henrik Stenson (264, -20, par 71, 2016), che però è recordman rispetto ai colpi. Tornando a Old Tom Morris, è il giocatore che ha vinto con il maggior distacco, 13 colpi sul secondo, nel 1862 (si giocava su 36 buche). Primato che resiste ancora per il The Open (e probabilmente durerà a lungo) e che lo è stato anche per gli altri Major fino al 2000, quando Tiger Woods ne inflisse 15 a Miguel Angel Jimenez e a Ernie Els nell’US Open.
Nella storia del torneo sono stati 27 i plurivincitori. Leader della graduatoria, come detto, Harry Vardon con sei successi seguito con cinque da Watson, James Braid, John Henry Taylor e da Peter Thomson.
Le partenze - Nei primi due giri Francesco Molinari sarà in terna con Denny McCarthy e con Mateo Fernandez de Oliveira e Guido Migliozzi avrà per compagni Oliver Wilson e Connor McKinney. Con Scottie Scheffler giocheranno Tommy Fleetwood e Adam Scott, mentre con Rory McIlroy ci saranno Jon Rahm e Justin Rose.
Il montepremi - Sono in palio 16.500.000 dollari, il più alto montepremi in assoluto, superiore di 2.500.000 dollari a quello dello scorso anno. Il vincitore riceverà 3.000.000 di dollari e potrà giocare il Major fino a 60 anni.
I Il torneo su Sky e in streaming su NOW - Il The Open sarà trasmesso in diretta sui canali Sky e in streaming su NOW ai seguenti orari: giovedì 20 luglio: dalle ore 7,30 alle ore 21,30 su Sky Sport Golf e su NOW e dalle ore 14 alle ore 17 su Sky Sport Summer; venerdì 21 luglio, dalle ore 7,30 alle ore 21,30 su Sky Sport Golf e su NOW e dalle ore 14 alle ore 20 su Sky Sport Summer; sabato 22, dalle ore 12,45 alle ore 21 su Sky Sport Golf e su NOW; domenica 23, dalle ore 12 alle ore 20 su Sky Sport Golf e su NOW. Commento di Silvio Grappasonni, Marco Cogliati, Giovanni Dassù, Michele Gallerani, Alessandro Lupi, Massimo Scarpa, Claudio Viganò e Roberto Zappa.