Cambia la scena (dal Portogallo alla Grecia) e cambiano due componenti della squadra, ma il risultato è lo stesso e l’Italia vince back-to-back il titolo messo in palio dalla Confederation of Professional Golf (già PGA of Europe). E lo fa alla grande. Se un anno fa in Portogallo aveva chiuso con uno score totale di 22 colpi sotto il par, staccando di 13 la Germania, nel vento di Costa Navarino ha ribadito la sua superiorità andando a vincere di sei colpi sui secondi. Ancora i tedeschi, che oggi ci hanno provato riducendo lo svantaggio a soli tre colpi (erano nove dopo due round) a metà gara. Ma la risposta degli azzurri nel ritorno è stata decisa. Come dice il capitano della squadra Michele Reale: «È stata una giornata complicata, i tedeschi sono partiti a bomba». Poi un ferro 5 stampato in asta alla 10 e ancora palla in bandiera alle buche 11 e 13 per tre birdie che hanno ridato vigore al team. Per lui un totale di 218 (75-72-71) e la soddisfazione per il bel gioco ritrovato nel finale. Andrea Rota (score di 216, 70-71-75) sottolinea: «Abbiamo fatto la differenza nei primi due giorni con vento forte, oggi le condizioni più facili hanno permesso alle squadre che erano dietro di attaccare di più. E qui abbiamo saputo gestire bene». Il pro bergamasco aveva fatto parte del team arrivato secondo in Portogallo due edizioni fa. E con lui sul podio allora c’era Gregory Molteni (219, 72-74-73), poi due volte nel team vincitore.
Niente male per giocatori che sono Maestri praticamente a tempo pieno (per accedere al campionato non bisogna aver giocato oltre quattro gare in un qualsiasi tour nelle ultime due stagioni). Michele Reale insegna al golf di Monticello (Como) ma non smette mai di praticare: ha vinto nel 2022 il Campionato Maestri di PGA Italiana e ha tentato la strada del Senior Tour europeo (arrivando allo stage finale di qualificazione dove il ventesimo posto non è bastato, con solo cinque carte disponibili). Andrea Rota insegna allo Sport Indoor di Mozzo (Bergamo): per lui solo qualche pro-am e i campionati dell’Associazione («però, pur giocando poco, quando scendo in campo riesco a essere competitivo», ha detto). Gregory Molteni continua ad allenarsi «per seguire amateur di alto livello mostrando loro doti di gioco sempre all’altezza».
Quello appena concluso è l'appuntamento annuale della Confederation of Professional Golf, di cui fanno parte 43 PGA nazionali che vanno oltre i confini europei spaziando dal Canada alla Nigeria, in rappresentanza di 12.600 Professionisti. PGA Italiana ne fa parte dal 1990. Oltre alla gara ci si incontra per il futuro del golf. L’Annual Congress è stato un’opportunità di confronto e di scambio tra i delegati nazionali, attesi da un ricco menu di incontri e workshop mirati a condividere idee, progressi, nuove strade per migliorare la propria organizzazione e il golf in generale.
Vi ha partecipato il presidente di PGA Italiana Filippo Barbè, che al termine della gara e dei lavori ha espresso la sua doppia soddisfazione. Per il successo dell’Italia e per le tante novità espresse dal congresso. «Grande partecipazione e molti temi sul tavolo», ha detto. «Interessanti e indispensabili per coinvolgere un pubblico nuovo e più giovane, sono le nuove modalità di comunicazione e fruizione del gioco, dai driving range multimediali alle app con programmi accattivanti per i ragazzi. Percorrere questa strada significa anche avere persone all’interno delle PGA nazionali che abbiano skill più idonei a queste modalità». E sempre per migliorare la performance delle Associazioni, una good governance oggi passa anche attraverso strumenti di autoanalisi e di identificazione dei fattori di successo. Condotto da Filippo Barbè, uno scambio interessante con Eduardo Celles, primo coach dello spagnolo Jon Rahm, numero uno al mondo.