20 Febbraio 2023

PGA Tour: Jon Rahm pigliatutto in California

Jon Rahm Jon Rahm

In California Jon Rahm sbaraglia la concorrenza, vince con un totale di 267 (65 68 65 69, -17) colpi il The Genesis Invitational, torna numero 1 al mondo e supera il suo mito Severiano Ballesteros in quanto a successi sul PGA Tour celebrando la decima impresa. Sul percorso del Riviera Country Club (par 71) di Pacific Palisades lo spagnolo ha fatto bottino pieno in un appuntamento che ha visto il ritorno in campo di Tiger Woods, 45/o con 283 (-1), e l’uscita al taglio di Francesco Molinari (150, 76 74, +8).

Terza vittoria del 2023, Rahm torna ad essere il numero 1 al mondo – Rahm è volato in testa alla classifica del The Genesis Invitational al termine del terzo round, grazie a un giro bogey free in 65 (-6) colpi, con sei birdie. Poi, nel quarto, ha ipotecato il titolo dopo una reazione nel finale che lo ha visto realizzare due birdie (cinque quelli in totale, con tre bogey) nelle ultime cinque buche giocate, rispettivamente alla 14 e alla 16. All’età di 28 anni, 3 mesi e 9 giorni, Rahm è già in doppia cifra. Per lui è infatti il decimo sigillo (cifra comprensiva di un Major, lo US Open 2021) sul PGA Tour in 137 gare giocate. Che gli ha permesso di tornare, per la prima volta dal 26 marzo 2022, sul trono mondiale superando l’americano Scottie Scheffler, 12/o con 276 (-8) in California. Dove l’iberico ha superato di due colpi lo statunitense Max Homa, 2/o con 269 (-15) davanti ai connazionali Patrick Cantlay, 3/o con 270 (-14), Will Zalatoris, 4/o con 271 (-13), e Keith Mitchell, 5/o con 272 (-12). Non è andato invece oltre il 29/o posto con 280 (-4) il nordirlandese Rory McIlroy, terzo nel world ranking.

Il successo ha fruttato a Rahm 3.600.000 dollari a fronte di un montepremi complessivo di 20.000.000, consentendogli anche di portare i suoi guadagni sul circuito a quota 44.888,792. Tre successi nelle ultime sei gare disputate sul PGA Tour. Questo il ruolino di marcia del campione di Barrika, primo spagnolo a far suo il The Genesis Invitational e quarto giocatore internazionale dal 1960 a raggiungere le 10 affermazioni sul circuito prima dei 30 anni. Come se non bastasse, Rahm ha allungato il vantaggio sugli inseguitori nella classifica della FedEx Cup e ha superato, in quanto a vittorie sul PGA Tour, Severiano Ballesteros (che in 151 eventi giocati s’è imposto 9 volte conquistando però 5 Major, 3 British Open e 2 The Masters).

Woods incorona Rahm, “è il più forte”. E lo spagnolo ringrazia – Tornato a giocare un evento del PGA Tour diverso da un Major per la prima volta dall’ottobre 2020, Tiger Woods ha mostrato ottimi colpi nel primo e nel terzo round. Ambasciatore del torneo (attraverso la sua Fondazione), altalenante nel secondo e quarto giro, il californiano al termine della competizione ha incoronato Rahm. “Jon è il migliore giocatore al mondo e lo ha dimostrato. Cuore, grinta, carisma, sono solo alcune delle sue caratteristiche. E’ fortissimo”, l’elogio di Tiger.

“Grazie Tiger, vincere il tuo torneo è un onore. Aver raggiunto la doppia cifra è qualcosa d’incredibile ma spero sia solo l’inizio. Per quel che riguarda i paragoni con Ballesteros, lui ha vinto cinque tornei del Grande Slam mentre io sono ancora fermo a uno. Sto raccogliendo i frutti di anni di lavoro e mi sento un buon giocatore. Mi sforzo ogni giorno per provare a essere un buon padre, un buon marito e un amico migliore. Queste sono le mie priorità”, la soddisfazione di Rahm. Che nell’anno della Ryder Cup italiana, in programma sul percorso del Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio (Roma) dal prossimo 29 settembre al 1° ottobre, sta affrontando la sua stagione migliore.

Il PGA Tour si sposta in Florida per l’Honda Classic – Dalla California il PGA Tour è pronto a spostarsi in Florida per l’Honda Classic, in programma dal 23 al 26 febbraio. Sul percorso del PGA National Resort (The Champion) di Palm Beach Gardens non ci sarà Francesco Molinari. L’azzurro godrà di un turno di riposo.

 

TERZO GIRO - Il momento di forma super di Jon Rahm, lo show di Tiger Woods, lo stop di Rory McIlroy. In California, ha regalato spettacolo il "moving day" del Genesis Invitational, torneo elevato del PGA Tour che mette in palio 20 milioni di dollari. Al Riviera Country Club (par 71) di Pacific Palisades, lo spagnolo Rahm con un terzo giro in 65 (-6) su un totale di 198 (65 68 65, -15) è volato in testa e, a 18 buche dalla fine, vanta tre colpi di vantaggio sull'americano Max Homa, secondo con 201 (-12) davanti al connazionale Keith Mitchell, terzo con 202 (-11).

Dopo aver fatto suo il Sentry Tournament of Champions e il The American Express, Rahm insegue la terza vittoria del 2023 che potrebbe riportarlo al primo posto nel world ranking. Con un successo (sarebbe il decimo sul circuito, cifra comprensiva di un Major lo US Open), il 28enne di Barrika sarebbe praticamente certo di ritornare sul trono mondiale visto che Scottie Scheffler (attuale numero 1) è 15° con 208 (-5) e per difendere la leadership dovrebbe finire al secondo posto (distante ora sette colpi).

Sprazzi di grande Woods. Il californiano con un parziale di 67 (-4) su un totale di 210 (69 74 67, -3) è risalito dalla 60ª alla 26ª posizione. Per The Big Cat buona prova con tre birdie, un eagle (il 189esimo della sua carriera sul PGA Tour) e un bogey. Il 67 (-4) di giornata rappresenta il suo miglior giro degli ultimi 18 giocati. Ha perso invece terreno il nordirlandese Rory McIlroy, da settimo a 18° con 209 (-4).

 

SECONDO GIRO - Doppio passo falso per Tiger Woods in California. A Pacific Palisades, nel secondo round del Genesis Invitational, "The Big Cat" è scivolato dalla 27/a alla 60/a posizione provvisoria (il giro è stato infatti sospeso per oscurità) con uno score di 143 (69 74, +1).
Non solo qualche errore di troppo in campo (per lui parziale di 74, +3, con cinque bogey, di cui tre nelle ultime quattro giocate, e due birdie), ma anche uno scherzo con l'amico Justin Thomas di cattivo gusto. Il 15 volte campione Major è finito nel mirino della critica per aver messo nelle mani di Thomas (durante il primo round) un assorbente che quest'ultimo ha lasciato cadere a terra sorridendo. Un gesto che ha provocato forti critiche. Tante le sportive, da Laura Davies ad Anna Caplice, che hanno chiesto le scuse immediate di Woods per uno "scherzo fuori luogo e non divertente".

Woods, che dovrebbe superare il taglio con l'ultimo punteggio utile, non è riuscito a ripetere la prova offerta nelle prime 18 buche del torneo del PGA Tour che mette in palio 20 milioni di dollari e vede in campo anche 23 tra i migliori 25 giocatori al mondo.
Sul percorso del Riviera Country Club (par 71), in testa alla classifica con 132 (64 68, -10) colpi c'è ancora Max Homa. A tallonarlo, in seconda posizione con 133 (-9), ecco lo spagnolo Jon Rahm (terzo nel world ranking) e gli statunitensi Keith Mitchell e Lee Hodges. Buona prova anche per Collin Morikawa, quinto con 134 (-8), Patrick Cantlay, 6/o con 135 (-7), e Rory McIlroy, secondo al mondo e settimo con 136 (-6) nella competizione al pari di Matt Kuchar.
Rimonta Scottie Scheffler. Il numero 1 mondiale è risalito dalla 44/a alla 12/a posizione con 138 (-4). Può invece già considerarsi eliminato Francesco Molinari, 125/o con 150 (+8).

 

PRIMO GIRO - Un inizio e un finale di gara da applausi, tra prodezze e birdie che hanno mandato in visibilio gli spettatori presenti. A Pacific Palisades, in California, non ha deluso le attese Tiger Woods. Il campione americano ha chiuso il primo round del Genesis Invitational, torneo del PGA Tour, al 27° posto con uno score di 69 (-2) colpi. "The Big Cat" ha iniziato la sua prova realizzando un birdie alla buca 1 del Riviera Country Club (par 71), poi ha 'segnato' il primo di tre bogey alla 4. Ma nelle ultime tre 'hole' ha regalato spettacolo con tre birdie consecutivi e 'putt' perfetti che hanno scatenato la sua esultanza e quella dei tanti tifosi che hanno affollato il "green" per il ritorno, l'ennesimo, di Woods.

Per la prima volta dal 2020, il californiano è tornato a giocare un torneo del PGA Tour diverso da un Major. Non un evento qualsiasi, ma quello sponsorizzato dalla sua fondazione e che Woods non ha mai vinto (è arrivato invece due volte secondo).

Tutti i riflettori puntati su di lui. Nonostante un field stellare, con 19 tra i migliori 20 al mondo (e un montepremi di 20 milioni di dollari) com prima moneta di 3,6 milioni di dollari), Woods ha rubato la scena agli altri big della disciplina, da Jon Rahm a Rory McIlroy, tra i protagonisti del giro d'apertura. Dopo le prime 18 buche, in testa alla classifica con 64 (-7) ci sono gli americani Max Homa e Keith Mitchell.

Dietro di loro, distante un solo colpo dalla vetta, ecco Rahm. Terzo (anche nel world ranking) con 65 (-6), lo spagnolo punta a tornare sul trono spodestando Scottie Scheffler, solo 44° con 70 (-1) in California, mentre il nordirlandese McIlroy è settimo con 67 (-4). Buona partenza pure per Collin Morikawa, quarto con 66 (-5) insieme a Matt Kuchar e a Harris English. Più indietro Justin Thomas, 14° con 68 (-3).

Falsa partenza per Francesco Molinari. Reduce dall'uscita al taglio al Phoenix Open, il torinese è 121° con 76 (+5) e rischia una nuova eliminazione. Due birdie, tre bogey e due doppi bogey per l'azzurro, in difficoltà.

 

LA VIGILIA - Il ritorno di Tiger Woods, un contesto con 19 tra i primi 20 giocatori del World Ranking, Scottie Scheffler nuovo numero uno gran favorito, il desiderio di immediata rivincita di Rory McIlroy appena spodestato dal trono mondiale sono alcuni dei motivi per i quali c’è grande attesa per il Genesis Invitational. Inoltre, in chiave azzurra, Francesco Molinari proverà a cancellare il taglio subito la scorsa settimana per riprendere il cammino, iniziato nella vittoriosa Hero Cup di gennaio, che deve portarlo a far parte del Team Europe nella Ryder Cup 2023, suo obiettivo dichiarato.

Sul percorso del Riviera Country Club, a Pacific Palisades in California, dal 16 al 19 febbraio va in scena il secondo evento “elevato” del PGA Tour che, come il precedente WM Phoenix Open, mette in palio un montepremi di 20 milioni di dollari con prima moneta di 3,6 milioni di dollari. Appannaggio in Arizona di Scheffler che ora proverà a concedere il bis, opportunità che il suo attuale stato di forma certamente gli concede.

Con tanti campioni, comunque, non avrà compito facile e, peraltro, Jon Rahm, (n. 3) e Justin Thomas (n. 7), rispettivamente terzo e quarto nella precedente uscita, sembrano avere anche loro qualcosa in più. Senza tuttavia dimenticare Sam Burns (n. 14), Jordan Spieth (n. 16), tredici titoli con tre Major e 80 top ten in 242 presenze sul tour, e Xander Schauffele (n. 6) nei primi dieci a Scottsdale. Tra i top ten del ranking non sembrano ancora ben rodati Matt Fitzpatrick (n. 10), Patrick Cantlay (n. 5) e Collin Morikawa (n. 9), gli ultimi due out dopo 36 buche la scorsa settimana, mentre poco si può dire di Will Zalatoris (n. 8), al rientro dopo uno stop.

Il ritorno di Woods - Woods torna a disputare un torneo che non ha mai vinto, ma dove, dilettante sedicenne, ha esordito nel 1992 sul PGA Tour. Non partecipa a un evento del circuito, che non sia un Major, dalla fine di ottobre 2020 (ZOZO Championship, 72°), mentre lo scorso anno ha preso parte a tre gare del Grande Slam (Masters Tournament 47°, PGA Championship, ritirato dopo 54 buche, e The Open, uscito al taglio). Risultati che non tolgono nulla alla grande attesa che c’è attorno al suo rientro, perché con "The Big Cat", indipendentemente da quello che gli consentono di fare le sue condizioni fisiche o che sia il 1.294° nel World Ranking, qualsiasi appuntamento diventa speciale. Nei primi due giri Woods sarà in terna con McIlroy e Thomas, mentre Molinari giocherà con Stewart Cink e Brendon Todd.

Adam Scott per il tris - Nel torneo nato nel 1926 come Los Angeles Open e giunto alla 97ª edizione, non giocherà il campione in carica, il cileno Joaquin Niemann, e saranno solo tre i past winner: James Hahn (2015), J.B Holmes (2019) e Adam Scott (2005, 2020). L’australiano può puntare al tris per affiancare nell’albo d’oro Ben Hogan, Arnord Palmer e Bubba Watson, mentre il record di vittorie è di quattro realizzato dallo scozzese Macdonald Smith (tra il 1928 e il 1934) e da Lloyd Mangrum (tra il 1949 e il 1956).

Il torneo su Discovery Plus e su Eurosport 2 - Il Genesis Invitational sarà teletrasmesso in diretta da Discovery Plus e da Eurosport 2 ai seguenti orari su entrambe le piattaforme: giovedì 16 febbraio e venerdì 17, dalle ore 22 alle ore 2; sabato 18 alle ore 19 alle ore 1; domenica 19, dalle ore 19 alle ore 0,30. Commento di Nicola Pomponi, Alessandro Bellicini e di Matteo Delpodio.

Primo piano

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    Sergio Melpignano Senior Italian Open: vince Thomas Gögele. Emanuele Canonica, miglior italiano del torneo, chiude in ottava posizione 26/10/2024

    Il tedesco Thomas Gögele, con 197 (64 66 67, -19) colpi, ha vinto il Sergio Melpignano Senior Italian Open, torneo del Legends Tour disputato al San Domenico Golf (par 72) di Savelletri di Fasano (Brindisi). Primo successo sul circuito over 50 per Gögele, che ha saputo tenere salda la leadership sin dal primo dei tre round. Il gallese Bradley Dredge non è riuscito nel sorpasso, confermandosi in seconda posizione con 200 (-16). Terzo posto tutto inglese con 202 (-14) per Simon Griffiths e Andrew Marshall. Il trofeo di miglior italiano è andato ad Emanuele Canonica, che ha chiuso la gara ottavo con 206 (-10) davanti ad Alessandro Tadini, decimo con 207 (-9). Michele Reale si è posizionato 32° con 213 (-3), Mauro Bianco, 52° con 218 (+2), Gianluca Pietrobono, 60° con 231 (+15). Il campione uscente, James Kingston, ha concluso al 18° posto con 209 (-7)

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Golf Story

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    e il super maestro
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    I "tre moschettieri" e il super maestro del golf italiano 15/04/2021

    Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925  che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano. 

    Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open.  La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta

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