L’australiano Cameron Smith, prima con una rimonta incredibile e poi con un finale in cui ha respinto ogni tentativo di recupero degli avversari, ha vinto con 268 (67 64 73 64, -20) colpi il 150° The Open disputato per la 30° volta sul percorso dell’Old Course (par 72) di St. Andrews, in Scozia. Il 28enne di Brisbane, al suo primo exploit in un major, ha superato di misura Cameron Young, secondo con 269 (-19), e il nordirlandese Rory McIlroy, terzo con 270 (-18).
Grande soddisfazione in casa azzurra per la prova di Filippo Celli che ha ottenuto la Silver Medal, riservata al miglior dilettante, terminando 47° con 283 (74 67 71 71, -5), e per la risalita nei due round conclusivi dal 66° al 15° posto di Francesco Molinari (278 - 73 71 66 68, -10).
Cameron Smith, cinque titoli sul PGA Tour, tre conquistati al playoff, e due sul DP World Tour (uno allo spareggio), vincitore a marzo del prestigioso The Players Championship, ha cambiato le sorti del torneo, che sembravano dopo nove buche in mano a McIlroy avanti di due colpi, realizzando cinque birdie consecutivi dalla decima buca alla 14ª e ponendosi al comando. Subito in ritardo il norvegese Viktor Hovland, leader con McIlroy dopo il “moving day”, e con quest’ultimo che dopo i due birdie in dieci buche non è stato più capace di segnarne altri (70, -2 finale), è stato Cameron Young a dare l’ultimo brivido con un eagle alla buca 18 (65, -7 con in precedenza sette birdie e due bogey). Smith, però, ha evitato il playoff con l’ottavo birdie di giornata per il 64 (-8) vincente e miglior score del turno, ottenuto anche da Sam Burns, che non ci ha fatto molto (42° con 282, -6). Per il successo Cameron Smith ha ricevuto un assegno di 2.500.000 dollari su un montepremi di 14 milioni di dollari, il più alto nella storia dell’evento.
Hovland si è classificato al quarto posto con 274 (.14), agganciato dall’inglese Tommy Fleetwood, e sono terminati tra i top ten alcuni ritenuti alla vigilia autorevoli candidati al titolo come Dustin Johnson, sesto con 273 (-13) alla pari con Brian Harman, quindi Bryson DeChambeau, risalito dalla 18ª piazza, Jordan Spieth e Patrick Cantlay, ottavi con 276 (-12).
Molinari, un bel finale – Una partenza lenta, poi due giri finali al suo livello. Francesco Molinari, primo italiano a vincere il The Open nel 2018, dopo un 73 (+1) e un 71 (-1), è risalito dal 66° posto per approdare al 15° passando per il 18°.
Prime 36 buche concluse in par, poi sette birdie e un bogey nel terzo round e cinque birdie e un bogey nel quarto, con ben dieci colpi strappati al campo. Abbastanza per giustificare qualche rimpianto, ma probabilmente utili per dargli la consapevolezza di poter dire ancora molto in questa seconda parte di stagione.
A Celli la Silver Medal – Ha impiegato un giro per superare l’emozione, poi Filippo Celli, 21enne romano, ha acquisito la tranquillità tradotta subito in un 67 (-5) nel secondo giro con cui ha capito che poteva puntare alla Silver Medal, avendo recuperato tre dei sei colpi di svantaggio che aveva da Barclay Brown. Poi due 71 (-1), il primo per il sorpasso sull’inglese e il secondo per cogliere il prestigioso riconoscimento.
Nove buche in par e in altalena con tre birdie e altrettanti bogey, poi un bogey alla buca 11, che gli ha dato solo una minima apprensione perché i suoi avversari erano già in club house e in coda alla classifica, quindi l’eagle della certezza e infine un bogey e un birdie solo per completare i numeri. E per lasciare a debita distanza gli altri tre amateur Aaron Jarvis, 76° con 289 (+1), Barclay Brown, 79° con 290 (+2) e Sam Bairstrow, 81° con 292 (+4). E’ divenuto il secondo azzurro, dopo Matteo Manassero nel 2009, a fregiarsi della Silver Medal istituita nel 1949, e vinta in passato da grandi campioni quali Tiger Woods (1996), Justin Rose (1998), Rory McIlroy (2007) e Matthew Fitzpatrick (2013). Un mese fantastico per l’azzurro che a giugno si era imposto nell’European Amateur Championship a Valencia, in Spagna.
Celli, che ha avuto quale caddie il suo coach e Commissario Tecnico della Nazionale dilettanti italiana Alberto Binaghi, ha detto al termine: “Mi sento veramente felice e sono contento di aver condiviso questi momenti con Alberto, che aveva seguito anche Manassero nel 2009 e che mi ha molto aiutato durante la settimana con la sua notevole esperienza. Questa mattina mi sembrava incredibile di avere l’occasione per aggiungere nell’albo d’oro il mio nome a quello di tanti grandi campioni che hanno vinto la Silver Medal. Non mi sono emozionato, ma mi sono detto solo da andare in campo sereno e vedere cosa sarebbe successo. Ora la Silver Medal è una realtà e spero sia solo l’inizio per raggiungere altri traguardi importanti. E per questo ringrazio la Federazione Italiana Golf per il prezioso supporto che ho sempre ricevuto”.
Grande soddisfazione, naturalmente, per il prestigioso risultato da parte della Federazione Italiana Golf, presente a St. Andrews con il Presidente Franco Chimenti e con il Segretario Generale Marta Maestroni.
I delusi – Sicuramente non si attendeva un finale così deludente Scottie Scheffler, numero uno mondiale, che invece di lottare per il titolo dall’alto del quinto posto che occupava dopo 54 buche, è finito nell’anonimato del 21° con 279 (-9) come l’inglese Matthew Fitzpatrick.
Il torneo non ha riservato soddisfazioni neanche a Xander Schauffele, stesso score di Molinari, allo spagnolo Jon Rahm, 34° con 281 (-7), e a Justin Thomas, 53° con 284 (-4). Bilancio assolutamente in rosso per Collin Morikawa, che difendeva il titolo, 84° con 145 (+1) e uscito al taglio. Stessa sorte per Tiger Woods, 148° con 153 (78 75, +9), e per il terzo italiano in campo, Guido Migliozzi, 107° con 147 (73 74, +3).
TERZO GIRO - E’ stato un “moving day” del 150° The Open emozionante e ricco di colpi di scena dove hanno preso il comando con 200 (-16) colpi il nordirlandese Rory McIlroy, numero due mondiale, particolarmente ispirato e il norvegese Viktor Hovland, numero 9, che gli ha tenuto testa con grande personalità, entrambi autori di un 66 (-6).
Sul percorso dell’Old Course (par 72) di St. Andrews, in Scozia, che ospita per la 30ª volta l’evento, ha rimontato con molta determinazione Francesco Molinari, da 66° a 18° con 210 (-6), e ha tenuto il dilettante Filippo Celli, 35° con 212 (-4), che è in piena corsa per la Silver Medal, riservata al miglior amateur.
Rory McIlroy (66 68 66), 33enne di Holywood, 21 titoli sul PGA Tour e sette sul DP World Tour, al netto di quattro major e di tre WGC, ha l’occasione per replicare il successo firmato in questo major nel 2014 che si è procurata nel contesto di una prova in cui spicca la perla di un eagle alla buca 10, con palla imbucata dal bunker, a cui ha aggiunto cinque birdie e un bogey. Viktor Hovland, 24enne di Oslo, tre vittorie sul PGA Tour e due sul DP World Tour, proverà a far suo il primo major dopo aver dato prova della sua ottima condizione mettendo insieme sei birdie senza bogey.
La corsa finale per il titolo potrebbe ridursi a una sorta di match play tra i due leader, la cui andatura ha lasciato il segno. Infatti accusano quattro colpi di ritardo l’australiano Cameron Smith, in vetta dopo due round, e Cameron Young, terzi con 204 (-12), e sono a cinque lunghezze Scottie Scheffler, n. 1 del World Ranking, e il coreano Si Woo Kim, quinti con 205 (-11). Forse troppi sei colpi da recuperare anche per un campione come Dustin Johnson, sesto con 206 (-10), e probabilmente fuori gioco gli inglesi Tommy Fleetwood e Matthew Fitzpatrick e l’australiano Adam Scott, ottavi con 207 (-9).
Gli azzurri: sale Molinari, Celli per la Silver Medal – Una rimonta cercata con determinazione da Francesco Molinari e avallata da un 66 (-6), secondo score di giornata in comproprietà con altri quattro giocatori, compresi i leader, dopo il 65 (-7) di Kevin Kisner (13° con 209, -7). Un giro iniziato molto forte dal torinese, primo italiano a vincere il The Open nel 2018, con cinque birdie sulle prime dieci buche, poi una sbavatura con un colpo perso alla 11ª e altri due birdie in quella parte finale del tracciato tra la 13ª e la 18ª dove nei due round precedenti aveva lasciato quattro colpi al campo. E ora la top ten non è poi così lontana.
Filippo Celli (74 67 71) sta conducendo il suo primo major con molta autorità e accortezza. Ha guadagnato una posizione dopo un 71 (-1) in cui ha attaccato (due birdie sulle prime dieci buche) e poi ha reagito a tre bogey con altri due birdie che gli hanno permesso di rimanere in attivo nei confronti dell’Old Course. E con il cedimento dell’inglese Barclay Brown, da 12° a 64° con 215 (-1), e con gli altri due dilettanti ancora più indietro (Aaron Jarvis 69° con 216, par, e Sam Bairstow 83° con 223, +7) ha concrete possibilità di prevalere nella corsa verso la prestigiosa Silver Medal.
Rimonta Jordan Spieth – Si è portato dal 25° all’11° posto con 208 (-8) Jordan Spieth, autore di un 68 (-4), ma l’orgoglio ha prodotto solamente una rimonta tardiva buona comunque per provare a rimanere tra i primi dieci classificati, cosa che tenterà di fare anche Patrick Cantlay (n. 4 del World Ranking), che l’affianca. Obiettivo che invece non è più alla portata di altri big dai quali si attendeva una risposta diversa, come Bryson DeChambeau, anche se risalito dal 55° al 18° posto a fianco di Molinari, Xander Schauffele (n. 5) e lo spagnolo Jon Rahm (n. 3), 24.i con 211 (-5), e Justin Thomas, 55° con 214 (-2). Sono usciti al taglio, tra gli altri, Tiger Woods, 148° con 153 (78 75, +9), e il terzo italiano in campo, Guido Migliozzi, 107° con 147 (73 74, +3).
Il montepremi è di 14 milioni di dollari, il più alto nella storia dell’evento, dei quali 2.500.000 andranno al vincitore insieme alla Claret Jug, simbolo del torneo.
SECONDO GIRO - L’australiano Cameron Smith, numero sei mondiale, ha realizzato un 64 (-8), miglior score di giornata, e con un totale di 131 (67 64, -11) colpi ha sorpassato Cameron Young, secondo con 133 (-11), nel 150° The Open, il quarto major stagionale che si sta svolgendo per la 30ª volta nella storia sull’Old Course (par 72) di St. Andrews in Scozia. Non ha potuto evitare il taglio Tiger Woods, 148° con 153 (78 75, +9), che non poteva fare molto dopo il pesante 78 (+6) d’apertura, ma di sicuro non dimenticherà mai gli applausi e l’affetto riservatigli da un pubblico da record.
Prodezze di Celli – Tra gli azzurri splendida prova del dilettante Filippo Celli, volato dal 101° al 36° posto con 141 (74 67, -3). Entrato nel field per essersi imposto nell’European Amateur Championship a Valencia, in Spagna, il 21enne romano ha realizzato un gran 67 (-5), bogey free, con cinque birdie distribuiti tra la quinta e la 18ª buca. Una gara molto attenta che gli ha permesso di recuperare tre colpi sull’amateur inglese Barclay Brown (12° con 138, -6), mettendosi in corsa per giocarsi il primato tra i dilettanti e conquistare la Silver Medal.
Ha rimontato undici posizioni Francesco Molinari, 66° con 144 (73 71, par), sufficienti per rimanere in gara, ma con un po’ di rammarico per i due bogey nel finale, che hanno fatto 71 (-1), dopo quattro birdie e un bogey sulle prime 15 buche. E’ invece uscito al taglio Guido Migliozzi, 107° con 147 (73 74, +3), autore di un 74 (+2). Ha tenuto fino alla 12ª buca (tre birdie, due bogey), poi le cose sono precipitate con tre bogey.
Tributo a Woods – E’ uscito di scena commosso e tra le lacrime. Tiger Woods è stato salutato con un’autentica ovazione dal pubblico, che ha seguito in piedi e con un lunghissimo applauso la conclusione del giro e della gara del campione, il quale non ha resistito a una simile dimostrazione di stima e d’affetto. Così ha salutato togliendosi il cappello e ha dato spazio alla commozione, lui che in carriera non aveva mai mostrato segni di debolezza o cedimento. Lacrime che hanno significato tante cose e, magari, anche il timore di aver giocato per l’ultima volta nel tempio del golf, come poi ha affermato.
“Vengo a St. Andrews dal 1995 e penso che il prossimo The Open lo ospiteranno qui nel 2030. Non so se sarò ancora in grado fisicamente di giocare. E’ stato tutto molto emozionante. L’ovazione, il calore dei tifosi e la loro comprensione mi hanno regalato una sensazione davvero incredibile. Sono stato fortunato nella mia carriera e, ancora di più, per aver vinto due volte il torneo su questo percorso”.
McIlroy e Hovland a tre colpi dalla vetta – Cameron Smith, 28enne di Brisbane, cinque titoli sul PGA Tour, tre conquistati al playoff, e due sul DP World Tour (uno allo spareggio), vincitore a marzo del prestigioso The Players Championship, è risalito dal terzo posto mettendo a segno un eagle e sei birdie, dei quali cinque nelle prime nove buche, e ha allungato la classifica. Infatti Cameron Young con un parziale di 69 (-3, cinque birdie, due bogey) ha limitato i danni a due colpi, ma al leader gliene rendono tre il nordirlandese Rory McIlroy, numero due del World Ranking, e il norvegese Viktor Hovland, terzi con 134 (-10), e quattro Dustin Johnson, quinto con 135 (-9).
Sono a cinque lunghezze, sesti con 136 (-8), Scottie Scheffler, leader mondiale, e l’inglese Tyrrell Hatton, mentre occupano l’ottavo posto con 137 (-7) Patrick Cantlay (n. 4), Talor Gooch, Sahith Theegala e l’australiano Adam Scott.
Giornata di rimonte per l’inglese Matthew Fitzpatrick, da 55° a 12° con 138 (-6), per lo spagnolo Jon Rahm (n. 3) e per Jordan Spieth, 25.i con 140 (-4), risaliti rispettivamente dalla 77ª e dalla 35ª piazza. Hanno perso terreno Xander Schauffele (n. 5), da 13° a 18° con 139 (-5), e Bryson DeChambeau, da 13° a 55° con 143 (-1), dopo un 74 (+2). Nove passi in avanti per Justin Thomas, 46° con 142 (-2).
Fuori, tra gli altri, al taglio, caduto a 144 (par) e che ha lasciato in gara 83 concorrenti, Collin Morikawa (145, +1), campione in carica, che ha iniziato la stagione con cinque top ten, prima che il rendimento divenisse abbastanza altalenante, Brooks Koepka (148, +4) e Phil Mickelson (150, +6).
Il montepremi è di 14 milioni di dollari, il più alto nella storia dell’evento, dei quali 2.500.000 andranno al vincitore insieme alla Claret Jug, simbolo del torneo.
PRIMO GIRO - Lo statunitense Cameron Young si è preso la scena con un 64 (-8) nel primo giro del 150° The Open, il quarto major stagionale e il più longevo che si sta disputando per la 30ª volta sull’Old Course (par 72) di St. Andrews, tempio del golf mondiale, in Scozia. Tre gli azzurri in campo con Francesco Molinari, primo italiano a vincere la gara nel 2018 a Carnoustie, e Guido Migliozzi, 77.i con 73 (+1) colpi, e con il dilettante Filippo Celli, 101° con 74 (+2), entrato nel field per essersi imposto nell’European Amateur Championship a Valencia, in Spagna. E’ già finito il sogno di Tiger Woods di conquistare il quarto The Open dopo un round concluso al 146° posto con 78 (+6). Ha perso sei colpi sulle prime sette buche (due bogey e due doppi bogey), poi sono arrivati tre birdie, ma insieme ad altri tre bogey. Woods ha eguagliato così il suo peggior round al The Open, con lo stesso punteggio firmato nel 1995 quando ancora era un dilettante.
Cameron Young, 25enne di Scarborough (New York), promosso sul PGA Tour a fine 2021 dal Korn Ferry Tour grazie anche alle sue due uniche vittorie, ha disputato cinque major con un terzo posto quest’anno nel PGA Championship e quattro tagli. Ha giocato di mattina scendendo di otto colpi sotto il par con cinque birdie sulle prime nove buche e altri tre sulle seconde, senza bogey.
Buona partenza, come spesso gli è accaduto negli ultimi tempi, del nordirlandese Rory McIlroy, numero due mondiale, secondo con 66 (-6) colpi, dell’australiano Cameron Smith (n. 6) e dell’inglese Robert Dinwiddie, terzi con 67 (-5). Ritmo alto anche per Scottie Scheffler, leader del World Ranking e uno dei tre vincitori dei precedenti major (The Masters), e per Dustin Johnson, che si trovano nel gruppo al quinto posto con 68 (-4) dove figurano, tra gli altri, il norvegese Viktor Hovland e gli inglesi Lee Westwood e Barclay Brown, quest’ultimo dilettante. Non sono lontani dalla vetta, 13.i con 69 (-3), Bryson DeChambeau e, a conferma dell’ottimo momento che attraversa, Xander Schauffele (n. 5), reduce dai successi in meno di un mese nel Travelers Championship e nello Scottish Open.
Distacchi rimediabili per Patrick Cantlay (n. 4), 27° con 70 (-2), e per Jordan Spieth, 35° con 71 (-1), e poco brillanti Justin Thomas (suo il PGA Championship), Collin Morikawa, campione in carica, e l’inglese Matt Fitzpatrick, a segno nell’US Open, 55.i con 72 (par). Un colpo in più per lo spagnolo Jon Rahm (n. 3), 77° come Molinari e Migliozzi.
Hanno marciato di pari passo Francesco Molinari e Guido Migliozzi, il primo con un birdie al giro di boa e con due bogey nel finale e il vicentino con un birdie e due bogey, ma nella seconda parte del campo. Filippo Celli si è mantenuto in par per nove buche (un bogey, un birdie), poi ha proseguito con tre birdie, tre bogey e un doppio bogey.
Non sono partiti l’inglese Justin Rose, per un infortunio alla schiena, e il sudafricano Erik Van Rooyen, per problemi al collo, rispettivamente sostituiti dal giapponese Rikuya Hoshino e dall’inglese Aaron Rai.
Il montepremi è di 14 milioni di dollari, il più alto nella storia dell’evento, dei quali 2.500.000 dollari andranno al vincitore insieme alla Claret Jug, simbolo del torneo.
LA VIGILIA - E’ tutto pronto all’Old Course di St. Andrews per la 150esima edizione del The Open, in programma in Scozia dal 14 al 17 luglio. In gara tutti i migliori al mondo che si contenderanno un montepremi di 14 milioni di dollari (il più alto nella storia della competizione, di cui 2.500.000 andranno al vincitore) e la Claret Jug, simbolo del torneo. Da Scottie Scheffler, numero 1 mondiale, a Tiger Woods, da Jon Rahm a Collin Morikawa, campione in carica. Nell’élite anche tre azzurri: Francesco Molinari, primo italiano a vincere nel 2018 il The Open a Carnoustie, Guido Migliozzi e l’amateur Filippo Celli, che s’è guadagnato la possibilità di partecipare all’ambito torneo dopo aver fatto suo l’European Amateur Championship a Valencia, in Spagna.
Nella casa del golf, St. Andrews, l’attesa è altissima. Saranno infatti 290.000 gli spettatori che affolleranno l’Old Course per il Major (il quarto e ultimo del 2022) più longevo della disciplina (la prima edizione si giocò nel 1860). Un primato che supera quello del 2000 (239.000 i presenti), anno del primo successo di Woods nella competizione. Con il The Open che, per la 30esima volta, si giocherà sull’Old Course, il campo più antico al mondo.
F.Molinari, Migliozzi e Celli. L’Italia ne schiera tre in Scozia - Chicco Molinari guida gli azzurri in Scozia. Nel 2018 il torinese ha scritto la storia affermandosi quale primo italiano a imporsi in un Major nel suo anno d’oro. A secco di successi dal marzo 2019 (Arnold Palmer, PGA Tour), il piemontese ha ottenuto quale secondo miglior risultato nell’evento un 9/o posto nel 2013 (si classificò invece 11/o nel 2019). Seconda apparizione al The Open per Migliozzi, miglior azzurro nel world ranking, che lo scorso anno – proprio come Molinari – non superò il taglio. Debutto speciale per Celli, 21enne romano. Un amateur italiano torna così a giocare il The Open, cinque anni dopo l’ultima volta (Luca Cianchetti). Nel 1995 a sfiorare l’impresa fu Costantino Rocca, sconfitto poi allo spareggio da John Daly dopo un leggendario putt imbucato da una distanza impossibile proprio a St. Andrews.
Scheffler per la storia, Woods per la leggenda. Il field è stellare – All’Old Course hanno vinto il The Open campionissimi della disciplina come, tra gli altri, Sam Snead (1946), Jack Nicklaus (1970 e 1978), Severiano Ballesteros (1984), Nick Faldo (1990) e Woods (2000 e 2005). Con quest’ultimo che proverà a realizzare l’impresa di diventare il primo a vincere per tre volte il The Open a St Andrews, firmando così la quarta affermazione nella storia del torneo (vinto da Tiger anche nel 2006 al Royal Liverpool Golf Club). Tra i favoriti della vigilia ecco il nordirlandese Rory McIlroy (secondo nel world ranking) e l’americano Scheffler che sogna di emulare Woods. Tiger è stato infatti l’ultimo a vincere il The Masters e il The Open (a St. Andrews) nel 2005. Mentre Morikawa cercherà di diventare il primo (dal 2007-2008, Padraig Harrington) a conquistare consecutivamente il The Open. Riflettori puntati inoltre su Xander Schauffele, in un momento di forma super e reduce dagli exploit al Travelers Championship e allo Scottish Open.
Il record di successi (sei) appartiene a Harry Vardon, mentre quello di più giovane vincitore spetta ancora oggi a Young Tom Morris che, nel 1868, trionfò per la prima volta all’età di 17 anni e 156 giorni (succedendo nell’albo d’oro al papà), conquistando poi consecutivamente il torneo per quattro volte.
I tee times – Nei primi due round, Francesco Molinari giocherà al fianco degli inglesi Tommy Fleetwood (con cui nel 2018 alla Ryder Cup di Parigi formò una coppia d’oro) e Justin Rose (runner up nell’anno del trionfo del piemontese). Mentre Guido Migliozzi troverà il britannico Ian Poulter e il gallese Jamie Donaldson. Celli sarà affiancato invece dal nordirlandese Darren Clarke (campione nel 2011) e dall’inglese Richard Bland.
Verso la Ryder Cup 2023. Tra i past winner del The Open anche Henrik Stenson e Zach Johnson – In campo, tra i past winner della competizione, ci saranno anche Henrik Stenson e Zach Johnson, rispettivamente alla guida del team Europe e Usa alla Ryder Cup 2023 che si disputerà per la prima volta nella sua storia in Italia e sul percorso del Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio (Roma). Johnson si affermò al The Open nel 2015 (l’ultimo anno in cui l’evento fu deciso al play-off), Stenson conquistò il titolo nel 2016.
Il The Open in diretta su Sky Sport – La 150esima edizione del The Open verrà trasmessa in diretta su Sky Sport e in streaming su NOW. La prima giornata, giovedì 14 luglio, dalle ore 11:00 alle 21:00 su Sky Sport Action e dalle ore 11:00 alle 14:00 su Sky Sport Uno. Seconda giornata; venerdì 15 luglio, dalle ore 11:00 alle 21:00 su Sky Sport Action e dalle ore 11:00 alle 18:00 su Sky Sport Uno. Terza giornata; sabato 16 luglio, dalle ore 11:00 alle 21:00 su Sky Sport (canale 254) e su Sky Sport Uno dalle ore 11:00 alle 14:45. Quarta giornata; domenica 17 luglio, su Sky Sport (canale 254) dalle ore 10:00 alle 20:00 e su Sky Sport Uno dalle 10:00 alle 11:45. Commento tecnico di Alessandro Lupi, Michele Gallerani, Massimo Scarpa, Roberto Zappa e Marco Cogliati. L’approfondimento in studio sarà condotto da Francesca Piantanida all’interno del tg di Sky Sport 24 con la seguente programmazione: giovedì, venerdì e sabato alle ore 14:30, 17:00 e 21:00; domenica alle 12:30, 15:30 e alle 20:00.