23 Gennaio 2022

DP Tour: sesto titolo per Pieters, 25° Pavan

Thomas Pieters (Getty Images) Thomas Pieters (Getty Images)

Sesto titolo sul DP World Tour (il nuovo vestito dell’European Tour), e il più prestigioso perché ottenuto in un evento delle Rolex Series, per il belga Thomas Pieters, che si è imposto con 278 (65 74 67 72, -10) colpi nell’Abu Dhabi HSBC Championship sul percorso del Yas Links (par 72), ad Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti. Il 29enne di Geel non ha avuto bisogno di prodezze particolari per recuperare dal secondo posto, perché gli è bastato viaggiare nel 72 del par con un birdie, un bogey e sedici buche in par, approfittando di avversari che non si sono dannati l’anima per sorpassarlo e anche del crollo verticale dello scozzese Scott Jamieson, leader per tre turni e sopraffatto dalla pressione tradottasi in un 77 (+5) che l’ha spedito al decimo posto con 282 (-6).

Si sperava in una posizione tra i top ten di Andrea Pavan, in una spedizione azzurra piuttosto deficitaria perché è stato l’unico ad arrivare fino in fondo, ma nel round conclusivo non è stato brillante come in precedenza e con un 75 (+3, un birdie, quattro bogey) è scivolato dal nono al 25° posto con 285 (69 72 69 75, -3), sprecando una bella occasione. E’ comunque un risultato da non disprezzare su cui può costruire sicuramente qualcosa di importante.

Hanno provato a insidiare Pieters lo spagnolo Rafa Cabrera Bello e l’indiano Shubhankar Sharma, ma la loro rimonta è risultata corta di un colpo e si sono fermati al secondo posto con 279 (-9). In quarta posizione con 280 (-8) il francese Victor Dubuisson e il norvegese Viktor Hovland, che è quello che si è comportato meglio tra i tre giocatori pià attesi, e in sesta con 281 (-7) gli inglesi Tyrrell Hatton, campione uscente, James Morrison e Ian Poulter e il danese Jeff Winther.

Gli altri due giocatori che si attendevano quali protagonisti erano il nordirlandese Rory McIlroy, numero otto mondiale, e lo statunitense Collin Morikawa, numero due. L’amor proprio ha spinto in primo dalle posizioni di coda dopo 36 buche al 12° posto con 283 (-5), grazie a un 67 (-5) e a un 69 (-3) nei due turni seguenti, ma questo non lo assolve di certo, mentre Morikawa, 62° con 293 (+5), è stato un turista per caso negli Emirati.

Sono usciti al taglio Francesco Laporta, 77° con 148 (69 79, +4), Edoardo Molinari, 107° con 151 (73 78, +7), Nino Bertasio, 116° con 153 (76 77, +9), Renato Paratore, entrato nel field all’ultimo momento per la defezione di un iscritto, 127° con 156 (75 81, +12), e Guido Migliozzi, 128° con 157 (78 79, +13). A Thomas Pieters è andato un assegno di 1.200.291 euro su un montepremi di otto milioni di dollari (circa 7.050.000 euro).

 

TERZO GIRO - Lo scozzese Scott Jamieson (205 – 63 74 68, -11) ha continuato la sua corsa di testa e inizierà il giro finale dell’Abu Dhabi HSBC Championship, torneo delle Rolex Series del DP World Tour (nuovo nome dell’European Tour che si è sacrificato allo sponsor), con un colpo di margine sull’irlandese Shane Lowry e sul belga Thomas Pieters (206, -10).

Sul percorso del Yas Links (par 72), ad Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti, sta effettuando una bella prova Andrea Pavan, salito al nono posto con 210 (69 72 69, -6) colpi e unico superstite della pattuglia italiana per il resto naufragata miseramente al taglio.

Saranno in corsa per il titolo anche l’indiano Shubhankar Sharma e il norvegese Viktor Hovland, quarti con 208 (-8), e con meno possibilità lo spagnolo Rafa Cabrera Bello e gli inglesi Ian Poulter e James Morrison, sesti con 209 (-7), così come lo stesso Pavan e l’australiano Adam Scott che lo affianca. Non stanno facendo una bella figura l’inglese Tyrrell Hatton, campione in carica, e il nordirlandese Rory McIlroy, numero otto mondiale, 28.i con 214 (-2), lo statunitense Collin Morikawa, numero due, e l’inglese Tommy Fleetwood, 54.i con 218 (+2), che sembrano in vacanza ngli Emirati Arabi.

Scott Jamieson, 38enne di Glasgow, con solo un titolo sul circuito ottenuto in Sudafrica nel lontano 2012 (Nelson Mandela Championship), ma comunque in grado di rimanere a galla sul circuito per guadagnarsi onestamente da vivere, ha girato in 68 (-4) colpi con cinque birdie e un bogey e ora proverà a sfruttare l’occasione che gli cambiarebbe la vita sportiva. In questi casi, però, la mancanza di abitudine a vincere spesso fa brutti scherzi oppure può anche accadere  che l’istinto di sopravvivenza gli consigli di non rischiare troppo per non lasciare posizioni che economicamente valgono molto. Una filosofia che spesso “statalizza” chi si rende conto di avere mezzi limitati. Andrea Pavan ha realizzato cinque birdie e due bogey per il parziale di 69 (-3). Una curiosità: in tutti e tre i giri ha segnato due bogey.

Sono usciti al taglio Francesco Laporta, 77° con 148 (69 79, +4), Edoardo Molinari, 107° con 151 (73 78, +7), Nino Bertasio, 116° con 153 (76 77, +9), Renato Paratore, entrato nel field all’ultimo momento per la defezione di un iscritto, 127° con 156 (75 81, +12), e Guido Migliozzi, 128° con 157 (78 79, +13). Il montepremi è di otto milioni di dollari.

 

SECONDO GIRO - Lo scozzese Scott Jamieson ha mantenuto il comando con 137 (63 74, -7) colpi nell’Abu Dhabi HSBC Championship dove sul percorso del Yas Links (par 72), ad Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti, anche il secondo turno non è stato portato a conclusione per l’oscurità.

Nel primo torneo del 2022 del DP World Tour (il nuovo nome dell’European Tour) la leadership nella classifica provvisoria del 38enne di Glasgow, con solo un titolo sul circuito ottenuto in Sudafrica nel lontano 2012 (Nelson Mandela Championship), è comunque a rischio perché al secondo posto, insieme all’inglese Ian Poulter e al norvegese Viktor Hovland, che hanno concluso con 138 (-6) colpi, c’è anche l’altro inglese James Morrison che ha lo stesso “meno 6” e che con quattro buche ancora da giocare può salire in vetta alla graduatoria. E’ invece deciso il destino dei giocatori italiani dei quali solo Andrea Pavan, 14° con 141 (69 72, -3) dopo un 72 (par, due birdie, due bogey), rimarrà in gara nell’evento che fa parte delle Rolex Series e che ha un montepremi di otto milioni di dollari.

Usciranno Francesco Laporta, 74° con 148 (69 79, +4), Edoardo Molinari, 107° con 151 (73 78, +7), Nino Bertasio, 117° con 153 (76 77, +9), Renato Paratore, entrato nel field all’ultimo momento per la defezione di un iscritto, 126° con 156 (75 81, +12), e Guido Migliozzi, 128° con 157 (78 79, +13).

Sono al quinto posto con 139 (-5) il giapponese Takumi Kanaya, il belga Thomas Pieters, l’irlandese Shane Lowry e lo svedese Alexander Bjork, è al 16° con 142 (-2) l’australiano Adam Scott e si sono defilati gli inglesi Tyrrell Hatton, campione in carica, 23° con 143 (-1), e Tommy Fleetwood, 30° con 144 (par). Deludenti e, salvo miracoli, fuori gioco per il titolo Collin Morikawa, numero due mondiale, e il nordirlandese Rory McIlroy, numero otto, 60.i con 147 (+3), ultimo punteggio che al momento lascia in corsa per il week end.

 

PRIMO GIRO - Lo scozzese Scott Jamieson si è preso la scena e la leadership con 63 (-9) colpi nella prima giornata dell’Abu Dhabi HSBC Championship, torneo del DP World Tour, la nuova denominazione dell’European Tour che ha fruttato, naturalmente, un bel gruzzolo tale da sterminare qualsiasi sentimentalismo. Evento peraltro importante perché è il primo delle Rolex Series e ha un montepremi di otto milioni di petrodollari che hanno richiamato alcuni bei nomi del golf mondiale.

Però, come detto, nella classifica provvisoria (il giro non si è concluso per oscurità) è al vertice Scott Jamieson, 38enne di Glasgow nel cui palmarès figura solo un titolo maturato in Sudafrica nel lontano 2012 (N. Mandela Championship), onesto lavoratore del circuito dove comunque riesce a mantenersi a galla e a fare una buona vita anche senza vittorie. Ha segnato nove birdie senza bogey e in ogni caso rimarrà in vetta al termine del turno, perché non ci saranno scossoni.

Sul percorso del Yas Links (par 72), ad Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti, hanno concluso il round tutti i sei italiani in gara, ma il verdetto è stato benevolo solo con Andrea Pavan (cinque birdie, due bogey) e con Francesco Laporta (quattro birdie, un bogey) 17.i con 69 (-3) colpi. Situazione invece già difficile, tra i 132 atleti in gara, per Edoardo Molinari, 90° con 73 (+1), per Renato Paratore, 118° con 75 (+3), ammesso alla competizione all’ultimo momento per una defezione, per Nino Bertasio, 125° con 76 (+4), e per Guido Migliozzi, 129° con 78 (+6).

Il leader è seguito a un colpo dal norvegese Viktor Hovland (64, -8) e a due dal belga Thomas Pieters (65, -7), mentre occupano la quarta piazza con 66 (-6) il francese Victor Perez, il giapponese Takumi Kanaya e gli inglesi Ian Poulter, James Morrison e Tyrrell Hatton, che difende il titolo. Poco dietro l’altro inglese Tommy Fleetwood, 13° con 68 (-4), senza infamia e senza lode l’australiano Adam Scott, 38° con 70 (-2), e piuttosto deludenti le due attese “stelle”, il nordirlandese Rory McIlroy, 77° con 72 (par), e lo statunitense Collin Morikawa, 90° con 73 (+1), numero due mondiale, al momento in veste… turistica. Ma gli Emirati hanno il loro fascino.

 

LA VIGILIA - Dopo il burrascoso inizio dello scorso novembre in Sudafrica (quando a vincere fu soprattutto la paura per la variante Covid "Omicron", con il Joburg Open ridotto a 36 buche e l'abbandono di tanti giocatori britannici a gara in corso), il DP World Tour (circuito di golf che ha sostituito nel nome l'European Tour) torna protagonista con l'Abu Dhabi HSBC Championship.

Ad Abu Dhabi, dal 20 al 23 gennaio, si disputerà il primo (di cinque) eventi delle Rolex Series 2022 che metterà in palio un montepremi di 8.000.000 di dollari. Negli Emirati Arabi Uniti, saranno cinque gli azzurri in gara: Guido Migliozzi (unico italiano nella Top 100, è 87/o), Francesco Laporta, Edoardo Molinari, Nino Bertasio e Andrea Pavan. Sul percorso dello Yas Links sono attesi alcuni tra i migliori golfisti al mondo. Tra questi ecco Collin Morikawa (secondo nel world ranking e primo americano a imporsi, nel 2021, nella Race to Dubai, l'ordine di merito del circuito). Il californiano, per salire sul trono mondiale, ha bisogno di un successo ad Abu Dhabi e sperare che Jon Rahm (leader del world ranking), impegnato negli stessi giorni in California nel The American Express (PGA Tour), si classifichi oltre il settimo posto.

Per quel che riguarda la Top 10 mondiale, ad Abu Dhabi ci saranno anche il norvegese Viktor Hovland (settimo) e il nordirlandese Rory McIlroy (ottavo). Difenderà il titolo vinto nel 2021 l'inglese Tyrrell Hatton. Tra i past winner in campo ecco poi, tra gli altri, Lee Westwood (2020), Shane Lowry (2019) e Tommy Fleetwood (2018 e 2017). 

Diretta su GOLFTV - L'Abu Dhabi HSBC Championship sarà trasmesso da Golf TV con collegamenti ai seguenti orari: da giovedì 20 gennaio a domenica 23, dalle ore 8 alle ore 14. Commento di Nicola Pomponi, Alessandro Bellicini e di Silvio Grappasonni

 

Primo piano

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    Il tedesco Thomas Gögele, con 197 (64 66 67, -19) colpi, ha vinto il Sergio Melpignano Senior Italian Open, torneo del Legends Tour disputato al San Domenico Golf (par 72) di Savelletri di Fasano (Brindisi). Primo successo sul circuito over 50 per Gögele, che ha saputo tenere salda la leadership sin dal primo dei tre round. Il gallese Bradley Dredge non è riuscito nel sorpasso, confermandosi in seconda posizione con 200 (-16). Terzo posto tutto inglese con 202 (-14) per Simon Griffiths e Andrew Marshall. Il trofeo di miglior italiano è andato ad Emanuele Canonica, che ha chiuso la gara ottavo con 206 (-10) davanti ad Alessandro Tadini, decimo con 207 (-9). Michele Reale si è posizionato 32° con 213 (-3), Mauro Bianco, 52° con 218 (+2), Gianluca Pietrobono, 60° con 231 (+15). Il campione uscente, James Kingston, ha concluso al 18° posto con 209 (-7)

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Golf Story

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    I "tre moschettieri" e il super maestro del golf italiano 15/04/2021

    Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925  che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano. 

    Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open.  La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta

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