18 Ottobre 2021

PGA Tour: dopo 23 mesi torna Rory McIlroy

Rory McIlroy Rory McIlroy

Rory McIlroy ha avuto la meglio con 263 (68 67 62 66, -25) colpi in un combattuto finale nella The CJ Cup (PGA Tour), sul percorso del The Summit Club (par 72) a Las Vegas nel Nevada, tornando dl successo dopo 23 mesi. Il 32enne nordirlandese di Holywood, che non saliva sul gradino più alto del podio dal novembre 2019 (WGC HSBC Champions), ha segnato nel round finale un eagle, cinque birdie e un bogey per il 66 (-6) che gli ha permesso di battere per un colpo Collin Morikawa (264 -  67 70 65 62, -14), numero tre mondiale, che ha rimontato dal 14° posto con un gran 62 (-10, un eagle, otto birdie) e che ha tentato l’impossibile mettendo a segno l’eagle sull’ultima buca. Impressionante lo score di entrambi negli ultimi due turni con in 128 (-16) per McIlroy e un 127 (-17) per Morikawa.

McIlroy, alla 14ª stagione sul circuito e alla 205ª gara, ha portato a 20 i successi sul tour comprensivi di quattro major e tre WGC e, al netto di questi ultimi, ne vanta altri sette sull’European Tour e uno sul circuito australiano, con sei presenze (quattro vittorie) nel team europeo di Ryder Cup. Ha ricevuto la prima moneta di 1.755.000 dollari su un montepremi di 9.750.000 dollari, è salito dalla 14ª all’ottava piazza nel World Ranking e si è portato sulla quarta nella FedEx Cup con i primi 500 punti conquistati. Con 263 (-25) ha stabilito il nuovo record del torneo in merito allo score complessivo ed è divenuto il 39° giocatore a tagliare il traguardo dei 20 successi occupando il 35° posto nella lista dei vittoriosi di tutti i tempi.

Ha ceduto Rickie Fowler, in campo grazie a un invito dello sponsor, leader dopo tre turni e terzo con 266 (-22), ma ha ottenuto il miglior risultato dal 2019 dopo un periodo non proprio esaltante. Insieme a lui è terminato Keith Mitchell, al vertice dopo 36 buche, quindi quarto posto con 267 (-21) per Talor Gooch, rinvenuto dalle retrovie anche lui con un 62, Aaron Wise, Sam Burns (in vetta alla classifica FedEx Cup) e per l’australiano Adam Scott e tra i concorrenti al nono con 268 (-20) il coreano Sungjae Im, reduce dalla vittoria nel precedente Shriners Children’s Open.

Si sono attestati al 18° con 270 (-18) Jordan Spieth, Justin Thomas, vincitore nel 2017 e nel 2019, Xander Schauffele e l’argentino Emiliano Grillo, che con un 61 (-11, due eagle, sette birdie) ha eguagliato il primato sul giro dell’evento stabilito nel turno d’apertura da Robert Streb. Sul saliscendi lo spagnolo Sergio Garcia, 25° con 271 (-17), e prestazioni quanto meno opache del sudafricano Louis Oosthuizen e di Brooks Koepka, vincitore nel 2018, 38.i con 273 (-15), di Dustin Johnson, numero due mondiale e il più alto nel ranking in campo, 45° con 274 (-14), di Jason Kokrak, 54° con 276 (-12), che difendeva il titolo, e del giapponese Hideki Matsuyama, 59° con 278 (-10).

 

TERZO GIRO - Si rivede Rickie Fowler, nuovo leader con 195 (66 66 63, -21) colpi nella The CJ Cup (PGA Tour) sul percorso del The Summit Club (par 72) a Las Vegas nel Nevada, ma giornata favorevole anche al nordirlandese Rory McIlroy, risalito dal 19° al secondo posto con 197 (-19), che si è procurato l’opportunità di portare venti i suoi titoli sul circuito.

Rick Yutaka Fowler, 33 anni il prossimo 13 dicembre, nativo di Murrieta (California), gode di una popolarità enormemente superiore ai suoi meriti e al suo palmares dove figurano appena cinque titoli, l’ultimo nel 2019 (Phoenix Open), e sta provando a riemergere da un periodo piuttosto grigio. Ha realizzato un 63 (-9) con nove birdie senza bogey al termine di un giro in cui, per la terza volta in carriera, ha colto tutti i diciotto green e con 195 ha stabilito il nuovo record del torneo su 54 buche. Parte per l’ottava volta al vertice nel round conclusivo con il buon ricordo che la volta precedente è stata proprio in occasione del Phoenix Open. Da ricordare che sta partecipando al torneo, riservato a 78 concorrenti, soltanto per aver ricevuto un invito dallo sponsor.

Rory McIlroy ha rimontato con un 62 (-10, un eagle, otto birdie), punteggio più basso di giornata a un colpo dal suo primato sul giro di 61 sul PGA Tour, che ha siglato per due volte.

Saranno in corsa per la vittoria pure Robert Streb, l’australiano Adam Scott e il messicano Abraham Ancer, l’altro autore di un 63 secondo score del turno, terzi con 198 (-18), Keith Mitchell, in vetta dopo due round e penalizzato da un 73 (+1), e l’inglese Tyrrell Hatton, sesti con 199 (-17).

Sono sparsi per la classifica e senza prospettive per il successo, ma sono tesi a migliorare la propria posizione per questioni…economiche, perché il ricco montepremi di 9.750.000 dollari è un eccellente motivatore. Possono inserirsi tra i top ten Collin Morikawa, numero tre mondiale, 14° con 202 (-14), e Jordan Spieth, 17° con 203 (-13) e che ha fatto quindici passi indietro per le solite amnesie che spesso gli mettono a soqquadro buone prestazioni.

Per gli altri, che comunque stanno offrendo prove sotto tono, obiettivi più modesti a iniziare da Sergio Garcia, 30° con 204 (-12), che continua a scendere dopo un buon avvio. Più indietro Brooks Koepka, vincitore dell’evento nel 2018, 36° con 205 (-11), Justin Thomas, a segno nel 2017 e nel 2019, e il sudafricano Louis Oosthuizen, 42° con 206 (-10), Xander Schauffele e Dustin Johnson, numero due del World Ranking, 46.i con 207 (-9), Jason Kokrak, 51° con 208 (-8), che non ha più possibilità di difendere il titolo, Patrick Reed e il giapponese Hideki Matsuyama, 64.i con 210 (-6).

 

SECONDO GIRO - Keith Mitchell a tempo di record nella The CJ Cup. Il 29enne di Chattanooga (Tennessee) al 126° evento sul PGA Tour e con un titolo in carriera (Honda Classic, 2019) è al comando con 126 (62 64, -18) colpi, score più basso dopo 36 buche nella storia del torneo e con cinque di margine, anche questo il più ampio negli annali a metà della gara.

Sul percorso del The Summit Club (par 72) a Las Vegas nel Nevada, Mitchell al 62 (-10) di partenza ha aggiunto un 64 (-8, un eagle, sette birdie, un bogey) tracciando un solco tra lui e Jordan Spieth, in crescita di rendimento, Harry Higgs, l’australiano Adam Scott e il coreano Seonghyeon Kim, secondi con 131 (-13). In risalita Rickie Fowler, che gioca con un invito dello sponsor, e l’inglese Tyrrell Hatton, sesti con 132 (-12), e in discesa Robert Streb, da leader con un colpo in meno di Mitchell a ottavo con 133 (-11) causa un 72 (par).

Tra i 78 concorrenti (non c’è taglio) sono nella parte mediana della graduatoria, ma senza chances di pensare al titolo salvo miracoli, il nordirlandese Rory McIlroy e lo spagnolo Sergio Garcia, 19.i con 135 (-9), Justin Thomas, che si è imposto per due volte nell’evento (2017 e 2019) e il giapponese Hideki Matsuyama, 28.i con 136 (-8), Collin Morikawa, numero tre mondiale, Patrick Reed, Brooks Koepka, a segno nel 2018, e il corerano Sungjae Im, reduce dal successo nel precedente Shriners Children’s Open, 35.i con 137 (-7),

Ancora più indietro Xander Schauffele e Tony Finau, 46.i con 138 (-6), e del tutto deludenti Dustin Johnson, numero due mondiale e il più alto in gara nel World Ranking, 55° con 140 (-4), il sudafricano Louis Oosthuizen, 63° con 41 (-3), e Jason Kokrak, che difende il titolo, 71° con 143 (-1), che quanto meno ha abbandonato l’ultima posizione. Il montepremi è di ben 9.750.000 dollari.

 

PRIMO GIRO - Outsider all’attacco nel primo giro della The CJ Cup (PGA Tour), sul tracciato del The Summit Club (par 72) a Las Vegas nel Nevada, e parecchi big sorpresi in un field di qualità e di soli 78 concorrenti richiamato dal considerevole montepremi (9.750.000 dollari).

E’ al vertice con 61 (-11) colpi, suo score personale su 18 buche più basso, Robert Streb, 34enne di Chickasha (Oklahoma) alla 240ª gara sul tour con due titoli (McGladrey Classic 2014, RSM Classic 2020) che ha segnato un eagle, dieci birdie e un bogey e per la seconda volta in carriera si trova al vertice dopo il turno iniziale. Lo segue Keith Mitchell con 62 (-10, dieci birdie) che ha eguagliato il suo primato sul giro.

In terza posizione con 64 (-8) Harry Higgs e in quarta con 65 (-7) Hudson Swafford, lo spagnolo Sergio Garcia e il norvegese Viktor Hovland. Un colpo in più per Jordan Spieth, Rickie Fowler e il giapponese Hideki Matsuyama, settimi con 66 (-6). Hanno tenuto Brooks Koepka e Collin Morikawa, numero tre mondiale, 15.i con 67 (-5), il coreano Sungjae Im, a segno nel precedente Shriners Children’s Open, e Tony Finau, 26.i con 68 (-4).

Numeri già poco favorevoli per Xander Schauffele e Justin Thomas, 39.i con 69 (-3), e per il sudafricano Louis Oosthuizen, 49° con 70 (-2), e assolutamente deficitari per Dustin Johnson, numero due e il più in alto in questo evento nel World Ranking, 73° con 74 (+2), e per Jason Kokrak, 78° e ultimo con 77 (+5), che difende il titolo.

 

LA VIGILIA - Piatto ricco fa field di prima scelta. Così buona parte dei big saranno al via della The CJ Cup (14-17 ottobre) ,sul tracciato del The Summit Club a Las Vegas nel Nevada, dove sono in palio ben 9.750.000 dollari per soli 78 giocatori dei quali 17 hanno disputato l’ultima Ryder Cup.

Nomi eccellenti sul tee di partenza a iniziare da sette dei primi dieci della classifica mondiale: Dustin Johnson, numero due, Collin Morikawa (n. 3), Xander Schauffele (n. 5), Justin Thomas (n. 6), vincitore del torneo nel 2017 e nel 2019, il sudafricano Louis Oosthuizen (n. 8), Brooks Koepka (n. 9), a segno nel 2018,e Tony Finau (n.10). Della top ten mancano solo lo spagnolo Jon Rahm, numero uno, impegnato in Spagna, Patrick Cantlay (n.4) e Bryson DeChambeau (n. 7)

Difende il titolo Jason Kokrak, 36ene statunitense nato a North Bay nell’Ontario in Canada, due titoli sul circuito, il secondo a maggio (Charles Schwab Challenge), in un contesto che comprende anche Jordan Spieth, Patrick Reed, Scottie Scheffler, Webb Simpson, Rickie Fowler, Max Homa, il nordirlandese Rory McIlroy, il giapponese Hideki Matsuyama, il messicano Abraham Ancer, gli australiani Adam Scott e Jason Day, lo spagnolo Sergio Garcia, l’inglese Justin Rose e il coreano Sungjae Im, reduce dal successo nel precedente Shriners Children’s Open,

Primo piano

  • Sergio Melpignano Senior Italian Open: vince Thomas Gögele. Emanuele Canonica, miglior italiano del torneo, chiude in ottava posizione
    Sergio Melpignano Senior Italian Open: vince Thomas Gögele. Emanuele Canonica, miglior italiano del torneo, chiude in ottava posizione 26/10/2024

    Il tedesco Thomas Gögele, con 197 (64 66 67, -19) colpi, ha vinto il Sergio Melpignano Senior Italian Open, torneo del Legends Tour disputato al San Domenico Golf (par 72) di Savelletri di Fasano (Brindisi). Primo successo sul circuito over 50 per Gögele, che ha saputo tenere salda la leadership sin dal primo dei tre round. Il gallese Bradley Dredge non è riuscito nel sorpasso, confermandosi in seconda posizione con 200 (-16). Terzo posto tutto inglese con 202 (-14) per Simon Griffiths e Andrew Marshall. Il trofeo di miglior italiano è andato ad Emanuele Canonica, che ha chiuso la gara ottavo con 206 (-10) davanti ad Alessandro Tadini, decimo con 207 (-9). Michele Reale si è posizionato 32° con 213 (-3), Mauro Bianco, 52° con 218 (+2), Gianluca Pietrobono, 60° con 231 (+15). Il campione uscente, James Kingston, ha concluso al 18° posto con 209 (-7)

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Golf Story

  • I "tre moschettieri"
    e il super maestro
    del golf italiano
    I "tre moschettieri" e il super maestro del golf italiano 15/04/2021

    Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925  che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano. 

    Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open.  La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta

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