L’inglese Danny Willett ha vinto con 283 colpi (70 74 72 67, -5) l’80ª edizione del Masters Tournament, primo major stagionale disputato sul percorso dell’Augusta National GC (par 72) ad Augusta in Georgia. In un giro finale che sarà ricordato a lungo, tra un continuo susseguirsi di emozioni e sorprese, il 28enne di Sheffield ha superato il connazionale Lee Westwood e Jordan Spieth (286, -2), numero due mondiale e campione uscente, che era leader con cinque colpi di vantaggio a nove buche dal termine.
E’ stato anche il festival dei giocatori inglesi che sono terminati in cinque tra i primi dieci con Paul Casey quarto con 287 (-1), insieme a J.B. Holmes e a Dustin Johnson, con Matthew Fitzpatrick, settimo con 288 (par) alla pari con il danese Soren Kjeldsen e con il giapponese Hideki Matsuyama e infine con Justin Rose, decimo con 289 (+1) affiancato da altri due grandi sconfitti, oltre a Spieth, l’australiano Jason Day, leader del world ranking, e il nordirlandese Rory McIlroy, numero tre.
Ad incrementare le emozioni anche tre "buche in uno", tutte realizzate alla 16ª (par 3, yards 181) nell’arco di un paio d’ore, dal sudafricano Louis Oosthuizen (15° con 291, +3), dall’irlandese Shane Lowry, 39° con 298 (+10), e da Davis Love III, capitano della squadra statunitense di Ryder Cup, 42° con 299 (+11). Singolare il modo in cui ha firmato l’ace Oosthuizen, la cui pallina ha urtato contro quella tirata in precedenza da J.B. Holmes, deviando e finendo a bersaglio.
In un major, dove conta realmente solo conquistare il titolo, forse gli unici che sono rimasti soddisfatti della posizione occupata sono stati due dilettanti: Bryson DeChambeau, a segno nell’US Amateur, 21° con 293 (+5), premiato con la medaglia, e il francese Romain Langasque, 39° con 298, che ha offerto un bel 68 (-4) a chiudere. E merita un grande elogio il campione tedesco Bernhard Langer, che ha iniziato il giro finale in terza posizione e in contesa per il titolo, salvo poi a pagare tributo ai suoi 58 anni scendendo fino alla 24ª con 294 (+6), stesso score dello svedese Henrik Stenson.
Da aggiungere alla lista dei delusi lo spagnolo Sergio Garcia, 34° con 296 (+8), Bubba Watson, 37° con 297 (+9), l’australiano Adam Scott, 42° con 299, Patrick Reed, l’inglese Ian Poulter e il tedesco Martin Kaymer, 49.i con 300 (+12), Keegan Bradley, 52° con 301 (+13), e il thailandese Thongchai Jaidee, 57° e ultimo con 307 (+19).
E’ andata anche peggio a coloro che sono usciti al taglio, caduto a 150 (+6): Phil Mickelson, 58° con 151 (+7), Zach Johnson e il sudafricano Charl Schwartzel, 63.i con 152 (+8), Rickie Fowler, Jason Dufner, il sudafricano Ernie Els, il nordirlandese Graeme McDowell e il fijiano Vijay Singh, 69.i con 153 (+9).
Jordan Spieth, come detto, a nove buche dal termine sembrava aver messo al sicuro il secondo Masters consecutivo non solo dall’alto dei cinque colpi di margine su Willett, ma anche per i sette giri di fila tutti al vertice, compresi i quattro del 2015. Peraltro quello che appariva come un pieno controllo era stato anche avallato dai quattro birdie consecutivi, dalla sesta alla nona buca, dopo il birdie e il bogey d’apertura, per un parziale di 32 (-4). Nel frattempo Willett si era portato in seconda posizione con due birdie e Dustin Johnson aveva cominciato a sprecare colpi sul green in quantità industriale, pur mantenendosi a galla (-1) rimediando a un doppio bogey con tre birdie.
In tre buche, però, quello che sembrava il Masters trionfale di Spieth si trasformava in un incubo. Bogey alla 10ª, bogey alla 11ª e palla in acqua alla 12ª (par 3), la seconda delle tre buche conosciute come "Amen Corner", ancora una volta rivelatesi decisive. Poteva rimanere lo stesso in gioco Spieth, ma incredibilmente mandava ancora la palla nel lago, poi la tirava troppo lunga e quando è andato a fare i conti ha assommato un "sette" che l’ha relegato al quarto posto con un "meno 1" proprio mentre Willett, che era avanti, infilava alla 14ª il secondo di due birdie consecutivi (totale di -4).
"Sapevo - ha detto poi Spieth - di avere un vantaggio di cinque colpi, quindi ho pensato che il par sarebbe stato un risultato sufficiente sulle buche successive per vincere e forse questo è stato l’errore più grave. Non ho avuto contraccolpi dai due bogey alla 10ª e alla 11ª, perché in fondo non mi avevano prodotto danni gravi e sono arrivato alla 12ª forse un po’ troppo rilassato. Non ho fatto quel respiro profondo che sarebbe stato necessario, non mi sono concentrato nel modo giusto sulla linea che dovevo dare alla palla e l’ho pagata cara".
Nel frattempo rinveniva anche Lee Westwood, che si metteva in condizioni di vincere finalmente il primo major, valore aggiunto ad una grande carriera, con un eagle alla 15ª, ma alla 16ª sbagliava tutto e il bogey (69, -3 con un eagle, quattro birdie, tre bogey) gli toglieva ogni chance soprattutto perché si abbinava al quinto birdie di Willett (67, -5 con cinque birdie), che in pratica ipotecava il titolo.
Dustin Johnson confermava di non essere in grado di gestirsi nell’ultimo giro di un major e si arrendeva alla buca 17 con un doppio bogey (71, -1 con cinque birdie e due doppi bogey). Non mollava invece Spieth, che con birdie alla 13ª e alla 15ª riproponeva la sua candidatura, ma alla 16ª mancava il putt che l’avrebbe portato a un colpo dal Willett e alla 17 ª con un bogey (73, +1) condivideva il secondo posto con Westwood.
In club house Danny Willett, che aveva seguito le ultime buche davanti alla TV, poteva dare finalmente dare sfogo alla sua gioia dopo aver riportato il trofeo in Europa a 17 anni dal successo dello spagnolo José Maria Olazabal (1999), mentre l’ultimo inglese a imporsi era stato Nick Faldo, al terzo titolo nel 1996 dopo quelli del 1989 e del 1990.
"Quanto mi sta accadendo - ha dichiarato il vincitore in sala stampa - è qualcosa di pazzesco, di surreale. Non riesco a descrivere le mie emozioni. Vincere un torneo è sempre un evento particolare, ma indossare la ‘giacca verde’ è qualcosa di eccezionale. E’ stata un’ottima settimana in cui ho sempre mantenuto un buon controllo mentale e nervoso. Non pensavo che il 67 finale potesse essere sufficiente, ma in realtà le cose sono cambiate così rapidamente che non mi sono quasi reso conto di quanto stava avvenendo. E’ fantastico essere il primo giocatore europeo a conquistare il Masters dopo tanti anni e soprattutto a seguire nell’albo d’oro un grandissimo connazionale quale è stato Nick Faldo".
Danny Willett, al secondo Masters (38° nel 2015), ha siglato quattro titoli nell’European Tour dove lo scorso anno si è classificato secondo nell’ordine di merito alle spalle di Rory McIlroy. Ha ricevuto un assegno di 1.800.000 dollari su un montepremi di 10.000.000 di dollari, che sono ben poca cosa rispetto a quanto gli renderà il successo d’ora in avanti sotto tutti gli aspetti, ed è salito al nono posto nel World ranking.
TERZA GIORNATA - Jordan Spieth, sia pure tra molte difficoltà, è rimasto ancora al comando con 213 colpi (66 74 73, -3) nell’80° Masters Tournament, primo major stagionale che si conclude con la disputa del quarto giro all’Augusta National GC (par 72) di Augusta in Georgia. Il 23enne texano di Dallas, numero due mondiale e campione uscente, ha fatto e disfatto il suo score sulla seconda metà del tracciato, prima portando a quattro colpi il vantaggio sugli inseguitori a due buche dal termine, poi ritrovandosene tra le mani uno solo su Smylie Kaufman (214 - 73 72 69, -2) e con un classifica che ha aperto la caccia al titolo a tanti interlocutori, perché ne ha lasciati tre (un bogey e un doppio bogey) tra gli alberi del mitico percorso voluto dall’altrettanto mitico Bobby Jones.
Kaufman, 25enne di Birmingham (Alabama) con un titolo conquistato in questa stagione (Shriners Hospitals for Children Open), unico a scendere sotto i 70 colpi (69, -3) in un turno ancora una volta disputato con il vento a farla da protagonista indesiderato, è stato la sorpresa, ma i titoli di copertina vanno sicuramente al tedesco Bernhard Langer, che a 58 anni avrà la possibilità di competere per la "giacca verde", simbolo del vincitore di Augusta, grazie a un ottimo 70 (-2) che l’ha proiettato dal 15° al terzo posto con 215 (-1) insieme al coriaceo giapponese Hideki Matsuyama, uno solido e che non arretra davanti a nulla.
La frenata di Spieth ha riaperto la porta all’australiano Jason Day, leader del World ranking, quinto con 216 (par) insieme con Dustin Johnson, che proverà a togliersi di dosso l’etichetta di giocatore incapace di gestire la pressione nel finale di un major, e con l’inglese Danny Willett.
Altro evento inatteso, tra le tante emozioni, il crollo del nordirlandese Rory McIlroy, terzo nella graduatoria mondiale, franato dalla seconda all’11ª posizione con 218 (+2) dopo un devastante 77 (+5) e rianimato in extremis proprio dalle disavventure di Spieth. E’ un po’ lontano e le previsioni meteo, ossia ancora vento anche se forse meno forte, lasciano pochi spazi all’eventualità di uno score miracoloso del quale avrà sicuramente bisogno.
Sparsi lungo la graduatoria altri concorrenti che avrebbero dovuto contribuire a scrivere la storia di questo Masters e che invece hanno proceduto a sprazzi. E’ il caso dell’inglese Justin Rose e dell’argentino Angel Cabrera, 13.i con 219 (+3), del sudafricano Louis Oosthuizen e dell’inglese Paul Casey, 16.i con 220 (+4), dell’australiano Adam Scott, 34° con 223 (+7), di Patrick Reed e di Keegan Bradley, 38.i con 224 (+8). Decisamente in ombra lo svedese Henrik Stenson e lo spagnolo Sergio Garcia, 43.e con 225 (+9), Bubba Watson, 48° con 226 (+10), il tedesco Martin Kaymer, 52° con 228 (+12), il thailandese Thongchai Jaidee e l’inglese Ian Poulter, 53.i con 229 (+13).
Jordan Spieth, che da sette giri è in vetta al Masters, compresi i quattro che lo hanno portato al titolo lo scorso anno, il massimo nella storia del major, ha siglato un 73 (+1) nato da un singolare mix di colpi sbagliati e prodezze. Due birdie e un bogey in uscita per un parziale di 35 (-1), poi una pazza altalena con un doppio bogey alla 11ª, tre birdie nelle successive quattro buche che sembravano aver messo in ghiaccio il titolo, quindi gli incubi sulle ultime due, come detto con bogey e doppio bogey.
"Mi sono espresso meglio di quanto non dica lo score - ha affermato - e ho ritrovato il feeling con i ferri che era stato il mio tallone d’Achille per metà gara. Il finale, però, è stato davvero amaro: avere un vantaggio di quattro colpi e poi ritrovarsi d’improvviso con uno solo è difficile da ingoiare. Sono in testa da 54 buche e se me lo avessero pronosticato all’inizio della settimana sarei stato più che felice, ma in questo momento i miei sentimenti sono piuttosto contrastanti. Non so che cosa sia successo nelle ultime due buche. Ho eseguito i due drive allo stesso modo degli altri precedenti, che erano andati bene, e invece sono venite fuori due palline tra gli alberi con le conseguenze che avete visto. Ora la situazione è veramente complicata". In caso di successo Spieth tornerebbe numero uno mondiale solo con Day classificato dopo il quinto posto, mentre l’aiuterebbe a infilare la giacca verde Bubba Watson, Masters Champion nel 2014.
Jason Day, abbastanza regolare nei punteggi, ha confezionato il 71 (-1) con quattro birdie e tre bogey. Ha parlato innanzi tutto di Langer, con cui ha giocato: "E’ stato impressionante quello che ha fatto vedere Bernhard e peraltro mi ha anche battuto. Conosce perfettamente quali sono i suoi punti di forza e di debolezza, sa sempre qual è il colpo giusto da eseguire. Un grandissimo che merita di lottare domani per il titolo, come faremo tutti del resto. Io mi sono imposto la pazienza, riducendo al minimo gli errori e senza mai forzare la ricerca del birdie, un atteggiamento che ha pagato rimettendomi in corsa".
Rory McIlroy, dopo aver segnato almeno un birdie negli ultimi 80 giri effettuati in gare major, ha visto la striscia interrompersi. Ha avuto una occasione abbastanza facile sull’ultima buca per proseguirla, però ha mancato anche quella dopo tre bogey e un doppio bogey. "E’ solo una giornata da dimenticare in fretta. In realtà sarei stato molto peggio moralmente se non avessi assistito a quanto è accaduto a Spieth, invece mi è almeno rimasta la consapevolezza di essere ancora in lotta per la vittoria. Domani dovrò adottare una tattica molto aggressiva, un po’ rischiosa, ma non ho niente da perdere". Il montepremi è di 10.000.000 di dollari, pari a quello di altri due prossimi major, l’US Open e il PGA Championship, e inferiore solo a quello del The Players Championship (12-15 maggio), il più ricco in assoluto con 10.500.000 dollari.
SECONDO GIRO - Jordan Spieth, numero due mondiale e campione uscente, ha mantenuto la leadership con 140 colpi (66 74, -4) nell’80° Masters Tournament, il primo major stagionale che si sta svolgendo sul percorso dell’Augusta National GC (par 72), ad Augusta in Georgia.
In una giornata dalle condizioni molto difficili per il forte vento si è portato dal nono al secondo posto con 141 (70 71, -3) il nordirlandese Rory McIlroy, numero tre del world ranking e uno dei soli quattro concorrenti capaci di scendere sotto par (parziale di 71, -1), fornendo al torneo ulteriori contenuti molto interessanti per le ultime 36 buche. Naturalmente, anche se al vertice ci sono due dei tre più attesi protagonisti, perché il terzo, l’australiano Jason Day, 15° con 145 (+1), almeno per ora è un po’ indietro, i giochi non sono certo chiusi.
Sono in corsa ancora in tanti, a iniziare da Scott Piercy e dal neozelandese Danny Lee, terzi con 142 (-2), per proseguire con Brandt Snedeker, con il danese Soren Kjeldsen e con il giapponese Hideki Matsuyama, che è apparso uno dei giocatori più determinati e in forma, quinti con 143 (-1). Hanno chances anche i classificati all’ottavo posto con 144 (par): Dustin Johnson, Daniel Berger, lo spagnolo Sergio Garcia, l’inglese Danny Willett, l’irlandese Shane Lowry, il thailandese Kiradech Aphibarnrat e il dilettante Bryson DeChambeau, vincitore dell’US Amateur, che sull’ultima buca ha perso la seconda posizione per un triplo bogey da inesperienza (72, par).
Anche se non sta esprimendo un gioco convincente Jason Day può ancora riproporsi, ma a questo punto dipenderà anche dal ritmo di chi lo precede. Hanno ceduto gli inglesi Paul Casey e Justin Rose, 23.i con 146 (+4) dopo un 77 (+5) realizzato da entrambi, e dovrà rassegnarsi a subire la tradizione negativa del "Par 3 Contest" Jimmy Walker, stesso score, il quale si affiancherà a tutti i vincitori della gara-spettacolo che anticipa il Masters sin dal 1960 e mai in "giacca verde" nello stesso anno. Irrimediabilmente staccati Keegan Bradley, l’inglese Ian Poulter e lo svedese Henrik Stenson, 33.i con 147 (+3), l’australiano Adam Scott e il thailandese Thongchai Jaidee, 42.i con 148 (+4), Patrick Reed, il tedesco Martin Kaymer e il sudafricano Louis Oosthuizen, 47.i con 149 (+5), e Bubba Watson, ultimo dei 57 rimasti in gara con 150 (+6).
Hanno lasciato la compagnia Phil Mickelson, 58° con 151 (+7), il sudafricano Charl Schwartzel, Zach Johnson e Tom Watson, 66 anni e applaudito per tutto il percorso, 63.i con 152 (+8), il deludentissimo Rickie Fowler, Jason Dufner, il sudafricano Ernie Els, il nordirlandese Graeme McDowell e il fijiano Vijay Singh, 69.i con 153 (+9).
Jordan Spieth, al terzo Masters in carriera (secondo nel 2014 alle spalle di Bubba Watson e, come detto, campione uscente), ha segnato per la prima volta su dieci giri un punteggio sopra par (74, +2). In vetta dopo il turno iniziale con un 66 (-6), è partito con due birdie, ma un doppio bogey alla quinta buca è stato l’antefatto di un cammino piuttosto sofferto, pure se proseguito sempre al comando. Dopo un terzo birdie all’8ª sono arrivati due bogey di fila. Il birdie alla 15ª lo ha riportato in par, con tre colpi di margine su McIlroy, ma altri due bogey (16ª e 17ª) hanno praticamente rimescolato tutte le carte.
"Oggi - ha detto al termine il 23 texano di Dallas - è stata veramente dura. La partenza, per la verità, è stata da sogno, poi però il vento, con le sue raffiche mutevoli, e le condizioni del campo che sono cambiate nel corso del pomeriggio mi hanno indotto a pensare che il par sarebbe stato un buon risultato. Non è avvenuto, ma a conti fatti sono ancora in testa. Domani dovremmo incontrare le stesse difficoltà, se non maggiori, e il modo migliore di affrontarle sarà di far finta che stia cominciando un nuovo torneo e provare a battere soprattutto il campo. Si, giocherò insieme a McIlroy. Abbiamo effettuato insieme le prime 36 buche nella scorsa stagione e sarà sicuramente un round molto divertente, ma non ci saremo solo noi. Io credo che chiunque tra i primi 23 in classifica, con una prestazione sopra le righe, possa emergere".
Rory McIlroy ha firmato lo score più basso insieme a Dustin Johnson, a Daniel Berger e a Troy Merritt (stessa posizione di Jason Day). Una prodezza se pensiamo che solo in dodici hanno ottenuto il 72 del par, mentre gli altri 73 contendenti sono andati sopra e molti anche abbondantemente. Il nordirlandese ha recuperato tre colpi a Spieth con parecchia sofferenza in avvio (due birdie, un doppio bogey e un bogey in sequenza dalla 2ª alla 5ª buca) e con un bel recupero nel finale con tre birdie nelle ultime sei buche dopo un altro bogey.
"I punteggi sono abbastanza eloquenti - il commento del quasi 27enne nordirlandese, che imponendosi nel Masters completerebbe il "grande slam" avendo già nel palmares gli altri tre major - per sottolineare le difficoltà odierne. Superate le prime nove buche con qualche danno, ma relativo se penso ai problemi che hanno creato, mi sono detto che avrei dovuto procedere pensando solo a salvare il par e a sfruttare i par cinque. Sono stato in grado di farlo e poi ho chiuso con un gran putt alla buca 16. Quello è stato un autentico bonus. Sono veramente contento perché mi trovo nella posizione ideale per affrontare gli ultimi due giri". Jason Day si è espresso con un 73 (+1) dopo due colpi guadagnati a metà strada (tre birdie e un bogey) e tre bogey nel resto del tracciato.Il montepremi è di 10.000.000 di dollari, pari a quello di altri due prossimi major, l’US Open e il PGA Championship, e inferiore solo a quello del The Players Championship (12-15 maggio), il più ricco in assoluto con 10.500.000 dollari.
PRIMO GIRO - Jordan Spieth, numero due mondiale e campione uscente, ha subito attaccato prendendo il comando con 66 (-6) colpi nell’80° Masters Tournament, il primo major stagionale iniziato sul percorso dell’Augusta National GC (par 72), ad Augusta in Georgia. Lo seguono a due colpi il neozelandese Danny Lee e l’irlandese Shane Lowry (68, -4) e a tre lo spagnolo Sergio Garcia, il danese Soren Kjeldsen e gli inglesi Justin Rose, Paul Casey e Ian Poulter (69, -3).
E’ al nono posto con 70 (-2) il nordirlandese Rory McIlroy, numero tre del World ranking, e accusa un ritardo già importante l’australiano Jason Day, leader mondiale, 21° con 72 (par) colpi insieme a Phil Mickelson, Zach Johnson, al sudafricano Louis Oosthuizen, allo svedese Henrik Stenson, al nordirlandese Graeme McDowell e al thailandese Thongchai Jaidee. Un colpo in meno per Jimmy Walker, 13° con 71 (-1), seguito con una certa curiosità perché vincitore del Par 3 Contest, la gara spettacolo che anticipa l’evento. Infatti dal 1960, ossia da quando è stata istituita, chi se l’è assicurata non ha mai vinto il major nello stesso anno, ma Walker ha detto chiaramente che non è superstizioso e che crede nelle sue possibilità e la partenza non è stata poi così male..
Si prospettano problemi invece per Dustin Johnson e per l’argentino Angel Cabrera, 34.i con 73 (+1), per Keegan Bradley e per il tedesco Martin Kaymer, 43.i con 74 (+2), e per Bubba Watson, 54° con 75 (+3). Potrebbe invece essere già finito, sotto l’aspetto della corsa al titolo, il Masters di Jason Dufner, Patrick Reed, dell’australiano Adam Scott e del sudafricano Charl Schwartzel, 59.i con 76 (+4), e lo è sicuramente per Rickie Fowler, 81° con 80 (+8), che rischia anche il taglio. Sempre amato dal pubblico, il 66enne Tom Watson ha espresso brani di classe, tenendo il passo di Kaymer e Bradley, mentre non sono riusciti a dare soddisfazioni ai tanti fans che ancora li sostengono, il sudafricano Ernie Els e il fijiano Vijay Singh, 81.i come Fowler.
Jordan Spieth è al terzo Masters in carriera. Nel 2014 è giunto secondo alle spalle di Bubba Watson, lo scorso anno ha indossato la "giacca verde" e ora è ripartito dalla testa inanellando il quinto turno consecutivo da leader. Complessivamente nei nove giri disputati è sceso di 29 colpi sotto par e nell’occasione ha ottenuto il 66 con sei birdie. E’ la seconda volta che completa le 18 buche senza bogey, la prima nel 2015 (stesso 66, round due).
"Per la verità - ha detto il 23enne di Dallas - oggi avrei firmato per uno score di due colpi sotto par senza nemmeno scendere in campo. Invece, malgrado le difficoltà proposte dalla giornata, ho colpito la palla molto bene, cosa che non mi era mai riuscita così nel corso della stagione. Ora sento che il gioco sta andando nella giusta direzione. Ho avuto un ottimo feeling con il putter e se riesco a ottenere miglioramenti con i ferri direi che la condizione diventa perfetta. Lo scorso anno avevo iniziato con un 64, ma credo che il giro odierno sia stato qualitativamente superiore anche se il punteggio è stato più alto. Forse uno dei miei più belli in assoluto".
Ha fatto parecchia altalena Rory McIlroy, che ha guadagnato due colpi al campo nella prima metà (tre birdie e un bogey) e ha percorso in par la seconda (un eagle, un birdie, tre bogey). "Non è stato facile - ha spiegato - giocare con il vento che quasi in ogni buca aveva direzione diversa. E’ stato difficile scegliere i bastoni, quindi è occorso soprattutto avere molta fiducia nel proprio swing e nelle intuizioni del momento e debbo dire che, tutto sommato, con questi concetti le cose hanno funzionato. Sono contento di quanto ho espresso e del punteggio. Forse potevo risparmiare un paio di colpi, ma essere al termine di una giornata difficile tra i top ten e a distanza recuperabile da Spieth è ben accettabile".
E’ partito molto forte Jason Day, che nelle prime nove buche con un eagle e tre birdie ha fatto meglio di Spieth (tre birdie), poi tutto è cambiato dopo un bogey alla 10ª. E’ sembrato riprende la strada giusta con un birdie alla 13ª, ma ha avuto un vero tracollo tra la 15ª e la 17ª con la sequenza-bogey-triplo bogey-bogey.
Il montepremi è di 10.000.000 di dollari, pari a quello di altri due major, l’US Open (16-19 giugno, Oakmont CC, Oakmont, Pennsylvania) e il PGA Championship (28-31 luglio, Baltusrol GC, Springfield, New Jersey) e inferiore solo a quello del The Players Championship (12-15 maggio, TPC Sawgrass, Ponte Vedra Beach, Florida), il più ricco in assoluto con 10.500.000 dollari.
PAR 3 CONTEST A JIMMY WALKER - La vigilia dell’80° Masters Tournament, il primo major stagionale, è stata dedicata sul percorso dell’Augusta National GC ad Augusta in Georgia, al tradizionale Par 3 Contest, la gara-festa che ha coinvolto giocatori, famigliari, campioni del passato e, naturalmente, tanto pubblico entusiasta e ripagato con colpi spettacolari e ben nove "buche in uno".
Ha vinto con 19 (-8) colpi Jimmy Walker, che ha stabilito il nuovo punteggio record superando il 20 (-7) realizzato nel lontano 1965 da Art Wall ed eguagliato nel 1973 da Gay Brewer. Al secondo posto con 22 (-5) Keegan Bradley e Craig Stadler e al quarto con 23 (-4) Brandt Snedeker, Paul Chaplet (am), Zach Johnson, Dustin Johnson e Harris English.
La classifica in un torneo di questo tipo, che si disputa dal 1960 sulle nove buche par 3 costruite nel 1958 dagli architetti George Cobb e Clifford Roberts, ha avuto peso relativo, ma come dicevamo lo spettacolo non è mancato a partire dalle nove "hole in one" - che hanno portato il totale complessivo nella storia dell’evento a 89 - con cui è stato stracciato il precedente primato di cinque ottenute lo scorso anno e nel 2002. Autori lo stesso Jimmy Walker, Andy Sullivan, Zach Johnson, David Lingmerth, Smylie Kaufman, Webb Simpson Justin Thomas, Rickie Fowler e Gary Player.
La prodezza di quest’ultimo, 80 anni e tre Masters nel suo palmares, ha scatenato il pubblico. Player, che giocava insieme a Jack Nicklaus e a Tom Watson, ha realizzato per la quarta volta l’ace in questo torneo ed è entrato nel libro dei record, perché nessuno era stato mai capace di segnarne più di tre.
Curioso quanto accaduto alla buca 4 dove Justin Thomas e Rickie Fowler sono andati a segno dal tee uno di seguito all’altro per la gioia dei fotografi che hanno immortalato l’insolita scena di due palline contemporaneamente nella buca. E quando Jordan Spieth, che giocava con loro, ha eseguito il suo colpo rimanendo un po’ corto è stato scherzosamente fischiato a testimonianza del clima di divertimento che ha caratterizzato l’evento.
Imporsi nel Par 3 Contest non è stato mai di buon auspicio. Infatti nessuno è poi riuscito a salire nello stesso anno sul gradino più alto del podio nel Masters.
Jimmy Walker, comunque, non si è fatto influenzare più di tanto dalla superstizione: "Penso di potercela fare. Indipendentemente dal risultato di oggi, sono in ottima condizione e nei giri di prova ho avuto belle sensazioni"
Comunque per la legge dei grandi numeri prima o poi qualcuno riuscirà a spezzare l’incantesimo, però un dato positivo c’è: infatti undici vincitori del Par 3 Contest hanno indossato la "giacca verde", segno distintivo del Masters Champion, in anni diversi.
Ora via al major che ha un montepremi è di 10.000.000 di dollari, pari a quello di altri due prossimi major, l’US Open e il PGA Championship, e inferiore solo a quello del The Players Championship (12-15 maggio), il più ricco in assoluto con 10.500.000 dollari.
LA VIGILIA - In attesa che Jim Herman e l’australiano Steven Bowditch salgano sul tee di partenza dell’Augusta National GC, ad Augusta in Georgia, per dare il via domani, giovedì 7 aprile, all’80ª edizione del Masters Tournament, il primo major stagionale, si consumano gli ultimi giri di pratica e si spazia nel variegato mondo delle previsioni dei tecnici e delle buone intenzioni dei protagonisti.
Jason Day, appena tornato leader del World Ranking grazie a due successi consecutivi (Arnold Palmer Invitational e WGC Dell Match Play), si sta prendendo buona parte della scena. Ha vinto sei delle ultime tredici gare a cui ha preso parte e, a più riprese, si è alternato con Jordan Spieth sul trono mondiale, in una altalena che sicuramente è lungi dal fermarsi. I due sono considerati i più probabili candidati alla "giacca verde" - che sarà indossata dal vincitore - insieme al nordirlandese Rory McIlroy e all’australiano Adam Scott, ma il realtà si avverte la tendenza ad accreditare Day di qualcosa in più.
L’australiano, però, veste i panni del pompiere: "Suscita una certa emozione trovarsi ad Augusta come numero uno al mondo. Ad essere onesti, però, non credo di essere il favorito, perché ci sono tanti altri concorrenti in grado di vincere e, in particolare, mi riferisco a Spieth, a McIlroy e a Stenson, che stanno andando veramente bene, e anche a Mickelson, che su questo percorso si trova a suo agio. In fondo tale situazione è comunque un bene per lo spettacolo. I problemi alla schiena? Praticamente me li porto dietro da quando avevo tredici anni. Ogni tanto si affacciano dolori, come mi è successo nell’ultima gara, il WGC Dell Match Play, poi passano e magari tornano quando meno te lo aspetti. Ci debbo convivere, ma se chiedete in giro vi accorgerete che è qualcosa che riguarda buona parte dei giocatori".
Jordan Spieth, campione uscente, iniziato l’anno con un successo (Tournament of Champions), ha poi perso smalto fino a subire il sorpasso di Day. In sostanza si nutre qualche perplessità sul suo conto, ma il 23enne di Dallas, invece, appare piuttosto sicuro e tranquillo: "E’ bello - ha detto - essere nuovamente qui dove l’anno corso ho vissuto momenti meravigliosi, ma indipendentemente da questo l’Augusta National ha comunque un fascino particolare. Come mi sento? Alla vigilia le cose vanno sempre bene: si percepisce fiducia, buona condizione, ma il difficile viene quando tutto ciò si deve portare sul campo. L’anno scorso sono arrivato con grandi aspettative, facendo leva sul secondo posto ottenuto nel 2014. Questa volta, a parte il titolo da difendere, ho anche l’esperienza di due major vinti. La tensione, comunque, non è diversa, ma non si può certo affrontare un impegno del genere senza sentirla".
Differente l’approccio di Rory McIlory, numero tre mondiale smanioso di riprendersi quel primo posto nel ranking che per un certo tempo era sembrato al limite dell’inattaccabile. Nel giro di pratica di lunedì ha realizzato anche una "buca in uno" (alla 16ª, par 3, yards 170, ferro 7) facendo impazzire il pubblico che lo seguiva. "Ho avuto belle sensazioni - ha spiegato - dal mio gioco durante le prove. Il campo, che ho trovato in condizioni splendide, non ha subito praticamente mutamenti dallo scorso anno ed è il motivo per cui non ho ritenuto necessario venirlo a visitare prima. In questi giorni l’ho affrontato abbastanza rilassato, non sono andato a cercare colpi particolari e ho fatto il giusto, quello che occorreva. Generalmente, quando riesco a mantenere tale atteggiamento, poi esprimo nel torneo il gioco migliore. Naturalmente non vedo l’ora che inizi il Masters, ma mi ci sto avvicinando in maniera adeguata così da avere la carica necessaria quando occorrerà".
Saranno al via 89 concorrenti provenienti da 24 nazioni, compresi 28 vincitori di major (16 Masters champions) e dieci giocatori che in epoche diverse sono stati numero uno mondiale. Saranno 38 i membri dell’European Tour. Per il secondo anno consecutivo non saranno presenti italiani, dopo che dal 2010 al 2014 ne erano scesi in campo almeno due con Francesco Molinari sempre presente.
Come ha detto anche Jason Day, la rosa dei possibili vincitori è molto ampia. Oltre al quartetto citato e allo svedese Henrik Stenson e a Phil Mickelson, indicati dallo stesso australiano, vanno ricordati anche Bubba Watson (due Masters nel 2012 e 2014), Rickie Fowler, Dustin Johnson, Zach Johnson, Patrick Reed, il sudafricano Charl Schwartzel, il tedesco Martin Kaymer, lo spagnolo Sergio Garcia e l’inglese Justin Rose.
Non tutti attraversano un buon momento, ma possono mandare all’aria ogni previsione ottimi elementi che in questo caso sembrano più appropriati per il ruolo di outsiders; Keegan Bradley, Jason Dufner, Matt Kuchar, il sudafricano Louis Oosthuizen, il giapponese Hideki Matsuyama, il nordirlandese Graeme McDowell, l’australiano Marc Leishman e il thailandese Thongchai Jaidee.
Nel primo giro Jim Herman e Steven Bowditch apriranno il Masters alle ore 8.20 locali (sei ore di differenza con l’Italia). Altre partenze, ore 9,48: Jordan Spieth, Paul Casey, Bryson DeChambeau (dilettante, vincitore US Amateur); ore 10,43: Phil Mickelson, Marc Leishman, Henrik Stenson; ore 11,05: Adam Scott, Kevin Kisner, Brooks Koepka; ore 13,06: Jason Day, Matt Kuchar, Ernie Els; ore 14,01: Martin Kaymer, Bill Haas, Rory McIlroy.
Il montepremi è di 10.000.000 di dollari, pari a quello di altri due prossimi major, l’US Open e il PGA Championship, e inferiore solo a quello del The Players Championship (12-15 maggio), il più ricco in assoluto con 10.500.000 dollari.
LA PRATICA - E’ ai nastri di partenza l’80ª edizione del Masters Tournament (7-10 aprile), il primo major stagionale che si svolgerà nella splendida cornice dell’Augusta National GC, il campo voluto dal mitico Bobby Jones ad Augusta in Georgia. Per il secondo anno consecutivo non saranno presenti giocatori italiani, dopo che dal 2010 al 2014 ne erano scesi in campo almeno due con Francesco Molinari sempre presente.
Farà da prologo al Masters il tradizionale Par 3 Contest (6 aprile), a metà tra gara e festa. L’evento non ha una buona fama: infatti da quanto è stato istituito (1960) nessun vincitore è mai riuscito a centrare il major nella stessa settimana. A vederla in maniera positiva è, però, vero che qualcuno lo ha fatto in anni diversi.
Difende il titolo Jordan Spieth, sceso da un paio di settimane al secondo posto della classifica mondiale, superato dall’australiano Jason Day grazie a due vittorie consecutive e di pregio (Arnold Palmer Invitational e WGC Dell Match Play). Sono due dei quattro giocatori che più ricorrono nelle previsioni della vigilia insieme al nordirlandese Rory McIlroy, numero tre del World Ranking, e all’altro australiano Adam Scott, numero 7, anch’egli in grande spolvero e con due titoli consecutivi conquistati a cavallo tra febbraio e marzo e altrettanto di valore (Honda Classic e WGC Cadillac Championship), anticipati da un secondo posto nel Northern Open.
In questo torneo Scott è stato battuto da Bubba Watson, che nelle considerazione è appena un gradino sotto, sia perché in buona forma, sia per i due Masters già al suo attivo (2012-2014) e anche per un possibile ricorso storico visto che sembra vincerne uno ogni due anni. Nella lista vanno accanto a Watson anche Rickie Fowler, Dustin Johnson, Patrick Reed, Phil Mickelson, che magari non ha la stessa loro condizione però vanta le credenziali di tre Masters conquistati, lo svedese Henrik Stenson e il sudafricano Charl Schwartzel, anch’egli vincitore stagionale sia nel PGA Tour (un titolo) che nell’European Tour (due). In una terza fascia di favoriti Zach Johnson, Keegan Bradley, lo spagnolo Sergio Garcia, il tedesco Martin Kaymer e l’inglese Justin Rose, tutti però poco brillanti fino ad ora.
Non mancano gli outsiders, o meglio forse dire i "guastatori" capaci di scompaginare i piani di tutti: ci riferiamo a Jason Dufner, Matt Kuchar, al sudafricano Louis Oosthuizen, al giapponese Hideki Matsuyama, al nordirlandese Graeme McDowell, all’australiano Marc Leishman e al thailandese Thongchai Jaidee. Non saranno in grado di vincere, ma avranno seguito e sostegno dal pubblico, Tom Watson, 66 anni, l’argentino Angel Cabrera, il fijiano Vijay Singh, l’inglese Lee Westwood, il tedesco Bernhard Langer e lo scozzese Sandy Lyle che a 58 anni disputerà per la 35ª volta il Masters (suo nel 1988), la 32ª consecutiva.
Alla gara prenderanno parte 89 concorrenti in rappresentanza di 24 nazioni, compresi 28 vincitori di major (16 Masters champions) e dieci giocatori che in epoche diverse sono stati numero uno mondiale. Saranno 38 i membri dell’European Tour. Il montepremi è di 10.000.000 di dollari, pari a quello di altri due major, l’US Open (16-19 giugno, Oakmont CC, Oakmont, Pennsylvania) e il PGA Championship (28-31 luglio, Baltusrol GC, Springfield, New Jersey) e inferiore solo a quello del The Players Championship (12-15 maggio, TPC Sawgrass, Ponte Vedra Beach, Florida), il più ricco in assoluto con 10.500.000 dollari.
Buca in uno di McIlroy - Rory McIlroy ha iniziato la settimana con il botto. Infatti nel corso del giro di pratica di lunedì 4 aprile ha realizzato una "hole in one" centrando dal tee la buca 16 (par 3, yards 170.) utilizzando un ferro 7. "Non credo di aver mai sentito un boato simile durante un turno di prova" ha detto il nordirlandese, che poi ha aggiunto: "Il gioco è stato soddisfacente e la hole in one il punto culminante". Chris Wood, che giocava insieme a lui, ha commentato: "E’ stato un momento unico, anche un po’ folle con quelle grida. ed estremamente divertente". A McIlroy manca solo il Masters per completare il "grande slam" avendo già vinto gli altri tre major (US Open, 2011, Open Championship, 2014, due US PGA Championship, 2012, 2014). Aveva avuto l’occasione di conquistarlo giovanissimo nel 2011, ma gettò al vento con un 80 finale un successo che sembrava scontato dopo tre giri.
Felicità Herman - E’ entrato nel field all’ultimo momento Jim Herman, 39enne di Cincinnati (Ohio), grazie al successo nello Houston Open, il primo in carriera. "E’ bello essere ad Augusta. Ventiquattro ore fa non lo pensavo nemmeno, poi nel Texas in diciotto buche tutto è cambiato: sono riuscito a battere giocatori di valore mondiale e ne sono estremamente orgoglioso. Ho trascorso la carriera tra Web.com Tour e PGA Tour e ho sognato tutta la vita di poter disputare questo torneo ed ora tale sogno si è avverato. E’ già tanto, ma adesso voglio fare qualcosa di buono. Quando gioco riesco a mantenere una certa calma e spero che accada anche qui". Non è certo tra i favoriti e nel caso avrebbe anche la cabala sfavorevole: intatti nella storia del Masters solamente cinque giocatori hanno acquisito il titolo dopo essersi imposti nella settimana precedente. L’ultimo è stato Phil Mickelson il quale nel 2006 conquistò il secondo dei suoi tre Masters dopo aver sbancato sette giorni prima il BellShouth Classic.
Le speranze di Stenson - Abbastanza carico lo svedese Henrik Stenson. "La scorsa settimana prima di andare in Texas - ha detto - sono venuto qui e ho giocato le 18 buche in condizioni sicuramente diverse da oggi, senza pubblico e con tanta serenità. Mi hanno fatto bene perché poi ho trovato un buon feeling ad Humble anche se mi è mancata la vittoria per un colpo. Sto attraversando un ottimo periodo e ora arriva la parte più impegnativa, e anche bella, della stagione: con il mio gioco che sta andando nella giusta direzione credo di avere il morale giusto e la condizione idonea per pensare a un successo".
Il Masters su Sky - Il Masters sarà teletrasmesso in diretta, in esclusiva e in alta definizione da Sky sul canale Sky Sport 2 HD ai seguenti orari: mercoledì 6 aprile, dalle ore 21 alle ore 23 (Par 3 Contest); giovedì 7 e venerdì 8, dalle ore 21 alle ore 1,30; sabato 9 dalle ore 21 alle ore 1; domenica 10, dalle ore 20 alle ore 1. Repliche: prima giornata: venerdì 8 aprile alle ore 7,30 e alle ore 16,30 (Sky Sport 2 HD); seconda giornata: sabato 9, alle ore 7,30 (Sky Sport 2 HD) e alle ore 19,15 (Sky Sport 3 HD); terza giornata: domenica 10, alle ore 7,30 (Sky Sport 2 HD); lunedì 11, alle ore 7,30 (Sky Sport 2 HD), alle ore 14 e alle ore 21 (Sky Sport Plus HD). Commento di Silvio Grappasonni, Nicola Pomponi, Massimo Scarpa, Roberto Zappa e di Donato Di Ponziano. Commento Par 3 Contest di Silvio Grappasonni e di Nicola Pomponi.