Vittoria annunciata di Stewart Cink con 265 (-19) colpi nel RBC Heritage dove solo nell’ultimo giro Dustin Johnson si è ricordato di essere il numero uno al mondo operando una bella rimonta dal 34° al 13° posto con 274 (-10).
Sul percorso dell’Harbour Town Golf Links (par 71), a Hilton Head nel South Carolina, Cink (parziali di 63 63 69 70), nativo di Huntsville (Alabama), ha firmato l’ottavo titolo sul PGA Tour (con un major, Open Championshiip, 2009) a 47 anni, dieci mesi e 28 giorni e alla 610ª gara sul circuito controllando agevolmente la situazione con un 70 (-1. due birdie, un bogey) dall’alto dei cinque colpi di vantaggio maturati dopo tre turni e dopo aver stabilito lo score più basso del torneo su 36 buche (126, -16) fissato in precedenza con 129 da Jack Nicklaus nel 1975 ed eguagliato da Phil Mickelson nel 2002 e quello su 54 (195, -18), che apparteneva a Justin Leonard (197, 2002). Personalmente aveva un 130 sulle 36 buche e aveva segnato un 195 dopo tre turni solo nel Travelers Championship del 2008 e nel Sony Open di quest’anno.
E’ al terzo successo nel RBC Heritage (che frequenta da 22 anni consecutivi), a distanza di 21 anni e due giorni dal primo nel 2000 e a quasi 17 anni dal secondo nel 2004, e in tal modo è divenuto il terzo atleta con tre o più vittorie nell’evento insieme a Hale Irwin (tre) e a Davis Love III (5). E’ il secondo plurivincitore in stagione insieme a Bryson DeChambeau e il quarto a imporsi più volte nello stesso anno dal 1960 dopo Sam Snead, Julius Boros e Kenny Perry (due volte). E la terza volta, su 13 tentativi, che va sul gradino più alto del podio da leader dopo tre turni. Infine ha intascato un assegno di 1.278.000 dollari, su un montepremi di 7.100.000 dollari, che l’ha portato dal 34° all’11° posto nella money list ($ 3.217.215), guidata da Justin Thomas ($ 5.539.361), dal 115° al 44° nel World Ranking e dal 26° al terzo nella graduatoria della FedEx Cup.
Cink ha distanziato di quattro colpi l’argentino Emiliano Grillo e Harold Varner III (269, -15), che ha ottenuto il suo miglior risultato sul PGA Tour, e di sei Maverick McNealy, l’inglese Matthew Fitzpatrick e il canadese Corey Conners, quarti con 271 (-13), con quest’ultimo che ha dato seguito alla sua serie di toniche prestazioni, dopo l’ottava piazza al Masters. Settimo posto con 272 (-12) che suona come una sconfitta per Collin Morikawa, numero quattro mondiale, secondo all’inizio del turno, mentre fa valutazioni certo diverse Chris Kirk, stesso score. Nono con 273 (-11), andando in altalena, Webb Simpson, numero nove del World Ranking e campione uscente.
Solo nel giro finale si è visto un buon Dustin Johnson, che era reduce da un Masters fallimentare finito al taglio con l’aggravante di essere campione uscente. Ha recuperato 23 posizioni con un 66 (-5, sette birdie, due bogey) ed è riuscito a non aggravare la sua situazione nei confronti dei par 3 dell’Harbour Town Golf Links. Questa volta è passato in par (un birdie, un bogey, due par), è così dopo 20 giri nelle sei apparizioni in questa gara il passivo è rimasto a 26 sopra par, suo peggior risultato sui par 3 di qualsiasi altro campo in carriera sul PGA Tour. Deludente l’inglese Tyrrell Hatton, numero otto, 39° con 278 (-6).
“Hole in one” di Denny McCarthy - Denny McCarthy ha realizzato una “hole in one” andando a segno con il tee-shot alla buca 7, par 3 di 187 yards. Insieme all’ace anche due birdie per un 67 (-4) senza bogey. E la sua seconda “buca in uno” stagionale dopo quella segnata al The Players Championship.
TERZO GIRO - Stewart Cink, leader con 195 (63 63 69, -18), nel terzo giro dello RBC Heritage ha mantenuto i cinque colpi di vantaggio che aveva al termine nel secondo sui primi inseguitori e prova a ottenere il secondo successo stagionale e l’ottavo sul PGA Tour (con un major e un WGC) sul percorso dell’Harbour Town Golf Links (par 71), a Hilton Head nel South Carolina.
Cink, 47enne di Huntsville (Alabama), già a segno due volte in questo evento (2000, 2004) che frequenta da 22 edizioni consecutive, è alla 610ª gara sul circuito e al 77° round nello RBC Heritage concluso con un parziale di 69 (-2, tre birdie, un bogey) che gli ha permesso di battere il record del punteggio più basso in questo evento dopo 54 buche che apparteneva a Justin Leonard (2002), dopo che nel secondo giro aveva stracciato quello su 36 buche con 126 (-16) stabilito con 129 da Jack Nicklaus nel 1975 ed eguagliato da Phil Mickelson nel 2002. Personalmente aveva segnato un 195 dopo tre turni solo nel Travelers Championship del 2008 e nel Sony Open di quest’anno.
Non saranno in molti coloro che possono pensare di invalidare il progetto di Cink, il quale vorrebbe festeggiare il terzo titolo sul questo torneo a distanza di 21 anni e un giorno dal primo e divenire il terzo giocatore con tre o più vittorie nello stesso dopo Davis Love III (5 vittorie) e Hale Irwiin (tre).
Può farlo Collin Morikawa, numero quattro mondiale, secondo con 200 (-13), che ha classe per tentare una rimonta comunque difficile, mentre è già più difficile per l’argentino Emiliano Grillo, terzo con 201 (-12), giocatore di caratura assolutamente inferiore. Sembrano troppi poi sette colpi da recuperare per l’inglese Matt Wallace e per il coreano Sungjae Im, quarti con 202 (-11), così come lo sono otto per Webb Simpson, numero nove del World Ranking, campione in carica, salito dal 40° al sesto posto con 203 (-10), grazie a un 64 (-7, sette birdie), miglior score di giornata, ma svegliatosi troppo tardi. Lo affiancano Harold Varner III, l’inglese Matthew Fitzpatrick e il canadese Corey Conners, ottavo al Masters e che sta dando seguito a quella che al momento appare come un’ottima stagione anche se ancora priva di vittorie. Ha ceduto Will Zalatoris, 21° con 206 (-7), secondo al Masters, rookie sul circuito con una Special Temporary Membership, e con cinque top ten in 15 eventi compresa l’ottava piazza all’US Open.
Sperava nel riscatto dopo il deludente Masters, terminato ingloriosamente al taglio da campione in carica, Dustin Johnson, numero uno al mondo, ma sta navigando a metà classifica, 36° con 208 (-5), dove è ridisceso dopo un tentativo di recupero nel secondo turno (19°). Sta continuando nel frattempo la sua guerra personale, peraltro assolutamente perdente, conto i par 3 dell’Harbour Town Golf Links. Anche in questo suo 19° giro sul tracciato vi ha perso tre colpi (bogey, doppio bogey e due par) e ora il totale generale nei sei RBC Heritage a cui ha preso parte, è di 26 colpi sopra il par, peggior suo risultato in qualsiasi altro campo in carriera sul PGA Tour. In bassa classifica l’inglese Tyrrell Hatton, numero otto del ranking, 60° con 212 (-1). Il montepremi è di 7.100.000 dollari
SECONDO GIRO - Incredibile Stewart Cink che viaggia a tempo di record nello RBC Heritage. Con il secondo 63 (-8) di fila e il totale di 126 (-16) ha preso il comando con ben cinque colpi di vantaggio sul canadese Corey Conners (131, -11). Sul tracciato dell’Harbour Town Golf Links (par 71), a Hilton Head nel South Carolina, Cink, 47 anni, un major e altri sei titoli sul circuito, l’ultimo a settembre nel Safeway Open prima gara della stagione 2020-2021, ha realizzato un eagle e sei birdie e non segna bogey dalla prima buca del turno iniziale. Con 126 colpi ha polverizzato il precedente primato del torneo su 36 buche (129 di Jack Nicklaus nel 1975 e di Phil Mickelson nel 2002) e suo personale sulla distanza (aveva ottenuto un 130 in cinque occasioni). E’ la sesta volta che è al vertice a metà gara e nelle cinque precedenti è andato a segno due volte.
Continua la serie di ottime prestazione di Corey Conners, ambasciatore RBC, ottavo al Masters (per lui anche una “hole in one”) e con sei top ten in stagione, autore di un 64 (-7, nove birdie, un doppio bogey). Al terzo posto con 132 (-10) Emiliano Grillo, unico senza bogey dopo 36 buche, e al quarto con 133 (-9) Collin Morikawa, numero quattro mondiale, Billy Horschel, l’australiano Cameron Smith, in vetta dopo un turno, e il coreano Sungjae Im, che ha risalito la graduatoria di 14 gradini.
Tiene Will Zalatoris, 11° con 137 (-7), rookie con una Special Temporary Membership, rivelazione stagionale e secondo al Masters, e gran balzo in avanti di Dustin Johnson, numero uno del World Ranking, da 46° a 19° con 137 (-5), dopo un 67 (-4, un eagle, quattro birdie, due bogey). Malgrado il buon esito ha peggiorato il suo record negativo sui par 3, dove ha segnato un altro bogey, contro i tre par, e ora il totale su queste buche nei 18 giri su sei presenze nella gara all’Harbour Town Golf Links è di 23 sopra par, peggior suo risultato in qualsiasi altro campo in carriera sul PGA Tour.
Hanno recuperato, evitando quanto meno il taglio anche Webb Simpson, numero nove al mondo e campione in carica, e l’inglese Tyrrell Hatton (n. 8), 40.i con 139 (-3), mentre sono andati oltre il 140 (-2), che ammetteva ai due giri finali l’inglese Tommy Fleetwood (141, -1), malgrado un 65 (-6, sei birdie) senza bogey, Patrick Cantlay (n. 10) out con 142 (par), e Sergio Garcia (143, +1). Il montepremi è di 7.100.000 dollari
PRIMO GIRO - Prodezze dell’australiano Cameron Smith, leader con 62 (-9) colpi, e di Stewart Cink, secondo con 63 (-8), e giro sciatto di Dustin Johnson, numero uno mondiale, 46° con 70 (-1), nello RBC Heritage, un torneo del PGA Tour di lunga tradizione nato nel 1969. in svolgimento all’Harbour Town Golf Links (par 71), a Hilton Head nel South Carolina.
Cameron Smith, 27enne di Brisbane, ha colto due successi sul circuito (Zurich Classic 2017, in coppia con lo svedese Jonas Blixt, e Sony Open in Hawaii 2020) e due sul tour di casa (Australian PGA, 2017 e 2018), che gli contano anche sull’European Tour. La scorsa settimana decimo al Masters, ha segnato nove birdie senza bogey, eguagliando il suo record personale per quanto riguarda i birdie e lo score più basso nel primo giro dell’evento realizzato in precedenza da Davis Love III (2002) e da Peter Lonard (2005).
Quanto a Stewart Cink, 47 anni, nato a Huntsville (Alabama), sette titoli sul tour con un major, ha fissato con un eagle, sette birdie e un bogey il suo punteggio migliore nei 75 round giocati in 22 partecipazioni di fila all’evento.
In terza posizione con 65 (-6) Collin Morikawa, numero quattro mondiale, e l’inglese Matt Wallace e in quinta con 66 (-5) Charles Howell III, Billy Horschel e Harold Varner III. Tra i concorrenti in ottava con 67 (-4) Daniel Berger e il canadese Corey Conners, ottavo al Masters (dove ha siglato una “hole in one”) e che prova a dar seguito ai buoni risultati conseguiti comprensivi di sei top ten. Buon passo anche di Will Zalatoris, il rookie rivelazione stagionale e del Masters (secondo), che sta usufruendo di una Special Temporary Membership, 17° con 68 (-3) insieme allo spagnolo Sergio Garcia e al coreano Sungjae Im.
In gara altri quattro giocatori tra i primi dieci del World Ranking con il leader Dustin Johnson, come detto, ancora in affanno, dopo il Masters fallimentare con taglio subito da campione uscente. Sei birdie, tre bogey e un doppio bogey non fanno la felicità di nessuno, figuriamoci di chi è abituato a stare perennemente sotto i riflettori. Ancora peggio se ci aggiunge un primato negativo: nel 17 giri in sei presenze nella gara all’Harbour Town Golf Links ha segnato un 22 sopra par nei par tre, peggior suo risultato in qualsiasi altro campo in carriera sul PGA Tour.
Non hanno brillato neanche Webb Simpson (n. 9) e Patrick Cantlay (n. 10), 67.i con 71 (par) e con il primo, campione in carica, che difficilmente potrà emulare Payne Stewart (1989-1990), Davis Love III (1991-1992) e Boo Weekley (2007-2008), gli unici tre capaci dell’accoppiata in sequenza. E ancor più indietro si trova l’inglese Tyrrell Hatton (n. 8), 99° con 73 )+2), che ha posto la sua seria candidatura al taglio. Il montepremi è di 7.100.000 dollari
LA VIGILIA - Per il dopo Masters il PGA Tour propone lo RBC Heritage (15-18 aprile), un torneo di buona tradizione, con nomi eccellenti nell’albo d’oro, nato nel 1969 e presentato nel tempo con varie denominazioni: l’originale Heritage Golf Classic, poi Sea Pines Heritage Classic, MCI Heritage Golf Classic, MCI Classic, WorldCom Classic, Verizon Heritage, The Heritage fino all’attuale RBC Heritage adottato dal 2012.
Nel field, quasi incredibilmente per un evento post major, cinque tra i primi dieci del World Ranking, quasi tutti con grossi peccati da farsi perdonare nella prestazione ad Augusta a iniziare da Dustin Johnson, numero uno e campione in carica, uscito ingloriosamente al taglio. Nell’occasione sono stati desiderosi di anonimato anche Collin Morikawa (18°), numero quattro, Tyrrell Hatton (18° anche lui), numero otto, e Patrick Cantlay, numero 10 compagno di disavventura di Johnson. Meglio sicuramente Webb Simpson, numero nove, terminato 12° e che difenderà il titolo conquistato nella scorsa stagione, superando di misura il messicano Abraham Ancer e di due colpi Daniel Berger e Tyrrel Hatton, che saranno anche loro al via.
Attesi alla prova la rivelazione Will Zalatoris e il canadese Corey Conners, secondo e ottavo nel major. Il primo, debuttante ad Augusta, sta usufruendo di una Special Temporary Membership, dopo un’ottima stagione 2020 nel Korn Ferry Tour che lo ha visto al vertice dell’ordine di merito. Ha disputato quindici tornei nel PGA Tour ottenendo sei top ten, compreso un sesto posto nell’US Open. Conners, che al Masters ha segnato una “buca in uno”, è da tempo in buona evidenza e anche lui ha siglato sei top ten di cui due proprio al Masters, compresa la decima piazza nell’edizione di novembre. In gara anche Matt Kuchar, Brian Harman, gli inglesi Tommy Fleetwood (l’altro artefice di una “hole in one” ad Augusta), Matthew Fitzpatrick e Lee Westwood, lo spagnolo Sergio Garcia (quinto lo scorso anno) e il coreano Sungjae Im.
Si gioca all’Harbour Town Golf Links (par 71), a Hilton Head nel South Carolina, con un montepremi è di 7.100.000 dollari.
Il torneo su GOLFTV ed Eurosport 2 - Lo RBC Heritage sarà trasmesso in diretta da GOLF TV, piattaforma streaming di Discovery (info www.golf.tv/it), e da Eurosport 2 agli orari indicati. GOLFTV: giovedì 15 aprile e venerdì 16, dalle ore 21 alle ore 24; sabato 17 e domenica 18, dalle ore 19 alle ore 24. Su Eurosport 2: da giovedì 15 aprile a domenica 18 collegamento dalle ore 21 alle ore 24. Commento di Maurizio Trezzi e di Matteo Delpodio.