24 Novembre 2019

Eurotour: Rahm è il numero 1 in Europa

Jon Rahm /Getty Images) Jon Rahm /Getty Images)

Autentica impresa di Jon Rahm, vincitore con 269 (66 69 66 68, -19) colpi del DP World Tour Championship, ottavo e ultimo evento delle Rolex Series, che ha chiuso la stagione dell’European Tour e che lo ha incoronato numero uno in Europa, succedendo a Francesco Molinari. In un giro finale emozionante, combattuto, con gran gioco e ricco di emozioni, lo spagnolo ha avuto ragione per un colpo di Tommy Fleetwood (270, -18), rinvenuto di prepotenza nelle ultime sette buche a suon di birdie (cinque). Rahm, raggiunto dall’inglese, si è trovato a dover tirare sulla 18ª buca un putt per il birdie che valeva cinque milioni di dollari, tre milioni di prima moneta (premio più alto per una gara in assoluto nel mondo) su un montepremi di otto milioni di dollari, il più cospicuo del circuito, più altri due milioni di dollari di bonus per la Race to Dubai (ordine di merito). E lo ha imbucato da circa due metri dopo una magistrale uscita da un bunker.

Tre gli azzurri in gara con Guido Migliozzi che ha ottenuto un lusinghiero 16° posto (283 - 73 70 68 72, -5), al termine di un’ottima prima stagione sul tour, e con Francesco Molinari 40° con 289 (69 76 71 73, +1), e Andrea Pavan, 49° con 297 (77 74 71 75, +9).

Note di merito per Mike Lorenzo Vera, leader per tre turni, terminato alle spalle dei due protagonisti con 271 (-17), mentre Rory McIlroy, ha chiuso in quarta posizione con 276 (-12), dopo una prestazione estremamente altalenante. In alta classifica, però mai in corsa per il titolo, Danny Willett, quinto con 277 (-11), Sergio Garcia, Tom Lewis e Thomas Pieters, sesti con 278 (-10).

Rahm come Ballesteros - Cinque giocatori potevano imporsi nella Race To Dubai. Gli altri tre erano Bernd Wiesberger (28° con 286, -2), leader alla partenza, che si è subito defilato uscendo dalla contesa, Matthew Fitzpatrick, nono con 279 (-9), e Shane Lowry, 12° con 281 (-7), anche loro rapidamente fuori gioco.

Jon Rahm, 25enne di Barrika con sei successi sull’European Tour (unico con quattro nelle Rolex Series istituite nel 2017) e tre sul PGA Tour, è il secondo spagnolo a vincere la money list sul circuito dopo Severiano Ballesteros. Ha fatto meglio invece del grande campione iberico limitatamente a sei titoli siglati fino ad ora, poiché ci è arrivato dopo 40 gare disputate, contro le 55 che erano servite al suo connazionale per lo stesso traguardo. Il successo lo ha anche fatto salire al terzo posto nel World Ranking. Nel suo score di 68 (-4) cinque birdie sulle prime sette buche, con sei colpi di vantaggio, poi quattro bogey e tre birdie che hanno portato al brivido finale. Fleetwood, vincitore della Race To Dubai nel 2017, è rinvenuto con un 65 (-7) grazie all’accelerazione di cui si è detto preceduta da tre birdie e un bogey nella prima metà del campo.

Sento che vorrei piangere per l’emozione” ha detto Rahm a caldo. “Avevo tanti colpi di vantaggio, ma mi sono ritrovato a dover imbucare l’ultimo putt per vincere. Tante volte avevo sognato di fare birdie sulla buca finale per conquistare un titolo e ora si è avverato. E’ stata veramente dura. Può succedere che ci siano dei ribaltamenti anche inattesi durante una gara, ma la mia forza è stata quella di tener duro dopo aver perso un po’ di concentrazione a partire dall’ottava buca. Comunque non pensavo di esprimermi a questo livello dopo sei settimane di riposo”.

Gli azzurri - Guido Migliozzi ha recuperato gradatamente posizioni dopo aver iniziato al 33° posto. Nel giro finale si è espresso con un 72 (par) frutto di tre birdie e di tre bogey. Francesco Molinari e Andrea Pavan hanno probabilmente risentito di una stagione sicuramente logorante. Il torinese, penalizzato da un 76 (+4) nel secondo turno, ha girato in 73 (+1) con cinque birdie, quattro bogey e un doppio bogey, e Andrea Pavan ha messo insieme due birdie e cinque bogey per il 75 (+3).

EDGA Dubai Finale a George Groves   - Il britannico George Groves ha vinto l’EDGA Dubai Finale, gara sulla distanza di 36 buche disputata in concomitanza con il torneo e riservata a giocatori con disabilità che ha visto in campo otto concorrenti, compresi sei tra i primi del ranking mondiale. Groves, numero uno, ha concluso con 159 (77 82, +15) colpi, precedendo Chad Pfeifer (162, +18), Christopher Biggins (164, +20), e Charles-Henry Quelin (170, +26).

ROBERT MACINTYRE “ROOKIE OF THE YEAR” - Lo scozzese Robert MacIntyre, 23enne di Oban, ha ricevuto il “Rookie of The Year Award”, che designa il miglior debuttante della stagione. Erano in quattro a competere per l’ambito riconoscimento e MacIntyre è stato preferito a Guido Migliozzi, allo statunitense Kurt Kitayama e allo spagnolo Adri Arnaus. Da rilevare che lo scozzese non ha vinto nel 2019, così come Arnaus, mentre Migliozzi e Kitayama hanno conquistato due successi. MacIntyre, che con una serie di piazzamenti, è salito tra i top 100 del mondo (69° prima dell’evento), ha detto: “Sono contentissimo e dedico questo riconoscimento alla mia famiglia”. Nella gara si è classificato 14° con 282 (-6). L’ultimo scozzese a ricevere questo attestato era stato Marc Warren nel 2006

 

TERZO GIRO - Nel DP World Tour Championship, ottavo e ultimo evento delle Rolex Series, che chiude anche la stagione dell’European Tour sul percorso del Jumeirah Golf Estates (par 72), a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, Mike Lorenzo-Vera (201 - 63 69 69, -15) è stato raggiunto al vertice da Jon Rahm (201 - 66 69 66), il quale ha decisamente attaccato con un 66 (-6) così come Rory McIlroy, terzo con 203 (-13), autore di un 65 (-7). Ha effettuato un bel giro in 68 (-4) colpi Guido Migliozzi, da 20° a 11° con 211 (73 70 68, -5), mentre sono rimasti nelle loro posizioni Francesco Molinari, 32° con 216 (69 76 71, par), e Andrea Pavan, 48° con 222 (77 74 71, +6).

Nella corsa alla Race To Dubai (ordine di merito), che designa il numero uno in Europa, con questa classifica prevarrebbe Jon Rahm (n. 3 del ranking), perché Bernd Wiesberger, numero uno, è scivolato al 24° posto con 214 (-2) dopo un 73 (+1) e peraltro non appare più in grado di porre rimedio alla possibilità che prevalga lo spagnolo o anche Tommy Fleetwood (n. 2), che pur avendo avuto una leggera flessione scendendo dal secondo al quarto posto (205, -11) ha intatte possibilità di impossessarsi di entrambi i titoli, della gara e della Race. In rimonta anche Matthew Fitzpatrick (n. 5), nono con 210 (-6) e Shane Lowry (n. 4), stesso score di Migliozzi, ossia gli altri due nel quintetto che può aspirare alla leadership continentale, ma sembra piuttosto improbabile un loro recupero.

Per il successo nel torneo possono competere anche Thomas Pieters, quinto con 206 (-10), e Marcus Kinhult, sesto con 207 (-9), e la matematica non esclude, anche se un po’ lontani Danny Willett e Christiaan Bezuidenhout, settimi con 208 (-8). Out Justin Rose, 16° con 212 (-4).

L’ultima buca è stata fatale a Lorenzo Vera. Infatti il suo unico bogey di giornata (69, -3, insieme a quattro birdie), si è combinato con il settimo birdie di Rahm (contro un bogey) ed è stato aggancio. McIlroy ha realizzato il miglior punteggio di giornata con un eagle, cinque birdie e nessun bogey.

Guido Migliozzi, in competizione per il “Rookie of The Year Award”, ha segnato sei birdie e un doppio bogey e ora è davanti agli altri tre candidati al riconoscimento: Adri Arnaus, che affianca Rose, Robert MacIntyre, 20° con 213 (-3), e Kurt Kitayama, precipitato al 49° posto con 223 (+7). La prestazione nel torneo non sarà decisiva nelle valutazioni, ma potrebbe dare un contributo. Per Francesco Molinari 71 (-1) colpi con due birdie e un bogey e per Andrea Pavan identico score con quattro birdie e tre bogey. Il montepremi è di otto milioni di dollari, il più cospicuo del circuito, con una prima moneta di tre milioni di dollari, la più alta in assoluto per l’European Tour.

 

SECONDO GIRO - Mike Lorenzo-Vera ha mantenuto il comando con 132 (63 69, -12) colpi nel DP World Tour Championship, ottavo e ultimo evento delle Rolex Series, che chiude anche la stagione dell’European Tour sul percorso del Jumeirah Golf Estates (par 72), a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, portando il vantaggio a tre lunghezze sui primi inseguitori, Tommy Fleetwood e Jon Rahm (135, -9), i quali si stanno battendo per la Race To Dubai (ordine di merito), che definisce il numero uno in Europa. Tra gli azzurri ha rimontato Guido Migliozzi, da 33° a 20° con 143 (73 70, -1), ha perso terreno Francesco Molinari, da ottavo a 32° con 145 (69 76, +1), ed è rimasto praticamente stabile Andrea Pavan, 48° con 151 (77 74, +7).

Lorenzo-Vera, 34enne di Biarritz senza titoli sul circuito, è partito forte con sei birdie e un bogey sulle prime 14 buche, poi ha rallentato con due bogey (69, -3) forse anche perché non ancora perfettamente guarito da una infezione che l’ha colpito in Sudafrica la scorsa settimana. Comunque con il 132 ha eguagliato il punteggio record del torneo dopo 36 buche stabilito da Henrik Stenson, Alvaro Quiros e da Andy Sullivan.

Per il primato nella Race To Dubai Fleetwood, attualmente 2° nel ranking, e Rahm (3°), hanno mandato un segnale preciso a Bernd Wiesberger, il leader, 13° con 141 (-3), che con questa classifica verrebbe sorpassato dal primo. In corsa soli altri due giocatori, Shane Lowry (n. 4), che affianca l’austriaco, e Matthew Fitzpatrick (n. 5), 17° con 142 (-2). Se Fleetwood e Rahm vincono, Wiesberger può vanificare la loro impresa classificandosi secondo, se l’inglese giunge secondo il leader può mantenere la posizione con il terzo, mentre se il secondo è Rahm, può anche terminare quinto.

Per la gara sono in alta classifica Tom Lewis, quarto con 137 (-7), Christiaan Bezuidenhout, Thomas Pieters e Rory McIlroy, quinti con 138 (-6), con quest’ultimo retrocesso di tre posizioni, e Justin Rose, ottavo con 139 (-5).

Guido Migliozzi, in corsa per il “Rookie of The Year Award”, ha superato due degli altri tre candidati, Robert MacIntyre, 32° con 145 (+1), e Kurt Kitayama, stesso score di Molinari. E’ invece alle spalle di Adri Arnaus, decimo con 140 (-4). La prestazione nel torneo non sarà decisiva nelle valutazioni, ma potrebbe dare un contributo. Il veneto ha girato in 70 (-2) con cinque birdie e tre bogey. Per Francesco Molinari 76 (+4) colpi con un birdie iniziale e poi un doppio bogey e tre bogey nel resto del tracciato e per Andrea Pavan 74 (+2) con quattro birdie, due bogey e due doppi bogey.

 

PRIMO GIRO - Francesco Molinari è all’ottavo posto con 69 (-3) colpi dopo il primo giro del DP World Tour Championship, ottavo e ultimo evento delle Rolex Series, che chiude anche la stagione dell’European Tour sul percorso del Jumeirah Golf Estates (par 72), a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. dove è al vertice con un ottimo 63 (-9) il francese Mike Lorenzo-Vera. E’ a metà classifica Guido Migliozzi, 33° con 73 (+1), e chiude il gruppo Andrea Pavan, 50° con 77 (+5).

Lorenzo-Vera, 34enne di Biarritz senza titoli sul circuito, ha segnato un eagle, otto birdie e un bogey, realizzando lo score più basso in carriera, pur non essendo in condizioni fisiche ottimali per una infezione contratta in Sudafrica.

In grande spolvero Rory McIlroy (un eagle, sette birdie, un bogey), che però anche vincendo non diventerebbe il numero uno in Europa. Infatti sono solo cinque i giocatori in competizione per la leadership nella Race To Dubai (ordine di merito). Sono partiti con il piede giusto Jon Rahm (attuale n. 3), terzo con 66 (-6, sei birdie) e uno dei due concorrenti che non hanno segnato bogey nel turno, e Tommy Fleetwood (n. 2), quarto con 67 (-5) insieme a Tom Lewis, ma sia lo spagnolo che l’inglese debbono giungere primi o anche secondi per conquistare la corona continentale, ma usufruendo di coincidenze favorevoli. Piuttosto contratto e falloso dal tee il numero 1, l’austriaco Bernd Wiesberger, 14° con 70 (-2), che ha sistemato un po’ lo score nel finale dopo una partenza difficile, mentre ha un colpo in più Matthew Fitzpatrick (n. 5), 21° con 71 (-1), ed è apparso in chiara difficoltà Shane Lowry (n. 4), stesso punteggio di Migliozzi.

L’azzurro, in lizza per il “Rookie of The Year Award”, al momento rende qualcosa agli altri tre candidati, Adri Arnaus, che affianca Wiesberger, Robert MacIntyre e Kurt Kitayama, 21,i come Fitzpatrick e Sergio Garcia.

Francesco Molinari, alla pari in graduatoria con Justin Rose e con Thomas Detry l’altro giocatore che non ha incontrato bogey, ha guadagnato tre colpi sul par in cinque buche (tre birdie), poi non ha più accelerato concludendo la sua corsa con un bogey e un birdie. Molto altalenante il cammino di Guido Migliozzi con un eagle, quattro birdie, cinque bogey e un doppio bogey e giro da dimenticare in fretta per Andrea Pavan, che ha messo insieme sei bogey in otto buche e poi ha proseguito con quattro birdie, un bogey e un doppio bogey. Il montepremi è di otto milioni di dollari, il più cospicuo del circuito, con una prima moneta di tre milioni di dollari, la più alta in assoluto per l’European Tour.

LA VIGILIA - Il DP World Tour Championship chiude la stagione dell’European Tour sul percorso del Jumeirah Golf Estates, a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, (21-24 novembre), dopo 47 tornei disputati in 31 diverse nazioni.

In campo 50 concorrenti, i primi della Race To Dubai (ordine di merito) a scalare, tra i quali tre azzurri: Francesco Molinari, 28° in questa graduatoria, Andrea Pavan (29°) e Guido Migliozzi (40°). Tra i top 50 una sola defezione, quella di Tony Finau (39°) che ha lasciato spazio al danese Joachim B. Hansen (51°).

Tanti i motivi di interesse, a iniziare da quelli sportivi, con un titolo prestigioso da conquistare, con la lotta a cinque per l’ambito successo nella Race To Dubai, che designa in numero 1 in Europa, e a quattro per il titolo di “Rookie of The Year”, che vede in corsa anche Migliozzi. E  non mancano quelli economici con l’ottavo e ultimo evento delle Rolex Series, che mette in palio un montepremi di otto milioni di dollari, il più cospicuo del circuito, e una prima moneta di tre milioni di dollari, la più alta in assoluto per l’European Tour.

Cinque per la leadership continentale - Saranno cinque i giocatori che si contenderanno la leadership nell’ordine di merito, dove lo scorso anno dominò Francesco Molinari. Parte da una posizione di privilegio Bernd Wiesberger, tre titoli in stagione di cui due nelle Rolex Series Open d’Itala compreso, al comando con 4.802 punti, ma con gli oltre 2.000 punti riservati al vincitore della gara (su 12.000 totale) può essere sorpassato dai quattro che lo seguono: Tommy Fleetwood (p. 4.079), Jon Rahm (p. 3.898), Shane Lowry (p. 3.613) e Matthew Fitzpatrick (p. 3.320). Tutti, però, dipenderanno dalla posizione dell’austriaco, al quale per divenire il primo giocatore della sua nazione a imporsi nel ranking basterà anche un secondo posto. Da rilevare. comunque, l’ottima condizione di Fleetwood, a segno nel Nedbank Golf Challenge della passata settimana e che sarà in contesa per il successo per il terzo anno consecutivo, dopo essere giunto primo nel 2017 e secondo nel 2018.

La gara - Il quintetto, comunque, non avrà vita facile per la qualità del field che annovera, tra gli altri, Rory McIlroy numero due mondiale, Justin Rose, numero otto, Matt Wallace, Paul Casey, Danny Willett, campione in carica, Victor Perez, Erik Van Rooyen, Sergio Garcia ed Henrik Stenson, due volte sul gradino più alto del podio (2013-2014) come McIlroy (2012-2015). Francesco Molinari non potrà riconfermarsi al vertice europeo, ma cercherà di tornare alla vittoria che gli manca da otto mesi (Arnold Palmer Invitational, 2019, PGA Tour). Ci sarà anche un derby in famiglia con Pavan per la supremazia italiana nel continente con i due che sono separati da appena 30 punti. Si gioca sulla distanza di 72 buche, senza taglio.

Rookie of the Year Award - Guido Migliozzi proverà a prendersi il “Rookie of The Year Award”, riconoscimento che spetta al miglior debuttante della stagione. E’ in competizione con lo scozzese Robert MacIntyre, numero 11 nella money list, con lo statunitense Kurt Kitayama (12°) e con lo spagnolo Adri Arnaus (37°) e un acuto a Dubai potrebbe essere determinante. L’azzurro ha colto due titoli, ma anche Kitayama ha fatto lo stesso e vanta una striscia di piazzamenti migliore. Gli altri due contendenti non hanno invece successi.

Le partenze - Primo degli azzurri a partire sarà Guido Migliozzi alle ore 9,20 locali (6,20 italiane) insieme a Thomas Detry. Seguiranno Andrea Pavan alle ore 10,15 con Paul Casey, e Francesco Molinari alle 10,25 con Haotong Li. Chiuderanno alle 12,30 Shane Lowry e John Rahm e alle ore 12,40 Bernd Wiesberger e Tommy Fleetwood.

EDGA Dubai Finale - Sabato 23 novembre e domenica 24 si disputerà l’EDGA Dubai Finale riservati a giocatori con disabilità. In campo otto concorrenti, sei tra i primi del ranking mondiale e due wild card. Vi saranno, tra gli altri, i britannici George Groves, numero uno, e Mike Browne, numero tre, mentre una delle wild card è andata allo svedese Joakim Bjorkman, vincitore dal 2014 al 2018 dell’Open d’Italia disabili.

Il torneo su GOLFTV - Il DP World Tour Championship viene trasmesso in diretta e in esclusiva su GOLFTV, piattaforma streaming di Discovery (info www.golf.tv/it) con collegamenti ai seguenti orari: giovedì 21 novembre, venerdì 22 e sabato 23, dalle ore 8 alle ore 14; domenica 24, dalle ore 7,30 alle ore 13,30. Su Eurosport 2: giovedì 21, venerdì 22, diretta dalle ore 10 alle ore 14; sabato 23, differita dalle ore 20 alle ore 22; domenica 24, diretta dalle ore 9,30 alle ore 13,30. Commento di Nicola Pomponi, Alessandro Bellicini e di Maurizio Trezzi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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    Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925  che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano. 

    Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open.  La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta

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