Shane Lowry, 32enne di Mullingar, ha firmato il primo major, portando a cinque i suoi titoli che comprendono anche un WGC (Bridgestone Invitational, 2015), innanzi tutto per i suoi grandi meriti espressi soprattutto con il 63 (-8) del terzo turno, che gli ha dato vantaggi pesanti sugli avversari, i quali poi nel quarto gli hanno dato una discreta mano. Ha provato a tenergli testa e a insidiarlo Tommy Fleetwood, secondo con 275 (-9), che inizialmente lo ha avvicinato, ma nei momenti topici non ha saputo approfittare delle difficoltà accusate dal leader, specie quando il maltempo e il vento hanno imperversato.
A dare poi tranquillità sin dall’inizio a Lowry ci hanno pensato gli altri candidati al titolo a cominciare da Brooks Koepka, leader mondiale e forse il più temuto, che si è chiamato subito fuori con quattro bogey di fila (poi quarto con 278, -6), e da Rickie Fowler partito con un doppio bogey, che poi tra alti e bassi è terminato sesto con 279 (-5). Incredibile la parabola discendente di JB Holmes, da terzo a 67° con 290 (+6), dopo un devastante 87 (+16). E’ risalito Tony Finau, terzo con 277 (-7), e ha condotto comunque una bella gara Lee Westwood, quarto con Koepka, anche se forse a 46 anni ha perso l’ultima occasione per inserire nel suo ricco palmarés almeno un major.
Ha fatto una bella figura lo scozzese Robert MacInthyre, nel gruppo di Fowler alla pari con Tyrrell Hatton e con Danny Willett, e si è piazzato decimo Patrick Reed con 280 (-4), sempre più altalenante. Molinari è stato affiancato da Justin Thomas, Alex Noren e da Jon Rahm e si sono confusi nell’anonimato del 20° posto con 283 (-1) Jordan Spieth. Henrik Stenson e Justin Rose, franato con un 79 (+8).
Sciatto il finale di Dustin Johnson, numero due mondiale, 51° con 287 (+3), e di Sergio Garcia, 67° con Holmes. Hanno fatto di peggio Tiger Woods, Rory McIlroy, Phil Mickelson, Jason Day e Bryson DeChambeau usciti al taglio dopo 36 buche.
Ha detto il vincitore - A Shane Lowry, che ha concluso la sua corsa vincente con un 72 (+1, quattro birdie, cinque bogey), è andata la mitica Claret Jug, il trofeo che spetta al vincitore, e un assegno di 1.935.000 dollari su un montepremi di 10.750.000 dollari. “Amo questo luogo e questo percorso - ha detto - e vincere l’Open Championship qui è stato veramente straordinario. Ho tante persone da ringraziare a iniziare dal mio caddy, dai miei genitori e da mia moglie Wendy, che mi sostengono continuamente e questa Claret Jug è anche per loro. E infine sono stato aiutato da un pubblico veramente meraviglioso”
Le dichiarazioni di Molinari - Grande giro di Francesco Molinari che ha realizzato il 66 con due birdie alle buche 2 e 7, un eagle alla 12 e un altro birdie alla 17. Subito dal 54° al 27° posto, poi la lunga attesa in club house scalando posizioni fino a fermarsi all’undicesima e con la certezza di essere tornato da settimo al sesto posto nel world ranking.
“Oggi ho cambiato mentalità - ha spiegato l’azzurro - ricorrendo a cuore e orgoglio. E ora debbo fare in modo che questo accada sempre e non solo quando mi trovo con le spalle al muro. Mi auguro che tale reazione mi dia inerzia positiva per le prossime gare. Sono stato a riposo per tre settimane, poiché mi erano necessarie per ricaricare le batterie e peraltro la preparazione al torneo è andata nel modo giusto, ma evidentemente non ho gestito al meglio le mie attese. È una parte importante mancata nella mia prestazione. Indubbiamente l’esito del Masters è stato un colpo duro, ma ora debbo mettere passione e grinta ogni giorno negli eventi futuri”.
Nino Bertasio, dopo due buoni primi giri, ha rallentato con due 75 (+4), chiudendo il secondo con un birdie e cinque bogey. Era al suo primo major e aver superato il taglio ed essere giunto fino in fondo è già un grosso merito. E’ uscito al taglio Andrea Pavan, 127° con 149 (73 76, +7), che era al secondo torneo del Grande Slam.
TERZO GIRO - Volata finale per il titolo nel 148° Open Championship, quarto e ultimo major stagionale che si conclude sul tracciato del Royal Portrush GC (par 71) nella città da cui il circolo prende nome nell’Irlanda del Nord, che sarà condotta da Shane Lowry al comando con 197 (67 67 63, -16) colpi e grande protagonista del turno. Non potrà parteciparvi Francesco Molinari, campione in carica, 54° con 215 (74 69 72, +2), mentre è più indietro Nino Bertasio, l’altro azzurro rimasto in gara, 68° con 218 (72 71 75, +5).
Shane Lowry, 32enne irlandese di Mullingar, quattro titoli sull’European Tour comprensivi di un WGC (Bridgestone Invitational, 2015), con un 63 (-8, otto birdie, di cui tre nelle ultime quattro buche, senza bogey), miglior score di giornata, ha scavato un solco tra lui e gli altri, ma con tanti campioni al suo inseguimento il giro conclusivo sarà ugualmente foriero di emozioni e spettacolo.
Lo seguono a quattro colpi Tommy Fleetwood (201, -12 ), a sei J.B. Holmes (203, -10) e a sette Justin Rose e Brooks Koepka, leader mondiale, quarti con 204 (-9), che si attendevano esiti migliori, ma che hanno tanta classe per ribaltare una situazione obiettivamente difficile. Qualche chance anche per Rickie Fowler e per Lee Westwood, sesti con 205 (-8), mentre sono praticamente nulle le possibilità di Jon Rahm, Tony Finau, Jordan Spieth e Danny Willett, ottavi con 206 (-7).
Sono tagliati fuori dalla corsa verso la Claret Jug, l’ambitissimo trofeo per il vincitore, lo svedese Henrik Stenson, 12° con 207 (-6), Xander Schauffele, 18° con 208 (-5), Justin Thomas e Patrick Reed, 19.i con 209 (-4), Dustin Johnson, numero 2 del world ranking, 29° con 211 (-2), e Sergio Garcia, 36° con 212 (-1).
Vittime illustri al taglio dopo 36 buche con l’uscita di Tiger Woods, Rory McIlroy, Phil Mickelson, Jason Day e Bryson DeChambeau. Nell’ultima giornata partenze anticipate per evitare il maltempo previsto nel tardo pomeriggio.
Ha detto Molinari - Francesco Molinari (nella foto) ha girato in 72 (+1) colpi. Dopo le prime sette buche in par ha trovato due bogey nelle successive quattro, poi ha siglato l’unico birdie alla 14. “Speravo in un esito diverso" ha detto il torinese. "Mi sarebbe piaciuto difendere più strenuamente il titolo ma non ci sono riuscito. Pensare che il mio nome sarà per sempre scritto nella storia di questo torneo mi rasserena. Il mio è un pensiero agrodolce". Nino Bertasio, al suo primo major, ha iniziato con un doppio bogey al quale si sono aggiunti tre birdie e cinque bogey per il 75 (+4), che gli ha fatto perdere dieci posizioni. E’ uscito al taglio Andrea Pavan, 127° con 149 (73 76, +7), che era al secondo torneo del Grande Slam. Il montepremi di 10.750.000 dollari,
SECONSO GIRO - Francesco Molinari, campione in carica, ha effettuato un ottimo recupero portandosi dal 94° al 58° posto con 143 (74 69, +1) colpi nel 148° Open Championship, quarto e ultimo major stagionale che si sta svolgendo sul tracciato del Royal Portrush GC (par 71) nella città da cui il circolo prende nome nell’Irlanda del Nord, dove J.B. Holmes (134 - 66 68, -8) è stato raggiunto in vetta da Shane Lowry (134 - 67 67). Ha lo stesso score di Molinari anche Nino Bertasio (72 71), al suo primo torneo del Grande Slam, mentre è uscito al taglio Andrea Pavan, 127° con 149 (73 76, +7), che era al secondo.
La coppia di testa precede di misura gli inglesi Tommy Fleetwood e Lee Westwood (135, -7) e sono a ridosso Justin Rose, quinto con 136 (-6), risalito di undici posizioni - con Cameron Smith e Justin Harding che hanno il medesimo punteggio - quindi Jordan Spieth, che ne ha recuperate 12, e Brooks Koepka, leader mondiale, che invece ne ha perse cinque, ottavi con 137 (-5). Hanno tenuto un bel passo anche Tony Finau e John Rahm, 12.i con 138 (-4), e hanno un colpo in più Dustin Johnson, numero due del world ranking, e Rickie Fowler,18.i con 139 (-3). Un po’ più defilati, ma non certo tagliati fuori, Sergio Garcia e Justin Thomas, 32.i con 141 (-1).
Out McIlroy, Woods e Mickelson - Dopo il disastro del primo giro Rory McIlroy ha espresso il golf dei suoi livelli, ma le sue speranze di rientrare sono rimaste corte di un colpo. Partendo da un “+8” si è fermato sul “+2” (74° con 144 - 79 65) dopo un gran 65 (-6, sette birdie, un bogey). Per la prima volta sono usciti al taglio nello stesso major Tiger Woods, 119° con 148 (+6), e Phil Mickelson, 135° con 150 (+8). Il primo, che ha dichiarato di aver avuto problemi alla schiena e che ha annunciato la sua rinuncia al WGC FedEx St. Jude della prossima settimana, ha provato a rientrare, ma il 70 (-1, quattro birdie, tre bogey) è stato insufficiente. Stessa sorte anche per Jason Day (144 come per McIlroy), e per Bryson DeChambeau, 107° con 147 (+5).
La rimonta di Molinari - Francesco Molinari ha giocato con molta accortezza, senza l’affanno di voler recuperare subito, ma attendendo le occasioni favorevoli. Il primo birdie è arrivato alla buca 7, subito raddoppiato alla 8, con il terzo alla 11. Nelle buche successive ha trovato un bogey alla 17, ma non ha avuto incertezze alla 18 (69, -2). Avrebbe potuto ottenere uno score migliore se un paio di palline non si fossero fermate proprio sull’orlo della buca dopo ottimi putt dalla distanza. Nino Bertasio è andato in altalena con un colpo sopra o sotto par fino alla buca 14 (quattro birdie, quattro bogey), poi nelle ultime quattro ha badato a mantenersi nel par (71) che gli avrebbe garantito di proseguire la gara. Andrea Pavan ha realizzato 76 (+5) colpi con tre birdie, quattro bogey e un doppio bogey. Il montepremi di 10.750.000 dollari,
PRIMO GIRO - Lo statunitense J.B. Holmes è al comando con 66 (-5) colpi nel 148° Open Championship, quarto e ultimo major stagionale che si sta svolgendo sul tracciato del Royal Portrush GC (par 71) nella città da cui il circolo prende nome nell’Irlanda del Nord, con un montepremi di 10.750.000 dollari.
Francesco Molinari, campione in carica, 94° con 74 (+3), ha avuto parecchie difficoltà in un primo giro in cui sono mutate spesso le condizioni climatiche e l’intensità del vento. Due colpi in meno del torinese per Nino Bertasio, 54° con 72 (+1), e uno in meno per Andrea Pavan, 72° con 73 (+2).
Il leader è seguito a un colpo dall’irlandese Shane Lowry (67, -4) e a due da un folto gruppo in terza posizione con 68 (-3) che comprende, tra gli altri, Brooks Koepka, leader mondiale, Sergio Garcia, Alex Noren, Webb Simpson, Tony Finau, Tommy Fleetwood e Jon Rahm, a lungo in vetta e poi in panne alla fine. Non sono lontani Rickie Fowler e Jordan Spieth, 20.i con 70 (-1), è in par Justin Thomas, 42° con 71, e ha lo stesso score di Bertasio anche Dustin Johnson, numero due del World ranking.
Woods e McIlroy delusione - Già fuori nella corsa alla Claret Jug, il trofeo riservato al vincitore, Tiger Woods, 144° con 78 (+7), e Rory McIlroy, 150° con 79 (+8). Tiger, dopo aver salvato par difficili, ha cominciato a perdere colpi dalla quinta buca e ha messo insieme sei bogey e un doppio bogey, contro un birdie. McIlroy è partito con un quadruplo bogey ed è arrivato al traguardo con un triplo dopo un doppio bogey alla 16 dove ha sbagliato un putt di una cinquantina di centimetri tirato in piena deconcentrazione. A completare lo score due birdie e un bogey.
Le dichiarazioni di Molinari - “Non è certo l’inizio che sognavo e speravo, ma devo imparare dagli errori commessi oggi per cercare di fare meglio domani” ha detto Francesco Molinari, che dopo una buona partenza con un birdie, ha perso cinque colpi nella fase centrale, tra le buche 6 e 12, con tre bogey e un doppio bogey, per poi recuperarne uno alla 14 con un secondo birdie. Andrea Pavan ha lasciato due colpi al campo sulle prime sei buche (due bogey) e altri tre sulle ultime (bogey e doppio bogey). In mezzo tre birdie. Per Nino Bertasio due birdie, un bogey e un doppio bogey.
“Buca in uno” e un “13” - L’argentino Emiliano Grillo stesso punteggio di Pavan, ha realizzato una “hole in one” centrando dal tee la buca 13 (par 3, metri 177) utilizzando un ferro nove. All’ace ha aggiunto tre birdie, quattro bogey e un triplo bogey per il 73. La prodezza non si verificava dall’edizione del 2016 con la “buca in uno” nel primo giro al Royal Troon di Louis Oosthuizen, che poi uscì al taglio.
David Duval, numero uno al mondo per 15 settimane nel 1999, vincitore dell’Open Championship nel 2001, ultimo di 13 titoli sul circuito per poi praticamente scomparire fino ad essere attualmente il numero 2080 nel World Ranking, è in coda con un 90 (+19) comprensivo di un “13” alla buca 7, par 5 di 541 metri.
LA VIGILIA - Francesco Molinari sarà il primo italiano a difendere il titolo in un major, il 148° Open Championship, il più longevo degli eventi del Grande Slam, nato nel 1860 e che ha attraversato tre secoli, per la prima volta quest’anno divenuto da terzo a quarto e ultimo della serie.
Il torneo farà la seconda apparizione della storia in Irlanda del Nord (contro le 50 in Inghilterra e le 96 in Scozia) sullo stesso percorso dove approdò nel 1951, il Royal Portrush GC nella città da cui il circolo prende nome. Tre gli azzurri in gara, con il torinese affiancato da Andrea Pavan, alla seconda esperienza in un major, dopo quella nell’US Open (2014), e da Nino Bertasio, alla prima dopo essere entrato nel field con il quarto posto di domenica scorsa nello Scottish Open,
Molinari proverà a centrare a doppietta, che non si verifica dal 2007/2008, autore Padraig Harrington, seguita a quella di Tiger Woods (2005-2006). In un field, come sempre stellare in queste occasioni con 84 degli 85 giocatori migliori al mondo, Harrington non sarà probabilmente in grado di puntare in alto, mentre Woods non nasconde l’idea di portare a 16 i major vinti - per avvicinarsi al record di Jack Nicklaus (18) - con il quarto The Open (come lo chiamano i britannici) nel palmarés.
I bookmakers danno Rory McIlroy, a segno nel 2014, quale candidato con più alte possibilità di ricevere la Claret Jug, il trofeo che Molinari ha riconsegnato, nella speranza che sia solo momentaneamente, al board del R&A, ma in un contesto del genere ogni previsione è del tutto aleatoria. Magari c’è qualche past winner che non attraversa un gran periodo come Jordan Spieth (2017), Henrik Stenson (2016) o Phil Mickelson (2013), ma tutti hanno tanta classe da poter compiere anche il miracolo.
Hanno sicuramente più certezze Brooks Koepka, numero uno mondiale e una sorta di macchina da major con quattro vinti negli ultimi due anni (su sei successi totali) e Dustin Johnson, numero due, che ha più titoli (20), meno major (1), ma maggiore continuità. Senza dimenticare Justin Rose, oro olimpico a Rio 2016, Jon Rahm, fresco di successo nell’Irish Open, Bryson DeChambeau e Justin Thomas. Sembrano più portati al ruolo di outsider, data la condizione attuale, Rickie Fowler, Patrick Reed, Xander Schauffele, Adam Scott, Jason Day, Sergio Garcia, Hideki Matsuyama e Tommy Fleetwood. Il montepremi è di 10.750.000 dollari.
Molinari e Woods - Diverso rispetto al 2018 l’approccio al major di Molinari. Lo scorso anno si presentò arrivando direttamente dagli Stati Uniti, dopo essersi classificato secondo la domenica prima nel John Deere Classic, con due successi e due secondi posti nelle cinque uscite precedenti e con le credenziali di un 40 sotto par negli ultimi otto giri effettuati sul PGA Tour. Questa volta il campione torinese ha scelto una via diversa, rimanendo a riposo per tre settimane dopo aver giocato in sequenza l’US Open e il Travelers Championship. Elemento comune nelle due circostanze la piena fiducia nei propri mezzi.
“Difendere il titolo - ha detto - in un torneo che ha cambiato la mia vita è qualcosa di unico. Non trovo le parole giuste, ma sono tante le motivazioni e gli stimoli e proverò a godermi l’evento istante per istante, come ho fatto a Parigi nella Ryder Cup”. Poi ha aggiunto: “Il percorso è piuttosto difficile, complicato e va affrontato con le strategie giuste. Ci ho giocato nel 2012, per l’Irish Open, e di sicuro non bisogna strafare”.
Anche Tiger Woods ha seguito la linea di Molinari nell’avvicinarsi al torneo, osservando una settimana di riposo in più. Infatti non è più sceso in campo dopo l’US Open.
Il “Belt” e la Claret Jug - Nelle prime edizioni dell’Open Championship il vincitore indossava il “Challenge Belt”, una cintura di marocchino rosso ornata di medaglioni d’argento, destinata per regolamento a divenire proprietà del giocatore che avesse vinto la gara per tre volte consecutive. Se la portò via definitivamente Tom Morris Jr nel 1870, che poi conseguì il quarto successo di fila, record ancora imbattuto, così come quello di giocatore più giovane a imporsi (17 anni, 5 mesi, otto giorni nel 1868). La vittoria del 1870 mandò in crisi il sistema. Infatti quando l’anno dopo gli organizzatori si ricordarono che il Belt non c’era più non ebbero tempo per far fare un’altra cintura e furono costretti ad annullare la gara. Si riprese nel 1872, con la quaterna di Tom Morris jr, e fu deciso di mettere in palio la Claret Jug con la norma che non sarebbe divenuta proprietà di nessuno. Il trofeo, però, non fu pronto per la premiazione e non fu consegnato a Morris jr, che ebbe una medaglia, ma il suo fu il primo nome a esservi inciso. Fisicamente ricevette la Claret Jug per la prima volta Tom Kidd nel 1873.
Le partenze - Giovedì prossimo Francesco Molinari salirà sul tee di partenza alle ore 9,58 locali insieme a Bryson DeChambeau e ad Adam Scott. Sarà anticipato alle ore 8,25 da Andrea Pavan in terna con Ryan Palmer e con Dylan Frittelli e seguito alle 10,09 da Rory McIlroy, Paul Casey e da Gary Woodland. Nel pomeriggio, alle ore 14,15, Nino Bertasio inizierà insieme a Lucas Glover e a Joost Luiten e alle 15,10 saranno al via Tiger Woods, Patrick Reed e Matt Wallace. Il primo tee shot sarà eseguito alle ore 6,35 dal nordirlandese Darren Clarke.
LE DICHIARAZIONI DI MOLINARI - “Non vedo l’ora di scendere in campo. Difendere un titolo è sempre un evento speciale, ma poterlo fare nell’Open Championship credo sia qualcosa di unico, di indescrivibile”. Francesco Molinari ha dettato le sue impressioni nella conferenza stampa di presentazione del 148° Open Championship, il quarto major stagionale in programma da giovedì 18 luglio a domenica 21 sul percorso del Royal Portrush GC, nella città dell’Irlanda del Nord da cui il circolo prende nome.
“Desidero godermi il più possibile questa particolare esperienza e, come nella Ryder Cup a Parigi, entrare pienamente nell’atmosfera, vivendo intensamente ogni momento” ha proseguito il torinese, unico italiano a imporsi in un major. Ha ricordato il trionfo di Carnoustie nel 2018 dove ha ricevuto la Claret Jug, che ha riconsegnato almeno per ora al board del R&A, poi ha espresso il suo parere sul percorso in cui avrà luogo il torneo che ha attraversato tre secoli dalla sua nascita nel 1860. “Conosco il tracciato per averlo affrontato nell’Irish Open del 2012. E’ molto complicato e sarà una grande sfida per tutti. Vanno adottate le strategie giuste evitando di strafare”.
Al major prenderanno parte altri due azzurri, Andrea Pavan e Nino Bertasio, alla prima esperienza in una gara del Grande Slam, entrato nel field con il quarto posto di domenica scorsa nello Scottish Open. Giovedì prossimo Francesco Molinari salirà sul tee di partenza alle ore 9,58 locali insieme a Bryson DeChambeau e ad Adam Scott. Sarà anticipato alle ore 8,25 da Andrea Pavan in terna con Ryan Palmer e con Dylan Frittelli. Nel pomeriggio, alle ore 14,15, Nino Bertasio inizierà insieme a Lucas Glover e a Joost Luiten.
DIRETTA SU SKY - L’Open Championship sarà teletrasmesso da Sky in diretta, in esclusiva e in alta definizione, sul canale Sky Sport The Open (205), con collegamenti ai seguenti orari: giovedì 18 luglio e venerdì 19, dalle ore 7 alle ore 21,30; sabato 20 luglio, dalle ore 11 alle ore 21; domenica 22 dalle ore 10 alle ore 20. Commento di Silvio Grappasonni, Roberto Zappa, Marco Cogliati, Massimo Scarpa, Alessandro Lupi e di Michele Gallerani.