20 Febbraio 2019

Ryder Cup 2020: Stricker capitano USA

Steve Stricker Steve Stricker

Steve Stricker sarà il capitano statunitense nella Ryder Cup 2020, 43ª e ultima edizione prima della sfida tra Europa e Stati Uniti che si terrà nel 2022 a Roma, presso il Marco Simone Golf & County Club. Lo ha ufficializzato Suzy Whaley, prima donna Presidente della PGA of America, nel corso di una conferenza stampa indetta a Milwaukee. Stricker, 29° capitano statunitense nella storia dell’evento, è stato preferito ad altri due candidati, Fred Couples e David Duval. La sua nomina è arrivata un mese dopo quella di Padraig Harrington, quale capitano dell’Europa.

Sete di rivincita - Al Whistling Straits di Haven nel Wisconsin (25-27 settembre) gli americani proveranno a cancellare la pesante sconfitta subita a Parigi (17,5-10,5), sotto la guida di Jim Furyk (con Stricker uno dei vice capitani), contro la formazione continentale affidata a Thomas Bjorn e trascinata da uno straordinario Francesco Molinari autore di due record: cinque successi in altrettante gare e quattro vittorie in doppio con Tommy Fleetwood, impresa mai riuscita in precedenza ai giocatori europei.

Le dichiarazioni - Stricker, 51 anni, è nato a Edgerton nel Wisconsin, a un centinaio di chilometri dal Whistling Straits. "Nel nostro Paese - ha dichiarato - non c’è onore più grande di essere nominato capitano della squadra di Ryder Cup e ringrazio il PGA Ryder Cup Committee che ha voluto darmi fiducia. Siamo rimasti delusi dal risultato di Parigi, ma sono sicuro che la sconfitta alimenterà la nostra voglia di prepararci al meglio per il 2020. Il talento dei giocatori europei è per noi uno stimolo in più, ma anche foriero di una grande sfida con una compagine guidata da un ottimo giocatore come Padraig Harrington. Noi saremo molto concentrati e sono certo che sarà una settimana memorabile davanti a un pubblico leale e appassionato". Primo atto dopo la nomina l’annuncio che Jim Furyk sarà uno dei vice capitani.

La carriera di Stricker - Steve Stricker, che è stato incluso nella Wisconsin State Golf Association Hall of Fame a dicembre 2007, ha ottenuto dodici titoli nell PGA Tour, comprensivi di un WGC (Match Play Championship, 2001), tre nel Champions Tour e altri undici in circuiti minori. E’ terminato dieci volte tra i top ten nei major con un secondo posto (PGA Championship, 1998). In 29 anni di carriera sul circuito ha guadagnato quasi 44 milioni di dollari. Ha disputato tre Ryder Cup (con una vittoria), ed è stato tre volte vice capitano. Ha diretto gli Stati Uniti nella Presidents Cup vinta nel 2017, evento a cui ha preso parte in quattro occasioni da giocatore, sempre riportando il trofeo. E con il team USA ha fatto sua anche la Dunhill Cup (1996). E’ stato per 250 settimane tra i primi dieci nel world ranking raggiungendo il secondo posto a settembre 2009.

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    Il tedesco Thomas Gögele, con 197 (64 66 67, -19) colpi, ha vinto il Sergio Melpignano Senior Italian Open, torneo del Legends Tour disputato al San Domenico Golf (par 72) di Savelletri di Fasano (Brindisi). Primo successo sul circuito over 50 per Gögele, che ha saputo tenere salda la leadership sin dal primo dei tre round. Il gallese Bradley Dredge non è riuscito nel sorpasso, confermandosi in seconda posizione con 200 (-16). Terzo posto tutto inglese con 202 (-14) per Simon Griffiths e Andrew Marshall. Il trofeo di miglior italiano è andato ad Emanuele Canonica, che ha chiuso la gara ottavo con 206 (-10) davanti ad Alessandro Tadini, decimo con 207 (-9). Michele Reale si è posizionato 32° con 213 (-3), Mauro Bianco, 52° con 218 (+2), Gianluca Pietrobono, 60° con 231 (+15). Il campione uscente, James Kingston, ha concluso al 18° posto con 209 (-7)

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    Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925  che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano. 

    Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open.  La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta

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